
Segre torna a registrare le motivazioni di un gruppo di tifosi. Nessun intervistato compare con il proprio nome e cognome.
di Raffaella Giancristofaro
A quattro decadi da uno dei suoi primi lavori, Il potere dev'essere bianconero (1978) Daniele Segre posiziona di nuovo la macchina da presa in un ambito non proprio tra i più accessibili: il gruppo dei Drughi, una delle cinque tifoserie organizzate della curva juventina. Il nome drughi riprende quello dei delinquenti furiosi di Arancia meccanica di Stanley Kubrick (1971), a sua volta tratto dal romanzo omonimo di Anthony Burgess): un fotogramma con le sagome nere dei droogs campeggia sullo sfondo di uno dei set di questa serie di interviste a fedelissimi bianconeri.
Un montato delle loro risposte "posate" (le domande rimangono fortunatamente fuori dal girato, così come ogni commento o didascalia) si alterna ad alcune riprese di cori fuori dallo stadio e a fotografie d'archivio, tra cui quelle scattate dal regista e raccolte nel catalogo "Mazzotta Ragazzi di stadio" (1980), nonché al film omonimo.
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