fabrizio cirnigliaro
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mercoledì 20 maggio 2009
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barabba! barabba!
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Nel 1998 questo film del regista australiano Peter Weir irrompe sul grande schermo con una profezia tanto azzardata quanto azzeccata.La previsione di una televisione dal potere sempre più incontrollato e dell’impatto che i reality Show avrebbero avuto sui telespettatori si attuerà da li a poco.
Molti mettono in relazione la pellicola al romanzo 1984 di Gorge Orwell, ma molti elementi del film appaiono ricollegarsi al romanzo “Tempo fuor di sesto” di Philip Dick. che racconta la storia di un uomo che si trova a vivere in un finto mondo tranquillo, realizzato per lui perché la società possa sfruttarne i suoi poteri segreti di chiaroveggenza
C’è anche chi ha dato un’interpretazioni del tipo teologico e filosofico di The Truman Show,
il quale per di più apre anche un filone di film del genere.
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Nel 1998 questo film del regista australiano Peter Weir irrompe sul grande schermo con una profezia tanto azzardata quanto azzeccata.La previsione di una televisione dal potere sempre più incontrollato e dell’impatto che i reality Show avrebbero avuto sui telespettatori si attuerà da li a poco.
Molti mettono in relazione la pellicola al romanzo 1984 di Gorge Orwell, ma molti elementi del film appaiono ricollegarsi al romanzo “Tempo fuor di sesto” di Philip Dick. che racconta la storia di un uomo che si trova a vivere in un finto mondo tranquillo, realizzato per lui perché la società possa sfruttarne i suoi poteri segreti di chiaroveggenza
C’è anche chi ha dato un’interpretazioni del tipo teologico e filosofico di The Truman Show,
il quale per di più apre anche un filone di film del genere. Matrix, Dark City, Existenz sono solo alcuni dei film realizzati dopo la pellicola di Peter Weir.
Tutte queste opere hanno in comune una visione distorta della realtà e inoltre sono zeppe di citazioni filosofiche.
Sono passati più di 10 anni dall’uscita di The Truman Show, da quando questo film è comparso nei cinema la televisione è cambiata. Sono iniziate le produzioni in serie dei Reality, il cui successo, decretato dagli ascolti del pubblico, è andato oltre ogni aspettativa e il fenomeno sembra non subire crisi.I palinsesti di quasi tutte le emittenti televisive sono stati stravolti da questo uragano, i film trasmessi in prima serata sono diventati sempre più delle eccezioni e anche i talk show hanno dovuto cambiare pelle.A fare spettacolo (e audience) sono sempre più le vicende private della gente comune, a tratti risulta invisibile il confine che separa la finzione televisiva dalla realtà umana.
Il grande fratello ormai non evoca più il romanzo di Orwell, ma Tarricone, piuttosto che i tronisti o Vladimir Luxuria.I protagonisti di questi format televisivi sono personaggi sempre meno “comuni” e più estroversi. Si è passati dalla ragazza vincitrice della prima edizione con misura piccola di seno alla sesta o settima di una partecipante dell’ultima edizione.
In the Truman Show ad essere accusata non è solamente la televisione e il senso di onnipotenza di certi produttori televisivi, il dito è puntato soprattutto sui telespettatori, al pubblico che segue ininterrottamente le vicende di Truman dalla sua nascita, non riuscendo a staccarsi mai dalla TV.
Hanno le case piene di gadget dello show, che seguono a qualsiasi orario e da qualsiasi luogo in cui si trovano. Truman fa parte della loro vita.
Si dice che il popolo ha il governo che si merita e che certi programmi televisivi sono giustificabili visto i sorprendenti dati di ascolto, ci si dimentica però che 2000 anni fa un solo urlo si alzava in cielo nella vecchia Palestina “ Barabba!Barabba!”
