saffara
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giovedì 10 gennaio 2008
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quale da amare?
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Misà che la signora Lietta ha sbagliato film, o Voi l'avete confuso con l'altro!
Piero
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loris760
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lunedì 10 settembre 2007
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commovente
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Un film classicamente hollywoodiano, un po' banale, recitato senza grossi esploit e con una regia senza infamia ne lode. Un grosso pregio però ce l'ha: commuove. Penso che chi non piangerà con questo film non possieda un cuore ma un mattone. Il secondo film più commovente della storia dopo INCOMPRESO di Comencini. Due stelle e mezza
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alessandro
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sabato 14 luglio 2007
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senza doversene vergognare
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Cesare Pavase diceva che la grandezza sta nello "sfrondare",nel togliere sino a raggiungere la semplicità con cui si può parlare con leggerezza persino di temi profondi o terreni insidiosi.Lo ha dimostrato per esempio Benigni:in grado di farci ridere e piangere contemporaneamente con leggerezza e drammaticità al tempo stesso.. Ma per fare ciò occore un dono:la semplicitàappunto ,la capacità di sintitezzare e codicare un tumulto di passioni e idee in un frammento apparentemente semplice e banale, il cui messaggio semantico completo verrà poi recepito da tutti coloro che hanno una sensibilità in grado di coglierne ogni aspetto più remoto.Tutto ciò è un po' quanto avviene con le metafore della poesia,nonchè in questa pellicola dalla trama sfacciatamente semplice,a tratti persino prevedibile ma mai melensa e retorica.
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Cesare Pavase diceva che la grandezza sta nello "sfrondare",nel togliere sino a raggiungere la semplicità con cui si può parlare con leggerezza persino di temi profondi o terreni insidiosi.Lo ha dimostrato per esempio Benigni:in grado di farci ridere e piangere contemporaneamente con leggerezza e drammaticità al tempo stesso.. Ma per fare ciò occore un dono:la semplicitàappunto ,la capacità di sintitezzare e codicare un tumulto di passioni e idee in un frammento apparentemente semplice e banale, il cui messaggio semantico completo verrà poi recepito da tutti coloro che hanno una sensibilità in grado di coglierne ogni aspetto più remoto.Tutto ciò è un po' quanto avviene con le metafore della poesia,nonchè in questa pellicola dalla trama sfacciatamente semplice,a tratti persino prevedibile ma mai melensa e retorica.
una storia dolce e penetrante come una scheggia,rimarrà li: nello scrigno dei tuoi sentimenti irrazionali una volta terminata la visione.Uno spaccato di vita reale, l'amore che tutti sognano quello più puro e incontaminato, ma che come nella realtà del vissuto è lontano dalle forzature patinate del "e vissero felici e contenti". Un misto di dolceamaro unico,candore e crudeltà del fato veri come solo il vivere può esserlo.
Se tutto questo è "fuori moda",in una società che ci vorrebbe tutti "inpenetrabili e vincenti" o dove la bellezza della fragilità umana del commuoversi è etichettabile in "padagogico" o "adolescenziale", beh, allora io resto con orgoglio nella nicchia di chi pur crescendo, diventando un uomo alle prese con tutto ciò che è il senso partico quotidiano,non dimentica il fanciullo (il senso buono) che per fortuna, se lo si vuole, rimane in ognuno di noi.
Ecco il mio commento a questo film, lo consiglio a chi nonostante tutto, al termine di una giornata sente ancora il desiderio forte di fermarsi per un attimo, scendere dalla giostra e sentire il petto che batte forte per un film delicato,una parola pronunciata dalla sua compagna o compagna di vita e perchè no ridere di una lacrima che gli è sfuggita dal controllo senza doversene minimamente vergognare.
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daniele'80
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sabato 26 marzo 2005
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prototype
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Era il 1970:Love Story,un film a basso costo con due attori protagonisti praticamente sconosciuti usciva nelle sale ed otteneva un grandissimo successo di critica e soprattutto di pubblico in tutto il mondo.Con il passare degli anni il prototipo è stato più volte riproposto in diverse salse:Qualcuno da amare è la versione (in parte) riveduta e corretta di quel film all'inizio degli anni '90.Si tratta di una storia d'amore dal sapore spiccatamente invernale o meglio ancora natalizio che,nonostante qualche forzatura nella costruzione del protagonista maschile e nonostante non sia un soggetto che brilli certo per originalità,possiede un grande pregio:quello di non scadere mai nel sentimentalismo languido ed autocompiaciuto;insomma,è un film che non si prende troppo sul serio e che non pretende assolutamente di essere quello che non è.
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Era il 1970:Love Story,un film a basso costo con due attori protagonisti praticamente sconosciuti usciva nelle sale ed otteneva un grandissimo successo di critica e soprattutto di pubblico in tutto il mondo.Con il passare degli anni il prototipo è stato più volte riproposto in diverse salse:Qualcuno da amare è la versione (in parte) riveduta e corretta di quel film all'inizio degli anni '90.Si tratta di una storia d'amore dal sapore spiccatamente invernale o meglio ancora natalizio che,nonostante qualche forzatura nella costruzione del protagonista maschile e nonostante non sia un soggetto che brilli certo per originalità,possiede un grande pregio:quello di non scadere mai nel sentimentalismo languido ed autocompiaciuto;insomma,è un film che non si prende troppo sul serio e che non pretende assolutamente di essere quello che non è.Tutto questo grazie alla sensibile interpretazione dei due protagonisti:Christian Slater e Marisa Tomei non sono due divi 'consumati'del panorama hollywoodiano e proprio per questo risultano carini,spontanei e 'normali' nel senso che ognuno di noi si può riconoscere nella quotidianità delle loro vite,dei loro gesti e dei loro sentimenti.Non sembrano affatto personaggi finti e artefatti usciti dalla copertina di 'Vanity Fair' come Richard Gere e Winona Ryder o Keanu Reeves e Charlize Theron,protagonisti oltremodo stucchevoli e 'fastidiosi' delle assai deludenti rivisitazioni del genere realizzate all'inizio del nuovo secolo(rispettivamente 'Autumn in New York' e 'Sweet November'...due pellicole che non si differenziano troppo nemmeno dal titolo!).Complimenti soprattutto alla Tomei la cui interpretazione risulta credibile e convincente:peccato che dopo l'Oscar per 'Mio cugino Vincenzo' la sua carriera abbia stentato a decollare definitivamente nonostante sia comparsa anche in film di qualità come 'In the bedroom'.Nel complesso quindi,una piacevole favoletta,tra l'altro giarata anche bene:Tony Bill sa usare la telecamera e con poche inquadrature e con movimenti di macchina interessanti è in grado di definire con precisione ambienti e personaggi.Scena-cult:lei sta salendo la scala mobile di un centro commerciale e senza che se ne accorga,lui,salendo la scala nella direzione opposta,le prende la mano.E' una sequenza molto breve ma molto intensa: 30 secondi che colpiscono direttamente al cuore.Forse un pò banale,direte voi...ma va bene così:erano gli inizi degli anni '90 e ancora ce lo si poteva permettere.Oggi no.Voto:sette.
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maggie
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domenica 23 novembre 2003
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non male per un'adolescente!!
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beh, è passato qualche annetto dall'ultima visione, però ne gho un bel ricordo!!!
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