Anno | 2014 |
Genere | Drammatico, Thriller |
Produzione | USA |
Regia di | Adam Bernstein |
Attori | Billy Bob Thornton, Colin Hanks, Bob Odenkirk, Glenn Howerton, Kate Walsh Joey King, Rachel Blanchard, Keegan-Michael Key, Jordan Peele, Michael Hogan, Bruce Campbell, David Thewlis, Mary Elizabeth Winstead, Ewan McGregor, Carrie Coon, Chris Rock, Glynn Turman, Ben Whishaw, Jessie Buckley. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 13 novembre 2023
La serie che ha marcato a fuoco il genere del crime televisivo importando l'eleganza narrativa e il cinico splendore dei noir dei fratelli Coen. La serie ha ottenuto 4 candidature e vinto un premio ai Golden Globes, 3 candidature a Satellite Awards, 9 candidature e vinto un premio ai Critics Choice Award, 2 candidature a SAG Awards, 1 candidatura a Writers Guild Awards, 1 candidatura a Producers Guild, La serie è stato premiato a AFI Awards, 2 candidature a ADG Awards,
CONSIGLIATO N.D.
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Minnesota, 1979. La serie tv è composta da due stagioni. Tutto inizia con una serie di omicidi in una tranquilla cittadina. Il giovane agente Lou Solverson, reduce dal Vietnam, torna a Luverne e indaga su un caso che coinvolge una gang criminale e una grande associazione mafiosa. Contemporaneamente cercherà di proteggere il candidato repubblicano alla presidenza Usa quando la sua campagna elettorale farà tappa nella malfamata cittadina di Fargo.
La seconda stagione continua la storia di una serie che ha marcato a fuoco il genere del crime televisivo importando l'eleganza narrativa e il cinico splendore dei noir dei fratelli Coen.
Gli intenti sono nobili ma la narrazione è scontata. Buono il cast e la regia
Recensione
di Andrea Fornasiero
Dorothy, una casalinga di Scandia in Minnesota, partecipa a una riunione comunale che finisce in rissa e, per difendere la figlia Scotty colpisce un agente di polizia. Arrestata e schedata, desta l'attenzione dello sceriffo Roy Tillman, che l'aveva sposata anni prima e la sta cercando dai tempi della sua fuga dal tetto coniugale. Dorothy è infatti la nuova identità della donna, che rivelerà di essere straordinariamente capace di difendersi quando due manigoldi faranno irruzione in casa sua per rapirla. Uno di loro, Ole Munch, con una strana parlata e un terribile taglio di capelli, si lamenterà con Tillman per la resistenza inattesa di Dorothy e quando Roy cercherò di liquidarlo giurerà vendetta contro i Tillman. Nel mentre Dorothy dovrà respingere anche le ingerenze della potente e ricca suocera, convinta che lei sia solo un'arrampicatrice sociale.
La quinta stagione di Fargo è dedicata alla questione femminile, ma la nobiltà degli intenti inciampa su una narrazione scontata, che neppure il cast né la consueta buona regia riescono a redimere del tutto.
La scorsa stagione di Fargo non era stata delle più felici, ma almeno aveva regalato una puntata eccelsa ispirata a "Il mago di Oz", inoltre nonostante il tema razziale era stata in diverse puntate abbastanza sorprendente. Questa volta invece la serie sceglie una vicenda più piccola, ambientata nel 2019, dove la contesa coinvolge due famiglie, un assassino leggendario, un paio di poliziotti e, in misura assai minore, una coppia di agenti dell'FBI. La concentrazione narrativa è benvenuta, perché l'annata precedente era fin troppo dispersiva, ma il tema d'attualità porta con sé una serie di precetti ai quali non c'è scampo e che ormai si sono visti in innumerevoli film e serie. Inevitabilmente la protagonista dovrà avere la meglio per dare un messaggio positivo, così come altre donne dovranno scoprire il valore della solidarietà femminile ed emanciparsi da mariti più o meno parassiti.
I precetti della nemmeno troppo novella correttezza politica sono seguiti senza deviazioni, con plauso della critica americana, ma proprio per questo dogmatismo gli unici momenti che stupiscono un poco della serie sono una puntata onirica (che però ormai in Fargo è quasi d'abitudine) e i flashback sull'origine mitica dell'assassino Ole Munch, che sfociano in zona folk horror. Questo tipo di figura, portatrice di morte in modo quasi sovrannaturale, non è di per sé una novità: lo era già il personaggio di Billy Bob Thornton nella prima stagione. Questa volta però la sua natura è esplicitata e non è un guadagno. Era proprio nell'interrogarsi sul loro mistero che stava la forza di questi personaggi, mentre portarli allo scoperto finisce per togliere loro forza, infatti il finale ancora una volta sarà all'insegna della conciliazione, come non avrebbe mai potuto essere con i precursori di Ole Munch.
