alexpark
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sabato 29 gennaio 2011
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weir e carrey profetizzarono il reality show
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Truman Burbank è un impiegato dalla vita semplice,oserei direi quasi uno stile di vita modello che molti possono seguire senza troppi impegni.Ma non è un individuo come gli altri,è diventato una star fin dal momento della sua nascita quando il produttore Christof decide di metterlo sotto i riflettori così da creare uno show campione di audience che non tace nulla sulla vita di Truman,ventiquattrore su ventiquattro.Tutta la sua vita è così stata costruita esternamente tassello per tassello lasciando ignaro il povero Truman.Arrivato a circa trent'anni però si accorgerà in qualche modo che la sua vita potrebbe essere monitorata così come i medesimi movimenti giornalieri delle comparse sul set che è la sua vita.
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Truman Burbank è un impiegato dalla vita semplice,oserei direi quasi uno stile di vita modello che molti possono seguire senza troppi impegni.Ma non è un individuo come gli altri,è diventato una star fin dal momento della sua nascita quando il produttore Christof decide di metterlo sotto i riflettori così da creare uno show campione di audience che non tace nulla sulla vita di Truman,ventiquattrore su ventiquattro.Tutta la sua vita è così stata costruita esternamente tassello per tassello lasciando ignaro il povero Truman.Arrivato a circa trent'anni però si accorgerà in qualche modo che la sua vita potrebbe essere monitorata così come i medesimi movimenti giornalieri delle comparse sul set che è la sua vita.Crescerà così anno per anno il desiderio di volare via dalla sua realtà giornaliera per raggiungere altri posti nel mondo.Ovviamente tutti cercheranno di impedire che questo accada ma alla fine sarà la sua volontà a portarlo finalmente fuori da quel reality che era la sua vita.Nel lontano 1998 The Truman Show fu forse il primo vero esempio di ciò che sarebbe successo di lì a pochi anni:l'esplosione del fenomeno del reality show.Qui questo fenomeno è descritto come una situazione precaria e soffocante da cui fuggire,almeno per un individuo come Truman imprigionato lì da più di trent'anni.Ovviamente a sdrammatizzare il tutto troviamo un fantastico Jim Carrey capace di strappare qualche risata con umorismo.
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shiningeyes
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lunedì 25 marzo 2013
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molto attuale e ben composto
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Scontato dire che “The Truman Show” ha anticipato i tempi di una società sempre più governata dalle tv e dai loro disutili reality show.
I temi del film sono quelli che ti fanno riflettere a fondo sul mondo in cui viviamo, temi d'attualità, in cui ci chiediamo se per caso le nostre vite siano del tutto governate da chissà chi, se anche noi come Truman viviamo in mondo illusorio e finto; il pubblico che guarda la trasmissione di Truman,è esattamente uguale a quello che conosciamo noi nella realtà, forse un po' meno cerebroleso, direi.
Il cinema è finzione, no? Ebbene, “The Truman Show” è la finzione della finzione, dove la storia è girata in un'isola che non è altro che un gigantesco set, nel quale la finzione che ci viene mostrata è palpabile fin dall'inizio del film, grazie ad una cura delle scenografie che risultano perfettamente “finta”, e dai fintissimi attori che recitano in questo gigantesco set, sede del reality a cui fa sfondo la trama del film.
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Scontato dire che “The Truman Show” ha anticipato i tempi di una società sempre più governata dalle tv e dai loro disutili reality show.
I temi del film sono quelli che ti fanno riflettere a fondo sul mondo in cui viviamo, temi d'attualità, in cui ci chiediamo se per caso le nostre vite siano del tutto governate da chissà chi, se anche noi come Truman viviamo in mondo illusorio e finto; il pubblico che guarda la trasmissione di Truman,è esattamente uguale a quello che conosciamo noi nella realtà, forse un po' meno cerebroleso, direi.
Il cinema è finzione, no? Ebbene, “The Truman Show” è la finzione della finzione, dove la storia è girata in un'isola che non è altro che un gigantesco set, nel quale la finzione che ci viene mostrata è palpabile fin dall'inizio del film, grazie ad una cura delle scenografie che risultano perfettamente “finta”, e dai fintissimi attori che recitano in questo gigantesco set, sede del reality a cui fa sfondo la trama del film.
