luca scialo
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venerdì 21 aprile 2023
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poter tornare indietro per non commettere gli stessi errori
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In una reunion della classe 1960 di una scuola americana, si ritrovano vecchi compagni di classe, con i loro successi o insuccessi a 25 anni dal diploma. Tra loro c'è Peggie Sue, che si è sposata proprio con uno di loro, Charlie, sebbene i due stiano divorziando. Peggie viene anche eletta reginetta della serata, ma presa dall'emozione sviene, per poi ritrovarsi proprio ai tempi della scuola. Commetterà gli stessi errori o sfrutterà la possibilità di cambiare il suo destino? La filmografia anni '80 di Coppola non è certo memorabile quanto quella gloriosa del decennio precedente, complici problemi finanziari e creativi. Il meglio, col senno di poi, per lui probabilmente è già passato, ma questa pellicola è piacevole e lascia sognare.
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In una reunion della classe 1960 di una scuola americana, si ritrovano vecchi compagni di classe, con i loro successi o insuccessi a 25 anni dal diploma. Tra loro c'è Peggie Sue, che si è sposata proprio con uno di loro, Charlie, sebbene i due stiano divorziando. Peggie viene anche eletta reginetta della serata, ma presa dall'emozione sviene, per poi ritrovarsi proprio ai tempi della scuola. Commetterà gli stessi errori o sfrutterà la possibilità di cambiare il suo destino? La filmografia anni '80 di Coppola non è certo memorabile quanto quella gloriosa del decennio precedente, complici problemi finanziari e creativi. Il meglio, col senno di poi, per lui probabilmente è già passato, ma questa pellicola è piacevole e lascia sognare. Il finale rievoca un risveglio alla Dorothy ne Il mago di Oz. Oltre alla splendida Kathleen Turner, ci troviamo anche dei giovanissimi Nicolas Cage e Jim Carrey.
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darkglobe
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lunedì 27 ottobre 2014
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il ritorno al passato di peggy sue
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Strana commedia temporale, inizialmente pensata per Debra Winger e diretta da Francis Ford Coppola che fu chiamato a sostituire Penny Marshall.
Nel film i protagonisti sono Peggy (Kathleen Turner) e un mancato cantante di successo, Charlie (un giovanissimo Nicolas Cage), sposati da 25 anni ed in procinto di divorziare a causa delle frustrazioni e del tradimento di quest'ultimo.
Alla festa del liceo per i diplomati del 1960 Peggy viene eletta reginetta della serata e durante la premiazione sviene: da lì inizia un viaggio nel tempo nel quale si ritroverà adolescente. E` un viaggio nei fine anni '50 che lascia poco spazio alle suggestioni fantascientifiche, ma è piuttosto incentrato sulla riscoperta di sentimenti e valori e sulla possibilità di poter correggere le grandi scelte e i comportamenti che hanno condizionato la propria esistenza.
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Strana commedia temporale, inizialmente pensata per Debra Winger e diretta da Francis Ford Coppola che fu chiamato a sostituire Penny Marshall.
Nel film i protagonisti sono Peggy (Kathleen Turner) e un mancato cantante di successo, Charlie (un giovanissimo Nicolas Cage), sposati da 25 anni ed in procinto di divorziare a causa delle frustrazioni e del tradimento di quest'ultimo.
Alla festa del liceo per i diplomati del 1960 Peggy viene eletta reginetta della serata e durante la premiazione sviene: da lì inizia un viaggio nel tempo nel quale si ritroverà adolescente. E` un viaggio nei fine anni '50 che lascia poco spazio alle suggestioni fantascientifiche, ma è piuttosto incentrato sulla riscoperta di sentimenti e valori e sulla possibilità di poter correggere le grandi scelte e i comportamenti che hanno condizionato la propria esistenza.
La sceneggiatura è quasi chirurgica, sembra a volte che manchi l'empatia collettiva dei personaggi: eppure, in questo scenario a momenti quasi glaciale, tutto è immensamente credibile ed intenso, in una smaniosa rincorsa dei sentimenti da parte di Peggy. Rincorsa che alla fine la convincerà, ora che può vivere la propria adolescenza con occhio di donna matura e dopo aver anche avuto la possibilità di cogliere occasioni un tempo perse, sulla giustezza delle sue scelte di vita, compreso il matrimonio con Charlie... con qualche piccola conseguenza finale al propio risveglio, inclusa una dedica ricevuta su un libro scritto da Michael Fitzsimmons (Kevin J. O'Connor). novello Kerouac, un tempo suo compagno di classe.
