fabio
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martedì 28 agosto 2018
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un remake godibile
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Ottimi interpreti al servizio del celebre racconto di Agatha Christie. Il confronto con Lumet avviene alla distanza in quanto Branagh opta per una lettura più teatrale.
C'è spazio per una riflessione sulla giustizia ma anche sull'irrazionalità dell'uomo; la fede positivista d'inizio secolo deve fare i conti con lo squilibrio di un mondo caotico (lo spettro della guerra è sullo sfondo). Ci sono le domande: quelle che Poirot pone agli indagati e a noi stessi. Ci sono le suggestioni: l'esotica Istambul, un treno di lusso che attraversa i Carpazi innevati, persone cosi diversi eppure tutti in qualche modo legati insieme dal destino.
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r.a.f.
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lunedì 16 settembre 2019
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un coraggioso remake
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Bellissimo giallo, di cui non vale la pena raccontare la trama perché si dà per conosciuta, e in caso contrario non deve assolutamente essere svelata per non rovinare la sorpresa. Questa versione del famoso romanzo è splendidamente interpretata da un superbo gruppo di attori, diretti con maestria da un Branagh che non tradisce le attese. Quando è uscito mi sono chiesta perchè mai fosse venuto in mente a qualcuno di fare il remake di un film universalmente considerato un capolavoro; sarebbe come rifare Casablanca con Tom Cruise e Reese Witherspoon. Ma dopo averlo visto, ho cambiato idea. Va riconosciuto al regista il coraggio di aver innovato rispetto al film originale di Lumet, anzi, direi, di aver osato: bellissimi i lunghi piani-sequenza che inquadrano dall’alto la scoperta del cadavere, con una prospettiva insolita e ardita, ma di grande effetto, e molto suggestiva l’immagine dei sospettati allineati nel finale come gli apostoli dell’Ultima Cena.
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Bellissimo giallo, di cui non vale la pena raccontare la trama perché si dà per conosciuta, e in caso contrario non deve assolutamente essere svelata per non rovinare la sorpresa. Questa versione del famoso romanzo è splendidamente interpretata da un superbo gruppo di attori, diretti con maestria da un Branagh che non tradisce le attese. Quando è uscito mi sono chiesta perchè mai fosse venuto in mente a qualcuno di fare il remake di un film universalmente considerato un capolavoro; sarebbe come rifare Casablanca con Tom Cruise e Reese Witherspoon. Ma dopo averlo visto, ho cambiato idea. Va riconosciuto al regista il coraggio di aver innovato rispetto al film originale di Lumet, anzi, direi, di aver osato: bellissimi i lunghi piani-sequenza che inquadrano dall’alto la scoperta del cadavere, con una prospettiva insolita e ardita, ma di grande effetto, e molto suggestiva l’immagine dei sospettati allineati nel finale come gli apostoli dell’Ultima Cena. Poco importa che Branagh sfoderi una mossa di autodifesa fisicamente improbabile per il pingue investigatore belga; il suo film ci regala un Poirot decisamente diverso dai precedenti, ma molto più umano, che sceglie di mettere a tacere le sue adorate cellule grigie per far parlare il cuore, in nome di una giustizia superiore, perché “c’è quello che è giusto, quello che è sbagliato, e poi ci siete voi”. Molte sono le differenze tra i due film, ed è inevitabile che la pellicola del ’74 risenta del gusto e della recitazione dell’epoca, anche perché si avvalse di attori che erano veri e propri mostri sacri in quel periodo, mentre Branagh ha dato alla storia un’impronta molto personale e decisamente più moderna, ma forse meno aderente al libro. Nel complesso si può dire che è riuscito a reinterpretare un classico, facendolo suo, e raggiungendo un ottimo risultato. Sia l’originale che questo coraggioso remake sono film molto curati e ben fatti, diversi ma entrambi bellissimi, e la grandezza di uno non esclude quella dell’altro. Se una cosa manca in questo remake è un pizzico di ironia, perché il regista ha volutamente sottolineato l’aspetto drammatico della vicenda. E anche in questo il Poirot di Lumet era molto più aderente al personaggio della Christie.
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antonio pagano
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sabato 28 marzo 2020
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branagh/branagh vs lumet/finney: duello a distanza
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Se nel capolavoro di Sidney Lumet del 1974 cercavamo corrispondenze e confronti con il romanzo di Agatha Christie, in questo remake del 2017 viene naturale farlo con il suo indimenticabile predecessore. Diciamo subito che il Poirot di Kenneth Branagh vale ampiamente il Poirot di Albert Finney: sarà un caso che sono entrambi attori di provenienza teatrale e mestiere shakespeariano ? Rimangono fedelmente rappresentati il sarcasmo ironico e fulminante di Poirot (“Le avventure non rimangono mai impunite”) e la sua buffa parure notturna.