L'unico vero personaggio è appunto il protagonista Truman, che inizialmente vive felice e sorridente, ma capta quella sensazione di prigionia, avvertibile nella sua voglia di viaggiare, limitata da una paura del mare provocatogli da un trauma infantile prodotto dal creatore/Dio dello show Christoff, che con degli effetti speciali causò una tempesta nel falso mare dell'isola, che fece affondare la barca di Truman durante una gita col padre (naufragato).
Truman scoprirà l'imbroglio e cercherà di oltrepassare il limite del mondo irrealistico in cui vive,illustrandoci una maniera scelta spesso da noi quando vorremmo fuggire dalla soffocante realtà che ci opprime, ed è per questo che il personaggio di Truman rappresenta un valido esempio per tutti noi.
La sceneggiatura funziona per il bel miscuglio orwelliano e teologico, divenendo forse una delle più originali mai create, e ci regala dei momenti veramente emozionanti nelle scene del flash-back di Truman che rivela il suo amore “sbagliato” alla comparsa Lauren e nel finale epico e denso di poesia, in cui Truman deciderà di affrontare il mondo reale.
Jim Carrey ci fa vedere che non è adatto solo in ruoli comici, dandoci una interpretazione di spessore, premiata col Globe, e c'è anche da premiare il demiurgo della vita di Truman, Ed Harris, che mette con grande eleganza i panni del “Dio” del programma.
Peter Weir anche fa ago della bilancia nella buonissima composizione del film, anche se sembrerebbe di poco il suo intervento, in un film che non ha bisogno di direttive imprescindibili, ma di certo, ci mette una buona dote creativa, abbastanza percettibile.
“The Truman Show” è un film dotato di intelligenza, che sa trattare temi importantissimi in maniera acuta e sottile, e non c'è da stupirsi dalle ottime parole che gli si riservano sempre. E bisognerebbe consigliarlo anche a chi dice che Jim Carrey sa fare solo lo stupido e che è buono solo a fare facce strane.
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annalisarco
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mercoledì 3 aprile 2013
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la potenza dei media prevista 15 anni prima
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Incredibile. Incredibile come Peter Weir abbia descritto quindici anni fa alla perfezione una società così uguale a quella in cui ci troviamo adesso. Visionario? O questo oppure non siamo cambiati molto nel corso degli anni.
Truman Burbank è un ragazzone di trent’anni, bonaccione, cordiale, allegro, apparentemente fortunato, con una bella moglie Meryl e un buon amico come Marlon. Ignaro però di essere la star del programma televisivo “The Truman Show”; ignaro che tutte le persone con cui si relaziona da sempre siano attori; che il luogo in cui abita, Seaheven, è in realtà uno studio televisivo. E proprio quando si rende conto di quello che sta succedendo, rimane bloccato, senza via d’uscita, all’interno del programma.
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Incredibile. Incredibile come Peter Weir abbia descritto quindici anni fa alla perfezione una società così uguale a quella in cui ci troviamo adesso. Visionario? O questo oppure non siamo cambiati molto nel corso degli anni.
Truman Burbank è un ragazzone di trent’anni, bonaccione, cordiale, allegro, apparentemente fortunato, con una bella moglie Meryl e un buon amico come Marlon. Ignaro però di essere la star del programma televisivo “The Truman Show”; ignaro che tutte le persone con cui si relaziona da sempre siano attori; che il luogo in cui abita, Seaheven, è in realtà uno studio televisivo. E proprio quando si rende conto di quello che sta succedendo, rimane bloccato, senza via d’uscita, all’interno del programma. Almeno finchè non decide di prendere una decisione drastica.
Weir ha un’intuizione: il grande potere della televisione. E da qui struttura un film meraviglioso come “The Truman Show”, che mescola la giusta quantità di ironia, melodramma e sofisticate scelte stilistiche e di racconto. Le inquadrature richiamano spesso quelle televisive, rubate da telecamere nascoste o di servizio. I consigli promozionali sono inseriti all’interno dello show tramite il cast stesso, che risulta. E’ un mondo perfetto, creato dal regista Christof per Truman. Tutti sono sempre cordiali, non esistono problemi. E come potrebbe Truman accorgesi della bugia in cui vive se non ha mai avuto altri termini di paragone? E se al minimo intoppo, il demiurgo dello show è pronto a intervenire?
