La vita di Adele |
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Un film di Abdellatif Kechiche.
Con Léa Seydoux, Adèle Exarchopoulos, Salim Kechiouche, Mona Walravens, Jérémie Laheurte.
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Titolo originale La Vie d'Adèle.
Drammatico,
durata 179 min.
- Francia 2013.
- Lucky Red
uscita giovedì 24 ottobre 2013.
- VM 14 -
MYMONETRO
La vita di Adele
valutazione media:
4,04
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Vuoto pneumatico e noia profondadi OdessaFeedback: 114 | altri commenti e recensioni di Odessa |
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mercoledì 30 ottobre 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
"Per me la Corazzata Potëmkin è una cagata pazzesca" Sostituite il titolo con la Vita di Adele e avrete la sintesi molto poco politically correct di questo film inutilmente ambizioso. Mica basta una zoommata sul Gay Pride e qualche baruffa scatenata dai soliti etero poco comprensivi per accogliere l'ultima fatica di Kechiouche tra i film che lasciano il segno per i temi affrontati. L'intenzione era buona ma si è persa per strada, tra le mani del solito cameramen con digitale a braccio che ti scatena la nausea per seguire una camminata lungo un corridoio. Cosa mai spinga i registi allo stile scabro e nervoso delle videocam a braccio rimane un mistero imperscrutabile. Capisco seguire una rivolta, un assalto, una qualunque scena di azione con siffatti stilemi, ma che diamine! Qual è il valore aggiunto di una camerina a braccio per filmare in campo lungo la protagonista che cammina lentamente su traiettoria dritta? (non è un quesito da porre solo a Kechiouche ma anche a tanti altri registi più o meno affermati tipo Emma Dante, per citare la prima che mi viene in mente). Non ho ancora parlato di ciò che invece occupa quasi tutte le recensioni perchè trattasi della parte più noiosa e pesante del film. Sesso senza emozione che nemmeno provoca eccitazione o turbamento, talmente stolido da provocare solo sbadigli e noia profonda. I sospiri in crescendo e i particolari con obiettivo macro sono totalmente privi di qualunque sensuale appeal. Un sesso lungo prolisso, ampolloso e ridondante, nemmeno compiaciuto. Non scatta alcuna immedesimazione, lo spettatore rimane fisso e distaccato quasi respinto dallo stile usato. Lo schema narrativo è decisamente anticonvenzionale: La piccina si innamora della intellettuale da cui viene accantonata alla prima occasione per manifesta inadeguatezza culturale, segue patetico tentativo di riavvicinamento rintuzzato dall'algida intellettuale che resiste ai richiami dell'eros. Campo lungo sulla piccina che scompare in una sequenza lungo una brutta strada di Lille. Una fine adeguata ad un brutto film
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