lucacapaccioli
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domenica 9 luglio 2017
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da grandi poteri, derivano... grandi produzioni!
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Esattamente nel 2002 debuttò il fenomenale Spider-Man diretto da Sam Raimi, di quella che nel giro di qualche anno divenne una trilogia di successo, caratterizzata da un secondo capitolo addirittura migliore del precedente e un seguito che però deluse le aspettative. Qualche anno dopo, la Sony Pictures sviluppò un reboot del personaggio, con ben due film indubbiamente controversi e con dei difetti, riusciti solo in parte, entrambi con la regia di Marc Webb. A causa delle aspre critiche, la casa di produzione ha dovuto cancellare ogni progetto in programma, stipulando un accordo con i Marvel Studios nel 2015 per integrare Spider-Man nella continuity ufficiale dell’MCU, avviato nel 2008 con il primo Iron Man di Jon Favreau.
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Esattamente nel 2002 debuttò il fenomenale Spider-Man diretto da Sam Raimi, di quella che nel giro di qualche anno divenne una trilogia di successo, caratterizzata da un secondo capitolo addirittura migliore del precedente e un seguito che però deluse le aspettative. Qualche anno dopo, la Sony Pictures sviluppò un reboot del personaggio, con ben due film indubbiamente controversi e con dei difetti, riusciti solo in parte, entrambi con la regia di Marc Webb. A causa delle aspre critiche, la casa di produzione ha dovuto cancellare ogni progetto in programma, stipulando un accordo con i Marvel Studios nel 2015 per integrare Spider-Man nella continuity ufficiale dell’MCU, avviato nel 2008 con il primo Iron Man di Jon Favreau. Non è un caso che si parli di Iron Man, in quanto l’iconico Vendicatore in armatura interpretato, come sempre, da Robert Downey Jr. (ormai un tutt’uno con il personaggio) è presente nel nuovo adattamento del Tessiragnatele, Spider-Man: Homecoming, con la regia di Jon Watts. In seguito agli eventi narrati in Captain America: Civil War (2016), il giovane Peter Parker/Spider-Man (Tom Holland) vuole più che mai provare a Tony Stark, e a sé stesso, che è pronto per combattere nuovamente al fianco degli Eroi più potenti della Terra, nonostante l’industriale multimiliardario sia fermamente contrario, ritendendo che un semplice ragazzo, seppur dotato di abilità uniche, non sia pronto per una vita del genere, il che porta il piccolo apprendista a sventare sempre piccoli crimini a New York. Come se non bastasse, Peter deve fare i conti con l’adolescenza, che comporta grossi problemi per la sua vita sociale come studente delle superiori, nel senso che non trova il coraggio di parlare con la ragazza più bella della scuola, Liz Allen (Laura Harrier), e viene tormentato dai bulli di turno, in particolare Flash Thompson (Tony Revolori), anche se tuttavia è in ottimi rapporti con il suo amico e compagno di banco Ned Leeds (Jacob Batalon). A complicare ulteriormente le cose, un nuovo criminale a capo di un organizzazione fornita di armamenti alimentati dalla tecnologia dei Chitauri (gli alieni della battaglia a New York, in The Avengers) si fa avanti: Adrian Toomes/Vulture (Michael Keaton), con cui il protagonista si confronterà… a suo rischio e pericolo.
