giorpost
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lunedì 11 gennaio 2016
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due anime insanguinate bisognose di rialzarsi
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Nell' America rurale del Sud si muovono le vicende di due persone: Laz, anziano agricoltore di colore ed ex bluesman costretto ad affrontare l' addio della moglie scappata con suo fratello dopo anni di matrimonio e Rae, bianca e giovane nullafacente da poco rimasta al palo causa partenza del fidanzato alla volta del fronte iracheno. La vera guerra è scoppiata anche nelle anime devastate di entrambi, spinti ad assumere atteggiamenti estremi nel rapporto con gli altri. Lui, pecora uscita dal gregge e smarritasi del tutto, non crede più nei valori spirituali della chiesa e respinge i continui assalti del pastore del paese che tenta, invano, di recpureralo dando un senso a quanto gli è successo.
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Nell' America rurale del Sud si muovono le vicende di due persone: Laz, anziano agricoltore di colore ed ex bluesman costretto ad affrontare l' addio della moglie scappata con suo fratello dopo anni di matrimonio e Rae, bianca e giovane nullafacente da poco rimasta al palo causa partenza del fidanzato alla volta del fronte iracheno. La vera guerra è scoppiata anche nelle anime devastate di entrambi, spinti ad assumere atteggiamenti estremi nel rapporto con gli altri. Lui, pecora uscita dal gregge e smarritasi del tutto, non crede più nei valori spirituali della chiesa e respinge i continui assalti del pastore del paese che tenta, invano, di recpureralo dando un senso a quanto gli è successo. Lei, invece, affronta le giornate concedendo il suo corpo al primo che capita indossando, sulla carta, una veste da ninfomane consumata. Ma molte delle cose che vediamo si riveleranno pura apparenza e, dopo alcuni giri di boa, ci troveremo dinnanzi ad un dramma fatto di soprusi e solitudine nel quale c' è una forte componente psicologica affrontata senza filtri ed avente, come sfondo, la classica provincia dove tutti cononoscono tutti.
Samuel L. Jackson, ispirato come ai tempi di Jules in Pulp Fiction, recita davvero bene i panni di Lazarus, un nome che è tutto un programma; è lui a trovare la moribonda Rae a due passi dal suo terreno, seminuda ed abbandonata per strada dal migliore amico del suo Ronnie, dopo un tentato stupro seguito da un vile pestaggio: Rae si risveglierà due giorni dopo incatenata ad un termosifone nella casa del chitarrista in pensione, ma non per i motivi che pensa...
In quest' opera di Craig Brewer ci sono vari aspetti da sottolineare, a cominciare da una velata sensualità che viene dispensata lungo tutto il tragitto, in un film nel quale assistiamo ad un "razzismo" al contrario, dove quasi tutti i buoni sono afroamericani mentre vigliacchi, deboli di stomaco, stupratori e sesso-dipendenti risultano essere caucasici. Le sensazioni migliori vengono però dalla musica, proposta attraverso un tappeto sonoro mai troppo invasivo che aumenta in ritmo e volume nei momenti giusti, e che si fa protagonista nella sequenza cult della pellicola, quando Lazarus si risolleva definitivamente organizzando una serata live in un famoso locale imbracciando la chitarra ed eseguendo fantastici arrangiamenti blues accompagnato da veri musicisti, mentre la co-protagonista Christina Ricci si esibisce nella cosa migliore della sua altrimenti mediocre carriera, una danza caliente che serve a Rae per scaricare ansie e paure derivanti da un padre che ha abusato di lei da bambina e da una madre assente. Proprio per la sua sensibilità Black snake moan (USA, 2007), pur non essendo arrivato nelle nostre sale e avendo incassato meno di 10 milioni, risulta essere opera salvabile, non un capolavoro, ma nemmeno da buttare. E per i cinefili incalliti c'è pure un' auto citazione proprio di Samuel allorquando, verso la fine, richiama l' attenzione di Timberlake (pessima prova, qualcuno lo convinca a cantare e basta) a puntare la pistola verso se e non sulla bionda fidanzata miracolosamente recuperata: ricordate Zucchino e Coniglietta?
Molte scene sono un netto richiamo ai Coen e Tarantino, la fotografia è di stampo country, il cast lascia a desiderare (Jackson a parte) come anche la mano del regista che deve fare ancora strada, come i suoi due Lazzari del film.
Voto: 6,5
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achab50
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lunedì 21 marzo 2016
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qualcosa di originale dal profondo sud
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quando pensiamo agli USA ci balena l'immagine delle autostrade a cento corsie, della foresta pietrificata di NY, oppure LosAngeles, Frisco..... ed invece se andiamo a vedere l'auto più venduta negli States scopriamo che da anni è un pick-up, perchè l'anima vera degli USA è nella sterminata campagna, nelle zone rurali abbandonate da dio, nell'unico negozio della cittadina che vende dagli anticrittogamici alle torte gelato. E su tutto l'idea di fondo che ognuno deve pensare a sè stesso, e se non ha i mezzi per curarsi, ci lascia le penne, e se vive ai margini abita in una stamberga di legno confidando nella buona sorte.
In questo ambiente si snoda la vicenda di una ragazza sin troppo disponibile, magistralmente interpretata dalla venere tascabile Christina Ricci.
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quando pensiamo agli USA ci balena l'immagine delle autostrade a cento corsie, della foresta pietrificata di NY, oppure LosAngeles, Frisco..... ed invece se andiamo a vedere l'auto più venduta negli States scopriamo che da anni è un pick-up, perchè l'anima vera degli USA è nella sterminata campagna, nelle zone rurali abbandonate da dio, nell'unico negozio della cittadina che vende dagli anticrittogamici alle torte gelato. E su tutto l'idea di fondo che ognuno deve pensare a sè stesso, e se non ha i mezzi per curarsi, ci lascia le penne, e se vive ai margini abita in una stamberga di legno confidando nella buona sorte.
In questo ambiente si snoda la vicenda di una ragazza sin troppo disponibile, magistralmente interpretata dalla venere tascabile Christina Ricci. Un uomo di colore che ha appena visto naufragare il proprio matrimonio decide di "guarire" la Lupa ed usa mezzi piuttosto spicci e persino brutali. Ma non è uno stupido, ed anche per giustificare una colonna sonora ben riuscita, riesce a farsela affezionare.
Non può mancare il Marine psicolabile e la farmacista che cede sciroppi per la tosse contro una coloratissima scelta di verdure. Il tutto è ben condito, il regista evita accuratamente scene troppo pruriginose, e ci riesce benissimo; più che notevole l'interpretazione di Samuel L. Jackson, e del pastore evangelico. il tempo corre veloce ed il finale è aperto, molto aperto, e ci fa temere che non ci sia possibilità di recupero.
Opera di alto artigianato con colonna sonora intrigante ed attori perfettamente nella parte. Non mancano flash sulla vita senza certezze in uno stato rurale e periferico.
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