walter
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sabato 12 maggio 2007
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jim carrey come andy kaufman:2 grandi artisti
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Personaggio famoso in America e quasi sconosciuto in Europa, Andy odiava sentirsi dare del comico, lui si definiva uno showman! Artista originale, anticonformista, straffotente e geniale allo stesso tempo! Il suo successo arrivò grazie a un'innovazione che introdusse nel mondo dello spettacolo creando situazioni dove scatenava nel pubblico reazioni estreme lasciandolo totalmente spiazzato e incredulo rispetto a ciò che succedeva negli sketch ideati da lui e dal suo amico Bob Zmuda! Tutto ciò portava Andy ad essere oggetto di pesanti critiche a causa della sua imprevedibilità, della sua irriverenza, dei suoi insulti stereotipati alle donne e al mondo del Wrestling per esempio! E ben presto la sua popolarità scese a picco! Un genio incompreso che stava sempre un passo avanti a chi lo seguiva, dando vita a personaggi del calibro di Tony Clifton, eccentrico e volgare sedicente cantante di Las Vegas, il quale sempre con lo scopo di spiazzare il pubblico, veniva a volte interpretato oltre che da Andy anche da Bob Zmuda o dal fratello di Andy, oppure il goffo e timido quanto esilarante Latka protagonista della sit-com "Taxi"! Purtroppo la vena artistica di Andy fu stroncata a soli 35 anni da un raro tumore ai polmoni nonostante lui fosse un convinto salutista, ma tutt'ora alcuni credono che la morte di Andy kaufman sia solo la messa in scena di un artista immortale che sta preparando il suo grande ritorno.
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Personaggio famoso in America e quasi sconosciuto in Europa, Andy odiava sentirsi dare del comico, lui si definiva uno showman! Artista originale, anticonformista, straffotente e geniale allo stesso tempo! Il suo successo arrivò grazie a un'innovazione che introdusse nel mondo dello spettacolo creando situazioni dove scatenava nel pubblico reazioni estreme lasciandolo totalmente spiazzato e incredulo rispetto a ciò che succedeva negli sketch ideati da lui e dal suo amico Bob Zmuda! Tutto ciò portava Andy ad essere oggetto di pesanti critiche a causa della sua imprevedibilità, della sua irriverenza, dei suoi insulti stereotipati alle donne e al mondo del Wrestling per esempio! E ben presto la sua popolarità scese a picco! Un genio incompreso che stava sempre un passo avanti a chi lo seguiva, dando vita a personaggi del calibro di Tony Clifton, eccentrico e volgare sedicente cantante di Las Vegas, il quale sempre con lo scopo di spiazzare il pubblico, veniva a volte interpretato oltre che da Andy anche da Bob Zmuda o dal fratello di Andy, oppure il goffo e timido quanto esilarante Latka protagonista della sit-com "Taxi"! Purtroppo la vena artistica di Andy fu stroncata a soli 35 anni da un raro tumore ai polmoni nonostante lui fosse un convinto salutista, ma tutt'ora alcuni credono che la morte di Andy kaufman sia solo la messa in scena di un artista immortale che sta preparando il suo grande ritorno....
Senza dubbio la più grande interpretazione cinematografica di Jim Carrey che calatosi nei panni del suo grande maestro Andy Kaufman dimostra di essere un grande e per noi quasi basta a sopperire la mancanza di un genio originale come Andy!
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piero grant
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domenica 22 luglio 2007
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jim carrey o andy kaufman?
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Straordinaria interpretazione di uno dei più grandi attori comici dei nostri tempi, Jim Carrey, che in "Man on the Moon" ritiene di non essere affatto un comico come tutti, anzi si vanta di non aver mai raccontato barzellette in vita sua, entrando in pieno e anche troppo nei panni di Andy Kaufman eccentrico ed enigmatico comico degli anni 70-80, anche se lui odiava questa definizione ritenendosi uno Showman. In questo film il regista Milos Forman racconta la vita di un grande genio comico che rivoluzionerà la comicità, e che morirà alla giovane età di 34 anni per un presunto tumore polmonare, ma la scomparsa di Kaufman è ancora oggi un mistero. Carrey con molti sforzi riuscirà ad avere la parte, essendo lui un grande fan di Kaufman, ed è impressionante come riesce a ripercorrerne la vita in maniera brillante e molto veritiera, anzi Jim Carrey potrebbe essere migliore dello stesso Andy Kaufman.