Nonostante la scontatezza e la serietà del tema la serie non ha per fortuna perso la propria ironia, a partire da un John Hamm decisamente sopra le righe nel ruolo dello sceritto super-patriarcale. La minuta Juno Temple nel ruolo di Dorothy invece da una parte suscita empatia per il personaggio, che appare inevitabilmente fragile rispetto agli uomini che la minacciano, ma dall'altra è anche esilarante per il modo in cui proprio lei, così piccina, riesce a fare fuori i vari assalitori con intelligenza e tenacia. La presenza però più forte del cast è quella della grande Jennifer Jason Leigh, attrice che Hollywood continua colpevolmente a sottovalutare e che ancora una volta colpisce il bersaglio, nel ruolo dell'imprenditrice senza scrupoli. Per quanto a un certo punto si intenerisca nei confronti di alcune donne, rimarrà fino alla fine meravigliosamente spietata con gli uomini, tanto che il suo epilogo è la vera conclusione forte della serie. La coda con Ole Munch non regge purtroppo il confronto.
Mentre ancora doveva chiudersi la stagione, già lo showrunner Noah Hawley diceva, a differenza che in passato, di avere idee per altre stagioni di Fargo: speriamo abbia esaurito i temi da trattare in modo pedagogico e torni a un'ispirazione più genuina.
La quarta stagione della serie
Recensione di a cura della redazione
La quarta stagione di Fargo si sposta nel 1950, Kansas City, dove due sindacati criminali combattono per controllare un'economia alternativa di sfruttamento, innesto e droga. Da sfondo l'enorme ingerenza del sogno americano, che contraddistingue il background e le aspirazioni delle due gang; mentre le tensioni aumentano, i capi criminali scambiano i loro figli più piccoli nel tentativo di trovare una pace inquieta, portando al centro della narrazione due temi estremamente attuali: quello dell'educazione e quello delle distinzioni etniche.
La terza stagione della serie
Recensione di a cura della redazione
La terza stagione si discosta dai legami tra le prime due per seguire la relazione complicata tra i fratelli Ray ed Emmit Stussy, interpretati da Ewan McGregor: Ray e la fidanzata Nikki (Mary Elizabeth Winstead), tentano di rapinare il ricco Emmit, ma falliscono e si ritrovano coinvolti in un caso di duplice omicidio. Dal canto suo Emmit è impegnato a smarcarsi dalla stretta dell'organizzazione con cui è in debito, capeggiata dal losco Varga. Tra thriller e humour, è l'unica stagione dove la città di Fargo, North Dakota, non compare mai.
La seconda stagione della serie
Recensione di a cura della redazione
Prequel della prima stagione, la seconda è ambientata nel 1974, e segue i coniugi Peggy e Ed Blumquist (Kirsten Dunst e Jesse Plemons) mentre tentano di insabbiare l'omicidio accidentale di Rye Gerhardt, figlio di Floyd Gerhardt, matriarca di una famiglia criminale impegnata in loschi traffici da generazioni. Nel frattempo l'agente Lou Solverson, padre della Molly vista nella prima stagione, investiga alcuni omicidi con il collega Rock County, e la loro strada si intreccia inevitabilmente con quella del clan Gerhardt. Al nesso tra follia, idiozia e casualità si aggiunge qui il tema del razzismo, a portare avanti una storia che integra abilmente le vite dei tanti personaggi nel contesto storico settantesco, con il consueto sanguinoso sfondo di faide senza senso, colpi di fortuna e sfortuna equamente distribuiti.
La prima stagione della serie
Recensione di a cura della redazione
Un incontro casuale tra il mite e frustrato Lester Nygaard e il killer solitario Lorne Malvo dà inizio a una complicata catena di coincidenze, equivoci e omicidi da risolvere, su cui si mette al lavoro, tra gli altri, la giovane e volenterosa poliziotta Molly Solverson. Delle tre stagioni della serie antologica, la prima è forse quella che rispecchia con più forza lo spirito del film: una riflessione sulla banalità del male, sull'allure della violenza e sulle schegge di follia che nei posti isolati e innevati sembrano attecchire particolarmente. Con Martin Freeman e un terrificante Billy Bob Thornton nei panni dello spietato e manipolatore Malvo.FARGO disponibile in DVD o BluRay |
DVD |
BLU-RAY |
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€19,99 | – | |||
€19,99 | – |
Buon ritmo, innumerevoli colpi di scena, la magica atmosfera dei Coen,una galleria di personaggi molto completa definita e approfondita, ecc.... Dfficile fare meglio, e questo vale per entrambi le stagioni. Consigliatissimo
Buon ritmo, innumerevoli colpi di scena, la magica atmosfera dei Coen, una galleria di personaggi molto completa definita e approfondita ecc.... Difficile fare meglio e questo vale per entrambi le stagioni. Consigliatissimo
Giunge alla sua quarta stagione Fargo, la serie TV ispirata all'omonimo cult cinematografico dei fratelli Coen. Dopo le prime tre stagioni, che hanno sempre ottenuto un notevole successo di critica e pubblico, il quarto capitolo si trova a raccogliere e a dover gestire un'eredità ingombrante. Hawley ambienta questa nuova avventura nella prima parte del 900, a Kansas City, Missouri, cuore nevralgico [...] Vai alla recensione »