Dopo una serie di incarnazioni del personaggio di Spider-Man, creato nel 1962 da Stan Lee e Steve Ditko, sarebbe stato difficile immaginare un protagonista che si distaccasse in modo netto da Tobey Maguire prima e Andrew Garfield poi, eppure siamo davanti all’Uomo Ragno definitivo, in quanto Tom Holland incarna pienamente lo spirito e l’essenza del protagonista, che pare letteralmente uscito dai fumetti, meglio di chiunque altro in precedenza: assistiamo alla visione di un ragazzo a cui di certo non manca lo humor e la logorrea tipica del personaggio, ma è anche tormentato, irresponsabile, megalomane e incapace di prevedere le conseguenze delle proprie azioni, esattamente come molti adolescenti di oggi, il che porta il grande pubblico ad identificarsi in lui; in altre parole, come molti altri supereroi della Marvel, sotto il costume e nonostante i suoi poteri è umano e di conseguenza vulnerabile. Eccellente, come in qualsiasi capitolo dell’MCU, l’iconico Tony Stark, sempre più lontano dalla sua figura decisamente più scanzonata dei primi capitoli, in questo film vero e proprio mentore di Peter, nel senso che si sente responsabile del giovane, nel senso che è consapevole dei tanti errori commessi in tutta la sua vita e non vuole sbagliare con un semplice ragazzo, che egli stesso ha trascinato nel mondo dei supereroi. Nelle sequenze di dialogo tra i due, Tony parla a Peter come se in lui una parte di sé, quel lato arrogante e poco responsabile che lo ha indotto, in passato, a mettere a repentaglio l’incolumità delle persone a lui care e a creare un sistema di intelligenza artificiale che ha provocato caos e distruzione (Avengers: Age of Ultron, 2015). Menzione particolare anche per il villain del film, Vulture, migliore rispetto a molti altri visti nei recenti lungometraggi Marvel, grazie anche alla grande performance di Michael Keaton, che aveva già interpretato Batman negli acclamati film di Tim Barton. Si tratta di un criminale le cui parole incutono terrore in diverse sequenze, ancor prima di spiccare il volo all’interno della sua imbracatura dotata di ali, ed è molto più umano rispetto ad alcuni suoi ‘colleghi’, dato che non ha essenzialmente fini distruttivi, vuole semplicemente portare a termine degli affari nel tentativo di avere una vita normale, rovinata a causa di un passato in cui ha perso la propria posizione in società, anche a costo di intraprendere una carriera criminale. Non male, anche se con un ruolo ridotto, la Zia May di Marisa Tomei, ‘ringiovanita’ rispetto alle versioni di Rosemary Harris (la trilogia di Raimi) e Sally Field (il reboot di Webb) e grande forza motivante del protagonista. Divertente la performance di Jacob Batalon nel ruolo di Ned Leeds, così come quella di Zendaya come Michelle, compagna di scuola di Peter, e azzeccate le interpretazioni di Laura Harrier e Tony Revolori nei loro rispettivi ruoli. Non manca il cameo di Stan Lee e vi sono tantissimi riferimenti al fumetto originale che i fan noteranno sicuramente, a partire dal costume ad alta tecnologia di Spider-Man ad opera di Stark, munito di numerosi gadget e funzioni varie. La sceneggiatura è ottima e vi sono molti colpi di scena che sorprenderanno gli spettatori, per non parlare di molte sequenze d’azione memorabili, ma eccessive e prevedibili verso il finale. Gli effetti speciali sono spettacolari e la colonna sonora di Michael Giacchino (Doctor Strange) è azzeccata con il tono del film. Si può quindi dire che Spider-Man è finalmente tornato a casa, come suggerisce il titolo della pellicola, e nonostante qualche scelta di casting discutibile e fin troppo distaccata rispetto al cartaceo, più qualche altro piccolissimo difetto, possiamo affermare di assistere ad uno dei migliori film dell’Uomo Ragno e della Marvel in generale.
P.S. Inutile dirlo, ma sono presenti sequenze a metà e dopo i titoli di coda.
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[+] scusa ma che film hai visto
(di fede17)
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fabiant.
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lunedì 24 luglio 2017
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superfluo e insignificante
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Un teen movie (esageratamente teen) del tutto superfluo e insignificante. Poteva andare bene come puntata per una serie TV. Mancano infatti scene madri, mancano colpi di scena, manca una vera sceneggiatura, manca di originalità. E soprattutto manca di un taglio registico efficace. Sembrano davvero lontani i tempi dell'ottima versione di Raimi. Carino e sufficientemente godibile, con un protagonista che ce la mette proprio tutta, ma la trama risulta evanescente all'inverosimile e la caratterizzazione di Spider-Man non lascia il segno. A fine visione, infatti, la sensazione è netta: nulla ma proprio nulla di memorabile.
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Un teen movie (esageratamente teen) del tutto superfluo e insignificante. Poteva andare bene come puntata per una serie TV. Mancano infatti scene madri, mancano colpi di scena, manca una vera sceneggiatura, manca di originalità. E soprattutto manca di un taglio registico efficace. Sembrano davvero lontani i tempi dell'ottima versione di Raimi. Carino e sufficientemente godibile, con un protagonista che ce la mette proprio tutta, ma la trama risulta evanescente all'inverosimile e la caratterizzazione di Spider-Man non lascia il segno. A fine visione, infatti, la sensazione è netta: nulla ma proprio nulla di memorabile.
