luca percival
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venerdì 5 gennaio 2024
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i pro e i contro di un girotondo
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Ari Aster non è uno che accontenta, l'aveva già dimostrato al debutto con Hereditary. In questa seconda uscita, complice il buon riscontro di pubblico al suo primo film, si libera da ogni catena mettendo su schermo una parabola horror alla totale luce del sole e difatti a livello scenografico ci siamo, ci siamo eccome. Il Folclore avvolge completamente la storyline sino a stritolarla senza scampo, addirittura la quasi totalità delle scene rituali sono mostrate uncut con un minutaggio superiore ai cinque minuti. Devastanti per il ritmo della pellicola e per l'attenzione di chi la guarda che altro non può, se non subire la lentezza esorbitante rifugiandosi nella bellezza estetica.
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Ari Aster non è uno che accontenta, l'aveva già dimostrato al debutto con Hereditary. In questa seconda uscita, complice il buon riscontro di pubblico al suo primo film, si libera da ogni catena mettendo su schermo una parabola horror alla totale luce del sole e difatti a livello scenografico ci siamo, ci siamo eccome. Il Folclore avvolge completamente la storyline sino a stritolarla senza scampo, addirittura la quasi totalità delle scene rituali sono mostrate uncut con un minutaggio superiore ai cinque minuti. Devastanti per il ritmo della pellicola e per l'attenzione di chi la guarda che altro non può, se non subire la lentezza esorbitante rifugiandosi nella bellezza estetica. Midsommar è una campionatura di The Village in chiave moderna, con un bel cielo azzurro e un sadismo spiccato volto a infastidire stupendo e viceversa; un girotondo colorato che corre su se stesso finendo per ubriacare chi vi partecipa ed esasperare alla noia le vicende raccontate. Gli ultimi frame del finale sono di una lunghezza inutile, nel tentativo di filosofeggiare e prendersi sul serio in modo spropositato. Esteticamente superiore alla media si, ma floppa sotto parecchi aspetti. Florence Pugh difficilmente digeribile, per stomaci forti.
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steffa
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mercoledì 17 maggio 2023
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la follia del fanatismo
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in mezzo ai boschi svedesi una comunita vive di tradizioni ancestrali, riti e magia completamente distaccata dal mondo civilizzato , per poter miscelare il sangue della comunità vengono reclutati ospiti esterni al fine di procreare le nuove generazioni, e chi non è concorde si accorgerà ... il film non è un horror ma più un esoterico con qualche scena splatter ... le ambientazioni, la fotografia e gli effetti sono superlativi anche se a brevi tratti si sgonfia e sa anche di b-moovie o telefilm
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luca scialo
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martedì 23 agosto 2022
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un horror spiazzante
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Dani Ardor riceve una mail alquanto inquietante dalla sorella Terri, affetta da bipolarismo. La quale gli fa capire di essere ormai alla frutta e che coinvolgerà anche i genitori. In effetti, non si tratta del solito messaggio disperato e provocatorio: Terri si suicida e con lei uccide anche i suoi genitori, attraverso l’esalazione del gas scarico delle auto poste nel box sotto casa. Inoltre, il suo ragazzo Christian Hughes, stava meditando pure di lasciarla. Spronato dagli amici Josh, Mark e Pelle. Ma deve cambiare programma, per non dare un’ulteriore bastonata alla già disperata Dani. Inoltre, stava preparando a sua insaputa un viaggio in Svezia, organizzato da Pelle, il quale, essendo studente di antropologia e originario di quei luoghi, è interessato a partecipare ad un festival folkloristico, che si tiene in un luogo immerso nella natura e celebra il solstizio d’estate.
