iuriv
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martedì 25 agosto 2015
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la formula 1 come non c'è più.
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Questo documentario è il primo di una serie che Oscar Orefici e i suoi collaboratori hanno realizzato tra la fine degli anni 70 e l'inizio degli anni 80 nel tentativo, forse, di avvicinare i profani all'ambiente delle corse automobilistiche.
In questa prima esperienza, il ruolo di curiosa viene affidato alla showgirl e attrice Sydne Rome, all'epoca sulla breccia. La ragazza si muove per i circuiti del mondiale di Formula 1 intervistando piloti e appassionati, tentando, così almeno afferma lei, di capire i motivi che spingono i cavalieri del rischio ad affrontare le loro imprese.
Se interessano queste motivazioni, si scoprirà di non ascoltare nulla di diverso rispetto a quello che si sente di solito sull'argomento, ma se si guarda a tutto il contesto, ci si ritrova proiettati all'indietro di quasi quarant'anni, in quella che è una fotografia delle corse di quel momento.
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Questo documentario è il primo di una serie che Oscar Orefici e i suoi collaboratori hanno realizzato tra la fine degli anni 70 e l'inizio degli anni 80 nel tentativo, forse, di avvicinare i profani all'ambiente delle corse automobilistiche.
In questa prima esperienza, il ruolo di curiosa viene affidato alla showgirl e attrice Sydne Rome, all'epoca sulla breccia. La ragazza si muove per i circuiti del mondiale di Formula 1 intervistando piloti e appassionati, tentando, così almeno afferma lei, di capire i motivi che spingono i cavalieri del rischio ad affrontare le loro imprese.
Se interessano queste motivazioni, si scoprirà di non ascoltare nulla di diverso rispetto a quello che si sente di solito sull'argomento, ma se si guarda a tutto il contesto, ci si ritrova proiettati all'indietro di quasi quarant'anni, in quella che è una fotografia delle corse di quel momento. Magari non se ne ricava un'immagine precisa ed in alta definizione, ma l'aura di fascino che le gare avevano in quel periodo si può assaporare tutta.
E' un documentario come difficilmente oggi se ne farebbero. Molto approssimativo in alcuni passaggi, specialmente quando il tema esce dalla Formula 1 in senso stretto, ma molto scenografico, grazie a delle riprese cinematografiche davvero ben eseguite e ad alcuni passaggi girati con la camera car, una rarità per l'epoca.
E' evidentemente pensato per un pubblico generalista, più che per gli appassionati più puri, eppure non si fa mancare scene forti. L'argomento incidenti ritorna spesso, in quanto parte integrante del mondo che vuole descrivere. Ma c'è l'impressione di una certa insistenza nel trattare la cosa, quasi a provocare lo spettatore, cercando di tirarne fuori l'aspetto più sadico e inconfessabile.
Quindi non manca il lato più crudo delle corse, con immagini terrificanti riguardanti i tragici schianti di Tom Pryce o Swede Savage (quest'ultimo un filo mistificato, a dire il vero). Fotogrammi che oggi sarebbero identificati da un bollino rosso e che difficilmente vedremo in un documentario dedicato a una manifestazione sportiva.
Resta la fotografia dell'epoca, con le macchine ricoverate in un palazzetto dello sport di Long Beach o un Bernie Ecclestone dai capelli scuri che dichiara solennemente di essere disinteressato al denaro. Probabilmente una pellicola che ha un valore maggiore oggi di quanto ne avesse quando è uscita.
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alessandro vanin
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lunedì 10 agosto 2015
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quando la formula 1 aveva più tifosi del calcio
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Un bel film/documentario che racconta la formula 1 nel suo momento d'oro ovvero quando i piloti contavano quasi quanto la vettura ed erano famosi quanto i giocatori di calcio, i campionati si decidevano spesso all'ultima gara e grazie allla tv la F1 era divantato uno sport di massa. Ottima l'idea di utilizzare per le interviste la bella Sydne Rome, che pone le domande che i non esperti di F1 (soprattutto le donne) farebbero ai piloti. Qualcuno ha criticato il film perché mostrando incidenti anche mortali sarebbe morboso. Purtroppo allora le gare di F1 erano tanto spettacolari quanto insicure, infatti in media moriva un pilota ogni 2 anni e molti piloti rimanevano feriti in modo così grave da dover smettere di correre.