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Straordinaria interpretazione di uno dei più grandi attori comici dei nostri tempi, Jim Carrey, che in "Man on the Moon" ritiene di non essere affatto un comico come tutti, anzi si vanta di non aver mai raccontato barzellette in vita sua, entrando in pieno e anche troppo nei panni di Andy Kaufman eccentrico ed enigmatico comico degli anni 70-80, anche se lui odiava questa definizione ritenendosi uno Showman. In questo film il regista Milos Forman racconta la vita di un grande genio comico che rivoluzionerà la comicità, e che morirà alla giovane età di 34 anni per un presunto tumore polmonare, ma la scomparsa di Kaufman è ancora oggi un mistero. Carrey con molti sforzi riuscirà ad avere la parte, essendo lui un grande fan di Kaufman, ed è impressionante come riesce a ripercorrerne la vita in maniera brillante e molto veritiera, anzi Jim Carrey potrebbe essere migliore dello stesso Andy Kaufman. Rulo che è valso all'attore di origine canadese il secondo Golden Globe dopo quello di Truman Show e che accresce i sospetti che in realtà Jim Carrey non sia altri che Andy Kaufman, che come raccontano le varie leggende metropolitane, si sarebbe sottoposto ad una plastica facciale per poi ritornare come Carrey. Molto efficace anche Danny DeVito nel rulo di George Shapiro, importante manager che prenderà Kaufman sotto la sua ala e Courtney Love nei panni dell'amore di Andy, da non tralasciare Paul Giamatti che impersonifica Bob Zmunda, migliore amico e spalla di Kaufman. Isomma un grande film, divertente e toccante allo stesso tempo da non perdere.
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(di hermes malavasi)
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hermes malavasi
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sabato 23 agosto 2008
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un capolavoro,immenso di una storia stupefacente
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milons forman,un grande regista che dirige fuori dalle regole in questo stupefacente film insieme a jim carrey,che anche lui recita da oscar,il film parla di Andy Kaufman un pazzo,un geniale,un mito,un rivuluzionario,lui era semplicemente speciale dalle altre persone,amava far ridere anche se non era un comico lui riusciva nel suo intento,ma andy era molto particolare per questo la gente lo amava e lo odiava allo stesso tempo perchè era troppo strano e particolare per poter piacere alla gente,è un film in cui si spiega come mai fosse cosi strano andy kaufman.il film è semplicemente straordianario,dalla sua trama,dai suoi interpeti,dal suo regista,il film è speciale come la persona che è trattata.
[+] evviva la grammatica
(di paladino)
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valerypto
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mercoledì 13 maggio 2015
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noi non siamo soli mai…andy kaufman sopravviverà
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In un mondo fatto d'illusioni e beffe, niente va preso sul serio. Questo il messaggio del grande, rivoluzionario personaggio di Andy Kaufman. L'amarezza del diverso, del genio incompreso è il tema preferito dagli sceneggiatori Scott Alexander e Larry Karaszweski che da ED WOOD di Tim Burton fino al più recente LARRY FLYNT, sempre di Forman, si propongono di rivalutare figure sotterraneamente "sovversive". Jim Carrey si trasforma in Kaufman ed offre un'interpretazione a dir poco strepitosa, sdoppiandosi in Hyde (l'iroso personaggio di Tony Clifton che infama il pubblico!) e Jekyll (il mite Latka della serie Tv "Taxi"), vivendo la beffa di chi ama più far ridere se stesso che gli altri.
Un film che gronda amore e ammirazione, infinito rispetto per un uomo dirompente e geniale nella sua folle e spirituale lucidità.
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In un mondo fatto d'illusioni e beffe, niente va preso sul serio. Questo il messaggio del grande, rivoluzionario personaggio di Andy Kaufman. L'amarezza del diverso, del genio incompreso è il tema preferito dagli sceneggiatori Scott Alexander e Larry Karaszweski che da ED WOOD di Tim Burton fino al più recente LARRY FLYNT, sempre di Forman, si propongono di rivalutare figure sotterraneamente "sovversive". Jim Carrey si trasforma in Kaufman ed offre un'interpretazione a dir poco strepitosa, sdoppiandosi in Hyde (l'iroso personaggio di Tony Clifton che infama il pubblico!) e Jekyll (il mite Latka della serie Tv "Taxi"), vivendo la beffa di chi ama più far ridere se stesso che gli altri.
