sabrina
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martedì 18 aprile 2006
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un piacevole carillon
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La sapiente regia di Minnelli e la bravura di un cast più che azzeccato rendono godibile questa commedia, che di per sé non avrebbe i numeri per catturare il cuore dello spettatore. Rex Harrison gigioneggia e Kay Kendall svolazza, danzando sulle note di una sceneggiatura leggera e dinamica. I personaggi, pur riconoscibili come "caratteri" (Angela Lansbury la snob, Sandra Dee la brava figlia di papà, John Saxon il macho dal cuore puro, e così via...), estrapolati dal contesto non starebbero mai in piedi da soli, ma nel complesso il bello di questo film è proprio questo. Nel novero delle commedie "anni 50", leggere e spensierate, questa si distingue per non avere morali da insegnare, né messaggi nascosti tra le pieghe della sceneggiatura, e per adattarsi perfettamente al desiderio di entertainment.
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La sapiente regia di Minnelli e la bravura di un cast più che azzeccato rendono godibile questa commedia, che di per sé non avrebbe i numeri per catturare il cuore dello spettatore. Rex Harrison gigioneggia e Kay Kendall svolazza, danzando sulle note di una sceneggiatura leggera e dinamica. I personaggi, pur riconoscibili come "caratteri" (Angela Lansbury la snob, Sandra Dee la brava figlia di papà, John Saxon il macho dal cuore puro, e così via...), estrapolati dal contesto non starebbero mai in piedi da soli, ma nel complesso il bello di questo film è proprio questo. Nel novero delle commedie "anni 50", leggere e spensierate, questa si distingue per non avere morali da insegnare, né messaggi nascosti tra le pieghe della sceneggiatura, e per adattarsi perfettamente al desiderio di entertainment. La differenza tra questa commedia ed altre (di tutti i tempi) sta nel fatto che un qualunque banale canovaccio, se ben recitato e ben diretto, diventa un piacevole ricordo e non solo il passatempo di un'ora.
Volutamente in antitesi con i film "duri" dell'epoca (Gioventù bruciata del 1955, Fronte del porto del 1954, La gatta sul tetto che scotta del 1958, Scandalo al sole - sempre con Sandra Dee - del 1959, tanto per citarne alcuni), "The reluctant debutante" è pura favola, ben costruita, con attori che, forti del loro talento e della musicale regia di Minnelli, si muovono come in un carillon, per dare un minuto di respiro a un paese in piena crisi sociale ed emotiva.
E lo fa con grazia.
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(di giògiò)
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darkglobe
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lunedì 6 ottobre 2014
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fra le più divertenti commedie di minnelli
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Come sposare una figlia è probabilmente una fra le più divertenti commedie di Vincente Minnelli, tratta da un lavoro di William Douglas.
Protagonisti sono Sir Jimmy (Rex Harrison), reduce da un precedente matrimonio americano, e Sheila Broadbent (Kay Kendall). I due ricevono a Londra Jane (Sandra Dee), la figlia diciassettenne del primo, giunta per far visita al padre e alla sua nuova consorte. Sheila ha purtroppo l’idea di far debuttare Jane nell’alta società londinese, ma quest’ultima, snobbando il noiosissimo e ricco David Fenner (Peter Myers) che le viene insistentemente proposto, ha piuttosto adocchiato David Parkson (John Saxon), giovane americano, donnaiolo di fama, per di più batterista d’orchestra, che la ricambia; ma questa coppia è vista con orrore da Sheila, continuamente trafelata a tampinare la figliastra per far sì che possa finire in mani migliori.
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Come sposare una figlia è probabilmente una fra le più divertenti commedie di Vincente Minnelli, tratta da un lavoro di William Douglas.
Protagonisti sono Sir Jimmy (Rex Harrison), reduce da un precedente matrimonio americano, e Sheila Broadbent (Kay Kendall). I due ricevono a Londra Jane (Sandra Dee), la figlia diciassettenne del primo, giunta per far visita al padre e alla sua nuova consorte. Sheila ha purtroppo l’idea di far debuttare Jane nell’alta società londinese, ma quest’ultima, snobbando il noiosissimo e ricco David Fenner (Peter Myers) che le viene insistentemente proposto, ha piuttosto adocchiato David Parkson (John Saxon), giovane americano, donnaiolo di fama, per di più batterista d’orchestra, che la ricambia; ma questa coppia è vista con orrore da Sheila, continuamente trafelata a tampinare la figliastra per far sì che possa finire in mani migliori. Con la complicità di Jimmy, costantemente in bilico tra i doveri dell’aristocrazia londinese e la sua umanità paterna, e grazie ad un prozio del batterista da poco deceduto, che ha lasciato al giovane una copiosa eredità ed un titolo nobiliare, tutto si risolve a sorpresa per il meglio.
