julien sorel
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martedì 9 febbraio 2010
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pirma di matrix
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E' il 1988 quando John Carpenter, giunto al suo tredicesimo lavoro, decide di realizzare questa pellicola. Conquistatosi oramai una maturazione e una qualità artistica largamente riconosciute, il regista si cimenta nella trasposizione di un breve racconto di Ray Nelson intitolato "Eight O'Clock in the Morning", storia divisa tra horror e fantascienza. Rispetto al racconto, Carpenter personalizza la narrazione arricchendola con le sue tipiche tematiche e il suo caratteristico stile, epurando eventuali sprechi ed eccessi a ragione del modesto budget di cui dispone. Il protagonista, interpretato da un quasi convincente Roddy Piper, dopo essersi trasferito a Los Angeles in cerca di lavoro, grazie a degli occhiali particolari, scopre e realizza che oltre al mondo reale, aldilà delle immagini che appaiono ai suoi occhi, si cela una truce verità : l'uomo è schiavo inerme e imbelle di una specie aliena che lo controlla subdolamente.
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E' il 1988 quando John Carpenter, giunto al suo tredicesimo lavoro, decide di realizzare questa pellicola. Conquistatosi oramai una maturazione e una qualità artistica largamente riconosciute, il regista si cimenta nella trasposizione di un breve racconto di Ray Nelson intitolato "Eight O'Clock in the Morning", storia divisa tra horror e fantascienza. Rispetto al racconto, Carpenter personalizza la narrazione arricchendola con le sue tipiche tematiche e il suo caratteristico stile, epurando eventuali sprechi ed eccessi a ragione del modesto budget di cui dispone. Il protagonista, interpretato da un quasi convincente Roddy Piper, dopo essersi trasferito a Los Angeles in cerca di lavoro, grazie a degli occhiali particolari, scopre e realizza che oltre al mondo reale, aldilà delle immagini che appaiono ai suoi occhi, si cela una truce verità : l'uomo è schiavo inerme e imbelle di una specie aliena che lo controlla subdolamente. Dopo essersi unito ad alcuni ribelli, scova gli intrusi e tenta di ricacciarli dal nostro Pianeta Terra. Ricca di riferimenti e allegorie, la storia vuole mostrare e criticare la forte influenza e il grande potere di cui dispongono mass-media e Televisioni. Viene mostrato un uomo che, subisce e assimila ignaramente comandi e ordini, catene invisibili che lo imprigionano e lo rendono servo e pedina di una complessa sovrastuttura. Peculiarità di Carpenter, è quella di voler smascherare e condannare una società americana, dove un allora "Presidente-Attore" rappresentava una nazione schiava delle immagini e delle finzioni, dove si preferiva mostrare ai cittadini sgargianti e ammiccanti figure, anzichè scomode e cupe realtà. Il film è una sorta di "rivoluzione operaia", dove gli ultimi, i deboli, spinti dalla necessità e dalla ricerca di giustizia, si ribellano contro i poteri forti impugnando le armi. Omaggio al cinema d'epoca e a tutte le produzioni antiche, girate in quel bianco e nero meno spettacolare ma più romantico e sincero, figurativo e non solo contemplativo, sostituito oggi da un cinema e una televisione che in molti casi sono oramai divenuti strumenti di controllo e di solo diletto per le menti degli spettatori. Di certo non è il suo lavoro meglio riuscito, tuttavia come è sua consuetudine, il regista riesce bene nell'intento di far riflettere e pensare. Significati oltre le immagini, atmosfere evasive e fantascientifiche, un buon film, merita più interesse rispetto ad altre pellicole più blasonate .
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andrea b
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mercoledì 8 settembre 2010
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oltre la solita fantascienza
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Nel momento in cui il protagonista,un operaio disoccupato, si impossessa di strani occhiali riesce a scoprire che molti abitanti di Los Angeles non sono vere persone ma alieni che tentano di attuare un lavaggio del cervello di massa tramite messaggi subliminali.Un film a basso costo che vede come protagonista Roddy Piper, star del wrestling,impegnato nel duro lavoro di attore con un buon risultato.Il film venne accusato di mandare un messaggio pro-fascista alla popolazione e per questo disdegnato soprattutto in Europa.Ovviamente il senso di questa pellicola è proprio l' opposto in quanto lo stesso regista accusa il governo di controllare le menti degli abitanti con messaggi ripetitivi al fine di ottenere i loro scopi condizionando in modo irreparabile le coscienze dell' uomo libero.
