Ginger e Fred

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Un film di Federico Fellini. Con Marcello Mastroianni, Giulietta Masina, Franco Fabrizi, Frederick Ledenburg, Martin Maria Blau.
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Commedia, Ratings: Kids+16, durata 92 min. - Italia 1985. MYMONETRO Ginger e Fred * * * - - valutazione media: 3,44 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

Non si interrompe un'emozione Valutazione 4 stelle su cinque

di Danko188


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mercoledì 9 marzo 2016

Amelia Bonetti (Giulietta Masina) e Pippo Botticella (Marcello Mastroianni) si sono distinti da giovani per essere stati due abili ballerini di Tip-tap dagli emblematici nomi d’arte: Ginger & Fred. Una rete televisiva privata per indire un varietà natalizio convoca giovani e vecchie personalità dello spettacolo, un rendez-vous a cui i due compagni di lunga data, spinti da motivi diversi, vi prenderanno parte. Sarà l’occasione per entrambi di rincontrarsi dopo tanti anni e tornare ad assaporare per l’ultima volta, l’ebbrezza del palcoscenico e gli applausi del pubblico.

Se il ritratto di una Roma sorniona ma ancora genuina come quella del ’72 poteva essere rappresentato da Anna Magnani, lo stesso non possiamo dire di quella degli anni ’80 che di volti pare averne fin troppi. Mi riferisco naturalmente agli innumerevoli volti della televisione, che proprio in quegli anni cominciava ad imporsi con le relative televendite e quiz come mezzo centrale e dominante della cultura di massa nella società contemporanea. Il 1986 era ad un passo e Fellini in questo film ci dà un assaggio profetico del potere incasellato in quei cassetti che giacciono tuttora sul mobile di ogni italiano e che non sembra volersene distaccare, un potere a cui oggi abbiamo affibbiato il termine di berlusconismo. Fu lo stesso Fellini, che qualche spot l’aveva girato, a coniare il famoso slogan Non si interrompe un'emozione, spiegando lo sbaglio sacrilego del mandare in onda la pubblicità durante un film in quanto opera d’arte e mezzo di espressione per un autore. Puntando il dito contro lo scempio delle televisioni private non manca di sottolineare molti di quegli elementi che oggi rivestono tristemente ruoli di prim’ordine anche nelle reti nazionali, come lo sfruttamento del corpo femminile che non lascia trasparire persino alcuni messaggi dal fine pruriginoso, la strumentalizzazione dei sentimenti delle persone: Dite che siete compagni anche nella vita, alla gente piacciono le storie d’amore si sente consigliare ai due protagonisti, che a breve si sarebbe trasformata in vera e propria strumentalizzazione del dolore. Per tutto il film si vedono enormi cartelloni pubblicitari in secondo piano che ritraggono senza censure il corpo della donna, davvero agghiacciante. Ogni aberrazione di un mondo dello spettacolo finto e costruito ci viene mostrato attraverso gli occhi di una nonna, una Giulietta Masina che riesce sempre ad intenerire, nei suoi occhi prevale la stessa nostalgia del passato che persiste durante un po’ tutto il film, nel suo essere così fuori dagli schemi con un’umanità che non è ancora andata perduta si cela un senso di disagio in un ambiente che dopo tanti anni sembra aver perso quei valori professionali e principi morali che un tempo vi erano alla base. Spinta dai suoi nipotini e dal desiderio di ritrovare un vecchio amico, Amelia si cala in un’avventura dalla quale non sa come ne uscirà e nel trambusto delle prime ore in albergo, quando l’attenzione maschile è canalizzata alla partita di calcio, sembra già smarrirsi finchè sul punto di addormentarsi non si imbatte nel fragoroso russare di Pippo. Il primo approccio tra i due sembra brusco e un po’ bonario, lui è ridotto uno straccio dall’alcool e riesce a rivolgersi alla sua Ginger solo con aria di scherno. Successivamente il rapporto comincerà ad ingranare e si renderanno conto di non essere poi cambiati più di tanto nel corso degli anni, ciò che importa è che tra i due sussiste un legame sincero, una spontaneità del tutto estranea a coloro i quali devono prestare servizio per la cifra, ribadita con pretenziosità da Pippo, di 800 mila lire. Il personaggio di Mastroianni/Fred è quello che tra i due conserva maggior astio e ribellione verso la corruzione televisiva, passa dalla fama di sciupafemmine alcolizzato a ballerino non impeccabile suscitando quella compassione che alla fine dei conti sarà traducibile come sentita comprensione da parte dello spettatore. Mi ha fatto ridere di gusto quando appena dopo il black out ha fatto il gesto dell’ombrello al pubblico in sala bollandoli come Teledipendenti, credendo di essere ancora avvolto nell’oscurità.
Un certo sdegno viene destato nello spettatore che nel conoscere i concorrenti dello show televisivo viene a capire di come tutti fossero una manica di gentaglia senza talento, messi lì solo perché somiglianti ad un cantante, un attore o un personaggio famoso a caso (il boom dei sosia), per essere dei fenomeni da baraccone (i nani), un frate che afferma di poter volare, un transessuale la cui “vocazione” lo avrebbe condotto a prestare i propri “servigi” in un carcere, o addirittura dei mafiosi.
Film decadente che tanto dice del vero Fellini che palesa la sua pura ingenuità nella moglie Giulietta Masina, e la sua amara disillusione nello storico alter-ego Mastroianni in un ruolo che a tratti sembra richiamare spudoratamente quello dell’intellettuale ne La dolce vita. Interpreti perfetti, commovente nel suo essere carica di malinconia la scena in cui indossano gli abiti di scena e provano i passi dell’esibizione. Nonostante fossero dei veterani è evidente il loro disorientamento quando percorrono gli immensi corridoi del backstage, curato nel dettaglio dall’encomiabile Dante Ferretti, qui per l’appunto molto “felliniano”. 
Le musiche di Nicola Piovani si adattano bene al cinema visionario del regista riminese, che lo rivolle con sé anche per firmare le colonne sonore dei successivi lavori.
Bello il film ma bellissimo il finale alla stazione in cui Ginger e Fred, finalmente promettono di rincontrarsi dando un seguito alla loro unione professionale.
Segno che persino Fellini riconosce che la televisione, per quanto squallida, può dispensare alle persone una gioia veritiera.
 
Voto 8.5

Danko188

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