Ma se il film pone le sue basi sull’importanza della televisione, su come essa possa non tener conto di niente, neanche del distruggere e manipolare la vita di un uomo pur di fare ascolti, racconta anche della falsità che fa da padrona alla nostra epoca. Circondati da gente finta, ognuno ha il suo ruolo, tutti amici che ti pugnalano alle spalle, tutti apparentemente felici. E se è vero che questo discorso si estende alla maggior parte della gente che conosciamo, è pur vero che prima o poi arriva sempre un Truman, un uomo che rompe gli schemi, che ha sete di verità. E una Silvia, la donna che crede che questo show sia crudele, la stessa donna che ama Truman e che viene da lui ricambiata in silenzio. Perchè se il mondo che circonda Truman è finzione, lo è anche il suo mondo interiore: innamorato di Silvia, mente a sé stesso e agli altri per non rovinare il rapporto con la moglie.
Truman ora è pronto per scoprire sé stesso. Il suo personaggio deve dire ora addio ai milioni di fans che l’hanno seguito in questi anni e che si sono affezionati a lui. E decide di dare questo addio quasi recitando consapevolmente per la prima volta. In qualche modo glielo deve.
Un film visionario e realista, ben realizzato, merita di essere visto anche a quindici anni di distanza.
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fabio1957
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lunedì 18 maggio 2015
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strepitoso
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Originalissimo e straordinario film che tiene magneticamente incollati davanti allo schermo, facendoci pensare ma che diavolo sta succedendo?La prima volta che l'ho visto per una buona oretta non riuscivo a capire l'arcano,ma una volta svelato la storia è ancora più irresistibile.Trovata geniale per spiegare l'intrusione pericolosa e nefasta dei reality nella vita di tutti noi.E'una parabola amara ed estrema, ma non tanto, della deriva che sta prendendo la televisione,l'interpretazione di jim Carey subblime.Da vedere e rivedere
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aristoteles
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giovedì 8 ottobre 2015
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l'uomo reale show.
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Il film è del 1998,da noi, un paio di anni dopo arrivò la prima edizione del "Grande Fratello" che riscosse un successo enorme,in America invece c'erano già stati degli esperimenti in tal senso alcuni anni prima.
Weir dunque ci mostra,con cinismo quanto ci piaccia entrare nella vita altrui per osservare,commentare gratuitamente,giudicare,divertirsi o sorridere,spiare.
Il tutto con l'ausilio dei media,falsi portatori di una verità costruita ad arte per racimolare più fruitori possibili,noi, i Telespettatori.
Come idea e come parabola sulla società moderna il film,in quanto icona merita cinque stelle ed oltre.
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Il film è del 1998,da noi, un paio di anni dopo arrivò la prima edizione del "Grande Fratello" che riscosse un successo enorme,in America invece c'erano già stati degli esperimenti in tal senso alcuni anni prima.
Weir dunque ci mostra,con cinismo quanto ci piaccia entrare nella vita altrui per osservare,commentare gratuitamente,giudicare,divertirsi o sorridere,spiare.
Il tutto con l'ausilio dei media,falsi portatori di una verità costruita ad arte per racimolare più fruitori possibili,noi, i Telespettatori.
Come idea e come parabola sulla società moderna il film,in quanto icona merita cinque stelle ed oltre.
Come realizzazione,nonostante la bravura degli attori e la meravigliosa cittadina di Seahaven in cui si può anche sostituire la notte con il giorno,il tutto convince un poco di meno.
Insomma telecamere che cadono dall'alto,personaggi che si fermano a pubblicizzare prodotti nel bel mezzo di discussioni personali,ripettitività di azioni quotidiane,etc.etc. non passano inosservate e viene il dubbio che Truman avrebbe dovuto accorgersene diversi anni prima,se non a dieci ma almeno a venti anni.
Molto bello comunque il finale,dove l'uomo,in senso assoluto,si riprende la propria identità.