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hollygoli
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venerdì 16 luglio 2010
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la tenerezza della mortalità
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Un film di delicatezza ed intensità quasi insostenibili, che nello spettatore "giusto" può far scattare uno straziante processo di identificazione con Peggy Sue. Una storiella da cinema tipicamente americano che nelle mani del mostro sacro Francis Ford Coppola diventa un'opera d'arte, un gioco di specchi (non solo figurato), non surrealista ma iperrealista, ricco di sottotesti, ambiguità, inquietudini, simile a certi sogni lucidi che fondono realtà vissute e proiezioni dell'inconscio che in Shakespeare assurgono a folgorante metafora della vita in Misura per Misura: "tu non hai né giovinezza né vecchiaia, ma un sonnellino pomeridiano nel quale sogni di entrambe". Peggy Sue si ritrova proprio così, non più diciottenne né quarantenne, sospesa in un "sonnellino" a metà tra il bel sogno e l'incubo, in cui cammina, abita e sfiora la vita di persone di cui è consapevole che non sono più così, o non sono più affatto.
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Un film di delicatezza ed intensità quasi insostenibili, che nello spettatore "giusto" può far scattare uno straziante processo di identificazione con Peggy Sue. Una storiella da cinema tipicamente americano che nelle mani del mostro sacro Francis Ford Coppola diventa un'opera d'arte, un gioco di specchi (non solo figurato), non surrealista ma iperrealista, ricco di sottotesti, ambiguità, inquietudini, simile a certi sogni lucidi che fondono realtà vissute e proiezioni dell'inconscio che in Shakespeare assurgono a folgorante metafora della vita in Misura per Misura: "tu non hai né giovinezza né vecchiaia, ma un sonnellino pomeridiano nel quale sogni di entrambe". Peggy Sue si ritrova proprio così, non più diciottenne né quarantenne, sospesa in un "sonnellino" a metà tra il bel sogno e l'incubo, in cui cammina, abita e sfiora la vita di persone di cui è consapevole che non sono più così, o non sono più affatto. Lungi dall'apparentarsi minimamente ai banali classici dell'operazione nostalgia, il film non scivola però nemmeno in una sorta di dramma parapsicologico grazie ad un'intrinseca sincerità sentimentale, che è di Peggy Sue - una mai più così grande Kathleen Turner -, il cui amore struggente, ma venato di ironia e per ciò mai patetico, per le cose e le persone della sua memoria, ma soprattutto per la se stessa diciottenne, è l'energia che anima il teatrino della sua rappresentazione onirica, insieme ad un sottilmente sotteso senso di incertezza sulla sua condizione, sospesa tra l'essere ancora viva e momentaneamente intrappolata nei ricordi o, viceversa, esser morta e divenuta lei stessa ombra tra le ombre; ma prima ancora è di Coppola, qui autenticamente commosso ed ispirato forse dai propri drammi personali, che compie egli per primo il viaggio di Peggy Sue e che, per trovare scampo e sollievo ad un grande dolore, si rifugia, non col sogno ma con il magico mezzo del cinema, in un mitico eden perduto, quando ancora il futuro era tutto da scrivere, gravido delle ingenue speranze della giovinezza, consapevole però, nel momento stesso in cui attua il suo gioco, della vanità di esso. Peggy Sue non non riesce a modificare il tracciato della sua vita di ragazza, perché sa di non averne la possibilità: non è davvero la Peggy Sue di allora, è un'abusiva che non vive, ma fantastica solo di un passato che non esiste più, se non come impronta nel suo cuore, eco pulsante di qualcosa che è finito, come la scia di luce delle stelle spente milioni di anni fa sul firmamento del cielo; e perché infine comprende che nel riuscire ad accettare questa fatalità di esseri mortali, effimeri, sta la tenerezza dell'essere umano. Per questo "Peggy Sue got married", tra immagini di raggelante bellezza e un'opprimente, a tratti, sensazione di deja vu ai limiti della claustrofobia, è, alla fine, uno di quei film da cui si emerge diversi da come ci si era entrati, intristiti, ma illuminati dalla condivisione di una smagliante serenità superiore, luminosa come la luce che pervade tutta la pellicola. Non un capolavoro, ma certo un piccolo gioiello.