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Nel momento in cui il protagonista,un operaio disoccupato, si impossessa di strani occhiali riesce a scoprire che molti abitanti di Los Angeles non sono vere persone ma alieni che tentano di attuare un lavaggio del cervello di massa tramite messaggi subliminali.Un film a basso costo che vede come protagonista Roddy Piper, star del wrestling,impegnato nel duro lavoro di attore con un buon risultato.Il film venne accusato di mandare un messaggio pro-fascista alla popolazione e per questo disdegnato soprattutto in Europa.Ovviamente il senso di questa pellicola è proprio l' opposto in quanto lo stesso regista accusa il governo di controllare le menti degli abitanti con messaggi ripetitivi al fine di ottenere i loro scopi condizionando in modo irreparabile le coscienze dell' uomo libero.E' il film più politico tra quelli prodotti da Carpenter con alieni non più visti come invasori di estrema sinistra ma appartenenti a una destra liberale di idee dittatoriali.
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fabian t.
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martedì 15 febbraio 2011
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geniale e attuale
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Carpenter al suo meglio! Fantascienza sociale da leccarsi i baffi... Sì, perché è facile oggi propinare polpettoni cinematografici strapieni di effetti speciali ("Avatar" vi dice qualcosa?) e attori bellocci, ma alla fine sono la storia e il messaggio quelli che rimangono nell'anima dello spettatore. "Essi vivono" è una vera e propria lezione di cinema semplice e diretto, suggestivo e geniale. Una storia che cresce lentamente, come nello stile del regista, lanciando sfilettate argute contro il cinismo della politica e il servilismo a esso connesso. Il suo è dunque una sorta di ammonimento - con vaghi accenni visionari e filosofici ("Il velo di Maya") - per cui la realtà quotidiana va vista e interpretata con le lenti della ragione e della presa di coscienza (come il protagonista con i suoi "strani" occhiali da sole), perché in ogni ambito sociale in cui è possibile lucrare e ingannare, "ESSI VIVONO" e non si può rimanere a guardare!
A questo punto, dunque, la fantascienza non diventa altro per Carpenter che la dimensione ideale per far vivere al protagonista, e dunque allo spettatore, un necessario percorso di autoconsapevolezza, non privo di rischi e delusioni.
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Carpenter al suo meglio! Fantascienza sociale da leccarsi i baffi... Sì, perché è facile oggi propinare polpettoni cinematografici strapieni di effetti speciali ("Avatar" vi dice qualcosa?) e attori bellocci, ma alla fine sono la storia e il messaggio quelli che rimangono nell'anima dello spettatore. "Essi vivono" è una vera e propria lezione di cinema semplice e diretto, suggestivo e geniale. Una storia che cresce lentamente, come nello stile del regista, lanciando sfilettate argute contro il cinismo della politica e il servilismo a esso connesso. Il suo è dunque una sorta di ammonimento - con vaghi accenni visionari e filosofici ("Il velo di Maya") - per cui la realtà quotidiana va vista e interpretata con le lenti della ragione e della presa di coscienza (come il protagonista con i suoi "strani" occhiali da sole), perché in ogni ambito sociale in cui è possibile lucrare e ingannare, "ESSI VIVONO" e non si può rimanere a guardare!
A questo punto, dunque, la fantascienza non diventa altro per Carpenter che la dimensione ideale per far vivere al protagonista, e dunque allo spettatore, un necessario percorso di autoconsapevolezza, non privo di rischi e delusioni.
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alex41
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martedì 13 novembre 2012
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il carpenter più politico
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Ci sono film horror che hanno il solo scopo di spaventare, intrattenere il pubblico con la suspense o sbalordire con pozze di sangue infinite. E poi dall'altra parte c'è il genio di John Carpenter, un regista che ha dato un contributo eccezionale al cinema horror mischiandolo con la fantascienza, e nonostante lo scorrere degli anni è sempre riuscito a non ripetersi mai e a creare sempre film cult di cui, la maggior parte, sono grandi capolavori attuali.
"Essi Vivono" probabilmente è il film meno eccellente di Carpenter, ma come messaggio è sicuramente il più forte. E nonostante presenti molte scene troppo forzate o lunghe (la rissa tra il protagonista e il nero) è comunque un bel film thriller fatto come Dio comanda, che nell'ultima mezz'ora diventa quasi un action movie alla Fuga Da New York.
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Ci sono film horror che hanno il solo scopo di spaventare, intrattenere il pubblico con la suspense o sbalordire con pozze di sangue infinite. E poi dall'altra parte c'è il genio di John Carpenter, un regista che ha dato un contributo eccezionale al cinema horror mischiandolo con la fantascienza, e nonostante lo scorrere degli anni è sempre riuscito a non ripetersi mai e a creare sempre film cult di cui, la maggior parte, sono grandi capolavori attuali.
