bartleby corinzio
|
lunedì 6 agosto 2012
|
l'incapacità di trovare uno spazio sociale
|
|
|
|
In una vecchia intervista -datata 1969- Polanski afferma che Cul de Sac è il suo film migliore, dal punto di vista cinematografico. "Se fossi alla ricerca del cinema come Beckett è alla ricerca del teatro, non farei che film come Cul de Sac. Sfortunatamente o forse per fortuna, amo la vita e amo divertirmi, amo fare film." "In Cul de Sac c'è una cosa necessaria, ed è quella marea che isola il posto"; una linea narrativa del cinema di Polanski, la separazione dal mondo. Personaggi minacciati dal sociale, auto-esilatosi per difesa, per scelta, per fatalità. E probabilmente fin troppo facile trovar le radici di questo in un regista isolato-esiliato per eccellenza, fin da subito. Nel 1942, Polanski aveva nove anni e a Varsavia si è visto costruire intorno un muro eretto dai tedeschi per creare il quartiere dei deportati.
[+]
In una vecchia intervista -datata 1969- Polanski afferma che Cul de Sac è il suo film migliore, dal punto di vista cinematografico. "Se fossi alla ricerca del cinema come Beckett è alla ricerca del teatro, non farei che film come Cul de Sac. Sfortunatamente o forse per fortuna, amo la vita e amo divertirmi, amo fare film." "In Cul de Sac c'è una cosa necessaria, ed è quella marea che isola il posto"; una linea narrativa del cinema di Polanski, la separazione dal mondo. Personaggi minacciati dal sociale, auto-esilatosi per difesa, per scelta, per fatalità. E probabilmente fin troppo facile trovar le radici di questo in un regista isolato-esiliato per eccellenza, fin da subito. Nel 1942, Polanski aveva nove anni e a Varsavia si è visto costruire intorno un muro eretto dai tedeschi per creare il quartiere dei deportati. Il Polanski che vede una donna anziana cadere colpita alla schiena da un ufficiale tedesco, il Polanski bambino che corre verso un portone e si nasconde sotto una scala. Il Polanski che per la passione dei francobolli rischia la vita uscendo dal ghetto per andarseli a comprare. Il nomade Polanski che poi si sposterà a Parigi, ad Amsterdam, a Londra, ad Hollywood.
Cul de Sac inizia con una fuga, due gangster feriti dopo un colpo finito male trovano rifugio in un vecchio castello. L'uomo più rude e corpulento prende in ostaggio la coppia che del castello ne ha fatto una residenza ma seppur in modo nettamente differente nessuna delle due vittime vuol fare da vittima. Il grottesco prende forma, "la comicità non offre scampo dalle situazioni". La marea sale ed è il gruppo in toto ad esser ora ostaggio degli eventi. Una assurda forma di convivenza dove i ruoli mutano precipitosamente e dove, ad un certo punto, l'alcol fa da collante tragico; tragico nel senso di edace palliativo di una esistenza che soffre di sé stessa. La marea accentua e struttura in modo architettonico l'irrimediabile solitudine, la problematicità dell'io e la condanna della reclusione dal mondo altro. Lo stadio estatico kierkegardiano si scioglie nella perpetua insoddisfazione made in Schopenhauer ma con schegge di irrisoria ferocia beffarda e grottesca. La misoginia di Polanski... Curiosa forma di misoginia perché regala personaggi femminili superbi, sensuali, ribelli. Qui c'è una straordinaria Francoise Dorlèac (sorella di Catherine Deneuve morta a causa di un incidente automobilistico nel 1967), si lancia in acqua nuda mentre i due uomini ubriachi sparano al cielo (i superbi Donald Pleasence e Lionel Stander), ridicolizza il gangster, manovra il compagno, gioca.
Il castello di Northumberland, in chiave allegorica è l'isolamento desiderato e combattuto, è il grottesco che abbraccia il dramma, l'incapacità di trovare uno spazio sociale. Ad un certo punto del film compaiono soggetti esterni ma è un esterno ancora più pericoloso della visita indesiderata dei gangster: è il mondo "normale".
