Dersu Uzala - Il piccolo uomo delle grandi pianure

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Un film di Akira Kurosawa. Con Yuriy Solomin, Maksim Munzuk, Yuriy Solomin, Svetlana Danilchenko, Dmitri Korshikov.
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Titolo originale Dersu Uzala. Avventura, Ratings: Kids+16, durata 130 min. - URSS, Giappone 1975. - Cineteca di Bologna MYMONETRO Dersu Uzala - Il piccolo uomo delle grandi pianure * * * * - valutazione media: 4,33 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari. Acquista »
   
   
   

Un “poema ecologico” Valutazione 5 stelle su cinque

di Paola Di Giuseppe


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sabato 30 gennaio 2010

Into the Wild nel lontano Ussuri,la taiga in tutte le stagioni e uomini che dentro quegli orizzonti sconfinati trovano sé stessi nell’amicizia e in un rapporto con la natura che è fatto di lotta e convivenza pacifica,di amore e odio,comunque di assoluta vicinanza. La lettura di “Nella jungla di Ussuri” e “Dersu Uzala” di Vladimir Arseniev,con il racconto di viaggi in Siberia all’inizio del secolo e dell’incontro con Dersu Uzala,mongolo della tribù Goldi,guida Kurosawa in questo lungo viaggio in luoghi incontaminati,dove il linguaggio degli alberi e della neve, dei ghiacci e del vento,delle acque vorticose e dei placidi laghi parlano ad un piccolo uomo che sa capire e rispettare,e questo uomo che un’epidemia ha privato di casa,famiglia,tutto,incontra un giorno il piccolo drappello di uomini della città e insegna loro ad essere “buoni omini”,a lasciare i segnali dove la natura li mette,a difendersi senza distruggere,a rispettare i silenzi del vecchio eremita giapponese che sta pensando,e nel pensare vede un giardino pieno di fiori e la donna amata persa tanti anni prima. Maxim Munzuk,direttore del Teatro di Kyzil e Yuri Solomin del Teatro Maly di Mosca, sono scelte perfette per i due ruoli. Il primo è un solitario uomo della taiga,il legame animistico con la natura,proprio della sua cultura,lo rende una preziosa guida alla sopravvivenza per uomini che altrimenti sarebbero persi. Fiuta il vento,parla col fuoco,uccide solo una specie di animali “Se si uccidono tutti gli animali di cosa ci nutriremo?”. Si muove con sicurezza e velocità col suo corpo tarchiato, ulle spalle lo zaino dalle mille risorse, inventa rifugi dove solo la morte potrebbe arrivare con la tormenta,ha una mira infallibile,ma quella tigre uccisa per salvare l’amico Arseniev lo costringe ad una scelta che cambierà la sua vita. In quel gesto Dersu ha dovuto fare i conti con la parte più sacra di sé,riconoscendo l’appartenenza a quel mondo degli uomini con cui ogni panteismo arriva,prima o poi,a scontrarsi. Dersu sente ora che lo spirito della taiga lo sta abbandonando e l’epilogo della storia si colora di struggente senso di sconfitta nell’impatto con la città e le sue leggi insensate. In un mondo dove il predominio è dell’artificio,Dersu è destinato a scomparire. Dopo aver dominato con la sua presenza gli splendidi scenari siberiani,che Kurosawa esplora con sguardo affascinato,registrandone suoni e colori con gioia quasi infantile,Dersu diventa,ora sì,un piccolo uomo senza vita,chiuso in una camera di città “Come possibile omini vivere in scatola?” Lascerà traccia di sé in un telegramma del Comune che annuncia ad Arseniev la sua fine violenta e nel tumulo scavato nel suolo ghiacciato,su cui l’amico pianta il bastone a doppia punta. Tre anni dopo le ruspe avranno fatto sparire anche quello. Arseniev,a cui Solomin dà la giusta dose di intensità dolce e maschia,è l’amico rapito dal fascino di Dersu,a cui si affida ciecamente. Il loro abbraccio,dopo la separazione di cinque anni e il ritrovamento casuale nella taiga,quel suo guardare commosso e partecipe la semplice grandezza dell’amico,parlano di legami a cui l’uomo non può rinunciare,pena l’annullamento di sé,la perdita di quel “canto del mondo” per cui non esistono contropartite. Un “poema ecologico”nell’infuriare di un decennio dove tutto doveva essere “politico”,un “imperatore” che a 65 anni deve cercare co-produzioni all’estero per poter lavorare e debuttare di nuovo come un giovane.C’è di che meditare.

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lucaguar sabato 14 febbraio 2015
sono d'accordo, grandissimo film
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sono pienamente d'accordo con te, Kurosawa sforna l'ennesimo capolavoro, attraverso la sua unica capacità di esprimere con estrema sobrietà e semplicità una ricerca umana di una profondità formidabile e di presentarci una meravigliosa ricerca sul rapporto uomo- natura senza ipocrisie e buonismi ma con pura e vera sincerità

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