Nel remake c’è qualche licenza di sceneggiatura di troppo, alcune ben riuscite (Poirot si presenta risolvendo un giallo a sfondo religioso a Gerusalemme), altre meno (un sin troppo giovane direttore della compagnia dell’Orient Express si accompagna ad una prostituta … Agatha Christie sarebbe arrossita).
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Se nel capolavoro di Sidney Lumet del 1974 cercavamo corrispondenze e confronti con il romanzo di Agatha Christie, in questo remake del 2017 viene naturale farlo con il suo indimenticabile predecessore. Diciamo subito che il Poirot di Kenneth Branagh vale ampiamente il Poirot di Albert Finney: sarà un caso che sono entrambi attori di provenienza teatrale e mestiere shakespeariano ? Rimangono fedelmente rappresentati il sarcasmo ironico e fulminante di Poirot (“Le avventure non rimangono mai impunite”) e la sua buffa parure notturna.
Nel remake c’è qualche licenza di sceneggiatura di troppo, alcune ben riuscite (Poirot si presenta risolvendo un giallo a sfondo religioso a Gerusalemme), altre meno (un sin troppo giovane direttore della compagnia dell’Orient Express si accompagna ad una prostituta … Agatha Christie sarebbe arrossita). Complessivamente la sceneggiatura volge alla spettacolarizzazione cedendo ai gusti correnti del pubblico: il bastone tuttofare di Poirot (divertente), gli interrogatori di Poirot ai passeggeri avvengono in modo quasi informale (accettabile), inseguimenti e scazzottate alla Jackie Chan (sopra le righe), la finta pugnalata alla signora Hubbard (questa proprio non va).
La fotografia è fantastica e del resto 40 anni di tecnologia cinematografica non sono passati invano: il treno che corre tra le montagne innevate è un sogno, il buio nelle riprese interne riesce ad avere colori, la notte gelata è diafana nelle riprese esterne. La regia dello stesso Kenneth Branagh non fa rimpiangere Sidney Lumet e ne è prova la ripresa dell’incarrozzamento alla partenza dell’Orient Express: con un piano sequenza di due minuti e venticinque secondi la camera inquadra ininterrottamente Poirot, mentre incrocia molti dei protagonisti, e continua anche quando Poirot è ormai a bordo e percorre l’interno della carrozza. Un vero preziosismo di regia, tenendo conto dell’affollamento di personaggi e comparse nella caotica rappresentazione della stazione di Istambul.
In comune tra i due film è la qualità del cast, decisamente superiore alla media: Michelle Pfeiffer, Penelope Cruz, Willem Dafoe, Judi Dench, Johnny Depp, Michael Peňa, Derek Jacobi. In particolare, il ruolo del cattivo affidato a Johnny Depp è riuscitissimo mentre le Michelle Pfeiffer e Lucy Boynton del 2017 non reggono il confronto con le Lauren Bacall e Jaqueline Bisset del 1974.
Da valorizzare il timbro della narrazione di Branagh regista, incardinato nella conversione dei valori di Poirot nel corso della vicenda. Il Poirot che si presenta allo spettatore con il suo ordine, il suo metodo e il suo rigoroso senso della giustizia (“qualunque cosa possa dire la gente, esiste solo giusto o sbagliato, non c’è una via di mezzo”) verrà sconvolto da un conflitto a lui nuovo: se continua ad essere vero che uccidere un altro essere umano è un’anomalia per la quale si rende necessaria una frattura dell’animo allora, talvolta, bisogna imparare a convivere con questo squilibrio. L’etica di Poirot rimane comunque salva perché, dopotutto, il vero detective, “probabilmente il migliore detective al mondo”, pur vedendo l’imperfezione risaltare “come il naso sulla faccia”, ha il compito di individuare i colpevoli ma non di giudicarli. La verità, a volte, “è profondamente inquietante” e lascia solo intravedere “la spaccatura nell’animo umano”.
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fabrizio friuli
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mercoledì 9 agosto 2023
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non c''è un solo colpevole
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All' interno dell' Orient Express è avvenuto un delitto, e spetta all' investigatore Hercule Poirot il compito di scoprire chi è il responsabile dell' omicidio, ed egli non ha altra scelta che interrogare più di un " personaggio " affinché riesca a trovare il colpevole, prima che il misterioso assassino possa uccidere qualche altro passeggero oppure, lo stesso Hercule Poirot, che era stato convocato proprio dalla vittima del crimine, tra l' altro , l' investigatore conosce la vittima : Edward Ratchett , un ambiguo affarista che ha convocato Hercule Poirot per la sua sicurezza ( in sostanza, Hercule Poirot dovrebbe essere la sua guardia del corpo ), tuttavia, l' investigatore Hercule Poirot non ha la minima intenzione di proteggere un affarista disonesto, ma dopo il decesso di Rachett stesso, egli deve comunque adempiere al suo dovere.