[-]
|
|
[+] lascia un commento a bartleby corinzio »
[ - ] lascia un commento a bartleby corinzio »
|
|
d'accordo? |
|
marce84
|
giovedì 28 ottobre 2010
|
il "castello" nell'acqua
|
|
|
|
E’ un film sull’attesa, sul tempo, sull’impossibilità di dominarlo o manipolarlo. Ancora una volta il luogo è acquatico come ne “Il coltello nell’acqua” e mutevole come “Repulsion”, ed ancora una volta si mostra una non azione lunga 24 ore. Il film svuota tutte le caratteristiche delle storie di gangster: non ci sono, infatti, rapine, inseguimenti, tutto è già successo. Quello che interessa a Polanski è ancora una volta analizzare i rapporti umani in uno spazio angusto, claustrofobico, dove l’introduzione di un terzo, per lo più sconosciuto, fa saltare la tensione e fa esplodere i confitti latenti nella coppia.
[+]
E’ un film sull’attesa, sul tempo, sull’impossibilità di dominarlo o manipolarlo. Ancora una volta il luogo è acquatico come ne “Il coltello nell’acqua” e mutevole come “Repulsion”, ed ancora una volta si mostra una non azione lunga 24 ore. Il film svuota tutte le caratteristiche delle storie di gangster: non ci sono, infatti, rapine, inseguimenti, tutto è già successo. Quello che interessa a Polanski è ancora una volta analizzare i rapporti umani in uno spazio angusto, claustrofobico, dove l’introduzione di un terzo, per lo più sconosciuto, fa saltare la tensione e fa esplodere i confitti latenti nella coppia. In questa tematica, Cul de sac è molto simile a Il coltello nell’acqua, anche se qui la posizione dominante ( là era il capofamiglia Andrea ) spetta al burbero gangster Dicky. Inoltre, la posta in gioco non è di carattere erotico, non è la donna, Teresa, l’oggetto del desiderio dello “sconosciuto”: Dicky infatti vuole solo andarsene, aspetta l’arrivo del capo, attesa peraltro vana. Nonostante questo, la componente sessuale è sempre presente e allusa, tant’è che è chiaro che la donna tradisca spesso e volentieri il marito ( prima col ragazzo, il figlio dei primi ospiti e poi con il signore con cui flirta durante la seconda visita ), così come è evidente che la vivacità di Teresa faccia risaltare l’impotenza di George, letteralmente subordinato alla donna e al gangster. Non è un caso che sarà proprio il debole, il “sottomesso” a vendicarsi e a concludere in modo tragico la vicenda: in questo, ma forse solo in questo George è simile all’autostoppista del primo film. Per George si tratta di una storia di regressione, di incapacità a diventare uomo ( si veda l’aquilone della prima scena e la posizione fetale sullo scoglio dell’ultima ). Molti aspetti, soprattutto l’incipit, ricordano il cortometraggio I mammiferi: coppia assortita, campo lungo, privo di presenza dell’uomo, due personaggi e un mezzo di trasporto ( lì la slitta, qui l’auto ) e i rapporti di forza che si instaurano tra i due. Evidente la componente surrealista, fatta di nuvole finte, polli dappertutto, presenza esagerata di uova, mancanza di cibo ed abbondanza di alcolici, che ne fanno un film grottesco. Punto di forza del film è la sceneggiatura, culmine della collaborazione tra Polanski e l’amico Brach: esilaranti i dialoghi tra Dicky e George quando parlano delle pene d’amore da ubriachi oppure quando Dicky è al telefono con la centralinista e non viene costantemente compreso. Si ripresenta il tema della follia: George come Carol in Repulsion ( peraltro il personaggio di Teresa è interpretato dalla sorella di Caterine Deneuve, già Carol, che purtroppo perirà in un incidente l’anno successivo al film ). Orso d’oro a Berlino nel 1966, un esercizio di stile che diverte lo spettatore ed in certi punti è esilarante.