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Un bel film/documentario che racconta la formula 1 nel suo momento d'oro ovvero quando i piloti contavano quasi quanto la vettura ed erano famosi quanto i giocatori di calcio, i campionati si decidevano spesso all'ultima gara e grazie allla tv la F1 era divantato uno sport di massa. Ottima l'idea di utilizzare per le interviste la bella Sydne Rome, che pone le domande che i non esperti di F1 (soprattutto le donne) farebbero ai piloti. Qualcuno ha criticato il film perché mostrando incidenti anche mortali sarebbe morboso. Purtroppo allora le gare di F1 erano tanto spettacolari quanto insicure, infatti in media moriva un pilota ogni 2 anni e molti piloti rimanevano feriti in modo così grave da dover smettere di correre. Buona la colonna sonora degli Oliver Onions (Guido e Maurizio De Angelis)
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spitfire
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venerdì 18 agosto 2006
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febbre della velocita'
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quando c'erano le piste vere per piloti con coraggio.
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pietro
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unico espettacolare!!
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Diciamo che e' difficile giudicare questo film come tale ,visto che possiamo piu che altro ritenerlo un documentario... ma come documento lo ritengo un vero e proprio capolavoro dedicato a tutti quelli che come me amano la formula uno,sopratutto quella vera..degli anni 70 .
Vero...e' la parola che mi viene in mente...l'ho guardato un centinaio di volte e non mi stanchero' mai di vedere quegli eroi domare quelle cosi' fragili macchine che erano le f1 di quell'epoca...molto belli anche gli scorci storici ,e le scene crude come quella di Pryce o Williamson rendono questo documeto ancora piu reale.Con immenso piacere ho potuto finalmente vedere un documento dove si dà importanza anche a personaggi come MAURO FORGHIERI ,colonne della storia delle corse.
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Diciamo che e' difficile giudicare questo film come tale ,visto che possiamo piu che altro ritenerlo un documentario... ma come documento lo ritengo un vero e proprio capolavoro dedicato a tutti quelli che come me amano la formula uno,sopratutto quella vera..degli anni 70 .
Vero...e' la parola che mi viene in mente...l'ho guardato un centinaio di volte e non mi stanchero' mai di vedere quegli eroi domare quelle cosi' fragili macchine che erano le f1 di quell'epoca...molto belli anche gli scorci storici ,e le scene crude come quella di Pryce o Williamson rendono questo documeto ancora piu reale.Con immenso piacere ho potuto finalmente vedere un documento dove si dà importanza anche a personaggi come MAURO FORGHIERI ,colonne della storia delle corse..l' unico rammarico,ma questo nulla ha a che vedere con il film è che se fosse stato girato due anni piu tardi sarebbe durato almeno un ora in piu per inserirvi le imprese del 1979 dell'ineguagliabile GILLES VILLENEUVE del quale si vede solo un frammento di un Gilles ancora in erba girare a Silverstone nel 77 con la MCLAREN e un immagine con la ferrari...beh che dire ,agli appassionati nonostante sia quasi impossibile reperirlo lo consiglio vivamente ,e magari chissa' a qualcuno saltera' in testa di girare un film anche sulla vita di GILLES.
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(di anonimo)
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(di pasqua90)
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s.i
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mercoledì 6 febbraio 2002
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il più vero
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E'il film sulle corse più "vero" proprio perché più di un film è un documentario, anche se un po' troppo monotematico. Gli incidenti più assurdi (Pryce), più spettacolari (Swede Savage, Indianapolis, 1973), più toccanti (quello del 25enne Williamson il 29/7/1973 a Zandvoort, uscito di pista a 210km/h per un probabile danneggiamento sulla sua March-Ford) sono un piedistallo fin troppo esibito.
