Anno | 1942 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Italia |
Durata | 83 minuti |
Regia di | Ivo Illuminati |
Attori | Mariella Lotti, Leonardo Cortese, Osvaldo Valenti, Mario Ferrari, Germana Paolieri, Giovanni Grasso Giorgio Costantini. |
MYmonetro | 2,38 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
|
Ultimo aggiornamento venerdì 29 luglio 2011
A cercare di bloccare i lavori per il traforo del San Gottardo non sono solo i vetturali che ne sarebbero danneggiati ma anche ingegneri rivali. Nel mezzo due amanti.
CONSIGLIATO NÌ
|
Stabilito l'inizio dei lavori per il traforo del San Gottardo, i vetturali (che fino a quel momento erano stati gli unici trasportatori della zona) si sentono minacciati dalla modernità e cominciano una guerra che si riversa sulla storia d'amore tra la figlia di uno di loro e uno degli ingegneri incaricati dei lavori. Ma non basta. Ad avversare la grande opera c'è anche un ingegnere rivale che ha intenzione di trafugare e modificare i piani di costruzione in modo da causare un incidente.
Opera creduta persa, poi ritrovata e restaurata dalla Fondazione Cineteca Italiana, e infine presentata al Festival di Venezia, Il vetturale del san Gottardo si distingue più per l'importanza storica della sua produzione che per i suoi valori filmici. All'epoca il progetto sia nella trama che nella collaborazione tra Italia e Svizzera, simboleggiava infatti l'intezione di aprirsi all'Europa. Ma nemmeno i contemporanei l'amarono: "Dura, folta e compatta [...] partiva dal labbro superiore e copriva tutto il collo in una gravità impenetrabile. Ecco: la cosa più bella di questo film [...] è la barba di Mario Ferrari" scriveva Calcagno nel 1942 su "Film".
Il regista Ivo Illuminati fu uno dei pionieri del muto, caduto in disgrazia durante il ventennio e riemerso proprio per girare questo suo ultimo film (per il quale comunque il Minculpop volle affiancargli un altro regista, tedesco). Tuttavia come testamento professionale purtroppo Il vetturale del San Gottardo non è granchè, la trama frivola e consueta non appare rischiarata da alcun guizzo e anche la fattura è inficiata da diverse leggerezze (durante una dissolvenza incrociata si intravede il ciak!). Con qualche ispirazione di carattere francese nella composizione dell'immagine che guarda (da lontano proprio) a Renoir e Bequer, e un gusto stilizzato per l'uso di costumi e delle ambientazioni, che più che guardare al realismo (che stava uscendo dalla porta francese per rientrare dalla finestra italiana) si ispira alla pulizia dell'opera e del teatro, Illuminati gira una favola propagandistica innocua e forse anche poco efficace, dove i conflitti tra tradizione e modernità, mutamento e progresso, sono risolti dalla nascita di un bambino.
La storia del traforo del San Gottardo, a cui si intreccia una vicenda d'amore.