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truman
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domenica 25 marzo 2007
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semplicemente stupendo
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A mio parere un piccolo gioiello degli ultimi tempi...
una trama attuale come non mai e tanti tocchi di classe primo fra tutti la scena finale che tanto ricorda "lo strappo nel cielo di carta" di Pirandello... il venir meno di tutte le certezze di un uomo, che + che un uomo era "il burattino" nelle mani del regista Christofer con ambizioni divine...
Da notare altri tocchi di classe come il nome stesso del protagonista... Truman: da True Man ovvero l'unico uomo "vero" che non recitava una parte nella grande commedia che era la sua vita...
Da nn perdere...
[+] vita da spettacolo
(di maxpen)
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anna (appassionata di cinema'87)
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martedì 29 marzo 2005
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riflessioni
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La sceneggiatura di Andrew Nicol è geniale, dalla prima all’ultima scena vengono trasmessi dei messaggi.
C’è un equilibrio in questo strano mondo fino a quando Truman non comincia a sospettare la finzione, per l’appunto il film si apre da questo punto anche se il processo era iniziato già da quando Lauren/Sylvia veine allontanata da lui.
Molto particolare la figura del produttore, Christof, che insieme a Truman è il personaggio più vero, perché per quanto il suo comportamento verso il protagonista sia molto scorretto è sincero, al contrario degli altri personaggi, che recitano tutti, e da un lato è anche il più saggio, vuole creare un mondo perfetto perché, come dice a Truman, “non troverai meno ipocrisia fuori dal mondo che io ho creato per te”, simboleggia il padre che vuole far vivere al figlio la vita che avrebbe voluto vivere lui.
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La sceneggiatura di Andrew Nicol è geniale, dalla prima all’ultima scena vengono trasmessi dei messaggi.
C’è un equilibrio in questo strano mondo fino a quando Truman non comincia a sospettare la finzione, per l’appunto il film si apre da questo punto anche se il processo era iniziato già da quando Lauren/Sylvia veine allontanata da lui.
Molto particolare la figura del produttore, Christof, che insieme a Truman è il personaggio più vero, perché per quanto il suo comportamento verso il protagonista sia molto scorretto è sincero, al contrario degli altri personaggi, che recitano tutti, e da un lato è anche il più saggio, vuole creare un mondo perfetto perché, come dice a Truman, “non troverai meno ipocrisia fuori dal mondo che io ho creato per te”, simboleggia il padre che vuole far vivere al figlio la vita che avrebbe voluto vivere lui.
Ma Truman, malgrado i tentativi di Christof di dissuaderlo, sceglie di uscire da quel mondo, per quanto sia molto faticoso e traumatizzante perché fuori non avrà alcun punto di riferimento.
Infine il regista e lo sceneggiatore nell’ultima scena ci danno uno spunto per riflettere, due spettatori che avevano da sempre seguito lo Show ed erano stati commossi fino ad un attimo prima, cambiano canale per cercare qualcos’altro da vedere. Il tema su cui riflettere è: vale la pena faticare e soffrire tanto per un pubblico che l’attimo dopo ti avrà già dimenticato?
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(di elisa)
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sergio longo
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venerdì 30 settembre 2005
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the truman show
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Il "Truman Show" è un programma televisivo con alti indici di gradimento e
ingenti introiti pubblicitari,che riprende giorno e notte,impiegando circa cinquemila
telecamere,la vita di un ragazzo trentenne
sin da quando,abbandonato in fasce dai
genitori,fu,per così dire,'adottato' da un
network televisivo e,di conseguenza,dalla
immensa platea che ne derivava.Per farlo
crescere moralmente 'sano',gli si procurarono i genitori,gli amici e, via via che il tempo passava,una moglie,dei
colleghi di lavoro(tutti bravi attori,s'intende),
e così di seguito fino ad arrivare alla "new
entry" di una ragazza che dovrebbe
sostituire la consorte nel suo cuore.La
popolazione del suo paesino è finta(in realtà si tratta di comparse cinematografiche).