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All' interno dell' Orient Express è avvenuto un delitto, e spetta all' investigatore Hercule Poirot il compito di scoprire chi è il responsabile dell' omicidio, ed egli non ha altra scelta che interrogare più di un " personaggio " affinché riesca a trovare il colpevole, prima che il misterioso assassino possa uccidere qualche altro passeggero oppure, lo stesso Hercule Poirot, che era stato convocato proprio dalla vittima del crimine, tra l' altro , l' investigatore conosce la vittima : Edward Ratchett , un ambiguo affarista che ha convocato Hercule Poirot per la sua sicurezza ( in sostanza, Hercule Poirot dovrebbe essere la sua guardia del corpo ), tuttavia, l' investigatore Hercule Poirot non ha la minima intenzione di proteggere un affarista disonesto, ma dopo il decesso di Rachett stesso, egli deve comunque adempiere al suo dovere.
Il film dell' attore e regista Kenneth Branagh è basato sull' opera letteraria di Agatha Cristie ed ha come personaggio principale l' investigatore Hercule Poirot che deve scoprire chi è il responsabile di un crimine avvenuto nel ventre dell' Orient Express e per riuscire a trovare il colpevole egli deve obbligatoriamente interrogare gli altri passeggeri, affinché riesca a scoprire il responsabile dell ' omicidio. Verso la fine delle indagini , Hercule Poirot comprende che la vittima non è stata uccisa da un solo killer come di solito avviene in film come questo , in questo caso ci sono più responsabili ( il numero equivale a dodici ) e tutti hanno agito perché Ratchett era stato identificato come John Cassetti, l' assassino della figlia di un noto colonnello il cui cognome corrisponde ad Armstrong e tutti i sospettati hanno un legame con il caso Armstrong ed avevano dei movimenti diversi per assassinare John Cassetti ( Edward Ratchett ) e verso la fine del film, egli presenta una teoria diversa alle autorità, perché i responsabili non vengono considerati dei veri assassini dall' investigatore Hercule Poirot.
Pur trattandosi di un remake, il film è dotato della regia e della presenza scenica del grande attore Kenneth Branagh, affiancato da altri attori talentuosi tanto quando Kenneth Branagh stesso : Penelope Cruz, Willem Dafoe, Josh Gad, Judy Dench , Olivia Colman, Michele Pfieffer e Johnny Depp, tuttavia, l' attore del Kentucky interpreta un personaggio che appare soltanto nella prima parte del film, perché il suo personaggio viene assassinato dagli altri personaggi sull' Orient Express( e non è la prima volta che a Johnny Depp , offrono una parte breve , anche nel musical fiabesco Into The Woods Johnny Depp ha interpretato il breve ruolo del Lupo Cattivo ). Oltre al ricco cast attoriale ( molto simile ad un cast attoriale di un lungometraggio di Wes Anderson ) questo film ha una sceneggiatura ben curata e ciò permette alla seconda trasposizione cinematografica dell' opera di Agatha Cristie di essere un film di qualità ed è un film adatto per gli amanti del genere giallo.
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samanta
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martedì 19 dicembre 2017
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poirot ha colpito ancora
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Il film è un remake del film del 1974 direttto dal regista Sidney Lumet. La regia è di di Kenneth Branagh (come regista ha spaziato da Enrico V al recente Cenerentola) che interpreta anche Poiroti (come attore ha un notevole curriculum la più recente interpretazione è Dunkirk in cui interpreta un ufficiale della marina inglese). Rispetto alla versione precedente il film fa alcune disgessioni rispetto al romanzo di Agatha Christie, come l'incipit del film opppure la scena conclusiva in cui si risolve ogni mistero e che avviene non nella carrozza ristorante come nel romanzo ma nella galleria ferroviaria in cui il treno è bloccato, scena, peraltro estremamente sugggestiva ed efficace.
