Anno | 1964 |
Genere | Epico |
Produzione | Italia |
Durata | 85 minuti |
Regia di | Alvaro Mancori |
Attori | Dan Vadis, Spela Rozin, Olga Solbelli, Carla Calò, Maria Fiore, Ken Clark Rosemarie Lindt, Howard Ross. |
MYmonetro | 2,43 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 23 febbraio 2017
Per poter sposare la fanciulla dei suoi sogni, Ercole deve superare alcune prove: uccidere un drago, sbaragliare un'intera popolazione, vendicare il padre della promessa sposa eliminato dai nemici.
CONSIGLIATO NÌ
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Ercole, vagando per i boschi, incontra e si innamora, ricambiato, della giovane Teica che salva dalle fauci di un leone. La fanciulla è figlia di un re locale che viene deportato insieme al suo popolo mentre il possente eroe è impegnato nell'impresa di uccidere un drago il cui dente più piccolo ha poteri magici. Ora Ercole deve liberare Teica cercando di sfuggire all'esercito dei temibili Demios guidati da una regina crudele il cui primo ministro ha una figlia avida di potere.
Alvato Manconi, dopo un rodaggio con due film dedicati a Maciste, affronta il personaggio di Ercole collocandosi al dodicesimo posto (in ordine di tempo) nella filmografia italiana dedicata all'Eracle greco divenuto Hercules nella cultura romana. Lo fa rispettando i canoni del peplum ma anche rivelando la propria incancellabile passione per la commedia e la comicità in genere. Infatti non riesce ad esimersi dall'inserire un personaggio che diventa, nonostante la propria goffaggine, il braccio destro del muscoloso protagonista.
Erede in minore del teatro popolare della commedia dell'arte costui è costantemente affamato (divora polli arrosto anche nelle situazioni di maggiore pericolosità) ma sa anche travestirsi al momento giusto e depistare gli avversari. Per il resto Dan Vadis (che dopo un altro Ercole e due film nei panni del gladiatore Roccia si riciclerà nello spaghetti western) ha la faccia inespressiva al punto giusto ed affronta leoni, draghi ed elefanti riuscendo sempre a sconfiggerli.
Con le donne ha qualche difficoltà in più ma anche in quel campo riesce alla fine a trionfare. I titoli di testa, con il vagare della macchina da presa tra gli alberi di un boschetto, potrebbero entrare di diritto nella top ten dei più inconcludenti della storia del cinema.