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clementine89
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giovedì 5 marzo 2009
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il capolavoro di weir
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Truman (uomo vero) è certamente uno dei più affascinanti ed enigmatici personaggi della storia del cinema mondiale. Vive una vita programma, cm una scampagnata all'aperto cn allegato l'itinerario, ma ciò ke più lo rende speciale è la sua riluttanza a volerla vivere. Fugge da un mondo ke nn gli appartiene per poter essere libero nel mondo reale, cm un adolescente ke una volta cresciuto abbandona la famiglia e va a vivere per conto proprio, censurando la propria esistenza al resto del pianeta, mentre dentro d lui è cresciuta una forza ke nn credeva d avere e ke lo spinge a ribbellarsi e a guardarsi intorno.
Splendida l'interpretazione d Jim Carrey, così caratteristica e inusuale, e splendide la colonna sonora e le scenografie.
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Truman (uomo vero) è certamente uno dei più affascinanti ed enigmatici personaggi della storia del cinema mondiale. Vive una vita programma, cm una scampagnata all'aperto cn allegato l'itinerario, ma ciò ke più lo rende speciale è la sua riluttanza a volerla vivere. Fugge da un mondo ke nn gli appartiene per poter essere libero nel mondo reale, cm un adolescente ke una volta cresciuto abbandona la famiglia e va a vivere per conto proprio, censurando la propria esistenza al resto del pianeta, mentre dentro d lui è cresciuta una forza ke nn credeva d avere e ke lo spinge a ribbellarsi e a guardarsi intorno.
Splendida l'interpretazione d Jim Carrey, così caratteristica e inusuale, e splendide la colonna sonora e le scenografie.
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[+] scusate...
(di clementine89)
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(di audreyh)
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gi020890
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mercoledì 2 gennaio 2013
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realtà o finzione?
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A prima vista la vita del trentenne Truman Burbank, impiegato in un'agenzia di assicurazioni, e dell'intera isola in cui abita da sempre potrebbe sembrare una vita tranquilla, una vita come tante. Tutte le sere, al suo ritorno a casa, lo aspetta una giovane, bella e servizievole moglie. Ogni giorno trascorre uguale all'altro, scandito dalle stesse persone e dagli stessi gesti. La mattina Truman si sveglia, saluta la moglie e arriva al lavoro, non prima di aver dato il buongiorno (per essere precisi anche il buon pomeriggio, la buonasera e la buonanotte) e di avere acquistato il giornale. Nel tempo libero si unisce all'amico d'infanzia Marlon, per lo più bevendo lattine di birra. A spezzare il ritmo della quotidianità saranno alcuni "imprevisti", iniziando da una mattina quando, uscendo di casa, sarà quasi colpito da un oggetto metallico proveniente dal cielo.
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A prima vista la vita del trentenne Truman Burbank, impiegato in un'agenzia di assicurazioni, e dell'intera isola in cui abita da sempre potrebbe sembrare una vita tranquilla, una vita come tante. Tutte le sere, al suo ritorno a casa, lo aspetta una giovane, bella e servizievole moglie. Ogni giorno trascorre uguale all'altro, scandito dalle stesse persone e dagli stessi gesti. La mattina Truman si sveglia, saluta la moglie e arriva al lavoro, non prima di aver dato il buongiorno (per essere precisi anche il buon pomeriggio, la buonasera e la buonanotte) e di avere acquistato il giornale. Nel tempo libero si unisce all'amico d'infanzia Marlon, per lo più bevendo lattine di birra. A spezzare il ritmo della quotidianità saranno alcuni "imprevisti", iniziando da una mattina quando, uscendo di casa, sarà quasi colpito da un oggetto metallico proveniente dal cielo. Da lì in avanti noterà tanti piccoli particolari a cui, fino ad allora, non aveva mai prestato particolare attenzione, che lo porteranno a capire di avere vissuto la sua vita in un mondo costruito ad hoc per lui e per lo show televisivo di cui è, inconsapevolmente, il protagonista. L'isola in cui vive, infatti, è una gigantesca costruzione artificiale al cui interno è stato ricostruito un piccolo microcosmo. Gli abitanti del posto sono tutti degli attori. La vita di Truman, fin dalla nascita, è stata ripresa da circa cinquemila telecamere disseminate per l'isola, a sua insaputa, per volere del regista-demiurgo Christof. Il Truman Show è il programma televisivo più seguito del paese (quello reale). Determinanti saranno sia l'uscita di scena del padre (viene simulato il suo annegamento) durante una gita in barca da bambino, episodio da cui nasce la sua fobia per il mare che gli ha impedito fino ad ora di lasciare l'isola, e il suo incontro con Lauren, la donna di cui è veramente innamorato ma che, per volere della produzione che aveva già deciso quale sarebbe dovuta essere la sua compagna, viene portata via dall'isola dal "padre" dicendo che si sarebbero trasferiti alle Fiji. Capito l'inganno, Truman cercherà in tutti i modi di lasciare l'isola e fuggirà in barca, affrontando la sua più grande paura.