"Essi Vivono" probabilmente è il film meno eccellente di Carpenter, ma come messaggio è sicuramente il più forte. E nonostante presenti molte scene troppo forzate o lunghe (la rissa tra il protagonista e il nero) è comunque un bel film thriller fatto come Dio comanda, che nell'ultima mezz'ora diventa quasi un action movie alla Fuga Da New York. Protagonista insolito ma molto bravo, un film distrutto dalla critica ma amato dal mondo intero. Da vedere. Poi ovviamente non è allo stesso livello di "La Cosa", "Halloween, "Fog" o "Fuga Da New York", ma come ho detto prima....è un film che va oltre la fantascienza e l'horror, uno dei più originali film di Carpenter e merita di essere visto per la sua semplice genialità.
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(di magnum1956)
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andrejuve
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giovedì 3 dicembre 2015
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una fantascienza spaventosamente reale
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“Essi vivono” è un film del 1988 diretto da John Carpenter. John Nada si è trasferito da Denver per recarsi a Los Angeles in cerca di lavoro a causa della forte crisi economica che ha colpito la sua città natia. Anche a Los Angeles la situazione non sembra rosea e appare arduo riuscire a trovare un’occupazione. Dopo diverse ricerche viene assunto per lavorare come operaio all’interno di un cantiere edile dove conosce Frank Armitage il quale, cosi come John, non ha una fissa dimora e allora lo accompagna presso una sorta di centro di accoglienza nel quale si può usufruire gratuitamente di un pasto caldo e di un posto per dormire. John, girando per la città, si accorge della presenza di un prete predicatore che mette in guardia la gente sull’esistenza di cosiddette “forze maligne” che comandano il pianeta, invitando il popolo ad aprire gli occhi e reagire.
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“Essi vivono” è un film del 1988 diretto da John Carpenter. John Nada si è trasferito da Denver per recarsi a Los Angeles in cerca di lavoro a causa della forte crisi economica che ha colpito la sua città natia. Anche a Los Angeles la situazione non sembra rosea e appare arduo riuscire a trovare un’occupazione. Dopo diverse ricerche viene assunto per lavorare come operaio all’interno di un cantiere edile dove conosce Frank Armitage il quale, cosi come John, non ha una fissa dimora e allora lo accompagna presso una sorta di centro di accoglienza nel quale si può usufruire gratuitamente di un pasto caldo e di un posto per dormire. John, girando per la città, si accorge della presenza di un prete predicatore che mette in guardia la gente sull’esistenza di cosiddette “forze maligne” che comandano il pianeta, invitando il popolo ad aprire gli occhi e reagire. John nota lo stesso prete anche nel centro di accoglienza e si accorge che nelle vicinanze è stata costruita una piccola cappella dove anche a notte fonda si possono sentire cori religiosi. John è incuriosito da tutto questo e decide di entrare nella chiesa, scoprendo che quei cori sono semplicemente frutto di registrazioni acustiche. In realtà è semplicemente una copertura per nascondere un luogo simile ad un laboratorio all’interno del quale un gruppo di persone sembra intento ad organizzare un piano terroristico. Inoltre questo gruppo riesce ad “infiltrarsi” all’interno dell’emittente televisiva locale inviando messaggi volti ad incitare le persone ad intraprendere una rivoluzione contro coloro che incarnano il potere. Un giorno però un ingente numero di forze dell’ordine scopre la presenza di questa “base segreta” e organizzano un blitz al fine di distruggere tutto quello che trovano sulla loro strada uccidendo coloro che cercano di opporsi. John riesce a scappare e, il giorno successivo, ritrova all’interno della cappella, quasi totalmente demolita, uno scatolone pieno di occhiali da sole. John incuriosito ne indossa un paio e quello che vede è sconvolgente. Infatti grazie a questi occhiali riesce a vedere cose che l’occhio umano non può vedere, in quanto dietro ad ogni cartellone pubblicitario e ai giornali si nascondono messaggi imperativi e di comando che incitano all’obbedienza e alla sottomissione. Inoltre John nota che dietro al viso di alcune persone si nascondono delle figure scheletriche. John a quel punto capisce che si tratta di alieni che hanno assunto sembianze umane e sono proprio loro i nemici contro i quali quell’organizzazione segreta lotta fermamente. Sono queste figure aliene che ricoprono posizioni di potere con l’obiettivo di sfruttare la Terra e tutta la sua popolazione per arricchirsi. La polizia capisce che John ha scoperto la verità e cerca di ucciderlo. Lui riesce a scappare prendendo in ostaggio una giovane donna e rifugiandosi in casa sua. La donna però, in un momento di distrazione di John, spinge quest’ultimo della finestra della sua abitazione. John miracolosamente è ancora vivo e, sconvolto e esterrefatto da ciò che ha visto, rivela a Frank quello che è accaduto cercando di organizzare una rivolta contro gli “invasori” e impedendo che si concretizzi il loro malvagio piano. La pellicola effettua una forte critica nei confronti della società odierna attraverso l’efficace metafora di una fantascientifica invasione aliena. In realtà gli alieni rappresentano il potere assoluto ricoperto