Ma negli anni settanta vi furono ben 10 incidenti mortali in formula 1 (se si considerano anche i tests privati e la Corsa dei Campioni). Uno all'anno di media, appunto.
Erano gli anni d'oro. Contava la tecnica di guida (Stewart vinceva solo per questo), la capacità di messa a punto (Lauda+Forghieri+Cuoghi=2 titoli mondiali), una intuizione in più degli altri per progettare la macchina vincente .
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E'il film sulle corse più "vero" proprio perché più di un film è un documentario, anche se un po' troppo monotematico. Gli incidenti più assurdi (Pryce), più spettacolari (Swede Savage, Indianapolis, 1973), più toccanti (quello del 25enne Williamson il 29/7/1973 a Zandvoort, uscito di pista a 210km/h per un probabile danneggiamento sulla sua March-Ford) sono un piedistallo fin troppo esibito.
Ma negli anni settanta vi furono ben 10 incidenti mortali in formula 1 (se si considerano anche i tests privati e la Corsa dei Campioni). Uno all'anno di media, appunto.
Erano gli anni d'oro. Contava la tecnica di guida (Stewart vinceva solo per questo), la capacità di messa a punto (Lauda+Forghieri+Cuoghi=2 titoli mondiali), una intuizione in più degli altri per progettare la macchina vincente . Ma molte erano le macchine che potevano tagliare per prime il traguardo, anche la March di Brambilla, diventato un campione indimenticabile (nonostante il vergognoso silenzio dei mass media quando morì nella primavera del 2001)con un budget che oggi non basterebbe nemmeno per l'olio e le candele.
Telai tubolari o monoscoca, carrozzerie tutte diverse,pannellate in alluminio coi rivetti in bella mostra. Ma torniamo al film.
Bellissimi i camera car (Reutemann su Brabham a Monaco,'75 e Giacomelli su McLaren a Monza '77). Ottime le riprese a Long Beach '77. Mi sono piaciuti i primi piani a Watson su Bt46b e a Nilsson (Tyrrell vide in lui un probabile campione del mondo, ma un male incurabile lo rapì troppo presto) su Lotus 77JPS.
Brevi interviste consentono di rivedere assi del volante come Peterson,Andretti, Hunt,Scheckter.
Sincera l'intervista di Patrese, all'epoca 24enne, che confessa d'essere passato all'automobilismo "più che altro per scherzo", visto che aveva vinto il modiale kart 4 anni prima e era inutile che rimanesse lì.
Ora chiudo ma scusate, questo lo devo dire: penso che se i cammpioni degli anni ottanta e novanta avessero corso entro il 1977, avrebbero tutti dovuto soffrire di più e forse rimanere nelle posizione arretrate delle classifiche.
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andrea tomasoni
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martedì 15 gennaio 2002
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la formula 1, quella vera.
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Il film è un fantastico documentario sulla Formula 1 degli anni 70, quella che vedeva piloti come veri uomini che sfidavano l'impossibile. Colonna sonora favolosa. Da vedere, anche per non appassionati di F1.
PS:Qualcuno sa dove reperire la canzone che fa da sfondo a tutto il film?
Grazie.
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walter dorian
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venerdì 7 dicembre 2001
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per chi ama la formula uno
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Ho visto questo film, una volta sola quando a vevo 14 anni.
Sono rimasto affascinato dalle scene del film, soprattutto perchè purtroppo non sono le solite scene "finte".
Alcune scene sono crude, adatte ad un pubblico adulto, ma che riescono in modo perfetto a descrivere i rischi che corrono i piloti.
Sono passati piu' di venti anni dall'uscita del film e se uno ha la fortuna di poterlo vedere (io purtroppo lo sto cercando invano da oltre quindici anni) si puo' rendere conto come la sicurezza delle auto da corsa
abbia fatto passi da gigante.
Se qualcuno avesse informazioni da fornirmi riguardo al film, gliene sarei grato.
Walter Dorian
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