alessandro vanin
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lunedì 10 agosto 2015
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quando la formula 1 aveva più tifosi del calcio
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Un bel film/documentario che racconta la formula 1 nel suo momento d'oro ovvero quando i piloti contavano quasi quanto la vettura ed erano famosi quanto i giocatori di calcio, i campionati si decidevano spesso all'ultima gara e grazie allla tv la F1 era divantato uno sport di massa. Ottima l'idea di utilizzare per le interviste la bella Sydne Rome, che pone le domande che i non esperti di F1 (soprattutto le donne) farebbero ai piloti. Qualcuno ha criticato il film perché mostrando incidenti anche mortali sarebbe morboso. Purtroppo allora le gare di F1 erano tanto spettacolari quanto insicure, infatti in media moriva un pilota ogni 2 anni e molti piloti rimanevano feriti in modo così grave da dover smettere di correre.
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Un bel film/documentario che racconta la formula 1 nel suo momento d'oro ovvero quando i piloti contavano quasi quanto la vettura ed erano famosi quanto i giocatori di calcio, i campionati si decidevano spesso all'ultima gara e grazie allla tv la F1 era divantato uno sport di massa. Ottima l'idea di utilizzare per le interviste la bella Sydne Rome, che pone le domande che i non esperti di F1 (soprattutto le donne) farebbero ai piloti. Qualcuno ha criticato il film perché mostrando incidenti anche mortali sarebbe morboso. Purtroppo allora le gare di F1 erano tanto spettacolari quanto insicure, infatti in media moriva un pilota ogni 2 anni e molti piloti rimanevano feriti in modo così grave da dover smettere di correre. Buona la colonna sonora degli Oliver Onions (Guido e Maurizio De Angelis)
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iuriv
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martedì 25 agosto 2015
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la formula 1 come non c'è più.
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Questo documentario è il primo di una serie che Oscar Orefici e i suoi collaboratori hanno realizzato tra la fine degli anni 70 e l'inizio degli anni 80 nel tentativo, forse, di avvicinare i profani all'ambiente delle corse automobilistiche.
In questa prima esperienza, il ruolo di curiosa viene affidato alla showgirl e attrice Sydne Rome, all'epoca sulla breccia. La ragazza si muove per i circuiti del mondiale di Formula 1 intervistando piloti e appassionati, tentando, così almeno afferma lei, di capire i motivi che spingono i cavalieri del rischio ad affrontare le loro imprese.
Se interessano queste motivazioni, si scoprirà di non ascoltare nulla di diverso rispetto a quello che si sente di solito sull'argomento, ma se si guarda a tutto il contesto, ci si ritrova proiettati all'indietro di quasi quarant'anni, in quella che è una fotografia delle corse di quel momento.
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Questo documentario è il primo di una serie che Oscar Orefici e i suoi collaboratori hanno realizzato tra la fine degli anni 70 e l'inizio degli anni 80 nel tentativo, forse, di avvicinare i profani all'ambiente delle corse automobilistiche.
In questa prima esperienza, il ruolo di curiosa viene affidato alla showgirl e attrice Sydne Rome, all'epoca sulla breccia. La ragazza si muove per i circuiti del mondiale di Formula 1 intervistando piloti e appassionati, tentando, così almeno afferma lei, di capire i motivi che spingono i cavalieri del rischio ad affrontare le loro imprese.
Se interessano queste motivazioni, si scoprirà di non ascoltare nulla di diverso rispetto a quello che si sente di solito sull'argomento, ma se si guarda a tutto il contesto, ci si ritrova proiettati all'indietro di quasi quarant'anni, in quella che è una fotografia delle corse di quel momento. Magari non se ne ricava un'immagine precisa ed in alta definizione, ma l'aura di fascino che le gare avevano in quel periodo si può assaporare tutta.
E' un documentario come difficilmente oggi se ne farebbero. Molto approssimativo in alcuni passaggi, specialmente quando il tema esce dalla Formula 1 in senso stretto, ma molto scenografico, grazie a delle riprese cinematografiche davvero ben eseguite e ad alcuni passaggi girati con la camera car, una rarità per l'epoca.
E' evidentemente pensato per un pubblico generalista, più che per gli appassionati più puri, eppure non si fa mancare scene forti. L'argomento incidenti ritorna spesso, in quanto parte integrante del mondo che vuole descrivere. Ma c'è l'impressione di una certa insistenza nel trattare la cosa, quasi a provocare lo spettatore, cercando di tirarne fuori l'aspetto più sadico e inconfessabile.
Quindi non manca il lato più crudo delle corse, con immagini terrificanti riguardanti i tragici schianti di Tom Pryce o Swede Savage (quest'ultimo un filo mistificato, a dire il vero). Fotogrammi che oggi sarebbero identificati da un bollino rosso e che difficilmente vedremo in un documentario dedicato a una manifestazione sportiva.
Resta la fotografia dell'epoca, con le macchine ricoverate in un palazzetto dello sport di Long Beach o un Bernie Ecclestone dai capelli scuri che dichiara solennemente di essere disinteressato al denaro. Probabilmente una pellicola che ha un valore maggiore oggi di quanto ne avesse quando è uscita.
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