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glaukobarbagallo
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venerdì 7 luglio 2017
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complimenti allo chef
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Ci siamo abituati a mangiare talmente tanta m***a da non essere quasi più in grado di apprezzare una vera portata quando ci viene presentata. Da troppo tempo si esce dai film di supereroi con "forzato" gradimento da rendere le frasi di giudizio ripetitive al limite del canovaccio: bello, divertente... Ironman è sempre il migliore... ma la scena di combattimento? pazzesca... finalmente uno un po' più serio... finalmente uno che si prende meno sul serio...
Finalmente arriva veramente qualcosa di diverso. Certo sempre di supereroi si tratta, ma nel piatto qualcosa è più fresco, lo chef ha selezionato meglio i suoi ingredienti.
Sì perchè Spiderman: Homecoming riesce a fondere egregiamente una costante vena comica riuscita a colpi di scena e momenti di tensione di elevato profilo.
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Ci siamo abituati a mangiare talmente tanta m***a da non essere quasi più in grado di apprezzare una vera portata quando ci viene presentata. Da troppo tempo si esce dai film di supereroi con "forzato" gradimento da rendere le frasi di giudizio ripetitive al limite del canovaccio: bello, divertente... Ironman è sempre il migliore... ma la scena di combattimento? pazzesca... finalmente uno un po' più serio... finalmente uno che si prende meno sul serio...
Finalmente arriva veramente qualcosa di diverso. Certo sempre di supereroi si tratta, ma nel piatto qualcosa è più fresco, lo chef ha selezionato meglio i suoi ingredienti.
Sì perchè Spiderman: Homecoming riesce a fondere egregiamente una costante vena comica riuscita a colpi di scena e momenti di tensione di elevato profilo. Forse non sarà la prima volta che ci viene servito un eroe pasticcione e pieno di problemi che lo rendano più umano, più vicino allo spettatore, ma è la prima volta che il suo antagonista non ha mire di distruzione globale, di sovvertimento della società, progetti di un nuovo futuro o una nuova idea per il destino l'umanità. E' un antagonista casalingo, elevato enormemente nello spessore dalla performance azzeccatissima di Michael Keaton, che passando da un universo all'altro, dal Batman della DC all'Avvoltoio della Marvel, sa sempre e comunque come destreggiarsi.
Scelta azzeccata anche quella del piatto di portata Tom Holland, iperatletico ma mai ipertrofico e sempre con l'aria del bravo ragazzo. Circondato da una cerchia di compagni politically correct non si cade neanche qui nella banalità scegliendo come ragazza di Peter Parker una bellezza anche più alta di lui. Accettabilissime anche le scene di combattimento, necessarie in un film di tal genere, ma sulle quali ultimamente si è puntato troppo rendendole sempre più lunghe, improbabili e noiose, nel vano tentativo di essere sempre più stupefacenti della volta precedente.
Insomma complimenti allo chef, e speriamo di non dover aspettare troppo tempo perchè si possa gustare qualcosa di altrettanto gradevole.
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[+] più fresco e meno cupo questo nuovo spiderman
(di antonio montefalcone)
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loland10
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lunedì 10 luglio 2017
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spider-school
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“SpiderMan. Homecoming“ (id., 2017) è il terzo lungometraggio del regista statunitense Jon Watts.
Ecco che al caldo imperante fuori il prodotto blockbuster è l’unico refrigerio dentro per passare oltre due ore senza ansie e un bicchiere d’acqua che con leggerezza passa oltre.
Si ricomincia da capo (o quasi) per un ‘uomo ragno’ che non vuole fermarsi e rientra in gioco con una nuova produzione ‘Columbia-Sony-Marvel’: pomposità e allegria si arruolano insieme con caparbietà.
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“SpiderMan. Homecoming“ (id., 2017) è il terzo lungometraggio del regista statunitense Jon Watts.
Ecco che al caldo imperante fuori il prodotto blockbuster è l’unico refrigerio dentro per passare oltre due ore senza ansie e un bicchiere d’acqua che con leggerezza passa oltre.
Si ricomincia da capo (o quasi) per un ‘uomo ragno’ che non vuole fermarsi e rientra in gioco con una nuova produzione ‘Columbia-Sony-Marvel’: pomposità e allegria si arruolano insieme con caparbietà.