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Dani Ardor riceve una mail alquanto inquietante dalla sorella Terri, affetta da bipolarismo. La quale gli fa capire di essere ormai alla frutta e che coinvolgerà anche i genitori. In effetti, non si tratta del solito messaggio disperato e provocatorio: Terri si suicida e con lei uccide anche i suoi genitori, attraverso l’esalazione del gas scarico delle auto poste nel box sotto casa. Inoltre, il suo ragazzo Christian Hughes, stava meditando pure di lasciarla. Spronato dagli amici Josh, Mark e Pelle. Ma deve cambiare programma, per non dare un’ulteriore bastonata alla già disperata Dani. Inoltre, stava preparando a sua insaputa un viaggio in Svezia, organizzato da Pelle, il quale, essendo studente di antropologia e originario di quei luoghi, è interessato a partecipare ad un festival folkloristico, che si tiene in un luogo immerso nella natura e celebra il solstizio d’estate. Dani non viene inizialmente invitata, ma poi Christian decide di portarla con sé. In un viaggio comunque estenuante, visto che dagli States dovranno raggiungere il paese scandinavo. Ma giunti lì dovranno pure affrontare un lungo cammino in auto. Giunti sul posto, si renderanno presto conto che quel festival nasconde un lato violento e subdolo, giustificato da antichi riti ancestrali. In un crescendo che li travolgerà. Il regista newyorkese Ari Aster ha già dimostrato tutto il suo talento nel film d’esordio: Hereditary – Le radici del male. Un regista horror, ma disposto ad esplorare nuovi orizzonti, rigenerando un genere da troppi anni seduto su se stesso. Tra canovacci triti e ritriti e uno splatter che spesso sconfina nel disgusto. Midsommar è un horror che non rifiuta la violenza, la usa e come. Ma lo fa in una cornice diversa, come detto, alla luce del giorno (fa buio solo un paio di ore). In un contesto fatto di ampi prati tipicamente svedesi e prediligendo colori candidi come il bianco delle vesti che ricoprono quegli inquietanti partecipanti ai riti, a quelli più consoni al genere dalle tinte dark. Come nei migliori film del genere Horror, Midsommar si svela gradualmente. In una tensione costante, che lascia lo spettatore con l’altrettanta costante idea che qualcosa di brutto stia per accadere.
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dandy
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giovedì 28 ottobre 2021
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la regina di maggio.
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Aster(anche sceneggiatore) torna a replicare la formula del precedente "Hereditary":non affronta tematiche nuove rispetto ad altri film precedenti sui culti estremi("The Wicker Man" in primis)ma cerca di particolarizzarle col suo stile personale,fatto di dilatazione e alienazione per i personaggi,con assenza di jumpscare o twist e occasionali punte gore.Come nel "Suspiria" di Guadagnino,attraverso l'incursione nel male la protagonista non trova la fine ma un nuovo inizio,e il mondo in cui entra a far parte sancisce il superamento dei traumi familiari secondo una visione in cui alla morte segue sempre la vita.Ma dopo il suicidio rituale la storia prende una piega forzata(insomma,chi sceglierebbe di restare volontariamente e pensando solo a completare la propria tesi dopo aver assistito a certe cose?)e sebbene non manchino suggestioni visive(il suicidio,l'accoppiamento di Christian e il pianto condiviso di Dani)l'easperato prolungamento di certe situazioni affatica la narrazione.
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Aster(anche sceneggiatore) torna a replicare la formula del precedente "Hereditary":non affronta tematiche nuove rispetto ad altri film precedenti sui culti estremi("The Wicker Man" in primis)ma cerca di particolarizzarle col suo stile personale,fatto di dilatazione e alienazione per i personaggi,con assenza di jumpscare o twist e occasionali punte gore.Come nel "Suspiria" di Guadagnino,attraverso l'incursione nel male la protagonista non trova la fine ma un nuovo inizio,e il mondo in cui entra a far parte sancisce il superamento dei traumi familiari secondo una visione in cui alla morte segue sempre la vita.Ma dopo il suicidio rituale la storia prende una piega forzata(insomma,chi sceglierebbe di restare volontariamente e pensando solo a completare la propria tesi dopo aver assistito a certe cose?)e sebbene non manchino suggestioni visive(il suicidio,l'accoppiamento di Christian e il pianto condiviso di Dani)l'easperato prolungamento di certe situazioni affatica la narrazione.Comunque bravissima(e bellissima)la protagonista.Come il film precedente del regista ha avuto un ottimo successo di pubblico,e come sempre c'è chi ha gridato al capolavoro.Ma non è perfettamente riuscito su tutta la linea.Prodotto con soldi americani e svedesi,e girato perlopiù in Ungheria.Ne esiste anche una director's cut di 170',in cui forse si spiega meglio il ruolo(qui praticamente subliminale)della donna o bambina dal viso deforme che pare la Marini struccata al mattino...