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Il film è un remake del film del 1974 direttto dal regista Sidney Lumet. La regia è di di Kenneth Branagh (come regista ha spaziato da Enrico V al recente Cenerentola) che interpreta anche Poiroti (come attore ha un notevole curriculum la più recente interpretazione è Dunkirk in cui interpreta un ufficiale della marina inglese). Rispetto alla versione precedente il film fa alcune disgessioni rispetto al romanzo di Agatha Christie, come l'incipit del film opppure la scena conclusiva in cui si risolve ogni mistero e che avviene non nella carrozza ristorante come nel romanzo ma nella galleria ferroviaria in cui il treno è bloccato, scena, peraltro estremamente sugggestiva ed efficace. Lumet era stato più aderente alla trama del romanzo e ebbe a disposizione un cast ultra stellare tra gli altri Ingrid Bergman (che ebbe l'Oscar) Albert Finney (che interpretò Poirot ed ebbe la nomination) Sean Connery, John Gielgud, Richard Widmark (il cattivo) e tanti altri che il regista seppe coordinare bene approfondendo i singoli personaggi, Branagh ha avuto a disposizione un cast molto buono che però ha forse diretto non armonizzando le varie personalità per cui alcune risultano un pò sfocate. Però un giudizio è da dare subito, pur con tutta la bravura che si deve riconoscere ad Albert Finney, il Poirot interpretato da Branagh risulta più credibile e convincente. La trama è assai nota siamo negli anni trenta e durante il viaggio nel treno Orient Express da Istanbul a Calais avviene un omicidio di un passeggero che si appalesa come un lestofante criminale (interpretato da Johnny Depp) chi sarà l'assassino? Uno o più dei dei 12 passseggeri del vagone, ovvero una misteriosa figura scomparsa approfittando del fatto che il treno è bloccato da una valanga? Ovviamente per chi non conosce ancora la storia non diremo il finale. Il giudizio sul film non può che essere molto positivo, il regista ha cercato, riuscendoci, a non fare un mero remake, ma a creare un'opera con le sue originalità rispetto al precedente film, senza peraltro tradire lo spirito del romanzo. Gli attori sono tutti a un buon livello di recitazione, bene l'interpretazione di Daisy Ridley che si era già messa in evidenza nei due ultimi film di Star Wars , da segnalare le ottime interpretazioni di Michelle Pfeiffer, Judi Dench nei panni della vecchia aristocratica e di Penelope Cruz. Un apprezzamento anche per gli effetti speciali, la scena del treno che corre tra i monti e viene investito da una valanga immane di neve è molto efficace e ben realizzata. Finalmente un remake girato con classe e originalità che non si limita a una mera ripetizione di scene, ma crea un qualcosa di nuovo.
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elgatoloco
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martedì 2 ottobre 2018
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a great branagh's movie
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Credo che questo"Murder on the Orient Express"(di Kenneth Branagh, 2017)sia la quinta o sesta trasposizione filmica, forse anche contando una versione in TV con David Suchat. Che Branagh sia un grande quanto originale trascrittore dei classici, da Shakespeare a Oscar Wilde alla Christie(Agatha), appunto, qui"resa"ottmiamenteè chiaro a tutti(e), ben noto e assolutamente da verificare anche vedendo quest'opera. Lo è come regista e come protagonista-deus ex machina continuo, come vero"facitore"assoluto, qui anche caricando la componente sentimentale e etica-morale di Poirot che, ovviamente, interpreta, dove tale accentuazione etica si spige fino all'"assoluzione" finale dei passeggeri(anche passeggere)del treno, vista e considerata la natura malvagia(questo elemento è qui accentuato ben più che nelle altre versioni)della vittima.
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Credo che questo"Murder on the Orient Express"(di Kenneth Branagh, 2017)sia la quinta o sesta trasposizione filmica, forse anche contando una versione in TV con David Suchat. Che Branagh sia un grande quanto originale trascrittore dei classici, da Shakespeare a Oscar Wilde alla Christie(Agatha), appunto, qui"resa"ottmiamenteè chiaro a tutti(e), ben noto e assolutamente da verificare anche vedendo quest'opera. Lo è come regista e come protagonista-deus ex machina continuo, come vero"facitore"assoluto, qui anche caricando la componente sentimentale e etica-morale di Poirot che, ovviamente, interpreta, dove tale accentuazione etica si spige fino all'"assoluzione" finale dei passeggeri(anche passeggere)del treno, vista e considerata la natura malvagia(questo elemento è qui accentuato ben più che nelle altre versioni)della vittima. Se si accettano le"regole del gioco", ossia un Poirot così, bene, altrimenti, con grande profitto(come si suol dire)si può rivedere la bellissima, ma totalmente diversa, versione del 1974, del grandissimo Sidney Lumet. Prendere o lasciare, dunque, per Branagh. Eccelsi anche gli altri/le altre intepreti: da Johhny Depp(immaginate in che ruolo)a Penelope Cruz, a Tom Bateman , da Michelle Pfeiffer a Willam Dafoe(grande e sia detto almeno tra volte, come per Ermete Trismegisto!), tutti/e diretti splendidamente da quel"nuovo Lawrence Oliver"che è Mister Kenneth... El Gato
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redfantos
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lunedì 5 febbraio 2018
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ennesimo remake o geniale trasposizione teatrale?
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Assassinio sull’ Orient Express, è un film del 2017 tratto dal romanzo giallo della pioniera femminista Agatha Christie. Il libro fu scritto a Istanbul nella stanza 411 del Pera Palace Hotel (attualmente adibita a museo in onore di A.Christie ), e fu pubblicato a “puntate” nell’estate del 1933 dal Saturday Evening Post, ne venne pubblicata in Italia una versione nel 1935 censurata sotto il regime fascista sia per i riferimenti al sesso, che al suicidio e ai luoghi comuni sugli italiani ( gangster per eccellenza ); e solo nel 1987 ne venne pubblicata una versione integrale. Il personaggio principale è il detective belga Hercule Poirot, un soggetto baffuto e goloso, narcisista ed esteta, ma anche un sensibile gentiluomo, con una personalità spesso riconosciuta come arrogante perché profondamente consapevole di se stesso in una maniera decisamente introspettiva, tanto da rendere alla sua mente genialmente quadrata, il mondo esterno costantemente in disordine; da qui la sua mania ossessiva per la perfezione e l’equilibrio.