Un film che gronda amore e ammirazione, infinito rispetto per un uomo dirompente e geniale nella sua folle e spirituale lucidità. Diventa persino difficile capire dove finisce il lavoro di Forman e dove inizia quello di Carrey (immenso), nella cui interpretazione si percepisce una vera ambizione "artistica", ovvero l'andare oltre la semplice mimesi per dare vita a una vera messa in scena del personaggio, non è Jim Carrey che si traveste da Andy Kaufman ma è Andy Kaufman che rivive attraverso Jim Carrey. Migliori scene? Kaufman irritato dal pubblico di un Università legge da cima a fondo "Il grande Gatsby" ("volete che continui a leggere il libro o preferite che sentiamo un disco insieme?). Altra situazione clou: la messa funebre di Andy. Voto 10... Nella memoria di chi ha amato il film “Man on the moon” e Andy Kaufman, ci sarà sicuramente questa canzoncina, che in italiano recita così:
“Non siamo soli mai”
Noi non siamo soli mai
e la gioia è tra di noi
quanto amore c’è al mondo.
Noi non siamo soli mai
se la notte sognerai
non c’è nulla da temer.
Meraviglioso è vivere qui
al mondo, e tu
quando hai qualcuno d’amar
andare lontan potrai…
e le stelle su nel ciel
e di fiumi di canzon
ogni cuore esser grato,
grato che non siamo soli mai.
…”grazie a tutti quanti per questo amichevole, amabile, mondo…”
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annalisarco
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mercoledì 27 settembre 2017
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predecessore indiscusso
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Per convincere, devi convincerti. Non uscire dalla parte, dal personaggio o dall'idea che vuoi vendere. Ma se quella parte o quel personaggio sono veramente una sfaccettatura di te? Il pensiero di Jim Carrey recentemente espresso in una controversa intervista capita da pochi e criticata da molti, tratta proprio di questo: non siamo un singolo, non possiamo esserlo; perché la parte di noi che prevale - e dunque quella che mostriamo - è quella imposta dalla società, dalla religione, da fattori che finiscono con l' influenzarci giorno dopo giorno.
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Per convincere, devi convincerti. Non uscire dalla parte, dal personaggio o dall'idea che vuoi vendere. Ma se quella parte o quel personaggio sono veramente una sfaccettatura di te? Il pensiero di Jim Carrey recentemente espresso in una controversa intervista capita da pochi e criticata da molti, tratta proprio di questo: non siamo un singolo, non possiamo esserlo; perché la parte di noi che prevale - e dunque quella che mostriamo - è quella imposta dalla società, dalla religione, da fattori che finiscono con l' influenzarci giorno dopo giorno. Viene fuori così una parte di noi, ma cosa ne è di tutto quello che viene sepolto? Andy Kaufman, icona degli anni 70-80, considerato un comico - cosa da lui sempre smentita - sembrerebbe essere stato il predecessore dell'idea espressa da Carrey e averla incarnata totalmente. Non era mai un solo personaggio, non era mai il solito. Doveva portare alla luce quella parte di sé che sentiva maggiormente in quel momento. Odiava i copioni, forse proprio perché non è prevedibile chi o cosa sarai domani. Si definiva "song and dance man", decisamente nulla a che fare con la comicità. Sapeva cantare, ballare, imitare. Amava creare stupore, e far notare quanto manipolata sia la realtà televisiva. Un suo show o una sua ospitata in un programma, aveva come unica certezza l'imprevedibilità. E dal momento che anche la vita è così, imprevedibile e manipolata, ha sempre cercato di ricreare la realtà usando la finzione : un genio.
"O lo ami o lo odi", si è sempre detto. Credo che la definizione più corretta sia "o lo comprendi o non lo comprendi". Incanalato in un percorso che non gli apparteneva, etichettato come comico, non è stato più possibile ad un certo punto far comprendere alle persone il suo intento, considerato ormai provocatorio e arrogante. Un suo limite era sicuramente quello di non sapersi porre un limite. Andava avanti senza mai capire quando il pubblico smetteva di stupirsi e iniziava ad indignarsi. Considerato uno strambo, ma forse solo da chi non era in grado di accettare qualcosa di nuovo. Era quasi un illusionista, creava degli eventi e delle situazioni totalmente studiate a tavolino, ma che per il pubblico era impossibile non prendere per vero. Purtroppo, questo suo modo di porsi lo ha annientato, portandolo ad un punto in cui nessuno credeva più alle sue parole, nessuno sapeva se stesse scherzando o meno. Proprio in quel limite, Kaufman si è reso conto di aver perso la strada, e ha voluto rimediare lasciando qualcosa che stupisse lo spettatore, ma in positivo.