Film che arriva come nuovo inizio della ‘saga’: dopo cinque pellicole negli ultimi tre lustri ecco uno nuovo con diversità d’intenti e furbizia per un nuovo pubblico da accalappiare (le multisale gongolano all’arrivo esuberante di adolescenti con bibita e pop-corn da acquistare…e qualche cinema fa promozione con biglietto tutto incluso…).
Una High-School rinnovata e viva tra adolescenti, finti adulti, supereroi da crescere e amicizie trastullanti. Ecco che il miscuglio preparato arride al pubblico presente: molti si divertono e ridono. Non so perché (a me sembra pura furberia gocciolante e piena di fili) a me il riso non viene e dopo un’ora (spezzano il film per un secondo cibo per chi vuole) mi sto annoiando.
Il film ha un incipit per prepararci e poi sul più bello (almeno per chi scrive) per uno sviluppo dell’antefatto si passa a otto anni dopo … per avere in prima fila il logo Marvel. E da qui il quindicenne Peter Parker ha dalla sua (lui che vuole essere grande, che ha voglia di diventare qualcuno) una possibilità da sfruttare quella di indossare un supercostume con poteri molto particolari. C’è Tony Stark come Iron Man che interviene in suo aiuto alla bisogna per rimproverarlo, rincuorarlo e buttarlo nella (grande) mischia ‘marvel-iana’. La Sony a fianco ha le lacrime agli occhi.
Una pellicola che alcuni meriti: ringiovanire il pubblico (anche quello anta) per seguiti già annunciati (‘to be continued’), ricaricare le pile dell’autoironia, fingere che l’eroe è uno di noi, ammaliare con peripezie cartonate, rincuorare il selfie in noi tutti (ma non proprio tutti) e salvarci prima dell’arrivo dei soccorsi (arrivano sempre in ritardo…chi sa….).
Ma ecco invece i demeriti della stessa (che possono essere per qualcuno meriti ma che non agevolano la freschezza): linguaggi ridondanti e poco efficaci, lungaggini e velleità artistiche, incontri soporiferi e spenti, ironia adolescenziale schietta ma piatta, ripetitività di volti e schemi, furbizie di megatitoli con seguiti e ‘captain’ finale, uno spot continuo e un gioco copia-incolla. Insomma centotrentatre minuti sono eccessivi, lunghi e, alquanto, inutili. Il viso di Tom Holland cerca l’infantilismo e il primo approccio costantemente, l’amico di scorta insegue le sue scorribande e quello di un primo incontro da ‘marchiare’: tutto ‘political correct’, tra colori della pelle, istrioni fasulli e facili robot.
Partendo dal passato e dal college tv, il film si orienta verso la semplice confidenza che si da ad un amico (spettatore) per farlo tornare completamente bambino e farlo sorridere (si spera ridere) con un ‘refrain’ immagini di film ‘una pazza giornata di vacanza’ (pensando alle ‘buche’ dello studente non modello Peter); solo che qui l’impazzimento è godibile ma tende sempre verso il basso comune, semplice e non velleitario. E tra Peter e Michelle non si arriva mai al dunque per di più il ragazzo-ragno scopre che il suo nemico acerrimo ‘avvoltoio’ abita dalle parti della ragazza. Che dire, una sorpresa per lasciare ammutolito il pubblico e sparare le ‘cartucce’ del buonismo negli ultimi trenta minuti.
I titoli di coda si consigliano sempre (non finiscono veramente mai…) per avere l’ultimo quadro immagine del Nostro ‘Captain America’ che ammicca e gelosamente ci aspetta per le prossime uscite. Un ’ritorno a casa’ senza sbandamenti: vi aspettiamo!
Divertimento opzionale a parte si esce senza nessun ricordo e un ritorno a casa nonostante il caldo serale.
Tom Holland (Peter e Spider Man) ci mette del suo, Michael Keaton (Adrian/avvoltoio) è oramai fissato sui voli (non è meglio cambiare tiro), Robert Dowen Jr. (Tony/Iron Man) sta ancora cercando la strada per qualche film che non arriva.
Regia super giovanilistica.
Voto: 5/10.