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Assassinio sull’ Orient Express, è un film del 2017 tratto dal romanzo giallo della pioniera femminista Agatha Christie. Il libro fu scritto a Istanbul nella stanza 411 del Pera Palace Hotel (attualmente adibita a museo in onore di A.Christie ), e fu pubblicato a “puntate” nell’estate del 1933 dal Saturday Evening Post, ne venne pubblicata in Italia una versione nel 1935 censurata sotto il regime fascista sia per i riferimenti al sesso, che al suicidio e ai luoghi comuni sugli italiani ( gangster per eccellenza ); e solo nel 1987 ne venne pubblicata una versione integrale. Il personaggio principale è il detective belga Hercule Poirot, un soggetto baffuto e goloso, narcisista ed esteta, ma anche un sensibile gentiluomo, con una personalità spesso riconosciuta come arrogante perché profondamente consapevole di se stesso in una maniera decisamente introspettiva, tanto da rendere alla sua mente genialmente quadrata, il mondo esterno costantemente in disordine; da qui la sua mania ossessiva per la perfezione e l’equilibrio. La storia ha inizio a Gerusalemme, siamo nel 1934 davanti al muro del pianto, Chiesa del Santo Sepolcro, Poirot ha appena risolto un caso e si accinge a scrollarsi di dosso la realtà andando in ferie ad Istanbul, progetto vanificato da un caso urgente che lo aspetta a Londra. Per cui si unisce alla compagnia di un treno in teoria già al completo, su cui trova accesso solo grazie all’amicizia col direttore del mezzo..ed ecco l’ Orient Express in questione, tratta Istanbul - Trieste - Calais. Sul treno viene quasi immediatamente avvicinato, tra gli altri, dal Signor Samuel Edward Ratchett, che gli propone un lavoro da “sentinella”, rivelandogli di essere minacciato e di sentirsi ormai costantemente in pericolo, ma Poirot rifiuta di immischiarsi ad un soggetto così losco. Poco dopo il treno è costretto a fermarsi in seguito ad una slavina di neve sulle rotaie di una tratta in Jugoslavia, e all’indomani mattina viene ritrovato il corpo esanime di Ratchett. L’amico capotreno è costretto a chiedere aiuto a Poirot in maniera da chiudere il caso prima che arrivino i soccorsi, visto che altrimenti il treno non riuscirebbe a ripartire. Dopo le prime verifiche e i primi interrogatori emerge subito che il Signor Ratchett è in realtà un ricercato italiano di nome John Cassetti, fuggitivo da anni per il delitto della piccola Daisy Armstrong, (ispirato alla tragedia dell’aviatore Statunitense Charles Lindbergh noto per aver compiuto la prima traversata in solitaria dell’oceano Atlantico, suo figlio Charles fu uno dei primi casi di rapimento di risonanza internazionale proprio per questa notorietà del padre,e anche perché nonostante avesse pagato il riscatto del rapimento fu comunque ucciso a soli due anni, e ritrovato a poche miglia di distanza da casa, il presunto colpevole sempre dichiaratosi innocente venne condannato alla sedia elettrica; questione che ispirò anche un altro libro stavolta di J. Roth e il film con L.Di Caprio J.Edgar) figlia del colonnello John e Sonia Armstrong che incinta del secondo figlio partorì prematuramente per lo shock, parto al quale non sopravvissero entrambi, e motivo per cui il colonnello stesso trovò conforto solo nel suicidio. Le indagini sono un susseguirsi di indizi, così com’era stata tutta la campagna pubblicitaria, i poster e le interviste. Il film diventa un susseguirsi di incroci tra le due storie. Le immagini sono di pura teatralità, con le inquadrature tipiche dalle tende di velluto rosso, e con un elegante tocco bretone ( vedi scena sotto alla galleria ). Il film è un remake, dopo le versioni del 2010/2001, dell’ancor più storica versione del 1974 di Sidney Lumet con A.Finney, L.Bacall, I.Bergman, e S.Connery, versione girata con la pellicola 65mm, quindi con una definizione decisamente miglior e in netto contrasto con le altre, ed è chiaro in ogni fotogramma rinforzato dalla costruzione in digitale; costato ben 50 milioni di dollari ne ha incassati 330 in tutto il mondo. Motivo per cui è stato subito annunciato un sequel, riferito al libro “Poirot sul Nilo”, un pò come preannunciato anche da questo finale. Le riprese sono state fatte in gran parte ai Longcross studios di Londra, e poi a Malta, e al Colle del Gran San Bernardo tra Italia e Svizzera, è uscito nelle sala Usa il 10/11/2017 e in Italia il 30/11/2017. Prodotto tra gli altri da Ridley Scott, e Kenneth Branagh ( noto membro irlandese della Royal Academy of Dramatic Arts di Londra, visto di recente anche in Dunkirk di C.Nolan ) che si occupa anche della regia e del ruolo principale, porta la firma di Michael Green (Blade Runner 2049/Alien/Thor/Logan) la sceneggiatura, e quella di Haris Zambarloukos (Cenerentola, Thor, Mamma mia ) la fotografia , le musiche sono di Patrick Doyle ( Cenerentola, Mamma mia, Thor ) ed il cast stellare comprende tra gli altri P. Cruz, W.Dafoe, J. Dench, J. Depp, M. Pfeiffer che non eccellono in un contesto così ibridato tra teatralità e commercialità, e una promettente D.Ridley già vista di recente in alcuni Star Wars.
