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Il western è stato per lungo tempo il genere cinematografico più utilizzato a Hollywood. Lo scenario del selvaggio West con le sue piccole città in espansione, i fortini militari, le diligenze, le tribù indiane, i pionieri, i banditi, gli allevatori, gli sceriffi, i soldati, i cercatori d’oro ecc. ha costituito una miniera quasi inesauribile di idee da cui prendere spunto per scrivere ed intrecciare storie avventurose aventi in comune gli elementi caratterizzanti sopra descritti. La cinematografia americana di questo fortunato genere è perciò estremamente corposa, soprattutto nel periodo del cinema western classico (anni ’40, ’50 e ’60); in questo corposo insieme di pellicole, accanto a capolavori memorabili si trovano onesti film di intrattenimento che sono capaci di regala re un’ora e mezzo di buono svago.
A tale ultima categoria appartiene questa pellicola diretta dal modesto Jesse Hibbs, regista che non ha certo lasciato un’impronta importante della storia del cinema.
Come si diceva il film che non è certo indimenticabile, propone comunque una buona trama abbastanza intricata, qualche colpo di scena ed una bella scazzottata finale.
Di poco ordinario c’è il ruolo della protagonista femminile, interpretata da Anne Baxter, a cui viene lasciato più spazio di quanto solitamente accade in pellicole come questa, dove viceversa la parte sentimentale che coinvolge il personaggio femminile di punta, talvolta è addirittura un intralcio allo sviluppo armonico della storia.
Oltre alla Baxter, che se la cava egregiamente in una parte sicuramente di donna disinvolta e risoluta che è sicuramente nelle sue corde (personalmente la ricordo in un ruolo molto simile in “Cimarron” di Anthony Mann), ci sono Jeff Chandler nella parte del protagonista e Rory Calhoun nella parte del cattivo.
Si ricordano anche in ruoli di rilievo Barbara Britton, John McIntire e Carl Benton Reid.
La pellicola che non ha velleità ulteriori rispetto a quella di offrire un piacevole intrattenimento, risulta scorrevole e centra l’obiettivo, anche grazie alla durata contenuta, che soprattutto in film di questo tipo, è una scelta a cui è doveroso attenersi per scongiurare il pericolo di annoiare il pubblico.
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