Titolo originale | Radit dan Jani |
Anno | 2008 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Indonesia |
Regia di | Upi Avianto |
Attori | Vino G. Bastian, Fahrani, Vivian Idris, Nungki Kusumastuti, Marrio Merdhitia Joshua Pandelaki, Henky Solaiman. |
MYmonetro | 2,75 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 22 aprile 2009
Radit e Jani sono una coppia di innamorati felici che vivono la loro vita tutta sesso, droga e rock'n'roll. Legalmente sposati, vivono di piccoli furti, ma le cose si fanno più difficili quando lei scopre di essere incinta.
CONSIGLIATO SÌ
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Con i titoli di apertura, che riecheggiano la grafica delle copertine di Sid Vicious e compagni, la giovanissima regista indonesiana Upi fa da subito una dichiarazione di poetica. Il suo film sarà punk rock e anarchico, ai confini della legalità. E questa linea si vede già dalle prime immagini che caratterizzano i due personaggi; la costumista di Radit & Jani ha preso in mano la moda dei britannici Sex Pistols e l'ha portata in Indonesia, con una valigia piena zeppa di rayban colorati, magliette con scritte e stampe fosforescenti, foulard leopardati e giubbotti di pelle sgualcita. I due ragazzi (interpretati con grande intensità da Vino G. Bastian e Fahrani) formano così una coppia da copertina, esteticamente fin troppo costruita: sono belli, un po' maledetti, e sognano ad occhi aperti una vita spericolata senza freni. I due romantici protagonisti, innamorati dell'amore estremo, hanno molte parole per parlare ma poco denaro per sopravvivere. Così la loro esistenza si divide tra un lavoretto fortuito (puntualmente abbandonato dopo poche settimane), qualche birra rubata al supermercato e la dose quotidiana di droga per tirare avanti.
Lui sarebbe un musicista talentuoso, se non avesse guai di tossicodipendenza. Lei non ha grandi aspirazioni, se non quella di trascorrere tutta la vita al fianco del marito, tanto prediletto da Jani quanto bistrattato e umiliato dai suoi genitori, contrari all'idea che la figlia (cresciuta con valori medio-borghesi) si sposasse con un ragazzaccio irresponsabile come Radit. Le storie sui tossici si somigliano tutte ed è proprio tra i passi obbligati della prevedibilità della vicenda che, paradossalmente, il film mostra la sua forza. Intuiamo fin dall'inizio che i due non godranno di vita facile, patiranno i morsi della fame e, tra un piccolo crimine e l'altro, non riusciranno a mettere da parte neanche un soldo per progettare il futuro. I punti sono facilmente riscontrabili in altri film simili, da Sid e Nancy (al quale evidentemente Upi si ispira) al più recente Ritorno dal nulla con DiCaprio, o ancora Noi due sconosciuti di Susanne Bier. A fare la differenza con le pellicole citate è l'elemento trainante di Radit & Jani: l'amore romantico, difeso in tutti i modi, con incoscienza ma anche tanta costanza. Si direbbe che l'unico punto fisso dei due fidanzati sia proprio questo. Le preoccupazioni non vanno, di certo, alla cura della casa, a se stessi o al lavoro. Tutto è finalizzato a proteggere il loro sentimento che, di fronte alle difficoltà della vita, andrà in crisi senza possibilità di ritorno. La caduta libera degli sposini troverà però terreno morbido dove planare, quando uno dei due farà un gesto estremo, appassionato e idealista. Forse un po' troppo eroico.