m.raffaele92
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mercoledì 9 ottobre 2013
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una svolta radicale nell'horror (e non solo)
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Il successo di “The Blair Witch Project” deriva in gran parte un’operazione di marketing volta a spacciare gli eventi narrati come veri (espediente che avrebbe utilizzato gran parte degli horror a venire, seppure con alterna efficacia).
Il film segna una svolta radicale nel genere (e un po’ nel cinema tutto), rompendo con la “nuova” tradizione slasher che ha dominato gli anni 90’ (“So cosa hai fatto”, “Scream”, “Urban Legend”, ecc.) e approdando invece nel cosiddetto “mockumentary”.
La trama è elementare, ma la realizzazione pseudo-documentaristica porta lo spettatore a diretto contatto con la storia e le circostanze, spostando lo stesso piano narrativo a un livello superiore, più ravvicinato e “concreto”.
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Il successo di “The Blair Witch Project” deriva in gran parte un’operazione di marketing volta a spacciare gli eventi narrati come veri (espediente che avrebbe utilizzato gran parte degli horror a venire, seppure con alterna efficacia).
Il film segna una svolta radicale nel genere (e un po’ nel cinema tutto), rompendo con la “nuova” tradizione slasher che ha dominato gli anni 90’ (“So cosa hai fatto”, “Scream”, “Urban Legend”, ecc.) e approdando invece nel cosiddetto “mockumentary”.
La trama è elementare, ma la realizzazione pseudo-documentaristica porta lo spettatore a diretto contatto con la storia e le circostanze, spostando lo stesso piano narrativo a un livello superiore, più ravvicinato e “concreto”. Si crea in questo modo l’esigenza di mostrare qualcosa di realistico, o comunque attinente alla realtà (in caso contrario, l’operazione stessa diventerebbe poco credibile e il film risulterebbe ridicolo: un esempio perfetto di questa deviazione “sbagliata” del mockumentary lo troviamo in “ESP – fenomeni paranormali”). Il film è infatti contenuto e pacato nel mettere in scena il crescendo di angoscia che lo attraversa e il terrore viene “mostrato” attraverso i sussurri e le grida notturne dei personaggi che man mano scompaiono. La paura quindi nasce dai rumori sentiti dai protagonisti dalla propria tenda (quindi da ciò che non viene mostrato), dal senso di smarrimento generale e da un finale mozzafiato che, paradossalmente, non mostra (appunto) nulla.
Il vero protagonista del film è il bosco: salvo rari casi, mai si è vista un’ambientazione sfruttata in modo così efficace (almeno nel campo dell’horror).
Cult movie imprescindibile, modello per il cinema a venire, estremamente semplice e sobrio eppure portatore di sequel e seguaci.
Nonostante la struttura del finto documentario fosse già emersa (seppur in forma embrionale) in passato (vedi “Zelig” di Woody Allen e “This is Spinal Tap” di Rob Reiner), qui raggiunge la propria forma compiuta e definitiva: un lavoro audace e sperimentale sulla soggettività (e quindi anche sullo sguardo).
In un mondo (il nostro) che ha visto troppi orrori e dove quindi la finzione cinematografica non basta quasi più, si cerca di attingere alla realtà. Questo, per ragion di logica, dovrebbe portarci a predire un’imminente morte del genere horror (che di finzione invece si nutre). Ma più che di morte, si potrebbe parlare invece di rinascita.
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martasui_tubi
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lunedì 18 marzo 2013
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rimedio all'insonnia!
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Non ho mai visto niente di più squallido e noioso.. la ragazza è una rompipalle micidiale, gli altri ragazzi non fanno altro che ripetere le stesse frasi "siamo fottuti", i dialoghi tra di loro sono di un demenziale spaventoso, ho sbadigliato una 30ina di volte, non si capisce che cacchio ci sia nel bosco(semmai ci sia qualcosa)
Conclusione:film nosense all'ennesima potenza!
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chaoki21
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giovedì 9 febbraio 2012
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il film più fortunato della storia!!!