da una piccola élite di persone che riescono a dominare e ad imporsi su tutti noi. E’ innegabile che le multinazionali e i Governi dei singoli Stati assumano un controllo costante della popolazione riuscendo a condizionare e manipolare la popolazione. L’essere umano è facilmente malleabile e, soprattutto attraverso tutti i mezzi di comunicazione, è possibile imporgli lo stile di vita da seguire, convincerlo a comprare determinati oggetti, e indurlo ad avere una mentalità ristretta che impedisca di mettere in risalto le proprie convinzioni e i differenti punti di vista. Questo triste processo involutivo è riuscito ad imporsi soprattutto grazie all’avvento della televisione che probabilmente costituisce il mezzo più invasivo per la mente umana, la quale si fa plasmare dai messaggi inviati che mirano a delineare e ad esaltare dei modelli e dei punti di riferimento utopici e impossibili anche solo da avvicinare. Cosi facendo si infondono false speranze alle persone le quali sono convinte che, attenendosi fedelmente a quello che viene loro ordinato, potranno raggiungere il successo personale e la felicità eterna. L’obiettivo in realtà è quello di rendere l’uomo una semplice macchina, come se fosse un robot che non prova emozioni e segue semplicemente i comandi a lui impartiti. In sostanza la vita che conduciamo non è stabilita da noi stessi ma sono altri che impongono uno stile di vita da seguire, indicando la strada da percorrere e le regole da seguire. Non c’è spazio per la libertà di opinione e di pensiero e per intraprendere una florida carriera l’unica strada è quella della sottomissione nei confronti del gruppo di coloro che sono situati al comando, i quali sono paragonabili a dei burattinai che controllano una società corrotta e ricattata composta da burattini. Le grandi potenze sfruttano la popolazione a tal punto da portarla alla rovina e alla disperazione totale sia dal punto di vista economico che psicologico. L’obiettivo dei potenti non è il benessere collettivo o il rispetto dei diritti di ogni singolo individuo, perché il vero interesse è il raggiungimento di un illimitato profitto economico e di una supremazia incontrastabile. Queste persone sono disumane e vogliono creare dei “sudditi” a loro immagine e somiglianza, elevandosi a delle vere e proprie divinità. Chiunque provi ad opporsi, a ribellarsi, a protestare o semplicemente a mettere in dubbio l’autorità di chi ricopre il potere viene immediatamente ostacolato e soppresso, diventando agli occhi della società un sovvertitore o un estremista che ha come obiettivo quello di “scavalcare” le gerarchie che l’uomo stesso paradossalmente si è autoimposto. Reprimere è l’unico modo per legittimare e affermare il potere senza far trasparire alcun cedimento. Ormai l’essere umano troppo spesso è incapace di provare emozioni in quanto prevale un senso di rassegnazione e di accettazione nei confronti di una situazione insostenibile, dove la violenza e la repressione la fanno da padrona. Questa è una dittatura all’interno della quale viene celata la verità e quella che emerge è solamente una distorsione di quest’ultima. Di conseguenza risulta ormai impossibile fidarsi ciecamente delle altre persone, capaci solo a mettere in primo piano l’egoismo e l’opportunismo che portano ad un’inevitabile tendenza ad ingannare e abbindolare chi ci sta attorno. E’ fondamentale in tal senso possedere la capacità di analizzare la realtà sotto una diversa prospettiva cercando di comprenderne tutte le sfaccettature positive e negative. Bisogna svegliarsi da questo perenne stato di letargo ed è necessario nutrire una costante voglia di conoscere e capire tutto quello che ci circonda e l’unico modo per farlo è ponendosi continuamente interrogativi, senza accontentarsi di accettare un singolo parere o punto di vista. L’unica via di salvezza è rappresentata dal senso di ribellione e di sdegno che dovrebbero albergare in ognuno di noi. Una rivoluzione sociale può portare ad un rovesciamento della situazione attuale e ad un definitivo cambiamento che possa restituire all’uomo una dignità ormai perduta. Quello che per le grandi potenze costituisce un’azione terroristica o eversiva in realtà rappresenta una volontà di agire al fine di condurre un’esistenza libera e priva di costrizioni. Il popolo vuole semplicemente “vivere”, perché purtroppo solo i pochi che traggono vantaggi dalle azioni orrende, frutto della loro posizione autarchica, sono gli unici a farlo davvero. Il regista già nel 1988 è riuscito a sottolineare le problematiche e le assurdità di una società capitalista e consumista. Il film a mio avviso è stupendo perché riesce a mescolare la fantascienza alla realtà, facendo riflettere lo spettatore, ponendogli interrogativi e creando un sentimento misto di rigetto e di reazione alle ingiustizie. È inevitabile effettuare anche un’autocritica alla staticità e all’incapacità di ribellarsi perché purtroppo ormai, pur di vivere un’esistenza tranquilla e senza problemi, ognuno di noi è propenso ad assoggettarsi a qualsiasi tipo di condizione, anche alla più surreale, impositiva e dittatoriale. Ottime le interpretazioni di Roddy Pipper, nei panni di John Nada, di Frank Armitage, in quelli di Keith David, oltre a quelle convincenti degli altri attori. Un film sorprendente che mi ha colpito molto perché è originale e tremendamente attuale. Ve lo consiglio caldamente perché saprà stupirvi positivamente.