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cianoz
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giovedì 2 novembre 2017
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da supereroe a macchietta per teenagers
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Quando si parla di Marvel VS DC si dice sempre che i film della Marvel hanno una leggerezza e una vena di ironia che in quelli DC manca. Battute e dialoghi simpatici che rendono il film piacevole. Vero. Ma con Spider-Man Homecoming quelli della Marvel sembrano avere perso il senso della misura. Di certo non sembra averlo Jon Wats regista. Perché un conto è inserire qua e la qualche battuta e qualche leggerezza, un altro è trasformare quello che dovrebbe comunque essere un supereroe, sia pure adolescente, in una figura infantle e ridicola. Il film è tutto una sequenza di battute stupide e situazioni incomprensibilmente ridicole. E che non fanno ridere, a meno che il targe del film non sia volutamente il pubblico sotto i 14 anni.
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Quando si parla di Marvel VS DC si dice sempre che i film della Marvel hanno una leggerezza e una vena di ironia che in quelli DC manca. Battute e dialoghi simpatici che rendono il film piacevole. Vero. Ma con Spider-Man Homecoming quelli della Marvel sembrano avere perso il senso della misura. Di certo non sembra averlo Jon Wats regista. Perché un conto è inserire qua e la qualche battuta e qualche leggerezza, un altro è trasformare quello che dovrebbe comunque essere un supereroe, sia pure adolescente, in una figura infantle e ridicola. Il film è tutto una sequenza di battute stupide e situazioni incomprensibilmente ridicole. E che non fanno ridere, a meno che il targe del film non sia volutamente il pubblico sotto i 14 anni. Non c'è nulla di Spider-Man supereroe come dovrebbe essere, Tom Holland impersona un quindicenne ben più stupido di qualunque adolescente reale e non se ne capisce assolutamente il motivo. Una sceneggiatura alquanto superficiale con scelte narrative dubbie (Spider-Man che si fa scoprire come Peter Parker a un compagno di scuola, per dirne una), e una totale mancanza di rappresentazione dei superpoteri che sono peculiari del personaggio dei fumetti, vedi forza, senso di ragno, capacità di sparare ragnatele "nativamente" e non da un aggeggio posticcio (anche se nel fumetto per un periodo anche questo è accaduto). Per non parlare della sovrabbonanda di tecnologia che trasforma l'uomo ragno in una sorta di Iron-Man per 2/3 del film e a cui il nostro "eroe" di affida quasi ciecamente senza fare affidamento ai propri superpoteri. Insomma un cosa che travisa completamente il personaggio.
Una delle peggiori rappresentazioni di supereroi degli ultimi... 20 anni. Persino l'Hulk del 2003 risulta più guardabile di questo.
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arox95
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sabato 11 novembre 2017
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delusione totale
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Parto subito dicendo che sono rimasto molto deluso. Sembrava che avessi sbagliato film. Un film di Spider-Man senza Spider-Man, vediamo che nel film Peter indossa il costume per soli 15 minuti e stop, sembra un teen movie da serie TV. Dov'è Spider-Man che oscilla tra i grattacieli di NY? Dov'è l'azione e i colpi di scena? Ah sì si vede che Peter invece che oscillare corre col costume come se fosse un film parodia. Insomma penso che non basti un po' di ironia e qualche spezzone di inseguimenti e botte per fare un film su Spider-Man. Questo film non è degno neanche di lustrare le scarpe allo Spider-Man di Raimi. Anche The Amazing (il primo), secondo me è migliore di questo in tutto, lì c'è azione, amore tra Peter e Gwen o MJ, nemici degni di essere definiti tali, emozioni e scontri epici, qui cosa c'è? Va bene Holland per il ruolo ci potrebbe anche stare (Garfield un po' superiore anche di Maguire nel ruolo di Peter secondo me) ma manca il vero Spider-Man in questo film, manca l'azione, manca il colpo di scena che come i precedenti faceva stare in ansia, si tratta solo di dialoghi tra teenager e qualche scena di azione vista e rivista che si conclude con l'avvoltoio messo KO senza nessun combattimento e niente di niente, tutto forzato e sopravvalutato.