A partire dal titolo, che gioca sulla vicinanza del nome Truman alla parola "truth", che significa "verità", il film, dal sapore un pò orwelliano, offre tantissimi spunti di riflessione, ricorrendo molto spesso all'utilizzo delle metafore. Si potrebbe dire che Truman - interpretato magistralmente da Jim Carrey straripante - incarna lo spirito dell'uomo che non si accontenta della realtà, dell'apparenza, dello strato superficiale delle cose e che, mosso da un sentimento d'amore per Lauren/Silvia che sconvolge i piani della produzione, è pronto a tutto pur di squarciare, nel vero senso della parola il cielo finto di Seaheaven a bordo di una barca, appena prima di uscire di scena, che rimanda al concetto di Schopenhauer del velo di Maya. "È Maya - così scrive lo stesso filosofo - il velo ingannatore, che avvolge il volto dei mortali e fa loro vedere un mondo del quale non può dirsi né che esista, né che non esista; perché rassomiglia al sogno, rassomiglia al riflesso del sole sulla sabbia, che il pellegrino da lontano scambia per acqua; o anche rassomiglia alla corda gettata a terra, che egli prende per un serpente".
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mystic
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mercoledì 29 maggio 2013
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"truman" è un'anticipazione sui tempi
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Probabilmente il film più originale di Peter Weir, "The Truman Show" è uno dei suoi tanti capolavori.
Qualche anno prima che facebook e i social network conquistassero il consenso di molti di noi, il regista, catturato dall'influenza mediatica che ruota attorno a molte celebrità e dal timore di vivere in una realtà finta (Nolan ha affrontato il problema grazie al mondo di sogni di "Inception"), diresse l'originale storia di Truman, uomo che fin dalla nascita è stato vittima del controllo del "creatore" Christof (Ed Harris) che lo ha fatto protagonista di un reality trasmesso in diretta mondiale 24 ore su 24. Dopo 30 anni di dirette però, lo spettacolo vacilla: Truman inizia a sospettare degli strani atteggiamenti che la moglie ha mentre, discutendo, promuove prodotti e recita slogan a fini commerciali; si imbatte in un set nascosto dove alcune comparse si preparano ad entrare in scena; si accorge che quelle auto non possono essere tutte lì per caso; il comportamento ruffiano dei vicini è decisamente sospetto.
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Probabilmente il film più originale di Peter Weir, "The Truman Show" è uno dei suoi tanti capolavori.
Qualche anno prima che facebook e i social network conquistassero il consenso di molti di noi, il regista, catturato dall'influenza mediatica che ruota attorno a molte celebrità e dal timore di vivere in una realtà finta (Nolan ha affrontato il problema grazie al mondo di sogni di "Inception"), diresse l'originale storia di Truman, uomo che fin dalla nascita è stato vittima del controllo del "creatore" Christof (Ed Harris) che lo ha fatto protagonista di un reality trasmesso in diretta mondiale 24 ore su 24. Dopo 30 anni di dirette però, lo spettacolo vacilla: Truman inizia a sospettare degli strani atteggiamenti che la moglie ha mentre, discutendo, promuove prodotti e recita slogan a fini commerciali; si imbatte in un set nascosto dove alcune comparse si preparano ad entrare in scena; si accorge che quelle auto non possono essere tutte lì per caso; il comportamento ruffiano dei vicini è decisamente sospetto.