La versione è decisamente sopra le righe per quello che è il libro in se, e per quello che è stato il primo film, non si può confrontare un' icona della letteratura britannica come Poirot a quello che è questa versione decisamente moderna ma con classe. Il grande pubblico potrebbe tranquillamente appassionarsi a questo personaggio ultra baffuto e palesemente melenso, specialmente se in compagnia di cast di attori così riconosciuti dai più. “L’omicidio prevede una frattura nell’animo umano”, ci fa notare il detective nel film, teoria che evidentemente accomuna gli scrittori inglesi visto che viene subito in mente l’analogia degli Horcrux, per lo meno agli appassionati della saga della scrittrice bretone J.K.Rowling, chissà allora in questo nostro momento storico cosa penserebbe Poirot sull’animo umano…
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tmpsvita
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lunedì 8 gennaio 2018
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affascinante trasposizione
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Tratto dall'omonimo giallo della scrittrice di fama mondiale Agatha Christie, "Assassino sull'Orient Express" si presenta come una versione cinematografica alternativa a quella del 1974.
Ciò che attira di più lo spettatore è sicuramente il cast che si avvale di numerosi grandi nomi quali: Johnny Depp, Daisy Ridley, Penélope Cruz, Josh Gad, Michelle Pfeiffer, Derek Jacobi, Judi Dench, Willem Defoe e Kenneth Branagh, che inoltre dirige la pellicola.
Essendo un film corale però nessuno dei ruoli permette di offrire delle interpretazione memorabili, data la quantità limitata di tempo a disposizione per ogni personaggio, anche se tutti riescono comunque a fornire delle performance più che discrete, fatta eccezione per Branagh che, essendo il protagonista, ha avuto naturalmente più spazio e, anche per questo, si distingue dagli altri interpreti e regala al pubblico una perfetta trasposizione del celebre ispettore che viene ottimamente interpretato e che, grazie alla sua caratterizzazione, per lo più estetica (i bizzarri ed enormi baffi), riesce ad essere immediatamente riconosciuto dagli spettatori che hanno già letto il famoso libro, perché semplicemente è uguale, o almeno io non potevo chiedere una migliore trasposizione per questo personaggio.
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Tratto dall'omonimo giallo della scrittrice di fama mondiale Agatha Christie, "Assassino sull'Orient Express" si presenta come una versione cinematografica alternativa a quella del 1974.
Ciò che attira di più lo spettatore è sicuramente il cast che si avvale di numerosi grandi nomi quali: Johnny Depp, Daisy Ridley, Penélope Cruz, Josh Gad, Michelle Pfeiffer, Derek Jacobi, Judi Dench, Willem Defoe e Kenneth Branagh, che inoltre dirige la pellicola.
Essendo un film corale però nessuno dei ruoli permette di offrire delle interpretazione memorabili, data la quantità limitata di tempo a disposizione per ogni personaggio, anche se tutti riescono comunque a fornire delle performance più che discrete, fatta eccezione per Branagh che, essendo il protagonista, ha avuto naturalmente più spazio e, anche per questo, si distingue dagli altri interpreti e regala al pubblico una perfetta trasposizione del celebre ispettore che viene ottimamente interpretato e che, grazie alla sua caratterizzazione, per lo più estetica (i bizzarri ed enormi baffi), riesce ad essere immediatamente riconosciuto dagli spettatori che hanno già letto il famoso libro, perché semplicemente è uguale, o almeno io non potevo chiedere una migliore trasposizione per questo personaggio.
Ciò che invece differenzia particolarmente questo film dal libro da cui è tratto, è la struttura narrativa: se il libro risulta lineare (i vari interrogatori vengono svolti uno dopo l'altro) e preciso, soprattutto nei dettagli, il film è invece molto più dinamico, veloce e meno lineare; ciò diminuisce la possibilità allo spettatore di riuscire a elaborare i vari indizi ma permette al film di essere molto più d'intrattenimento, leggero e se vogliamo anche divertente e coinvolgente; una tipologia di narrazione che si presta molto più al grande schermo che alle pagine di un libro e, per questo, ritengo azzeccata la scelta di Branagh di rendere il tutto più movimento, grazie per lo più ad un montaggio dinamico, una presentazione dei personaggi più sbrigativa ma funzionale e un colonna sonora incalzante ed immersiva, affidata al due volte nominato agli Oscar, Patrick Doyle, che in passato aveva già lavorato con il succitato.