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Parto subito dicendo che sono rimasto molto deluso. Sembrava che avessi sbagliato film. Un film di Spider-Man senza Spider-Man, vediamo che nel film Peter indossa il costume per soli 15 minuti e stop, sembra un teen movie da serie TV. Dov'è Spider-Man che oscilla tra i grattacieli di NY? Dov'è l'azione e i colpi di scena? Ah sì si vede che Peter invece che oscillare corre col costume come se fosse un film parodia. Insomma penso che non basti un po' di ironia e qualche spezzone di inseguimenti e botte per fare un film su Spider-Man. Questo film non è degno neanche di lustrare le scarpe allo Spider-Man di Raimi. Anche The Amazing (il primo), secondo me è migliore di questo in tutto, lì c'è azione, amore tra Peter e Gwen o MJ, nemici degni di essere definiti tali, emozioni e scontri epici, qui cosa c'è? Va bene Holland per il ruolo ci potrebbe anche stare (Garfield un po' superiore anche di Maguire nel ruolo di Peter secondo me) ma manca il vero Spider-Man in questo film, manca l'azione, manca il colpo di scena che come i precedenti faceva stare in ansia, si tratta solo di dialoghi tra teenager e qualche scena di azione vista e rivista che si conclude con l'avvoltoio messo KO senza nessun combattimento e niente di niente, tutto forzato e sopravvalutato. Magari vedremo Spider-Man nei prossimi film ma parte malissimo. Per me Spider-Man non ha più lo stesso valore come lo aveva prima, ma dai non si può neanche paragonare ai vecchi film. Mi spiace di essere così negativo ma intanto è quello che ho visto
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sora97
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domenica 9 luglio 2017
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bello come film ma non come spiderman
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Nel tentativo di "rimodernare" i personaggi adattandoli alla mentalità moderna e per non ripetere le stesse storie già dette le altre 5 volte la Marvel ha deciso di cambiare le cose. Credo che tutti siano d'accordo nel dire che questo film sia "diverso" dagli altri, e devo dire che personalmente la maggior parte dei cambiamenti non mi è piaciuta. Innanzitutto la decisione di inserire il nuovo spiderman nell'universo avenger con tutto quello che ne comporta, come la presenza troppo oppressiva di Ironman/Tony o la scelta di ambientare la storia dopo l'attacco alieno di NewYork, sacrificando il personaggio di spiderman che passa in secondo piano e viene "plasmato" dal comportamento degli altri super più vecchi, sia nella sua personalità che nello stile del film dato che non aveva una base solida già formata nel corso dei propri film individuali come thor, ironman ecc.
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Nel tentativo di "rimodernare" i personaggi adattandoli alla mentalità moderna e per non ripetere le stesse storie già dette le altre 5 volte la Marvel ha deciso di cambiare le cose. Credo che tutti siano d'accordo nel dire che questo film sia "diverso" dagli altri, e devo dire che personalmente la maggior parte dei cambiamenti non mi è piaciuta. Innanzitutto la decisione di inserire il nuovo spiderman nell'universo avenger con tutto quello che ne comporta, come la presenza troppo oppressiva di Ironman/Tony o la scelta di ambientare la storia dopo l'attacco alieno di NewYork, sacrificando il personaggio di spiderman che passa in secondo piano e viene "plasmato" dal comportamento degli altri super più vecchi, sia nella sua personalità che nello stile del film dato che non aveva una base solida già formata nel corso dei propri film individuali come thor, ironman ecc.. che rimangono loro stessi anche nell'universo (e film) avenger. Poi questo Peter quindicenne potrà anche non mostrare le sue origini, la morte dello zio e la inziale scoperta dei propri poteri, ma hanno dato troppo spazio ai problemi relazionali senza mostrare una vera e propria convivenza della doppia identità, gli eventi si accavallano tutti in maniera perfetta e Peter deve sacrificare non qualche ma tutti i momenti importanti della sua vita privata per fare l'eroe, e non è la stessa cosa. Abbiamo la scelta di mostrare un Peter adolescente e acerbo, impulsivo e distratto ma che non pensa mai a quello che fa, e con queste premesse sfido chiunque a far capire che in realtà è un genio, sopratutto se la tuta te la procura Tony ed è così equipaggiata che probabilmente funzionerebbe lo stesso anche con un manichino di plastica dentro, al punto che i superpoteri dell'uomo ragno praticamente non si notano se non appunto quando non la indossa (ci mancava poco ed era la tuta a dargli la capacirà di farlo arrampicare sui muri). Non apprezzo nemmeno il fatto che un pò troppa gente conosce la sua identità che di norma viene definita "segreta" per un motivo, mentre qua almeno in 5 sanno chi è solo alla fine del film. L'ultimo aspetto negativo riguarda l'humor, che spiderman come icona ha sempre avuto e che qui manca completamente, come le classiche "battutine" negli scontri oppure i pasticci che fa almeno di solito li aggiusta anche per dire, mentre qui sono funzionali alla (volendo esagerare) trama e che quindi lo fa sembrare anche incapace.