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The blair witch project,al di là del bel film o del brutto film è un prodotto fortunatissimo,una delle pellicole più fortunate della storia.Costato una cifra inferiore ai 10.000 euro,il film ne ha incassati una cifra che sfiora i 300 milioni:un risultato pazzesco!!!Il film ha lo stile del falso-documentario,che con i metodi di regia adottati appassiona ma non spaventa ne trasmette suspance allo spettatore,anzi,in molti punti il film è addirittura noioso.L'unica parte inquietante sono le bamboline woo-doo fatte con i rami.Due stelle per il film in sè,tre stelle per la fortuna sfacciata della pellicola,che tutto sommato si rivela gradevole,altro che paranormal activity!!!
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st.jimmy
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martedì 30 agosto 2011
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noia! noia! e ancora...noia!
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Allora, prima di vedermi questo film mi sono visto il trailer dove c'erano anche alcuni commenti della critica che dicevano: "uno dei migliori film horror dopo l'esorcista!" e "spaventoso come l'inferno!"; allora ho pensato che doveva essere davvero un bel film.
Ma quando mai?!?
Allora ci sono 3 persone che si perdono in un bosco (nulla di piu banale x un film horror), nella prima parte del film non fanno altro che intervistare vecchietti e camminare nel bosco facendo battutine tra di loro, nella seconda parte non fanno altro che litigare tra di loro e negli ultimi 10 minuti entrano in una casa abbandonata con le telecamere...peccato che nn si veda nulla.
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Allora, prima di vedermi questo film mi sono visto il trailer dove c'erano anche alcuni commenti della critica che dicevano: "uno dei migliori film horror dopo l'esorcista!" e "spaventoso come l'inferno!"; allora ho pensato che doveva essere davvero un bel film.
Ma quando mai?!?
Allora ci sono 3 persone che si perdono in un bosco (nulla di piu banale x un film horror), nella prima parte del film non fanno altro che intervistare vecchietti e camminare nel bosco facendo battutine tra di loro, nella seconda parte non fanno altro che litigare tra di loro e negli ultimi 10 minuti entrano in una casa abbandonata con le telecamere...peccato che nn si veda nulla...e il film "culmina" con uno dei finali più stupidi e ridicoli della storia del cinema horror secondo me.
Insomma non guardatelo è solo tempo sprecato!!!
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[+] il terrore è in ciò che si può solo immaginare...
(di lasignoradiamarganta)
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lalli
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mercoledì 25 maggio 2011
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il primo di un genere da vedere
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mi piacciono molto i film di qst genere e mi hanno anche paura, senza tanti spalatter o schifezze
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_melindo__
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lunedì 21 marzo 2011
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un capolavoro
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C'è poco da dire: un capolavoro! Sicuramente uno dei film più influenti nella storia del cinema horror, secondo me al pari di capolavori quali "L'Esorcista" e "Shining". Sebbene il mockumentary non sia stato introdotto da questo film (non dimentichiamo "Cannibal Holocaust" di Ruggero Deodato), è assolutamente nuova e geniale la campagna di marketing con cui il film è stato pubblicizzato, cosa che dopo questo film non riuscirà mai più. E' inoltre incredibile quanto in questo film sia evidente che la paura è creata da ciò che non si vede: non vi ha fatto paura "The Blair Witch Project"? Probabilmente (ripeto, PROBABILMENTE!!) siete abituati alla macelleria moderna con titoli come "Hostel". E' inoltre necessario creare la giusta atmosfera (chi frequenta gli scout mi capirà): alle 3 di notte v
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C'è poco da dire: un capolavoro! Sicuramente uno dei film più influenti nella storia del cinema horror, secondo me al pari di capolavori quali "L'Esorcista" e "Shining". Sebbene il mockumentary non sia stato introdotto da questo film (non dimentichiamo "Cannibal Holocaust" di Ruggero Deodato), è assolutamente nuova e geniale la campagna di marketing con cui il film è stato pubblicizzato, cosa che dopo questo film non riuscirà mai più. E' inoltre incredibile quanto in questo film sia evidente che la paura è creata da ciò che non si vede: non vi ha fatto paura "The Blair Witch Project"? Probabilmente (ripeto, PROBABILMENTE!!) siete abituati alla macelleria moderna con titoli come "Hostel". E' inoltre necessario creare la giusta atmosfera (chi frequenta gli scout mi capirà): alle 3 di notte vi mettete la sveglia, vi bevete un caffè e guardate "The Blair Witch Project, magari in una casa in campagna o in montagna, DA SOLI!!!!! Terrore assicurato!!