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Il "Truman Show" è un programma televisivo con alti indici di gradimento e
ingenti introiti pubblicitari,che riprende giorno e notte,impiegando circa cinquemila
telecamere,la vita di un ragazzo trentenne
sin da quando,abbandonato in fasce dai
genitori,fu,per così dire,'adottato' da un
network televisivo e,di conseguenza,dalla
immensa platea che ne derivava.Per farlo
crescere moralmente 'sano',gli si procurarono i genitori,gli amici e, via via che il tempo passava,una moglie,dei
colleghi di lavoro(tutti bravi attori,s'intende),
e così di seguito fino ad arrivare alla "new
entry" di una ragazza che dovrebbe
sostituire la consorte nel suo cuore.La
popolazione del suo paesino è finta(in realtà si tratta di comparse cinematografiche). Incredibile a dirsi,ma non a vedersi,anche il sole,la luna,il mare
sono artificiali. Ma Truman Burbank,
assicuratore,di tutto ciò non ha consapevolezza per il semplice fatto che
-spiegherà Christof,il suo creatore e
produttore- "noi accettiamo la realtà del
mondo così 'come' ci viene presentata".
Salvo imprevisti. E l'accenno di un sentimento d'amore fuori copione non è
video-controllabile; può,anzi,inceppare il
gigantesco ordito di 'normalità' che avviluppa il povero Truman da tre decenni.
Sta di fatto che il giovanotto comincia a
prendere sempre più coscienza del Grande
Inganno cui è stato sottoposto fino a tentare una fuga via mare che gli sarebbe
fatale se ciò non pregiudicasse il proseguimento dello show:lo Spettacolo,si sa,deve continuare. Il film capolavoro di
Peter Weir,scritto da Andrew Niccol,prefigura
scenari davvero inquietanti per gli uomini
degli anni a venire; viene in mente l'omino
chapliniano imbrigliato nei meccanismi di
una società apparentemente liberale ma al
fondo profondamente ingiusta e vessatoria
dove,ed è il caso del 'Truman Show',
attraverso il subdolo esperimento sociologico su un individuo,si tenta di
tracciare una via maestra di orwelliana memoria al controllo
generalizzato sulle masse . Jim Carrey,attore di istrionismo
atipico e facilmente debordante,qui è
semplicemente perfetto nei panni del
protagonista; e l'infrangersi della sua barca,
in fuga verso il sogno delle isole Fiji,contro
un cielo di cartapesta si inserisce di diritto in
uno dei momenti più drammatici della storia
del cinema; in un finale da antologia che si conclude con il repentino cambio di canale
di due telespettatori nel momento in cui capiscono che lo show è davvero finito.
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gigigante
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martedì 5 novembre 2013
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sottovalutazione totale
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Uno dei film più sottovalutati degli ultimi vent'anni.
The Truman Show non sarà un capolavoro epocale o una pietra miliare del cinema, eppure ci colpisce, ci fa riflettere, ci prende dentro. Cos'altro chiedere a un film?
Quando guardiamo The Truman Show non vediamo semplicemente una bella idea cinematografica espressa in una sorta di drammatica commedia; ci vediamo dentro un mondo, o meglio, ce lo apre. Questo bellissimo film infatti ci apre un mondo nuovo che induce alla riflessione su noi stessi e sulle nostre vite attraverso varie metafore: chi siamo realmente? Possiamo considerarci padroni della nostra vita? Chi sono i nostri amici? (..)
La paura dell'ignoto e l'impotenza nel nostro destino è un enorme paura umana che viene legata con maestria da Peter Weir ad uno dei problemi (allora nascente, oggi concerto) di maggior rilievo: IL CRESCENTE MONOPOLIO DELLA TELEVISIONE.
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Uno dei film più sottovalutati degli ultimi vent'anni.
The Truman Show non sarà un capolavoro epocale o una pietra miliare del cinema, eppure ci colpisce, ci fa riflettere, ci prende dentro. Cos'altro chiedere a un film?