Di certo c'è qualcosa di moralmente ambiguo nel comportamento di un pubblico che resta per anni indifferente di fronte all'illusione della libertà di un uomo, ma questa e altre potenziali imprecisioni si perdono nel meraviglioso stile di Weir.
"The Truman Show" è indubbiamente un film meraviglioso, scandito da veri e propri picchi di intensità emotiva. Mai la comicità e il talento di un Jim Carrey in stato di grazia erano stati messi al servizio di un personaggio tanto fragile. L'amicizia col compagno di scuola Marlon (Noah Emmerich) è simile ad un rapporto virtuale, intenso quanto frivolo. Da parte sua invece, Ed Harris dipinge con un tocco di sentimento paterno il suo creatore, utile ad avvisarci che nel mondo reale vigono gli stessi inganni e le stesse illusioni che regolano il mondo di Truman.
Si tratta di un'opera commovente, triste, divertente, il cui finale rimane impresso per giorni. "Truman" è un'anticipazione sui tempi, una visione sci-fi di una realtà simile ad un Grande Fratello di proporzioni hollywoodiane. Più di tutto però, è una parabola sulla libertà con una buona dose di comicità al suo interno, la cui ultima e più significativa domanda è: how is it going to end?
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great steven
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sabato 6 giugno 2015
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la vita di un uomo ripreso a sua insaputa.
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THE TRUMAN SHOW (USA, 1998) diretto da PETER WEIR. Interpretato da JIM CARREY, LAURA LINNEY, NOAH EMMERICH, ED HARRIS, PAUL GIAMATTI, NATASCHA MCELHONE, HOLLAND TAYLOR, PHILIP BAKER HALL, BRIAN DELATE, PETER KRAUSE
I primi trent’anni (in realtà un po’ meno: 10.909 giorni) di Truman Burbank, sereno e gioviale impiegato, son passati lisci come l’olio nella tranquilla cittadina marittima di Sea Haven ?. Ma quel che Truman inizialmente non sa è il fatto di essere il protagonista assoluto, nonché unico essere umano a non recitare, di uno show televisivo trasmesso in tutto il mondo ventiquattro ore su ventiquattro, dove tutte le persone con cui egli interagisce sono attori, compresa la donna che crede sua madre e l’uomo che ha finto di essere suo padre, morto in un incidente in barca al seguito del quale Truman nutre una paura fobica per l’acqua.
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THE TRUMAN SHOW (USA, 1998) diretto da PETER WEIR. Interpretato da JIM CARREY, LAURA LINNEY, NOAH EMMERICH, ED HARRIS, PAUL GIAMATTI, NATASCHA MCELHONE, HOLLAND TAYLOR, PHILIP BAKER HALL, BRIAN DELATE, PETER KRAUSE
I primi trent’anni (in realtà un po’ meno: 10.909 giorni) di Truman Burbank, sereno e gioviale impiegato, son passati lisci come l’olio nella tranquilla cittadina marittima di Sea Haven ?. Ma quel che Truman inizialmente non sa è il fatto di essere il protagonista assoluto, nonché unico essere umano a non recitare, di uno show televisivo trasmesso in tutto il mondo ventiquattro ore su ventiquattro, dove tutte le persone con cui egli interagisce sono attori, compresa la donna che crede sua madre e l’uomo che ha finto di essere suo padre, morto in un incidente in barca al seguito del quale Truman nutre una paura fobica per l’acqua. L’ignaro individuo è ripreso quotidianamente da telecamere nascoste e ascoltato da microfoni invisibili che proiettano su tutte le emittenti del pianeta ogni singolo istante della sua esistenza. Il creatore di questo colossale spettacolo è il produttore/demiurgo Christof, che ha prelevato Truman da una gravidanza indesiderata e l’ha reso il personaggio principale di una straordinaria macchina atta a far soldi e a regalargli un successo multimediatico senza precedenti. Ma dopo il suo trentesimo compleanno, e soprattutto successivamente ad alcuni indizi inquietanti (la ricomparsa del padre creduto defunto, l’avviso di un’attrice che gli instilla i primi dubbi, la mancanza di un doppiofondo nell’ascensore di un palazzo, una misteriosa cronaca radiofonica), Truman prende a poco a poco coscienza della sua drammatica situazione e capisce di essere al centro di un mondo completamente inventato, dove nemmeno il sole e il mare sono reali. Quando se n’è reso conto definitivamente e ne ha acquisito la certezza incontrovertibile, l’uomo decide di sconfiggere