Una moglie

Protagonista è una famiglia americana composta da Nick, capocantiere, sua moglie Mabel e tre bambini. La donna ha un esaurimento nervoso. Ricoverata in una clinica neuropsichiatrica, ne esce dopo sei mesi. L'impatto con la vita "fuori" è molto forte e Mabel non ce la farebbe se non fosse per i tre bambini, che la sostengono e la proteggono col loro affetto. 

Mabel, moglie e madre di famiglia quarantenne, è sposata con Nick Longhetti, titolare di un'impresa di livellamento, ed ha tre figli; ma la sua non è una vita felice, e la donna trascorre le proprie giornate nel tentativo di soffocare la depressione, rifugiandosi nell'alcool e abbordando sconosciuti al bancone del bar. Suo marito Nick si sforza di starle vicino, ma la follia di Mabel non accetta alcun aiuto.
Prodotto a basso costo nel 1974 dal principale regista del cinema indipendente americano degli anni '60 e '70, Una moglie è il quarto film realizzato da John Cassavetes nella sua ideale tetralogia sui rapporti di coppia, composta dai precedenti Volti (1968), Mariti (1970) e Minnie e Moskowitz (1971), e il quarto dei sette titoli nei quali Cassavetes ha diretto sua moglie Gena Rowlands, qui alle prese con una delle più intense e memorabili interpretazioni della sua carriera, per la quale ha ricevuto il Golden Globe e la nomination all'Oscar come miglior attrice. Ancora una volta, come in buona parte della sua produzione, Cassavetes si occupa di analizzare da vicino l'ordinaria follia della classe media americana e le sue incontrollabili nevrosi.
Al centro della storia c'è la figura di Mabel Longhetti (Gena Rowlands), casalinga frustrata e depressa che trascinerà nel vortice della propria pazzia autodistruttiva anche il resto della famiglia, incluso il marito Nick (Peter Falk), incapace suo malgrado di aiutarla come dovrebbe. Il film è caratterizzato da uno stile narrativo estremamente realistico, fondato su piccole vicende quotidiane e familiari che, unite l'una all'altra, compongono un inquietante ritratto del sotterraneo malessere tipico della nostra epoca. E neppure il finale, solo in parte consolatorio (Mabel, rinchiusa per sei mesi in una clinica psichiatrica, al suo ritorno a casa sembra aver recuperato un barlume di serenità), riesce ad allontanare del tutto quell'opprimente senso di angoscia che grava sulle esistenze dei personaggi.
Crudo, feroce, sgradevole, ma a suo modo tenero nel descrivere il rapporto d'amore che lega i coniugi Longhetti, Una moglie è una delle opere più interessanti nell'itinerario di Cassavetes: scene da un matrimonio diretto verso un'inesorabile disgregazione. Forse eccessiva la lunghezza della pellicola (oltre due ore e mezzo di durata), che a tratti può rendere difficoltosa la visione per un film già di per sé impegnativo. Il titolo originale, A woman under the influence, è un'espressione gergale per indicare una donna sotto l'effetto dell'alcool.