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onufrio
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giovedì 7 maggio 2015
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they live... we sleep
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L'invasione aliena è già arrivata, ma sono davvero poche le persone della Terra a sapere la verità; uno di questi è il protagonista di questo film che intraprende un azione punitiva e risolutiva contro il male oscuro che affligge il nostro pianeta. Fra le migliori opere di Carpenter, un horror che va oltre, addentrandosi in una polemica sociale, criticando l'epoca del consumismo e del materialismo.
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wik1978
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sabato 9 settembre 2017
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essi vivono... e noi dormiamo
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Film che ha anticipato e dato spunto a miriadi di altri film, forse - insieme a 1984 di Orwell - il padre di tutti i racconti che hanno a tema una "cospirazione globale". John Carpenter, con tanta maestria, ironia, satira e senso narrativo (e basso budget): riusciva sempre a costruire dei piccoli capolavori; film che possono avere letture diverse, che sottintendono metafore sociali e sottilmente criticano. Criticano un mondo di classi e di poteri piramidali, la cupola, dove se segui "il sistema" sei a posto, ma se anche poco te ne scosti per renderti un "pensatore libero" il sistema te la farà pagare: con l'esilio, con la persecuzione - e se alzi la testa, con gru ed elicotteri che butteranno giù la tua casa!
Gli eroi carpenteriani, che magari agli occhi dei giovanotti o dei distratti, sembrano "scontati", cavalcano sempre le contraddizioni e in realtà vincono sempre la "banalità".
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Film che ha anticipato e dato spunto a miriadi di altri film, forse - insieme a 1984 di Orwell - il padre di tutti i racconti che hanno a tema una "cospirazione globale". John Carpenter, con tanta maestria, ironia, satira e senso narrativo (e basso budget): riusciva sempre a costruire dei piccoli capolavori; film che possono avere letture diverse, che sottintendono metafore sociali e sottilmente criticano. Criticano un mondo di classi e di poteri piramidali, la cupola, dove se segui "il sistema" sei a posto, ma se anche poco te ne scosti per renderti un "pensatore libero" il sistema te la farà pagare: con l'esilio, con la persecuzione - e se alzi la testa, con gru ed elicotteri che butteranno giù la tua casa!
Gli eroi carpenteriani, che magari agli occhi dei giovanotti o dei distratti, sembrano "scontati", cavalcano sempre le contraddizioni e in realtà vincono sempre la "banalità". Consigliato a tutti!
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andrejuve
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giovedì 3 dicembre 2015
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una fantascienza spaventosamente reale
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“Essi vivono” è un film del 1988 diretto da John Carpenter. John Nada si è trasferito da Denver per recarsi a Los Angeles in cerca di lavoro a causa della forte crisi economica che ha colpito la sua città natia. Anche a Los Angeles la situazione non sembra rosea e appare arduo riuscire a trovare un’occupazione. Dopo diverse ricerche viene assunto per lavorare come operaio all’interno di un cantiere edile dove conosce Frank Armitage il quale, cosi come John, non ha una fissa dimora e allora lo accompagna presso una sorta di centro di accoglienza nel quale si può usufruire gratuitamente di un pasto caldo e di un posto per dormire.