In sintesi un supereroe che di super ha pochissimo, sacrificato alla causa avenger e agli altri eroi, e che a tutti gli effetti è così diverso da Spiderman che gli è rimasto solo il nome e metà dei poteri. Il film in sè non è male ma dovendo confrontarsi con tutto quello che è stato detto in tutti gli anni di storia di un supereroe ne esce praticamente distrutto a mio giudizo. Unica vera nota positiva è Avvoltoio, un cattivo veramente riuscito e umano, senza essere folle o avere piani di distruzione di massa privi di ogni senso, un cattivo che potrebbe essere chiunque posto nella stessa situazione, e che esalta ancora una volta gli effetti collaterali dei supereroi come genesi dei supercattivi, un pò sulla scia della catastrofe post Ultron mostrata in Civil War.
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scavadentro65
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venerdì 28 luglio 2017
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regno minimal del ragno
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A partire dall'interprete la Marvel ha scelto un sentiero diverso rispetto alla produzione recente di dei, supereroi e sueruomini. Questo depotenziamento è assia salutare per che all'interno del narrato filmico cerca una trama non troppo farcita di effetti speciali e non improntata sul solito salvataggio del mondo a cura du gruppi più o meno eterogenei di eroi buoni in conflitto con gruppi più o meno feroci di super cattivi tesi alla distruzione fine a se stessa. Il protagonista è quindi quasi uno studente, un apprendista che cerca di realizzare il sogno di appartenere ad un dream team. La sua esistenza viene descritta con una buona calibratura, alternando scene pure di natura scolastica molto "serene".
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A partire dall'interprete la Marvel ha scelto un sentiero diverso rispetto alla produzione recente di dei, supereroi e sueruomini. Questo depotenziamento è assia salutare per che all'interno del narrato filmico cerca una trama non troppo farcita di effetti speciali e non improntata sul solito salvataggio del mondo a cura du gruppi più o meno eterogenei di eroi buoni in conflitto con gruppi più o meno feroci di super cattivi tesi alla distruzione fine a se stessa. Il protagonista è quindi quasi uno studente, un apprendista che cerca di realizzare il sogno di appartenere ad un dream team. La sua esistenza viene descritta con una buona calibratura, alternando scene pure di natura scolastica molto "serene". Anche i cattivi (ottima la performance di Keaton) sono comunque ragionevolmente tali, con un lato di vittime quasi portati alla parte oscura dagli eventi sociali che dalla malvagità insita. Lo Spider trascura anche un po' troppo i sentimenti e la parte amorosa ne risente. Certamente i fans di Raimi e della trilogia a lui connessa saranno delusi da questo uomo ragno minimal, molto teen e di natura semplice. Ma l'adolescente (soprattutto made in USA) che vede questo lungometraggio certamente si identifica più con questo tipo di personaggio che con quelli più oscuri e tormentati che lo hanno preceduto (infatti negli States il film viaggia su incassi lusinghieri...) . Ci sono alcune note stonate come la Tomei assolutamente fuori ruolo (che centra il sex tipo American Pie?...) o la regia molto telefilmica e da serial. Probabile che questo taglio presupponga una continuazione e sequel improntati al far crescere l'Uomo ragno sfruttando un nuovo brand da ragazzino a adulto in vari passaggi. Questa reinvenzione è stata certo discussa a tavolino in sede di sceneggiatura, regia e produzione. Sarà solo la risposta del pubblico a indicare la via per il futuro, legato indissolubilmente al mercato e non certo alle filosofie opposte tra amanti dell'Uomo Ragno tormentato e di quelli che plaudono a questo teenager appena nato..
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tmpsvita
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sabato 22 luglio 2017
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spider-man entra nel mcu, ma senza il botto
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Spider-Man è un personaggio che non ha bisogno di tante presentazioni, uno se non il supereroe più famoso della Marvel, sia nell'ambito dei fumetti che in quello cinematografico grazie alla celebre trilogia di Sam Raimi e poi con i due sfortunati "The amazing Spiderman".
