Sheep's Clothing

1992. Sette amici, quattro uomini e tre donne, scrivono delle lettere indirizzate a se stessi, le sotterrano nella tenuta di campagna di una di loro, decidendo di rileggerle, ancora tutti insieme, solo dieci anni dopo. In quello stesso giorno, il più carismatico di loro, aspirante scrittore, muore in un incidente stradale. 2002. Nella stessa villa immersa nel verde, ormai adulti, si incontrano per fare fede alla propria promessa, ma c'è chi nasconde un segreto.
Non è difficile capire quale sia il modello di riferimento di questa pellicola brasiliana: sembra quasi che nessuna sceneggiatura con al centro il tema della rimpatriata tra vecchi amici possa fare a meno di citare, espandere, piegare la struttura di Il grande freddo di Lawrence Kasdan. E questo film diretto da Paulo e Pedro Morelli non fa certo eccezione. Sebbene introdotto da una sequenza, assai suggestiva, dei protagonisti fotografati nei loro vent'anni, infatti, il racconto inizia proprio dall'arrivo dei protagonisti nella villa di campagna che è stata teatro di spensierate giornate come del tragico incidente in cui uno di loro ha perso la vita. Ancora la morte di un amico come collante, l'idealizzazione di chi non c'è più e le frustrazioni, conseguenza diretta del tempo che passa, come meccanismo propulsore dell'andamento narrativo. Cene e momenti di relax, passioni improvvisamente riaccese e l'immancabile sequenza in cui una canzone dei bei tempi andati riecheggia, suscitando contrastanti reazioni. Oltre a tutto quello che ci si aspetta da un storia, difficile negarlo, afferente adun vero e proprio sottogenere, Entre Nós - Sheep's Clothing offre qualcosa in più, in quanto sceglie di discostarsi dal già visto, sviluppando una parallela trama legata alla vera natura di uno degli invitati, con toni cangianti dal dramma al thriller (è il caso di un momento della resa dei conti).
Omogeneo e, inevitabilmente, piacevole tanto per l'argomentazione in sé quanto per le prove di un'affiatata squadra di interpreti, è un lavoro che tuttavia si dimostra poco capace di sfruttare, in maniera originale, le potenzialità del suo soggetto. Del resto, siamo ancora alle prese con una donna in cerca di un figlio e di un'altra che non vuole proprio saperne della famiglia, con chi vive la propria vita nella frustrazione e con chi non si merita quello che ha. Il regista di City of Men, stretto collaboratore di Fernando Meirelles, col quale ha fondato la 02 Filmes, qui produttrice, dirige con scioltezza e competenza, indovinando la giusta intensità drammatica in più di qualche sequenza. 