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“Essi vivono” è un film del 1988 diretto da John Carpenter. John Nada si è trasferito da Denver per recarsi a Los Angeles in cerca di lavoro a causa della forte crisi economica che ha colpito la sua città natia. Anche a Los Angeles la situazione non sembra rosea e appare arduo riuscire a trovare un’occupazione. Dopo diverse ricerche viene assunto per lavorare come operaio all’interno di un cantiere edile dove conosce Frank Armitage il quale, cosi come John, non ha una fissa dimora e allora lo accompagna presso una sorta di centro di accoglienza nel quale si può usufruire gratuitamente di un pasto caldo e di un posto per dormire. John, girando per la città, si accorge della presenza di un prete predicatore che mette in guardia la gente sull’esistenza di cosiddette “forze maligne” che comandano il pianeta, invitando il popolo ad aprire gli occhi e reagire. John nota lo stesso prete anche nel centro di accoglienza e si accorge che nelle vicinanze è stata costruita una piccola cappella dove anche a notte fonda si possono sentire cori religiosi. John è incuriosito da tutto questo e decide di entrare nella chiesa, scoprendo che quei cori sono semplicemente frutto di registrazioni acustiche. In realtà è semplicemente una copertura per nascondere un luogo simile ad un laboratorio all’interno del quale un gruppo di persone sembra intento ad organizzare un piano terroristico. Inoltre questo gruppo riesce ad “infiltrarsi” all’interno dell’emittente televisiva locale inviando messaggi volti ad incitare le persone ad intraprendere una rivoluzione contro coloro che incarnano il potere. Un giorno però un ingente numero di forze dell’ordine scopre la presenza di questa “base segreta” e organizzano un blitz al fine di distruggere tutto quello che trovano sulla loro strada uccidendo coloro che cercano di opporsi. John riesce a scappare e, il giorno successivo, ritrova all’interno della cappella, quasi totalmente demolita, uno scatolone pieno di occhiali da sole. John incuriosito ne indossa un paio e quello che vede è sconvolgente. Infatti grazie a questi occhiali riesce a vedere cose che l’occhio umano non può vedere, in quanto dietro ad ogni cartellone pubblicitario e ai giornali si nascondono messaggi imperativi e di comando che incitano all’obbedienza e alla sottomissione. Inoltre John nota che dietro al viso di alcune persone si nascondono delle figure scheletriche. John a quel punto capisce che si tratta di alieni che hanno assunto sembianze umane e sono proprio loro i nemici contro i quali quell’organizzazione segreta lotta fermamente. Sono queste figure aliene che ricoprono posizioni di potere con l’obiettivo di sfruttare la Terra e tutta la sua popolazione per arricchirsi. La polizia capisce che John ha scoperto la verità e cerca di ucciderlo. Lui riesce a scappare prendendo in ostaggio una giovane donna e rifugiandosi in casa sua. La donna però, in un momento di distrazione di John, spinge quest’ultimo della finestra della sua abitazione. John miracolosamente è ancora vivo e, sconvolto e esterrefatto da ciò che ha visto, rivela a Frank quello che è accaduto cercando di organizzare una rivolta contro gli “invasori” e impedendo che si concretizzi il loro malvagio piano. La pellicola effettua una forte critica nei confronti della società odierna attraverso l’efficace metafora di una fantascientifica invasione aliena. In realtà gli alieni rappresentano il potere assoluto ricoperto da una piccola élite di persone che riescono a dominare e ad imporsi su tutti noi. E’ innegabile che le multinazionali e i Governi dei singoli Stati assumano un controllo costante della popolazione riuscendo a condizionare e manipolare la popolazione. L’essere umano è facilmente malleabile e, soprattutto attraverso tutti i mezzi di comunicazione, è possibile imporgli lo stile di vita da seguire, convincerlo a comprare determinati oggetti, e indurlo ad avere una mentalità ristretta che impedisca di mettere in risalto le proprie convinzioni e i differenti punti di vista. Questo triste processo involutivo è riuscito ad imporsi soprattutto grazie all’avvento della televisione che probabilmente costituisce il mezzo più invasivo per la mente umana, la quale si fa plasmare dai messaggi inviati che mirano a delineare e ad esaltare dei modelli e dei punti di riferimento utopici e impossibili anche solo da avvicinare. Cosi facendo si infondono false speranze alle persone le quali sono convinte che, attenendosi fedelmente a quello che viene loro ordinato, potranno raggiungere il successo personale e la felicità eterna. L’obiettivo in realtà è quello di rendere l’uomo una semplice macchina, come se fosse un robot che non prova emozioni e segue semplicemente i comandi a lui impartiti. In sostanza la vita che conduciamo non è stabilita da noi stessi ma sono altri che impongono uno stile di vita da seguire, indicando la strada da percorrere e le regole da seguire. Non c’è spazio per la libertà di opinione e di pensiero e per intraprendere una florida carriera l’unica strada è quella della sottomissione nei confronti del gruppo di coloro che sono situati al comando, i quali sono paragonabili a dei burattinai che controllano una società corrotta e ricattata composta da burattini. Le grandi potenze sfruttano la popolazione a tal punto da portarla alla rovina e alla disperazione totale sia dal punto di vista economico che psicologico. L’obiettivo dei potenti non è il benessere collettivo o il rispetto dei diritti di ogni singolo individuo, perché il vero interesse è il raggiungimento di