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tradescandia pallida
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mercoledì 2 luglio 2008
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buon pomeriggio, buona sera e buona notte
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Molto originale ma allo stesso tempo banale e scontato il film narra una storia in cui il concetto di reality show è portato agli estremi: Truman è un ragazzo nella media, sposato e con un lavoro sicuro, insomma conduce una vita tendezialmente noiosa ma è al tempo stesso l'ignaro protagonista di un programma televisivo di livello mondiale che trasmette momento per momento la sua esistenza. Infatti a Seahaven tutto è fittizio, dalle persone che lo circondano al cielo (cosa che rende quanto meno poco plausibile il tutto; preferibile, a mio parere, la fantascienza pura). A causa di alcune coincidenze è spinto a capire che il mondo in cui vive è falso e che la sua intera vita è di dominio pubblico.
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Molto originale ma allo stesso tempo banale e scontato il film narra una storia in cui il concetto di reality show è portato agli estremi: Truman è un ragazzo nella media, sposato e con un lavoro sicuro, insomma conduce una vita tendezialmente noiosa ma è al tempo stesso l'ignaro protagonista di un programma televisivo di livello mondiale che trasmette momento per momento la sua esistenza. Infatti a Seahaven tutto è fittizio, dalle persone che lo circondano al cielo (cosa che rende quanto meno poco plausibile il tutto; preferibile, a mio parere, la fantascienza pura). A causa di alcune coincidenze è spinto a capire che il mondo in cui vive è falso e che la sua intera vita è di dominio pubblico.
Nel complesso un film riuscito anche se andando a scavare nei particolari vengono fuori parecchi punti deboli, che se risolti avrebbero potuto rendere il film migliore a causa del soggetto (che al giorno d'oggi ha una forte importanza) e delle numerose implicazioni psicologiche che questo porta con sè.
A mio parere il regista non riesce mai (e neanche prova) a trasmettere il senso di ansia che una situazione del genere susciterebbe in chi fosse costretto a viverla. Weir non tocca minimamente i passaggi mentali che avrebbero portato Truman a comprendere la sua reale situazione (chiunque prima ancora di rendersi conto di vivere in uno show penserebbe di essere impazzito e compito del regista sarebbe trasmetterci il senso di angoscia e claustrofobia che colpirebbero una simile vittima).
Per di più una diatriba del tipo "controllare la vita di un essere umano: giusto o sbagliato?" solo accennata con la telefonata di Lauren/Sylvia/Natascha McElhon a Cristoph/Ed Harris avrebbe meritato maggiore attenzione.
Le musiche sono totalmente inadatte in quanto invece di trasmettere le emozioni del protagonista riflettono l'atmosfera di perenne felicità e perfezione che lo circonda.
La scena che ho apprezzato maggiormente inizia con la finta luna che si trasforma in riflettore e che perlustra l'isola e continua con gli attori disposti in schiere che battono ritmicamente i piedi cercandolo (finalmente un riscontro sonoro). Per quanto riguarda la tempesta, yeah, molto simbolica, ma priva di immagini particolarmente belle, solo confuse.
Il finale ("E adesso cosa vediamo? Dov'è la guida tv?") è scontato e funzionale ad un giudizio morale che accusa gli spettatori del telefilm di essere superficiali ed incapaci di apprendere; ma perchè non analizzare l'incapacità di vivere in prima persona che ci spinge a immedesimarci con eroi di carta e di pellicola?
Ah, e "Casomai non vi rivedessi, buon pomeriggio, buona sera e buona notte!"
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para
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lunedì 2 giugno 2008
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geniale la storia, geniale jim carrey
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Un gioiello di film: una storia veramente azzeccatissima, da oscar l'interpretazione del grande Jim. Uno svolgimento incalzante e un gran finale. Anche alla fine del film, quando tutto è chiarito, si stenta a capire la barriera fra realtà e finzione: e se fossimo tutti inseriti in un reality-show?? E se fossimo tutti nella stessa situazione di Jim Carrey?? In fondo, abbiamo una garanzia, una certezza di non esserlo?? E inoltre, la realtà sarà veramente diversa e soprattutto migliore?? Il film lascia queste domande aperte, ma meglio così: non si può dare risposte a tutto.
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simo
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domenica 1 giugno 2008
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semplicemente un capolavoro !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
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e uno dei piu bei film che abbia mai visto; e unico nel suo genere ed e fantastico .......GRANDIOSO JIM CARREY nel suo miglior ruolo ...
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lolli
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mercoledì 14 maggio 2008
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bel film originale!!
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Davvero un film originale e di un buonissimo livello. Da vedere sicuramente, un grande JIM CARREY!!!
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lamarty
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mercoledì 7 maggio 2008
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billo billo
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bellissimo!da non perdere!è praticamente un reality-show!