Quando guardiamo The Truman Show non vediamo semplicemente una bella idea cinematografica espressa in una sorta di drammatica commedia; ci vediamo dentro un mondo, o meglio, ce lo apre. Questo bellissimo film infatti ci apre un mondo nuovo che induce alla riflessione su noi stessi e sulle nostre vite attraverso varie metafore: chi siamo realmente? Possiamo considerarci padroni della nostra vita? Chi sono i nostri amici? (..)
La paura dell'ignoto e l'impotenza nel nostro destino è un enorme paura umana che viene legata con maestria da Peter Weir ad uno dei problemi (allora nascente, oggi concerto) di maggior rilievo: IL CRESCENTE MONOPOLIO DELLA TELEVISIONE.
Il regista ci mostra la schiavitù e la dipendenza dell'uomo nei confronti della televiosne e, in questo caso, dei suoi reality show. Con una previsione degna di un grande profeta, Weir pare ammonire la società sul pericolo del piccolo schermo, destinato in poco tempo a dominare e a condizionare la vita di ognuno di noi.
Il primo a soffrire di questa inguaribile dipendenza è sicuramente Ed Harris che, accecato dal potere e dai soldi derivanti dalla televisione, finisce per comportarsi come un vero e proprio Tiranno e andando a definire una piacevole figura di "Dio contemporaneo", non più buono e misericordioso ma semplicemente condivisore di valori consumistici.
Il fatto che innervosisce di più è sicuramente la grande prova di Jim Carrey che spinge a chiedersi: "se di talento ne ha perchè si ostina a recitare nelle classiche scemenze americane?"
GIOIELLO DEL CINEMA MODERNO.
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variabiley
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sabato 18 dicembre 2010
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cinica reale immaginazione
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"Hai mai la sensazione che la tua vita vada verso una precisa direzione?" si chiede privo di sospetti Truman Burbank (Jim Carrey), rincuorato dal migliore amico. Immerso in un paesaggio disegnato da quello che viene definito "il grande capo", Truman segue il cammino che è stato tracciato per lui da un falso Dio, un Dio televisivo. Oltre un miliardo di persone seguono costantemente, appassionatamente, anche i più inutili passaggi della vita dell'ignaro Truman 24 ore al giorno, da ormai 30 anni, anche quando lo stesso protagonista comincia a sospettare del contorno, di quelle comparse che, di tanto in tanto, tentano di manifestare dissenso verso il progetto di Dio-Christof (Ed Harris).
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"Hai mai la sensazione che la tua vita vada verso una precisa direzione?" si chiede privo di sospetti Truman Burbank (Jim Carrey), rincuorato dal migliore amico. Immerso in un paesaggio disegnato da quello che viene definito "il grande capo", Truman segue il cammino che è stato tracciato per lui da un falso Dio, un Dio televisivo. Oltre un miliardo di persone seguono costantemente, appassionatamente, anche i più inutili passaggi della vita dell'ignaro Truman 24 ore al giorno, da ormai 30 anni, anche quando lo stesso protagonista comincia a sospettare del contorno, di quelle comparse che, di tanto in tanto, tentano di manifestare dissenso verso il progetto di Dio-Christof (Ed Harris). Ma lo show va avanti, anche quando lo schema comincia a vacillare e Truman decide di giocare con il proprio cinico creatore.
E' questa la critica che muove Peter Weir (in primis Andrew Niccol, lo sceneggiatore) verso l'insensibile industria televisiva e cinematografica (e non solo, volendo ampliare il concetto) disposta a scendere a qualsiasi compromesso pur di aumentare il numero degli occhi puntati sul proprio show. Ed è qui il paradosso: il disprezzo che viene rivolto verso Christof, dovrebbe essere indirizzato nei confronti del pubblico, noi stessi. Volendo mostrare un minimo di comprensione verso l'accanimento dell'ideatore dello show, distaccandoci dal personaggio di Truman, possiamo provare a vedere la fine dello show come la morte della sua creazione, che non può ovviamente accettare, di veder il suo “figlio adottivo” perso nella realtà, giustificando le sue azioni.