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bloodyrose90
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domenica 29 agosto 2021
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midsommar : dal trauma alla rinascita.
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Incuriosita dalla pellicola ho deciso di gettarmi a capofitto , tra l'altro nella mezza stagione estiva. Sicuramente è uno di quei film che difficilmente si colloca nell'insieme Horror, ma piuttosto Psicologico e, devo dire la verità : sciocca parecchio. L'uso diverso da quello occidentale e la sua ambientazione di apparente tranquillità fanno centro a tenere gli occhi dello spettatore incollati allo schermo. È tutto un susseguirsi di metafore che concludono e conducono alla liberazione. È molto forte , però al tempo stesso molto significativo.
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savino36
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mercoledì 5 maggio 2021
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delusione e sconforto!
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Non sono un "cinefilo", ma un semplice spettatore, quindi il mio punto di vista non è da esperto... Mi piacerebbe avere gli "strumenti" o sapere che percorso intraprendere, per "capire" film di questo genere! Dopo aver visto questa "pellicola" sono rimasto deluso e sconfortato, forse per tutti gli elogi ed i riconoscimenti presi che non sono riuscito a riscontrare! Cosa contesto? Tantissimi punti di pura illogicità! Non è un film che rivedrei, né suggerirei di vederlo.
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tomjoad72
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lunedì 22 marzo 2021
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opera notevole, grande tecnica, estetica e simbolismo
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Non avrei mai pensato che un genere che consideravo defunto potesse resuscitare con una originalità che non percepivo dai tempi di "The Blair Witch Project" (1999). Migliaia di film e di variazioni sul tema hanno reso il genere horror una roba in grado di procurare solo noia e un senso di indifferente apatia. Midsommar di Ari Aster è un film unico. Ha talmente tanta roba dentro a livello tecnico, estetico e simbolico da annullare la trama in sé per far emergere un metalinguaggio plastico e che ti avvolge completamente, quasi da poter toccare con le dita della mano - e non solo con vista ed udito - ciò che accade. È il film più tridimensionale, caleidoscopico e psichedelico mai sperimentato (e non perché ci vogliano gli occhiali 3D per vederlo).
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Non avrei mai pensato che un genere che consideravo defunto potesse resuscitare con una originalità che non percepivo dai tempi di "The Blair Witch Project" (1999). Migliaia di film e di variazioni sul tema hanno reso il genere horror una roba in grado di procurare solo noia e un senso di indifferente apatia. Midsommar di Ari Aster è un film unico. Ha talmente tanta roba dentro a livello tecnico, estetico e simbolico da annullare la trama in sé per far emergere un metalinguaggio plastico e che ti avvolge completamente, quasi da poter toccare con le dita della mano - e non solo con vista ed udito - ciò che accade. È il film più tridimensionale, caleidoscopico e psichedelico mai sperimentato (e non perché ci vogliano gli occhiali 3D per vederlo). Permette allo spettatore d'immergersi nella sua luce favolosa ma spietata (si, un horror nel quale non vedi l'ora che arrivi il buio...) e di rimanerci incastrato dentro per seguirne lo sviluppo catartico. La prima parte del film si svolge negli USA ed è tutto buio, come gli eventi che danno l'incipit alla trama. Poi esplode la luce che libera le nostre più intime paure nel fiore della stagione primaverile. Impossibile non tracciare una metafora con la pandemia: la Natura, i suoi riti che riprendono nel nostro mondo la supremazia sulle vicende umane. Siamo solo formiche che assistono schiacciate a terra ciò che accade sopra di noi...
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mr.rizzus
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martedì 9 marzo 2021
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capolavoro
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mr.rizzus
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lunedì 8 marzo 2021
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capolavoro
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