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Inquietante è dire poco questo terzo capitolo dei Transformers. Ripassiamo la saga: 1° film, delizioso filmone alla Bay, non certo ai livelli di scrittura di Armageddon ma con del potenziale e un bel mix di azione e commedia. Perfetto accoppiato al Morettone sul divano con altri amici (maschi, ma va sans dire) 2° film: incolpano lo sciopero degli sceneggiatori per lo schifo: sarà, ma è davvero da dimenticare. 3° film: il registro cambia completamente virando verso strane tendenze filo fascistoidi.
Chicago rasa al suolo, discorsi da popolo che si deve riprendere. Scene di States devastati nel loro cuore. Turturro come sempre è simpatico, e così la McDormand e Malkovich, sebbene il suo personaggio non l'abbia capito del tutto (prima è una macchietta dello yuppie post sessantottino, poi ridicolmente leccapiedi dei robottoni... mah!).
Aggiungo che la sceneggiatura ha dei buchi impressionanti: personaggi fuori luogo quando non completamente a caso, ed evidenti strafalcioni: uno su tutti, il cattivo cattivissimo Megatron che per tre film è il male assoluto, infido e spietato e alla fine viene ucciso in due minuti dal buono buonissimo come nulla fosse, tra una scena e l'atra.
Ma non è nulla di tutto ciò che mi ha spaventato e turbato: non so se ci avete fatto caso, ma in bocca al capo dei robottoni buoni, Optimus, vengono messe parole piuttosto inquietanti per essere (già dai colori che richiamano la bandiera USA) il simbolo dell'America patriottica.
Alcuni esempi: quando ritornano dopo essere stati creduti morti esordisce con: "Li uccideremo tutti!"
Nello scontro finale Optimus viene "salvato" da Megatron che interrompe il pestaggio del robottone voltagabbana. In tutta risposta Optimus prima uccide Megatron staccandogli la spina dorsale con un'ascia, dopodiché si avventa sul rinnegato, a questo punto ferito gravemente. Nota bene: questo robottone è il più anziano dei buoni, che col tempo si è convinto ad allearsi coi cattivi per il bene più grande, salvare il loro pianeta natio e la stirpe dei robottoni. Insomma, è una metafora del vecchio ormai stanco e privo di slancio utopico giovanile che, con cinismo e pragmatismo, antepone agli ideali la real politique. Ora è ferito per terra che cerca di spiegarsi al suo vecchio discepolo. Risposta? "Tu non hai tradito me, hai tradito te stesso!" E lo fucila al cuore e alla testa, con una inquadratura da dietro tipica dei film di gangster, esecuzione contro l'asfalto. Così, senza diritto di replica, perdono, contraddittorio, processo o quel che vi pare. GLI SPARA IN TESTA MENTRE E' A TERRA CHE SUPPLICA! Mi seguite? E questo è il leader dei buoni buoni buoni.
Come si diceva per i film di Seagal, viene quasi da patteggiare per i cattivi!
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