un illimitato profitto economico e di una supremazia incontrastabile. Queste persone sono disumane e vogliono creare dei “sudditi” a loro immagine e somiglianza, elevandosi a delle vere e proprie divinità. Chiunque provi ad opporsi, a ribellarsi, a protestare o semplicemente a mettere in dubbio l’autorità di chi ricopre il potere viene immediatamente ostacolato e soppresso, diventando agli occhi della società un sovvertitore o un estremista che ha come obiettivo quello di “scavalcare” le gerarchie che l’uomo stesso paradossalmente si è autoimposto. Reprimere è l’unico modo per legittimare e affermare il potere senza far trasparire alcun cedimento. Ormai l’essere umano troppo spesso è incapace di provare emozioni in quanto prevale un senso di rassegnazione e di accettazione nei confronti di una situazione insostenibile, dove la violenza e la repressione la fanno da padrona. Questa è una dittatura all’interno della quale viene celata la verità e quella che emerge è solamente una distorsione di quest’ultima. Di conseguenza risulta ormai impossibile fidarsi ciecamente delle altre persone, capaci solo a mettere in primo piano l’egoismo e l’opportunismo che portano ad un’inevitabile tendenza ad ingannare e abbindolare chi ci sta attorno. E’ fondamentale in tal senso possedere la capacità di analizzare la realtà sotto una diversa prospettiva cercando di comprenderne tutte le sfaccettature positive e negative. Bisogna svegliarsi da questo perenne stato di letargo ed è necessario nutrire una costante voglia di conoscere e capire tutto quello che ci circonda e l’unico modo per farlo è ponendosi continuamente interrogativi, senza accontentarsi di accettare un singolo parere o punto di vista. L’unica via di salvezza è rappresentata dal senso di ribellione e di sdegno che dovrebbero albergare in ognuno di noi. Una rivoluzione sociale può portare ad un rovesciamento della situazione attuale e ad un definitivo cambiamento che possa restituire all’uomo una dignità ormai perduta. Quello che per le grandi potenze costituisce un’azione terroristica o eversiva in realtà rappresenta una volontà di agire al fine di condurre un’esistenza libera e priva di costrizioni. Il popolo vuole semplicemente “vivere”, perché purtroppo solo i pochi che traggono vantaggi dalle azioni orrende, frutto della loro posizione autarchica, sono gli unici a farlo davvero. Il regista già nel 1988 è riuscito a sottolineare le problematiche e le assurdità di una società capitalista e consumista. Il film a mio avviso è stupendo perché riesce a mescolare la fantascienza alla realtà, facendo riflettere lo spettatore, ponendogli interrogativi e creando un sentimento misto di rigetto e di reazione alle ingiustizie. È inevitabile effettuare anche un’autocritica alla staticità e all’incapacità di ribellarsi perché purtroppo ormai, pur di vivere un’esistenza tranquilla e senza problemi, ognuno di noi è propenso ad assoggettarsi a qualsiasi tipo di condizione, anche alla più surreale, impositiva e dittatoriale. Ottime le interpretazioni di Roddy Pipper, nei panni di John Nada, di Frank Armitage, in quelli di Keith David, oltre a quelle convincenti degli altri attori. Un film sorprendente che mi ha colpito molto perché è originale e tremendamente attuale. Ve lo consiglio caldamente perché saprà stupirvi positivamente.
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carloalberto
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domenica 13 dicembre 2020
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il grande blek contro gli alieni
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Essi vivonodi John Carpenter è un fumetto in celluloide, non a caso tratto da un racconto scritto da un vignettista americano, per i ragazzi politicizzati degli anni ‘80.
I personaggi sono caratterizzati come se fossero stati disegnati su una striscia prima di prender vita nel film. Ne sono la prova i protagonisti, Roddy Piper, preso dal mondo del wrestling, dal volto inespressivo, incorniciato dalla chioma bionda, appena tratteggiato sopra l’imponente massa di muscoli, che ricorda il Blek Macigno,della serie Il grande Blek degli anni ’60, impegnato nella lotta contro le famigerate giubbe rosse, non meno perfide ed opprimenti degli alieni del film, Keith David, l’amico di colore, a fare da contrappunto cromatico,che richiama alla mente Lothar, l’aiutante cocciuto e forzuto di Mandrake, Meg Foster con gli occhi magnetici di un color verde smeraldo talmente luccicante che sembrano disegnati da un cartoonist, così come gli E.
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Essi vivonodi John Carpenter è un fumetto in celluloide, non a caso tratto da un racconto scritto da un vignettista americano, per i ragazzi politicizzati degli anni ‘80.
I personaggi sono caratterizzati come se fossero stati disegnati su una striscia prima di prender vita nel film. Ne sono la prova i protagonisti, Roddy Piper, preso dal mondo del wrestling, dal volto inespressivo, incorniciato dalla chioma bionda, appena tratteggiato sopra l’imponente massa di muscoli, che ricorda il Blek Macigno,della serie Il grande Blek degli anni ’60, impegnato nella lotta contro le famigerate giubbe rosse, non meno perfide ed opprimenti degli alieni del film, Keith David, l’amico di colore, a fare da contrappunto cromatico,che richiama alla mente Lothar, l’aiutante cocciuto e forzuto di Mandrake, Meg Foster con gli occhi magnetici di un color verde smeraldo talmente luccicante che sembrano disegnati da un cartoonist, così come gli E.T. cattivi, stilizzati in teste di morto in bianco e nero.