Inquietante, cinico, spiazzante l'idea (nonostante sia stata anticipata più volte sia su carta che pellicola e questa sia solo una rivisitazione), angosciante nel voler racchiudere la vita di Truman nell'occhio della macchina da presa, i cui contorni si modificano a seconda dell'esigenza e del coinvolgimento emotivo, e all'interno di un quadro televisivo disegnato anche nei contorni casalinghi, dell'edicola...
Simpatiche le scelte registiche a voler creare un mix tra film e pubblicità (inquietanti le inserzioni guidate dalla moglie, Laura Linney assolutamente credibile), interessante è la scelta finale di non voler inizialmente mostrare la disperazione di Truman (Carrey ottimo e versatile), ma la regia vacilla e spesso perde contatto con la scrittura, risultando scontata e non all'altezza.
L'attore accetta di dover uscire dal personaggio, l'uomo no.
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nicolas
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mercoledì 4 febbraio 2009
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the truman schow che capolavoro!!!
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The Truman show è uno dei film più belli che io abbia mai visto in assoluto!!... Jim Carrey è grandioso, non riuscirà almeno fino a questo momento a ridare un interpretazione così magistrale di un suo personaggio.
Il film non fu dovutamente apprezzato al momento dell'uscita (1998) ma solo qualche anno dopo ne fu compreso il reale potenziale.
E' un film per molteplici aspetti grandiosamente metaforico, drammaticamente comico, ma sopratutto di grande riflessione, visto fino dove oggigiorno si è spinta la televisione con format mondiali come il "Grande Fratello" e "l'Isola dei famosi" etc etc..
Il mondo moderno è sempre più tecnologicamente controllato e the truman show toccava un tema che nel 1998 non poteva essere ancora perfettamente compreso come lo sarebbe adesso, per questo non mi stupirei di vederlo di nuovo al cinema magari fra una decina di anni.
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The Truman show è uno dei film più belli che io abbia mai visto in assoluto!!... Jim Carrey è grandioso, non riuscirà almeno fino a questo momento a ridare un interpretazione così magistrale di un suo personaggio.
Il film non fu dovutamente apprezzato al momento dell'uscita (1998) ma solo qualche anno dopo ne fu compreso il reale potenziale.
E' un film per molteplici aspetti grandiosamente metaforico, drammaticamente comico, ma sopratutto di grande riflessione, visto fino dove oggigiorno si è spinta la televisione con format mondiali come il "Grande Fratello" e "l'Isola dei famosi" etc etc..
Il mondo moderno è sempre più tecnologicamente controllato e the truman show toccava un tema che nel 1998 non poteva essere ancora perfettamente compreso come lo sarebbe adesso, per questo non mi stupirei di vederlo di nuovo al cinema magari fra una decina di anni.
Commento a parte come già avevo accennato se lo merita J.Carrey che dimostra di essere un attore di alto livello riuscendo a catturare la nostra attenzione la nostra curiosità per la storia di quel povero diavolo di Truman Burbak.
Epica la scena finale che ti lascia con quel senso di insoddisfazione e morbosa curiosità per quello che sarebbe successo dopo, con una domanda che ti balza subito alla mente: E adesso??... E tutti noi sappiamo che film sono quelli che ti fanno pensare che si fanno riguardare centinaia di volte!!
Per la sua interpretazione vinse un Golden Globe, quando sarebbe stato sicuramente più consono l'Oscar, della serie ogni lasciata è persa...
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beppe baiocchi
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mercoledì 12 marzo 2014
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profetico
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Prima di parlare di questo film è importante contestualizzarlo.Siamo nel 1998 i Reality Show iniziano ad essere popolari, ma non c'è ancora stato il boom del Big Brother.
Truman Burbank (Jim Carrey) un trentenne come tutti gli altri vive un esistenza perfetta, in una cittadina perfetta (Seaheaven), ha una bella moglie, un amico del cuore, un bel lavoro da impiegato. Quello che a Truman sembra essere una vita normalissima è invece un Reality Show basato sulla sua persona. Infatti proprio il nostro protagonista è il volto inconsapevole di un programma televisivo, il Truman Show, che dura da ben trent'anni ed è seguito da milioni e milioni di spettatori.
