Come sposare una figlia |
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Un film di Vincente Minnelli.
Con Rex Harrison, Kay Kendall, Sandra Dee, John Saxon, Angela Lansbury.
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Titolo originale The Reluctant Debutante.
Commedia,
durata 94 min.
- USA 1958.
MYMONETRO
Come sposare una figlia
valutazione media:
3,28
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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kay kendall mattatrice e motore della commediadi giorgioFeedback: 0 |
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giovedì 1 gennaio 2009 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il film brilla per ritmo, vivacità di recitazione, sapiente dosaggio dei tempi e dei contrappunti comici, sapiente intreccio dei caratteri e delle situazioni. Io trovo che la vera mattatrice del film sia la splendida Key Kendall, che con la sua prorompente personalità femminile (mista di narcisismo, generosità ed esibizionismo femminile) determina il corso degli avvenimenti fino ad 'incartarsi' in essi in maniera esilarante: prima vuole che la figliastra sia ammirata, poi si confonde con i 'cavalieri', poi punta su David Fenner (che la figliastra odia), poi rimpiange di 'aver lasciato compromettersi la ragazza" con un presunto 'avventuriero' salvo poi ricredersi quando questo si scopre duca. In questo, c'è un'evidente parodia delle donne, colte in alcune tipiche frenesie. Questo intento parodistico, a mio parere, "di carattere" prevale su una supposta satira-critica del 'bel mondo' inglese, colto, a mio parere, con pennellature molto consuete e convenzionali: come è stato giustamente notato in questo 'forum', gli stessi ruoli della Lansbury ... sono ruoli molto stereotipi e convenzionali, molto scoloriti rispetto alla prorompente vitalità della Kendall. Non credo, quindi, che la commedia possa ascriversi al genere "satira" (dove la parodia investe persone e ambienti determinati o facilmente individuabili, a mò di invettiva diretta o quasi!); mi pare trattarsi, invece, di commedia di caratteri, in cui la parodia consiste nel 'mettere alla berlina' un carattere (quello di Key Kendall) portandolo alle conseguenze estreme (un pò come "l'avaro" di Molière). La commedia del resto ha un intreccio perfettamente ricalcato sul modello di commedia codificato da Propp e dai successori: desiderio di ragazzi-opposizione degli adulti-rimozione dell'ostacolo per un evento favorevole sopravvenuto-realizzazione del desiderio (il matrimonio). L'unica breccia di satira e di amaro io la rinvengo nel finale. Un ombra aleggia su David Parsone (John Saxon), quella di 'avventuriero' e di 'sciupafemmine'. Ora, in una commedia classica, sarebbe intervenuto un testimone degno di fede a denunciare la calunnia e a testimoniare dell'onestà del personaggio. Invece, nulla di tutto questo, salvo che è il medesimo personaggio (David Parsons) a rigettare le accuse. Mentre noi rimaniamo sull'incertezza sulle serie intenzioni amorose del personaggio, improvvisamente ogni opposizione (giustificata) dei genitori di Jane cade quando apprendono che David Parsons è il "Duca di Portoreal": proprio uno dei nobili di cui venivano auspicate le nozze. Certo, nel finale, la debuttante Jane segna un successo, la matrigna ha raggiunto lo scopo di non fare della figliastra una "fuori casta": ma sull'onestà delle intenzioni del promesso sposo resta un'ombra che non viene dissipata. Nel complesso, un film spumeggiante e molto gradevole.
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