Al mondo delle comic strips appartiene anche l’atmosfera tra il surreale ed il comico venata da una sottile autoironia. La lettura lenta e cadenzata della strip, con il passaggio da una vignetta all’altra dopo aver letto il testo nella nuvoletta in alto, è mimata da una tecnica di ripresa quasi statica o appena mossa nelle scene d’azione e da una colonna sonora, scritta dallo stesso Carpenter, consistente in pochi accordi di chitarra che si ripetono, su un tema monocorde, in un lento ritmo blues lungo tutto il film, dando al contempo l’idea del monotono tran tran cui sono ridotti gli uomini soggiogati e costretti, in una condizione di narcolessi indotta, a muoversi come automi inconsapevolmente guidati verso obiettivi stabiliti dalla cricca dei potenti.
Il messaggio sotteso, animato da una critica politica ed ecologica al mondo capitalistico e consumistico che ha avvelenato la terra, a dire il vero piuttosto semplice e quasi adolescenziale, si riduce all’esortazione all’umanità a superare le divisioni, in primis quella razziale, rappresentata dalla interminabile scazzottata tra i due eroi, per combattere i veri nemici del popolo, metaforicamente disegnati sotto forma di alieni malefici, camuffati da politici e giornalisti apparentemente interessati al bene della collettività ed in realtà complici del sistema.
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stramonio70
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martedì 19 dicembre 2017
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ottimo soggetto, sceneggiatura mediocre.
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Premetto che sono un grande fan di John Carpenter e mi pesa molto parlare male di un suo film. E' uno di quei registi che, con piccoli budget a disposizione, è riuscito a tirar fuori veri capolavori della fantascienza e dell' horror (Halloween, Fog, 1997 Fuga da New York, La cosa, Il Signore del Male, Il seme della follia sono i miei preferiti). Questo "Essi vivono" però non sono mai riuscito ad apprezzarlo. Né all'epoca della sua uscita (1988) né tantomeno adesso, che l'ho rivisto di recente. Il soggetto di questo film è geniale, questo lo riconosco e credo che sotto certi aspetti abbia anticipato molti film venuti dopo. Il problema però non è tanto il lato tecnico (fotografia, make up e montaggio sono ok) quanto quello relativo alla scrittura.
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Premetto che sono un grande fan di John Carpenter e mi pesa molto parlare male di un suo film. E' uno di quei registi che, con piccoli budget a disposizione, è riuscito a tirar fuori veri capolavori della fantascienza e dell' horror (Halloween, Fog, 1997 Fuga da New York, La cosa, Il Signore del Male, Il seme della follia sono i miei preferiti). Questo "Essi vivono" però non sono mai riuscito ad apprezzarlo. Né all'epoca della sua uscita (1988) né tantomeno adesso, che l'ho rivisto di recente. Il soggetto di questo film è geniale, questo lo riconosco e credo che sotto certi aspetti abbia anticipato molti film venuti dopo. Il problema però non è tanto il lato tecnico (fotografia, make up e montaggio sono ok) quanto quello relativo alla scrittura. La sceneggiatura è noiosa e anche fin troppo puerile nei suoi sviluppi e nei suoi snodi. Un film di fantascienza di questo livello meritava un maggiore respiro, una maggiore introspezione psicologica dei personaggi (specie quello principale interpretato da un inebetito Roddy Piper), delle svolte più credibili e meno casuali e, diciamocelo, anche un maggiore budget. Mi spiego meglio. Il protagonista arriva in città e senza parlare più di tanto trova un lavoro come manovale e si trasferisce con un collega nero in una vicina baraccopoli. Per farla breve ci mette quasi 40 minuti (quasi mezzo film) a trovare gli occhiali che gli permettono di vedere gli alieni che si sono infiltrati nella società e che, grazie ad uno stratagemma, sono irriconoscibili ad occhio nudo. La sua reazione alla scoperta appena fatta è fin troppo idiota. In men che non si dica imbraccia un'arma e uccide anche due (alieni) poliziotti. Poi scappa e ci mette altri 10 minuti a convincere il suo amico ad indossare gli occhiali dopo una lunga, inutile scazzottata. Poi ritrova "per caso" una donna che aveva precedentemente rapito e che sembra far parte del gruppo di ribelli che combatte gli alieni...Quando finalmente il film sembra decollare ecco che finisce ed arrivano i titoli di coda. Il finale poi rasenta il ridicolo (basta sparare a una piccola antenna sul tetto di un palazzo per rendere visibili al mondo gli alieni? Ma per favore!) Questo film forse meriterebbe un remake, ma uno di quelli fatti bene e non a misura di teenagers come quelli che sono soliti fare oggi...
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