Per quanto riguarda la regia è anch'essa molto dinamica, Kenneth Branagh si avvale, infatti, spesso dell'utilizzo di carrelli per poter realizzare numerosi movimenti di macchina lunghi e precisi, inoltre molte delle inquadrature sono studiate nei minimi dettagli e, se da un lato questa scrupolosa ricerca del perfetto da al film un ottimo aspetto estetico, dall'altro intoppa un po' la fluidità del film: in alcuni momenti sono rimasto più tempo a notare i vari virtuosismi del regista che nel prestare attenzione alla storia, proprio perché in alcuni casi mi distraevano. Nonostante questi mi siano piaciuti (i virtuosismi) alcuni mi hanno proprio stupito e compiaciuto, avrei preferito un po' più di naturalezza, in alcuni momenti, da parte del regista senza dover sempre per forza cercare la perfetta inquadratura o il perfetto movimento di macchina.
Per il resto sono rimasto molto colpito dalla fotografia che da al film un look moderno senza però tradire il periodo storico nel quale si svolge.
In generale l'ho trovata un ottima trasposizione e un buon film d'intrattenimento che può soddisfare vari tipi di pubblico senza deluderne alcuno.
Ora non mi resta che vedere il film del 1974 e aspettare il futuro sequel di questa versione.
Voto: 7+/10
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redfantos
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lunedì 5 febbraio 2018
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ennesimo remake o trasposizione teatrale di lusso?
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Assassinio sull’ Orient Express, è un film del 2017 tratto dal romanzo giallo della pioniera femminista Agatha Christie.
Il libro fu scritto a Istanbul nella stanza 411 del Pera Palace Hotel (attualmente adibita a museo in onore di A.
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Assassinio sull’ Orient Express, è un film del 2017 tratto dal romanzo giallo della pioniera femminista Agatha Christie.
Il libro fu scritto a Istanbul nella stanza 411 del Pera Palace Hotel (attualmente adibita a museo in onore di A.Christie ), e fu pubblicato a “puntate” nell’estate del 1933 dal Saturday Evening Post, ne venne pubblicata in Italia una versione nel 1935 censurata sotto il regime fascista sia per i riferimenti al sesso, che al suicidio e ai luoghi comuni sugli italiani ( gangster per eccellenza );
e solo nel 1987 ne venne pubblicata una versione integrale.
Il personaggio principale è il detective belga Hercule Poirot, un soggetto baffuto e goloso, narcisista ed esteta, ma anche un sensibile gentiluomo, con una personalità spesso riconosciuta come arrogante perché profondamente consapevole di se stesso in una maniera decisamente introspettiva, tanto da rendere alla sua mente genialmente quadrata, il mondo esterno costantemente in disordine; da qui la sua mania ossessiva per la perfezione e l’equilibrio.
La storia ha inizio a Gerusalemme, siamo nel 1934 davanti al muro del pianto, Chiesa del Santo Sepolcro, Poirot ha appena risolto un caso e si accinge a scrollarsi di dosso la realtà andando in ferie ad Istanbul, progetto vanificato da un caso urgente che lo aspetta a Londra.
Per cui si unisce alla compagnia di un treno in teoria già al completo, su cui trova accesso solo grazie all’amicizia col direttore del mezzo..ed ecco l’ Orient Express in questione, tratta Istanbul - Trieste - Calais.
Sul treno viene quasi immediatamente avvicinato, tra gli altri, dal Signor Samuel Edward Ratchett, che gli propone un lavoro da “sentinella”, rivelandogli di essere minacciato e di sentirsi ormai costantemente in pericolo, ma Poirot rifiuta di immischiarsi ad un soggetto così losco.
Poco dopo il treno è costretto a fermarsi in seguito ad una slavina di neve sulle rotaie di una tratta in Jugoslavia, e all’indomani mattina viene ritrovato il corpo esanime di Ratchett.
L’amico capotreno è costretto a chiedere aiuto a Poirot in maniera da chiudere il caso prima che arrivino i soccorsi, visto che altrimenti il treno non riuscirebbe a ripartire.
Dopo le prime verifiche e i primi interrogatori emerge subito che il Signor Ratchett è in realtà un ricercato italiano di nome John Cassetti, fuggitivo da anni per il delitto della piccola Daisy Armstrong, (ispirato alla tragedia dell’aviatore Statunitense Charles Lindbergh noto per aver compiuto la prima traversata in solitaria dell’oceano Atlantico, suo figlio Charles fu uno dei primi casi di rapimento di risonanza internazionale proprio per questa notorietà del padre,e anche perché nonostante avesse pagato il riscatto del rapimento fu comunque ucciso a soli due anni, e ritrovato a poche miglia di distanza da casa, il presunto colpevole sempre dichiaratosi innocente venne condannato alla sedia elettrica; questione che ispirò anche un altro libro stavolta di J. Roth e il film con L.Di Caprio J.Edgar) figlia del colonnello John e Sonia Armstrong che incinta del secondo figlio partorì prematuramente per lo shock, parto al quale non sopravvissero entrambi, e motivo per cui il colonnello stesso trovò conforto solo nel suicidio.