Il film è un gioiellino di comicità, condotto con il classico gusto e le scenografie glamour propri del miglior Minnelli. Difficile capacitarsi di come da una trama tutto sommato esile ne esca fuori un film così gradevole e divertente, privo di qualsiasi sbavatura o trovata fuori tono.
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giorgio
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giovedì 1 gennaio 2009
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kay kendall mattatrice e motore della commedia
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Il film brilla per ritmo, vivacità di recitazione, sapiente dosaggio dei tempi e dei contrappunti comici, sapiente intreccio dei caratteri e delle situazioni.
Io trovo che la vera mattatrice del film sia la splendida Key Kendall, che con la sua prorompente personalità femminile (mista di narcisismo, generosità ed esibizionismo femminile) determina il corso degli avvenimenti fino ad 'incartarsi' in essi in maniera esilarante: prima vuole che la figliastra sia ammirata, poi si confonde con i 'cavalieri', poi punta su David Fenner (che la figliastra odia), poi rimpiange di 'aver lasciato compromettersi la ragazza" con un presunto 'avventuriero' salvo poi ricredersi quando questo si scopre duca.
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Il film brilla per ritmo, vivacità di recitazione, sapiente dosaggio dei tempi e dei contrappunti comici, sapiente intreccio dei caratteri e delle situazioni.
Io trovo che la vera mattatrice del film sia la splendida Key Kendall, che con la sua prorompente personalità femminile (mista di narcisismo, generosità ed esibizionismo femminile) determina il corso degli avvenimenti fino ad 'incartarsi' in essi in maniera esilarante: prima vuole che la figliastra sia ammirata, poi si confonde con i 'cavalieri', poi punta su David Fenner (che la figliastra odia), poi rimpiange di 'aver lasciato compromettersi la ragazza" con un presunto 'avventuriero' salvo poi ricredersi quando questo si scopre duca. In questo, c'è un'evidente parodia delle donne, colte in alcune tipiche frenesie. Questo intento parodistico, a mio parere, "di carattere" prevale su una supposta satira-critica del 'bel mondo' inglese, colto, a mio parere, con pennellature molto consuete e convenzionali: come è stato giustamente notato in questo 'forum', gli stessi ruoli della Lansbury ... sono ruoli molto stereotipi e convenzionali, molto scoloriti rispetto alla prorompente vitalità della Kendall. Non credo, quindi, che la commedia possa ascriversi al genere "satira" (dove la parodia investe persone e ambienti determinati o facilmente individuabili, a mò di invettiva diretta o quasi!); mi pare trattarsi, invece, di commedia di caratteri, in cui la parodia consiste nel 'mettere alla berlina' un carattere (quello di Key Kendall) portandolo alle conseguenze estreme (un pò come "l'avaro" di Molière).
La commedia del resto ha un intreccio perfettamente ricalcato sul modello di commedia codificato da Propp e dai successori: desiderio di ragazzi-opposizione degli adulti-rimozione dell'ostacolo per un evento favorevole sopravvenuto-realizzazione del desiderio (il matrimonio).
L'unica breccia di satira e di amaro io la rinvengo nel finale. Un ombra aleggia su David Parsone (John Saxon), quella di 'avventuriero' e di 'sciupafemmine'. Ora, in una commedia classica, sarebbe intervenuto un testimone degno di fede a denunciare la calunnia e a testimoniare dell'onestà del personaggio. Invece, nulla di tutto questo, salvo che è il medesimo personaggio (David Parsons) a rigettare le accuse. Mentre noi rimaniamo sull'incertezza sulle serie intenzioni amorose del personaggio, improvvisamente ogni opposizione (giustificata) dei genitori di Jane cade quando apprendono che David Parsons è il "Duca di Portoreal": proprio uno dei nobili di cui venivano auspicate le nozze. Certo, nel finale, la debuttante Jane segna un successo, la matrigna ha raggiunto lo scopo di non fare della figliastra una "fuori casta": ma sull'onestà delle intenzioni del promesso sposo resta un'ombra che non viene dissipata.
Nel complesso, un film spumeggiante e molto gradevole.
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