In Man on The Moon troviamo delle interpretazioni di grandi attori, come Danny de Vito nei panni del noto George Shaphiro, ma anche Courtney Love, Vincent Schiavelli, Paul Giamatti. Il cast non manca, una fedele biografia neanche. Ma ciò che rende unico questo film, è uno strabiliante Jim Carrey che riesce a farci capire chi era Andy Kaufman e cosa voleva fare della sua vita. Un uomo dalle mille personalitá, innovativo e irriverente. Un artista che segue l'onda del momento, ma non l'onda comune, bensì quella dentro di sé. In grado di dirigere lo spettacolo totalmente nella direzione che sente in quel momento, come la sua famosa lettura del Great Gatsby davanti ad un pubblico annoiato che si aspettava solo risate. La maggior parte di loro va via dagli spalti, ma quei pochi che rimangono sono tutto. Chi entra a far parte dei suoi show, ne rimane estasiato, e riconosce in Andy un genio. Conferma di tutto questo ci arriva nella scena finale del film : la chiesa piena delle persone che hanno fatto parte della sua vita, tutte lì a piangere lo scomparso Andy che, come tutti sappiamo, è scomparso in seguito ad una rara forma di tumore ai polmoni. Scomparso ma non prima di lasciare un sorriso nelle persone, di ricordargli fino all'ultimo che questo mondo è degno di essere vissuto in pace e in tutta la sua bellezza. Ci lascia con quello che veramente è e che ha sempre voluto fare; ci lascia con una canzone che coinvolge il suo pubblico e trasmette il suo messaggio di unica positività. Purtroppo anche lui si è dovuto sottomettere alla società e ha dovuto fare un cambiamento nel suo percorso per riuscire a farsi ascoltare dal pubblico e a catturare il loro interesse. Percorso che ha portato all'esasperazione del suo essere (dei suoi esseri), riportato alla strada di partenza solo alla fine.
Ció che rende questo film memorabile è senza dubbio il messaggio dell'artista e l'interpretazione di un Carrey formidabile, totalmente azzerato per trasformarsi in Kaufman. Ci è riuscito, e a quasi venti anni dall'uscita di Man on The Moon, lo ritroviamo al Festival di Venezia con un documentario realizzato proprio con il backstage di questo film, il prodotto dal titolo lunghissimo di "Jim&Andy: the Great Beyond - The story of Jim Carrey and Andy Kaufman with a very special, contractually obligated mention of Tony Clifton". In questo recente prodotto, Carrey vuole spiegare perché e come è diventato Kaufman, dando ampia dimostrazione visiva della teoria che ha sconvolto tutti riguardante l'impossibilità di essere una sola persona, un solo io, e in favore della consapevolezza che ognuno di noi è un flusso di energia, dunque in continua trasformazione. Anche questo documentario - e questo film - saranno amati o odiati. Poco importa se il personaggio e i suoi metodi non sono apprezzati. Più che altro, l'attualità del tema è, soprattutto oggi, fondamentale, in una società mediatica che si affida e sceglie di credere a tutto quello che gli viene proposto. Una società che vuole stupirsi, poco importa se lo stupore è causato da fatti positivi o fatti terribili. Che accetta senza domandarsi quanto ciç che vede sia reale, ascolta le storie di una televisione manipolata e permette di essere modificato da esse. Perché anche in questo Andy era riuscito: a far crollare i potenti, il loro potere e controllo. I produttori che gestiscono gli show televisivi, che impongono chi essere e quando essere. Ha ridicolizzato un mondo, lo ha mostrato per come realmente è. E anche qui, Carrey non sembra essere in disaccordo, nel momento in cui sostiene che non ha mai voluto far parte di Hollywood, ma distruggerla. Distruggere le icone che ammiriamo senza un reale motivo; distruggere tutto quello che fa tanto fumo, ma che non ha sostanza. E soprattutto, spingerci oltre, capire davvero cosa abbiamo davanti e cosa ci stanno facendo ingurgitare.