Le indagini sono un susseguirsi di indizi, così com’era stata tutta la campagna pubblicitaria, i poster e le interviste. Il film diventa un susseguirsi di incroci tra le due storie.
Le immagini sono di pura teatralità, con le inquadrature tipiche dalle tende di velluto rosso, e con un elegante tocco bretone ( vedi scena sotto alla galleria ).
Il film è un remake, dopo le versioni del 2010/2001, dell’ancor più storica versione del 1974 di Sidney Lumet con A.Finney, L.Bacall, I.Bergman, e S.Connery, versione girata con la pellicola 65mm, quindi con una definizione decisamente miglior e in netto contrasto con le altre, ed è chiaro in ogni fotogramma rinforzato dalla costruzione in digitale; costato ben 50 milioni di dollari ne ha incassati 330 in tutto il mondo.
Motivo per cui è stato subito annunciato un sequel, riferito al libro “Poirot sul Nilo”, un pò come preannunciato anche da questo finale.
Le riprese sono state fatte in gran parte ai Longcross studios di Londra, e poi a Malta, e al Colle del Gran San Bernardo tra Italia e Svizzera, è uscito nelle sala Usa il 10/11/2017 e in Italia il 30/11/2017. Prodotto tra gli altri da Ridley Scott, e Kenneth Branagh ( noto membro irlandese della Royal Academy of Dramatic Arts di Londra, visto di recente anche in Dunkirk di C.Nolan ) che si occupa anche della regia e del ruolo principale, porta la firma di Michael Green (Blade Runner 2049/Alien/Thor/Logan) la sceneggiatura, e quella di Haris Zambarloukos (Cenerentola, Thor, Mamma mia ) la fotografia , le musiche sono di Patrick Doyle ( Cenerentola, Mamma mia, Thor ) ed il cast stellare comprende tra gli altri P. Cruz, W.Dafoe, J. Dench, J. Depp, M. Pfeiffer che non eccellono in un contesto così ibridato tra teatralità e commercialità, e una promettente D.Ridley già vista di recente in alcuni Star Wars.
La versione è decisamente sopra le righe per quello che è il libro in se, e per quello che è stato il primo film, non si può confrontare un' icona della letteratura britannica come Poirot a quello che è questa versione decisamente moderna ma con classe.
Il grande pubblico potrebbe tranquillamente appassionarsi a questo personaggio ultra baffuto e palesemente melenso, specialmente se in compagnia di cast di attori così riconosciuti dai più.
“L’omicidio prevede una frattura nell’animo umano”, ci fa notare il detective nel film, teoria che evidentemente accomuna gli scrittori inglesi visto che viene subito in mente l’analogia degli Horcrux, per lo meno agli appassionati della saga della scrittrice bretone J.K.Rowling, chissà allora in questo nostro momento storico cosa penserebbe Poirot sull’animo umano…
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alesimoni
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mercoledì 3 gennaio 2018
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hercule fa il figo
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Film godibile nel complesso grazie alla sensazionale trama di base, merito di Agatha Christie e ad una confezione tecnica ben riuscita. Nessuno slancio, nessuna altra chiave di lettura: non si va oltre un prodotto medio ma comunque riuscito: niente di speciale. Sicuramente , come hanno notato in molti, in tutto e per tutto si nota l'enorme ego di Branagh che cerca quasi di farti pesare quanto lui sia bravo, preparato e arguto: sia nell'interpretazione di Poirot sia per come gestisce il film. Non si è badato a spese per il cast, anche se il film non è lunghissimo e le parti dedicate ad ognuno dei protagonisti sono molto stringate: non c'era bisogno di prendere Dafoe per fargli dire due battute insomma.
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Film godibile nel complesso grazie alla sensazionale trama di base, merito di Agatha Christie e ad una confezione tecnica ben riuscita. Nessuno slancio, nessuna altra chiave di lettura: non si va oltre un prodotto medio ma comunque riuscito: niente di speciale. Sicuramente , come hanno notato in molti, in tutto e per tutto si nota l'enorme ego di Branagh che cerca quasi di farti pesare quanto lui sia bravo, preparato e arguto: sia nell'interpretazione di Poirot sia per come gestisce il film. Non si è badato a spese per il cast, anche se il film non è lunghissimo e le parti dedicate ad ognuno dei protagonisti sono molto stringate: non c'era bisogno di prendere Dafoe per fargli dire due battute insomma. Depp imbarazzante. Bella la scena finale, rappresentata come fosse un' "ultima cena" vinciana.
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