Roberto Escobar
Il Sole-24 Ore
Wim Wenders e Aki Kaurismäki sono autori così diversi da risultare incompatibili. Il cinema del secondo e bohèmien nel senso di Vita da Bohème (1991): irregolare, marginale, però mai gravato da compiacimento filisteo. E dunque è grande, per quanto minimale appaia. Il cinema del secondo è teso verso il regno delle maiuscole, che si tratti del Cielo delle Verità o del Sottosuolo dei Rovelli Esistenziali. Soprattutto, s’attarda dinnanzi allo specchio della crisi creativa, come un Narciso che, invece di annegare una buona volta nello stagno dell’amore di sé, avesse trovato socialmente conveniente galleggiare beato sulle sue acque tranquille. [...]
di Roberto Escobar, articolo completo (4889 caratteri spazi inclusi) su Il Sole-24 Ore