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Prima di parlare di questo film è importante contestualizzarlo.Siamo nel 1998 i Reality Show iniziano ad essere popolari, ma non c'è ancora stato il boom del Big Brother.
Truman Burbank (Jim Carrey) un trentenne come tutti gli altri vive un esistenza perfetta, in una cittadina perfetta (Seaheaven), ha una bella moglie, un amico del cuore, un bel lavoro da impiegato. Quello che a Truman sembra essere una vita normalissima è invece un Reality Show basato sulla sua persona. Infatti proprio il nostro protagonista è il volto inconsapevole di un programma televisivo, il Truman Show, che dura da ben trent'anni ed è seguito da milioni e milioni di spettatori. Una telecamera lo ha seguito già dal grembo materno e lo continua a seguire fino ad ora dove vive la sua tranquilla giornata in un posto finto, popolato da attori e comparse dove l'unica cosa vera è lui. Truman però inizierà a sospettare qualcosa...
La sceneggiatura di Andrew Niccol (Gattaca, Lord of War) è perfetta e in qualche modo profetica. Analizza e mostra il subdolo meccanismo dei Reality Show che di lì a pochissimo avrebbero avuto un gran successo. Si può da spettatore gioire, commuoversi, ridere, piangere di un uomo la cui realtà è finzione? A quanto pare si, ma non per forza questo può essere considerato giusto. Per quanto si possa vivere un sogno, dove tutto sembra perfetto, bisogna avere la lucida consapevolezza che quello non è realtà, non è quella la vita vera, non è niente.
La regia di Peter Weir (Witness - il testimone, L'attimo fuggente) non è nulla di speciale, ma riesce nella sua semplicità a rendere questa sceneggiatura complessa fruibile davvero a tutti. La bellezza di questo film infatti è che anche se i temi sono profondi, comunque analizzabili su diversi piani di lettura, la regia operaia di Weir non rende il tutto ancora più complesso,facendo diventare il film pesante e di nicchia, ma con la sua semplicità un bambino di 6 anni già riesce a comprendere perfettamente ciò che questa pellicola ha da dirci.
Il cast comprende attori rispettabili da Ed Harris a Laura Linney ma a farla da padrone è Jim Carrey (forse nel suo primo ruolo drammatico) che riesce a rendere credibile il tutto, a far trasparire tutte le emozioni, le illusioni e le amarezze con la sua fisicità e con il suo viso molto espressivo. Un film che va visto, un inno al libero arbitrio e una critica al meccanismo delle televisioni che mostrano le gioie e sofferenze delle persone per lucrarci su.
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gianni
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mercoledì 24 dicembre 2008
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auguri, truman!
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Ho rivisto in tv (...minuscolo) The Truman Show di Peter Weir e ne ho dedotto alcuni paralleli desolanti.
Nel film tutti coloro che partecipano alla vita di Truman recitano una parte: perfino la moglie, la madre e soprattutto il suo migliore amico non lo rispettano, non lo amano, fingono, lo ingannano, lo usano. Solo lui è vero: true man. Come nel film, anche la realtà è un grande set in cui tutti mentono spudoratamente, tanto più spudoratamente quanto più ci sono vicini. Anche noi, come Truman, viviamo in un mondo totalmente fittizio; anche noi ci troviamo in una grottesca messinscena, in una devastante ipocrisia generale. La maggior parte della gente o non capisce o non vuole capire: accetta tutto ciò, per paura di uscire dal gruppo, di esporsi, e fugge dall’onere della libertà; rifiuta di vedere la realtà per quella che è, ed anzi si adegua, finge, inganna, tradisce - e soffre.
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Ho rivisto in tv (...minuscolo) The Truman Show di Peter Weir e ne ho dedotto alcuni paralleli desolanti.