Saranno sempre due persone e personaggi strettamente collegate, Andy e Jim. Non a caso questo progetto, più di ogni altro, è e sarà sempre nel cuore di Carrey. E speriamo - seguendo le molte teorie sulla finta morte di Andy - che Kaufam abbia ancora in serbo per noi uno dei suoi colpi di scena. Il più esilarante.
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paolo
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venerdì 9 gennaio 2004
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recitazione e musiche di qualità, ma ...
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Un grandissimo Jim Carrey riesce nell'intento di rendere appieno le diverse sfaccettature di uno show-man quantomai contradditorio quale fu Andy Kaufman, innalzando non di poco il livello di un'opera che spesso rasenta la noia. Diversamente da quanto ci si potrebbe immaginare non si tratta infatti di una pellicola comica(se non in rari momenti), bensì di una vera e propria biografia: piena di eccessi e difficile da comprendere appieno senza conoscere la vita di questo discusso personaggio, può risultare infatti irritante a chi non avrebbe amato neanche lo stesso Kaufman. Un discorso a parte meritano la semplicemente stupenda colonna sonora degli R.E.M. ed un commovente finale che premiano la visione anche dei più delusi da una storia nel complesso piuttosto pesante.
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break
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lunedì 12 dicembre 2011
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soporifero
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Tratto da una storia vera. Film sulla vita di Andy Kaufman (è stato un comico statunitense).
Personalmente mi aspettavo di meglio da questo film di cui ne ho sentito parlare bene. A mio modesto parere è un pessimo biografico, molto lento e pesante. Il peggior Jim Carrey mai visto.. questo film non mi ha "trascinato" neanche per cinque minuti.
Al limite del guardabile.
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alessandro
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lunedì 2 luglio 2007
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anche i grandi a volte sbagliano
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Eh si, ce la ricordiamo tutti la traversa di Baggio, no? Rigore mancato, film mancato. L’errore del genio, dell’artista che ci fa entusiasmare, forse ce lo fa apprezzare di più per tutto quello che ha fatto in passato e che speriamo continui a fare in futuro. Mi sembra che questo sia il caso della poco riuscita opera “Man on the moon”di Milos Forman, un regista che personalmente considero uno dei più grandi di tutti i tempi e che mi ha regalato momenti indimenticabili con “Qualcuno volò sul nido del cuculo”, “Larry Flint”, “L’ultimo inquisitore”(sono i suoi film che preferisco). La mia ammirazione per questo artista non mi impedisce, però, di vedere, a differenza di altri che hanno commentato in questa sezione, che questo film è veramente deludente.
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Eh si, ce la ricordiamo tutti la traversa di Baggio, no? Rigore mancato, film mancato. L’errore del genio, dell’artista che ci fa entusiasmare, forse ce lo fa apprezzare di più per tutto quello che ha fatto in passato e che speriamo continui a fare in futuro. Mi sembra che questo sia il caso della poco riuscita opera “Man on the moon”di Milos Forman, un regista che personalmente considero uno dei più grandi di tutti i tempi e che mi ha regalato momenti indimenticabili con “Qualcuno volò sul nido del cuculo”, “Larry Flint”, “L’ultimo inquisitore”(sono i suoi film che preferisco). La mia ammirazione per questo artista non mi impedisce, però, di vedere, a differenza di altri che hanno commentato in questa sezione, che questo film è veramente deludente. Per esprimere al meglio le caratteristiche intrinseche di questa pellicola è sufficiente un aggettivo:noioso. Tremendamente noioso. Questo film non coinvolge, sembra organizzato male, la vicenda è a tratti incomprensibile e l’abilità di Carrey sembra quasi sprecata all’interno di una struttura di questo tipo. Se ci soffermiamo sui singoli aspetti possiamo vedere che l’interpretazione di Jim Carrey è notevole, quella degli altri attori più che sufficiente, la regia tutto sommato buona, la colonna sonora ottima. Ma mai come in questo caso la somma delle qualità dei singoli componenti è diversa dalla qualità del prodotto finale. Sembra l’Inter di qualche anno fa, tanti campioni e gioco da schifo. In definitiva, un film che non mi sento di consigliare.
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