VOTO 6+
[-]
|
|
[+] lascia un commento a marce84 »
[ - ] lascia un commento a marce84 »
|
|
d'accordo? |
|
fedeleto
|
mercoledì 18 maggio 2011
|
alta marea,alto polanski
|
|
|
|
Dopo il capolavoro di REPULSION,polanski dirige una storia senza dubbio incredibile e grottesca ispirandosi a beckett e ionesco.Due gangster ,perduti in una sorta di deserto,troveranno un castello del 1100 dove vivono marito e moglie sposati da poco(il marito una sorta di impotente,e la moglie ninfomane),sosteranno li peccato che uno dei gangster morira quasi subito per i postumi di un colpo di arma da fuoco,e l'altro si ritrovera' ad aspettare che lo vengano a prendere gli uomini del boss,passando un bel po' di tempo con questi due bizzarri personaggi,peccato che non tutto andra' come previsto,e tra la pazzia e l'inaspettato si concludera' questo ambiguo gioco.Paesaggio surreale,dove la marea risucchia quasi tutto il controno del castello,sembra un mondo a parte,e le condizioni delle persone sono pretesti per creare ambiguita',non manca di ironia (la scena in cui dick il gangster si ritrova a fingere di essere maggiordomo)e suspence(ottima l'inquadratura in cui il bambino prende il fucile),cio' nonostante non regge il confronto con repulsion ,ma decisamente crea un'atmosfera lunatica e fuori da ogni film di polanski,indubbiamente una delle migliori pellicole girate dal regista.
|
|
[+] lascia un commento a fedeleto »
[ - ] lascia un commento a fedeleto »
|
|
d'accordo? |
|
tarantinofan96
|
giovedì 9 luglio 2015
|
cul-de-sac
|
|
|
|
l terzo film di Polanski è una commedia grottesca che gioca sul rapporto tra i personaggi alterandone la stabilità fino a farla vacillare, in un escalation di follia e assurdità che culmina inevitabilmente nella violenza. Polanski torna ad ambientare la sua storia in un luogo ristretto come nei suoi precedenti film e realizza un film interpretato magnificamente dai tre attori protagonisti e girato, come al solito, perfettamente.
[+]
l terzo film di Polanski è una commedia grottesca che gioca sul rapporto tra i personaggi alterandone la stabilità fino a farla vacillare, in un escalation di follia e assurdità che culmina inevitabilmente nella violenza. Polanski torna ad ambientare la sua storia in un luogo ristretto come nei suoi precedenti film e realizza un film interpretato magnificamente dai tre attori protagonisti e girato, come al solito, perfettamente.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a tarantinofan96 »
[ - ] lascia un commento a tarantinofan96 »
|
|
d'accordo? |
|
ipno74
|
giovedì 3 marzo 2011
|
un finale impazzito
|
|
|
|
Questo secondo film di Polansky che vedo è stao particolare in quanto, la storia è l'icontro di due banditi, che dopo aver fallito la loro missione, fuggono feriti.
Donald pleasence(dick) trova uncastello, dove trova i proprietari e li tiene in ostaggio.
La ceratteristica di questo film è stato il ritmo quasi comico che si instaura tra il rapinatore e gli ostaggi.
Inizia come un thriller, prosugue come una commedia e finisce come un film drammatico.
Polansky mette ancora una volta in mostra una donna forte ma straordinariamente sensuale.
La colonna sonora ha un che di stridulo come i personaggi della storia, ognuno in bilico sulle preprie convinzioni.
[+]
Questo secondo film di Polansky che vedo è stao particolare in quanto, la storia è l'icontro di due banditi, che dopo aver fallito la loro missione, fuggono feriti.
Donald pleasence(dick) trova uncastello, dove trova i proprietari e li tiene in ostaggio.
La ceratteristica di questo film è stato il ritmo quasi comico che si instaura tra il rapinatore e gli ostaggi.
Inizia come un thriller, prosugue come una commedia e finisce come un film drammatico.
Polansky mette ancora una volta in mostra una donna forte ma straordinariamente sensuale.
La colonna sonora ha un che di stridulo come i personaggi della storia, ognuno in bilico sulle preprie convinzioni.
Il personaggio finale sconosciuto sembra il disturbatore del film, in quanto sembra stonare perchè è l'unico a rappresentare l'equilibrio della mente in un luogo dove non c'è più sanità mentale, ma pura follia.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a ipno74 »
[ - ] lascia un commento a ipno74 »
|
|
d'accordo? |
|
|