Nel film tutti coloro che partecipano alla vita di Truman recitano una parte: perfino la moglie, la madre e soprattutto il suo migliore amico non lo rispettano, non lo amano, fingono, lo ingannano, lo usano. Solo lui è vero: true man. Come nel film, anche la realtà è un grande set in cui tutti mentono spudoratamente, tanto più spudoratamente quanto più ci sono vicini. Anche noi, come Truman, viviamo in un mondo totalmente fittizio; anche noi ci troviamo in una grottesca messinscena, in una devastante ipocrisia generale. La maggior parte della gente o non capisce o non vuole capire: accetta tutto ciò, per paura di uscire dal gruppo, di esporsi, e fugge dall’onere della libertà; rifiuta di vedere la realtà per quella che è, ed anzi si adegua, finge, inganna, tradisce - e soffre. Truman invece si ribella: nell’ultima scena del film, malgrado gli ammonimenti e le lusinghe di Christof, l'ideatore del reality, ("...Ascoltami Truman, la fuori non troverai piu verita di quanta non ne esista nel mondo che ho creato per te, le stesse ipocrisie, gli stessi inganni...ma nel mio mondo tu non hai niente da temere..."), esce dal set per entrare nel mondo 'vero'. E la gente a casa davanti alla tv si entusiasma. Balle!, chi esce dalla finzione esprime di per sé un atto di accusa contro la rispettabilità, rovescia i termini del giudizio (“beati gli ultimi perché saranno i primi”), testimonia la possibilità del bene: è quindi un elemento destabilizzante ed anzi eversivo che va eliminato per salvaguardare la sopravvivenza del sistema, e quindi di chi il sistema avvantaggia maggiormente e quasi sempre ingiustamente. Dunque, come scrive Schopenhauer: "L'uomo nato per istruire il mondo sugli argomenti più importanti e più seri, può considerarsi fortunato se ne esce sano e salvo". Auguri, Truman!
Sì è Natale, vogliamoci bene! Fingiamo di volerci bene.
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falseman
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lunedì 4 febbraio 2008
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recensione "the truman show"
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Truman (true + man, uomo vero) è un uomo di mezza età. Sposato con una sua ex compagna di scuola, dopo che il suo vero amore è partito, lavora per guadagnarsi da vivere e vive una vita tutto sommato noiosa e senza novità. Sogna spesso di lasciare la città, in cui è vissuto da quando è nato, per fare una vacanza nelle isole Fiji. Ma una paura del mare dovuta ad un incidente durante l'infanzia, durante il quale suo padre perse la vita, lo tiene incollato alla terraferma e in questo modo al suo paese. Un giorno alcuni strani eventi inspiegabili, ad esempio un riflettore cade dal cielo, lo spingono a pensare che vive in un mondo finto. Dopo riesce ad avere la conferma che lui è al centro di un reality show e tutte le persone che fanno parte della sua vita non sono che attori.
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Truman (true + man, uomo vero) è un uomo di mezza età. Sposato con una sua ex compagna di scuola, dopo che il suo vero amore è partito, lavora per guadagnarsi da vivere e vive una vita tutto sommato noiosa e senza novità. Sogna spesso di lasciare la città, in cui è vissuto da quando è nato, per fare una vacanza nelle isole Fiji. Ma una paura del mare dovuta ad un incidente durante l'infanzia, durante il quale suo padre perse la vita, lo tiene incollato alla terraferma e in questo modo al suo paese. Un giorno alcuni strani eventi inspiegabili, ad esempio un riflettore cade dal cielo, lo spingono a pensare che vive in un mondo finto. Dopo riesce ad avere la conferma che lui è al centro di un reality show e tutte le persone che fanno parte della sua vita non sono che attori. In verità lui vive in un piccolo mondo creato apposta per lui. La sua intera vita, fin da quando è nato, è stata filmata a sua insaputa è stata pubblicata tutta in diretta mondiale. A tutto questo Truman vuole ribellarsi e cerca un modo di fuggire da questa vita creata da Cristoph, il regista di questo reality.
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