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francesco2
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venerdì 7 agosto 2009
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kezich, che delusione
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Sono passati quasi sedici anni da quanto ho visto questo film,allora ne avevo venti........Ma in ogni caso mi stupisce la severità(Qui) del maestro Kezich, che non aplica la stesso "Rigore" ad altri film a cui gli ho visto attribuire tre-quattro stelle.
Non mi stupisce invece la recensione dell'antipatico Grazzini, un....borghese un pò piccolo, che non ho mai visto una volta scorgere al di là di sé stesso.
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oldboy
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domenica 21 giugno 2009
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il peggior film di coppola
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Ognuno di noi avrà pensato almeno una volta nella vita "Se potessi tornare indietro non rifarei più gli stessi errori...". Ebbene Peggy Sue ha questa opportunità ma fa nuovamente le stesse scelte (errate). Ma che razza di messaggio è?
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michel
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mercoledì 28 maggio 2008
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dimenticare il futuro
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Inciampata in una piega del tempo, Peggy Sue, a un passo dal divorzio, cade e si risveglia in piena adolescenza. Le è stata concessa la facoltà di modificare il proprio destino. Ma non saprà sottrarsi all’influenza delle emozioni che si riaffacciano; farà le stesse scelte, però con una nuova consapevolezza che le consentirà di affrontare serenamente le disillusioni. Abile nello sfruttare le occasioni offerte dal soggetto, il disorientamento, la commozione, il divertimento, il regista sembra in grado di ripetere, su un terreno simile, il felice esito di “Un sogno lungo un giorno”. Ma la sceneggiatura non è all’altezza delle ambizioni e, dopo un inizio molto promettente, comincia a girare a vuoto.
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Inciampata in una piega del tempo, Peggy Sue, a un passo dal divorzio, cade e si risveglia in piena adolescenza. Le è stata concessa la facoltà di modificare il proprio destino. Ma non saprà sottrarsi all’influenza delle emozioni che si riaffacciano; farà le stesse scelte, però con una nuova consapevolezza che le consentirà di affrontare serenamente le disillusioni. Abile nello sfruttare le occasioni offerte dal soggetto, il disorientamento, la commozione, il divertimento, il regista sembra in grado di ripetere, su un terreno simile, il felice esito di “Un sogno lungo un giorno”. Ma la sceneggiatura non è all’altezza delle ambizioni e, dopo un inizio molto promettente, comincia a girare a vuoto. Comunque l’operazione è fine e a tratti ispirata.
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roberto
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martedì 29 aprile 2008
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buon film...
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Film carino, non molto pretenzioso, ma ben recitato. Non è per niente "pesante" ed è abbastanza "moderno" pur essendo dell'86!! E' bello vedere all'opera in uno dei loro primi film attori del calibro di Jim Carrey e Helen Hunt, oltre alla comparsata di Sofia Coppola nel ruolo della sorella della protagonista. Voto: 7-
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jd
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martedì 8 aprile 2008
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immeritatamente malgiudicato
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Una sorta di "Ritorno al futuro" agrodolce,più commosso che graffiante.Il valore supremo resta la famiglia e la protagonista ripercorre l'adolescenza con infinita nostalgia,senza mettere in discussione nulla.Giudicato imbarazzante dai fans del regista,ma a un'occhiata più critica ci si rende conto che non poi così scontato.Sebbene poco credibile fisicamente come adolescente,la Turner è ottima.Secondo ruolo cinematografico per Jim Carrey.La figlia del regista,Sofia,è Nancy.IL titolo si riferisce a una canzone di Byddy Holly.
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sixoclock
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sabato 26 gennaio 2008
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la nostalgia degli anni 60
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Romantico filmone con una punta di aspro per raccontare di come la vita ci possa mettere in crisi e far desiderare di poter tornare indietro. La splendida Katheleen Turner è sempre bravissima e bellissima(anche se in questo film non è invecchiata abbastanza per interpretare i suoi 25 anni in più). Molto accurata la sceneggiatura, gli anni 60 si respirano appieno per più di un'ora di film.
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