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[+] ahahahahahah .....
(di paolo salvaro)
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giu/da(g)
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lunedì 17 gennaio 2011
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il dubbio
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Tre ragazzi partono per girare un documentario su una leggendaria strega, il cui spirito si aggirerebbe nei boschi di Burkittsville. La foresta popolata da strane presenze però li risucchierà nel nulla. The Blair Witch Project in sé è un film che ha intuito quanto la paura sia un'emozione molto semplice e che per amplificarla si debba agire direttamente sulla realtà scatenando il dubbio. Gli ideatori hanno qui giocato abilmente spacciando questa pellicola come una bobina ritrovata nei boschi che ritrae avvenimenti realmente accaduti, fino a montare tramite internet un caso con segnalazioni e presunte associazioni dei genitori dei ragazzi scomparsi.
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Tre ragazzi partono per girare un documentario su una leggendaria strega, il cui spirito si aggirerebbe nei boschi di Burkittsville. La foresta popolata da strane presenze però li risucchierà nel nulla. The Blair Witch Project in sé è un film che ha intuito quanto la paura sia un'emozione molto semplice e che per amplificarla si debba agire direttamente sulla realtà scatenando il dubbio. Gli ideatori hanno qui giocato abilmente spacciando questa pellicola come una bobina ritrovata nei boschi che ritrae avvenimenti realmente accaduti, fino a montare tramite internet un caso con segnalazioni e presunte associazioni dei genitori dei ragazzi scomparsi. Un'intuizione contestabile, ma indubbiamente efficace, che ha dato l'illusione che la finzione potesse essere la verità (c'è chi ancora contesta che il film sia un falso). Il terrore nasce più da ciò che non si vede ma che si immagina, piuttosto che da ciò che è tangibile; chi si è perso in una gita in montagna o ha dormito in tenda in un bosco può capire come nel silenzio un rumore anomalo possa diventare improvvisamente inquietante, principalmente per il fatto che non si vede cosa possa essere. E qui la nostra mente è capace di voli pindarici. Divertente è il fatto che gli attori possedessero solo un vago canovaccio e che ogni mattina ricevessero istruzioni a distanza dai registi che nel frattempo si dedicavano a spaventarli. A smontare il film però è paradossalmente quello che dovrebbe essere il suo punto di forza: l'uso della ripresa amatoriale che segue l'azione fino al macabro finale appare improvvisamente irreale. Chi, scappando, si trascinerebbe dietro una telecamera ingombrante? Un limite non da poco che può a tratti diventare ridicolo, soprattutto nelle giustificazioni banali addotte dalla protagonista ai suoi amici che la pregano di smetterla di riprendere. Un film che nella sua particolarità ha fatto storia, ma ci si chiede se il genere horror possa vivere ormai solo con prodotti preconfezionati simil realistici, come i successivi Rec, Cloverfield e Paranormal Activity, tutti a loro modo condizionati da questo film.
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potamina1988
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venerdì 16 aprile 2010
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pessimo...veramente pessimo...
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Spinge a richiedere indietro i soldi del biglietto...
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andreabarella
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lunedì 8 marzo 2010
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originale
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voto l'esperimento mediatico... inteligente giocare con le fantasie della massa , il film nasce sull'idea che la pellicola che stai guardando nella sala possa essere vera, la sua forza d'impatto è tutta quì, una volta rotta la magia del reality finto , il film è un film in 8 millimetri che ogni tanto devi smettere di vedere perchè infastidisce la vista....
credo sia costato 200 mila lire per guadagnarne a dismisura...un plauso a questa magia.
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andre89lost
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sabato 13 febbraio 2010
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e dov'è il cult?
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Se ne è parlato troppo di sto film.. incuriosito lo guardo e si rivela una boiata tremenda. Noioso, per fortuna breve, con pochi momenti di tensione. Poco interessante. L'unica cosa carina è il finale che è libero a varie interpretazioni. Per il resto, non capisco perchè si ostinino a chiamrlo "cult".
Voto: 5.5
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