la sua paura dell’acqua e, presa una barca a vela, si precipita ai confini dell’enorme studio televisivo in cui è sempre stato rinchiuso per conoscere il mondo esterno. Christof tenterà in ogni modo di ostacolarlo per non perdere la sua ingente fonte di guadagno, ma il desiderio di Truman è inarrestabile, e alla fine sarà proprio quest’ultimo ad averla vinta, anche se non sapremo mai cosa egli troverà una volta uscito dal paradiso ideale ormai lasciatosi alle spalle. Formidabile apologo cinematografico sullo strapotere dei mass media in una società nella quale la virtualità ha assunto un’importanza che in molti ritengono superiore a quella della realtà visibile e tangibile: il film di P. Weir, strutturato benissimo secondo canoni tragicomici che mantengono però intatto lo spazio espressivo della narrazione e non perdono mai di vista lo svolgimento coerente della vicenda, punta il dito anche contro gli incommensurabili introiti che le televisioni, a prescindere dalla loro provenienza o nazionalità, incassano giornalmente, sfruttando addirittura i dolori e le incertezze delle persone pur di arricchirsi. Hanno torto, inoltre, i critici che ritengono che, paradossalmente, i due punti deboli del film siano proprio il regista e l’attore protagonista: Weir si cimenta con incredibile successo sia nel racconto che nel metaracconto, offrendo in entrambe le occasioni un’opportunità di rigore stilistico che abbraccia un’interpretazione dell’imprigionamento informatico con grandiosa dovizia di particolari e spunti interessantissimi; quanto a Carrey, il suo impegno nel sostenere la complessa natura psicologica del suo carattere non si può definire ammirevole, perché sarebbe un complimento troppo modesto: è una forza morale che va ben oltre, e non esistono parole per tesserne gli elogi. Attenzione anche alla non casuale scelta dei nomi: Truman deriva dall’inglese "true man" (uomo vero), e perché sia stato appioppato ad un protagonista sulle prime inconsapevole della sua condizione ma in seguito convintosi della necessità di una liberazione, risulta lapalissiano. Per quel che riguarda l’inventore dello spettacolo, Christof (un E. Harris severo e austero nei panni di un anticonvenzionale antagonista assolutamente fuori dall’ordinario) richiama la locuzione "Christ-off", traducibile con "assenza di Cristo". Assai remunerativo al box office, ma non ha portato a casa neanche un Oscar.
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filippo95
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venerdì 26 agosto 2011
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davvero un true man
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Film sicuramente non commerciale, esprime contenuti molto profondi e affronta temi che fanno davvero riflettere. Il film anticipa il periodo del "Grande Fratello", quando la questione della vita filmata 24 su 24 diventa davvero un business, raccontandoci la storia di un uomo straordinario e anche un po' strambo, che non è davvero libero di vivere la sua vita. Truman non può davvero vincere ed essere (almeno per ora) felice, ma trova la forza di lottare, di liberarsi dalla sua falsa vita. Passerà da un mondo creato su misura, dove però niente è vero, a parte lui stesso, ad un mondo completamente nuovo, di cui lui non sa nulla, ma che sa invece tutto quello che lo riguarda.
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Film sicuramente non commerciale, esprime contenuti molto profondi e affronta temi che fanno davvero riflettere. Il film anticipa il periodo del "Grande Fratello", quando la questione della vita filmata 24 su 24 diventa davvero un business, raccontandoci la storia di un uomo straordinario e anche un po' strambo, che non è davvero libero di vivere la sua vita. Truman non può davvero vincere ed essere (almeno per ora) felice, ma trova la forza di lottare, di liberarsi dalla sua falsa vita. Passerà da un mondo creato su misura, dove però niente è vero, a parte lui stesso, ad un mondo completamente nuovo, di cui lui non sa nulla, ma che sa invece tutto quello che lo riguarda. Sarà l'uomo più famoso al mondo, ma anche quello più solo.
A lui, solo un possibile amore generato da uno sguardo, unica sezione vera della sua vita sul set.
Spettacolare!
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