| Titolo internazionale | Another Life |
| Anno | 2013 |
| Genere | Commedia |
| Produzione | Francia |
| Durata | 95 minuti |
| Regia di | Emmanuel Mouret |
| Attori | Virginie Ledoyen, Joey Starr, Jasmine Trinca, Stéphane Freiss, Ariane Ascaride Thibault Vinçon, Bernard Verley, Nicole Lorant, Martine Bance, Clément Rousset, Antoine de la Roche de Bransat, Monique Letitre, Nicolas Tronc. |
| MYmonetro | 2,75 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 13 agosto 2013
Dopo il grande successo della commedia Solo un bacio per favore, Mouret torna alla regia avvalendosi nuovamente della presenza di Virginie Ledoyen.
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CONSIGLIATO SÌ
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Aurore è una promessa della musica, avviata ad una carriera di successo. Alla fine di un estenuante concerto viene meno per un malore e inizia un lungo periodo di pausa dal suo strumento, in cerca d'ispirazione. Trasferitasi in una villa isolata, l'artista incontra Jean, un elettricista che installa allarmi. Nonostante le loro differenze, tra i due nasce una passione che li porterà a progettare un nuovo futuro insieme. Ma Jean è legato dall'infanzia a Dolorès che è disposta a tutto per non perderlo.
Nonostante la trama, con l'incontro tra due personaggi culturalmente e socialmente così distanti, lasci intendere e sperare in un film dai risvolti umoristici, Une autre vie è una sorta di noir, con atmosfere autunnali e decadenti e una Jasmine Trinca svenevole e noiosamente abbigliata in tonalità pastello, nella sua villa ritagliata dal frastuono del mondo. La donna sembra svuotata, senza più un motivo per coltivare il proprio talento, senza più 'corrente' per proseguire la sua carriera concertistica. Ma il fluido elettrico arriverà proprio grazie ad un impianto d'allarme e un prestante elettricista mulatto, con un galeotto pasto frugale in cui lui scarterà un misero toast (che ribisserà con successo il giorno seguente) fino ad un primo bacio magistrale con lei inguainata di spalle tra le sue braccia e lui che rovista le sue chiome nella cornice di un mare di settembre. Questo basta a creare un cortocircuito fatale.
Aurore sembra non volere altro dalla vita e Jean si fa sorprendere dalla compagna Dolores (visino che ricorda Natalie Portman, bolerino di pelle attillato e chioma sciantosa) ad ascoltare il concerto per pianoforte K 467 in do maggiore di Mozart. Altro che cavi elettrici e impianti d'allarme. Il fratello di Aurore si dispera in continue irruzioni preoccupato che sfumino gli introiti economici di una carriera concertistica, interrogando la nuova fiamma della sorella su eventuali intenzioni a cercare nuovi clienti, nuovi mercati, espandersi e far soldi ma non riceve che una spiazzante dichiarazione di passione per i volatili.
Le scene tra Jasmine Trinca e Joey Starr vengono gonfiate da una musica romantica che sembra l'edulcorazione commerciale della terza sinfonia di Brahms. Eppure i primi cinquanta minuti promettevano un benemerito film erotico-decadente, con le sue folate settembrine, lo scavallare tra i rami della tenuta e la risacca del meriggio. Ma la bramosìa narrativa di Emmanuel Mouret, a metà trama, va a decomporsi sul peggior ricettario dei romanzi rosa, infarcito di eterni addii ed eterni ritorni, duelli verbali sul calcolo delle probabilità di chi riavrà per prima il nerboruto amante, con pietismi biechi e svelenimenti scontati che avrebbero annoiato una casalinga ottocentesca. Ad aggravare l'atmosfera soporifera si aggiunge un medico che invece di somministrare farmaci alla sua sventurata paziente, si intromette nel taglia e cuci delle due donne che si inerpicano in una storia ormai insipida, melliflua e claudicante.