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leo
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lunedì 5 maggio 2008
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profetico (purtroppo)
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se non il più bello, sicuramente il film più emblematico degli ultimi vent'anni, che ci fa condividere con Truman la sgradevole sensazione di essere tele-guidati e manipolati a vari livelli dai mass-media (anche se forse il momento più satirico sta nell'ultima battuta del film, dove lo spettatore-vampiro cerca subito dopo Truman un nuovo "blood-show" con cui nutrirsi). Il classico film che è bello rivedere più volte per trovare sempre nuove chiavi di lettura e nuove sfumature non colte in precedenza (e se anche non se cogliessero più, allora ... buon pomeriggio, buona sera e buona notte!)
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berna
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lunedì 5 maggio 2008
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capolavoro di jim carrey
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il miglior film mai fatto da jim carrey
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zanzibar
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sabato 26 aprile 2008
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il mio film preferito
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Non esiste altro film che abbia messo in scena un personaggio così ingenuo ma combattivo allo stesso tempo, così placido ma così ribelle. E' la natura dell'uomo, liberarsi dalle catene, portassero anche il nome di seahaven island. Ho anche letto che Farinotti considera Jim Carrey inadatto: come al solito non sono d'accordo con Farinotti, ormai è una regola... e il regista-dio ed harris è semplicemente miracoloso, con tutto quello che ha creato non riusciamo neanche a odiarlo, perchè è troppo perso, "ci crede" troppo, e ci fa quasi tenerezza... Mi fermo qui e tutti gli elogi che vorrei continuare a sciorinare li sintetizzo: Film perfetto, il Film con la F maiuscola. liberi di credere che sia esagerato, tanto non mi interessa.
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Non esiste altro film che abbia messo in scena un personaggio così ingenuo ma combattivo allo stesso tempo, così placido ma così ribelle. E' la natura dell'uomo, liberarsi dalle catene, portassero anche il nome di seahaven island. Ho anche letto che Farinotti considera Jim Carrey inadatto: come al solito non sono d'accordo con Farinotti, ormai è una regola... e il regista-dio ed harris è semplicemente miracoloso, con tutto quello che ha creato non riusciamo neanche a odiarlo, perchè è troppo perso, "ci crede" troppo, e ci fa quasi tenerezza... Mi fermo qui e tutti gli elogi che vorrei continuare a sciorinare li sintetizzo: Film perfetto, il Film con la F maiuscola. liberi di credere che sia esagerato, tanto non mi interessa...
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nexus
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mercoledì 2 aprile 2008
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libertà
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Un film che ci fa riflettere.
Dio è stato grande nel lasciarci il libero arbitrio, la libertà di scelta.
Se facesse il "regista" delle nostre esistenze come il regista che pilota l'esistenza di Truman proveremmo una frustrazione insopportabile, immensa.
Benvenuto anche l'infinito dell'universo: che guaio se fosse delimitato, "finito" come la sfera dove vive Truman!!
Film stupendo: la chiave di lettura non è la pervasività della televisione.
Quella è solo una lettura superficiale del film.
Buona visione a tutti.
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piernelweb
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giovedì 27 marzo 2008
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un agghiaciante grande fratello
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Acuta riflessione sul devastante potere dei media, che ipotizza, in un futuro non troppo lontano, scenari nei quali la tv si conferisce il potere di governare completamente il destino di un'individuo nel nome dell'audience e dell'assolutezza del reality show. Brillante nella sua concezione e inedito sotto molti aspetti, il film di Weir riesce però soltanto a somigliare ad un capolavoro senza divenirlo concretamente. Il personaggio di Truman, interpretato da un Carrey ben trattenuto nei ranghi, è infatti ben raffigurato dall'esterno, dagli sguardi del mondo artificiale in cui vive, ma è lacunoso nella definizione più intima del suo desolante dolore. Anche tutti gli altri personaggi sono abbozzati, a cominciare dal regista Christof (che per esigenze di sceneggiatura compare solo nella seconda parte), improbabile star del tubo catodico.
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Acuta riflessione sul devastante potere dei media, che ipotizza, in un futuro non troppo lontano, scenari nei quali la tv si conferisce il potere di governare completamente il destino di un'individuo nel nome dell'audience e dell'assolutezza del reality show. Brillante nella sua concezione e inedito sotto molti aspetti, il film di Weir riesce però soltanto a somigliare ad un capolavoro senza divenirlo concretamente. Il personaggio di Truman, interpretato da un Carrey ben trattenuto nei ranghi, è infatti ben raffigurato dall'esterno, dagli sguardi del mondo artificiale in cui vive, ma è lacunoso nella definizione più intima del suo desolante dolore. Anche tutti gli altri personaggi sono abbozzati, a cominciare dal regista Christof (che per esigenze di sceneggiatura compare solo nella seconda parte), improbabile star del tubo catodico. Nonostante ciò il film funziona bene, perché le idee sono tante e perché la regia del regista australiano crea sequenze dal forte impatto emotivo (su tutte va ricordata lo schianto dell'imbarcazione di Truman sull'orizzonte dipinto su di una parete di cemento). In ogni caso meritevole di un'attenta visione.
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