Con questo nuovo film, però si ha qualcosa che tutti i fan stavano aspettando, ovvero il suo inserimento nell'universo espanso Marvel (grazie ad un accordo con la Fox).
Ma questo Spider-Man Homecoming com'è?
Beh, devo essere sincero e dire che non sono uno dei tanti a cui piace il personaggio dell'uomo ragno, perciò non nutrivo aspettative particolarmente alte, soprattutto dopo aver visto il trailer che non mi aveva convinto abbastanza, però apprezzo parecchio il lavoro, per quanto riguarda i film, della Marvel e quindi sono comunque andato a vederlo al cinema.
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Spider-Man è un personaggio che non ha bisogno di tante presentazioni, uno se non il supereroe più famoso della Marvel, sia nell'ambito dei fumetti che in quello cinematografico grazie alla celebre trilogia di Sam Raimi e poi con i due sfortunati "The amazing Spiderman".
Con questo nuovo film, però si ha qualcosa che tutti i fan stavano aspettando, ovvero il suo inserimento nell'universo espanso Marvel (grazie ad un accordo con la Fox).
Ma questo Spider-Man Homecoming com'è?
Beh, devo essere sincero e dire che non sono uno dei tanti a cui piace il personaggio dell'uomo ragno, perciò non nutrivo aspettative particolarmente alte, soprattutto dopo aver visto il trailer che non mi aveva convinto abbastanza, però apprezzo parecchio il lavoro, per quanto riguarda i film, della Marvel e quindi sono comunque andato a vederlo al cinema.
Dopo la piccola delusione che ho avuto con Civil War (non che sia un brutto film, però le aspettative erano altissime e non sono state soddisfatte del tutto)
e la grande sorpresa del seguito di Guardiani della Galassia, devo dire che questo non riesce ad inserirsi in questo enorme universo aggiungendo qualcosa di relativamente nuovo e inaspettato ad esso, come invece praticamente tutti hanno fatto, compresi i due su citati.
Credo che abbiano voluto rendere il film più leggero e divertente, facendolo assomigliare più ad Ant-man che agli altri comic movie, ma in quel caso il mix tra azione e commedia funziona alla grande, qui invece un po' meno a causa del tipo di comicità, infatti il film soffre di una comicità infantile troppo insistente e ripetitiva, nonché evitabile.
Con questo non voglio dire che il film sia brutto, perché comunque la qualità tecnica e narrativa della Marvel si sente parecchio : gli effetti speciali sono di alto livello, le scene d'azione sono spettacolari e divertenti, dirette in maniera precisa, chiara e fluida, e il villan, interpretato da Michael Keaton, è stato ben caratterizzato sia per quanto riguarda il lato psicologico che per quello estetico, inoltre la interpretazione di Keaton lo rende uno dei migliori villan Marvel.
Anche Tom Holland mi è piaciuto abbastanza, anche se non è molto credibile nella parte di un quindicenne visto la sua reale età (21 anni).
In generale il film è carino e riesce a rendere bene lo spirito giovanile e spensierato che era presente nei fumetti ma, a causa di una sceneggiatura poco incisiva e un trama in generale alquanto canonica, è abbastanza dimenticabile soprattutto se confrontato agli altri film della Marvel.
VOTO: 6,5/10
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jlkbest72
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giovedì 13 luglio 2017
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spider man oppure iror man junior?
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per alcuni versi c'è un ritorno allo stile spidy dei fumetti osannato da tutti ma nemmeno troppi, analizziamoli:
-il protagonista è un quindicenne, quindi si torna alle origini ed è assolutamente positivo
-E' sfigato??? più l'amico ciccio rispetto a Peter visto che strappa addirittura le attenzioni di una ragazza più grande di lui
-E' simpatico e snocciola battute a raffica... Assolutamente Sì.
-E' un po' troppo tecnologico. Su questo punto mi dedicherò in maniera più approfondita in seguito per finalizzare il commento di questo film.
-Molti personaggi sono assolutamente fuori contesto: zia May è una sexy 52enne interpretata da Marisa Tomei che c'entra poco con la fragile e grigia vecchietta!!!! Non voglio credere che MJ sia stata individuata in quella figura assolutamente differente dall'unico amore che dovrebbe esistere per P.
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per alcuni versi c'è un ritorno allo stile spidy dei fumetti osannato da tutti ma nemmeno troppi, analizziamoli:
-il protagonista è un quindicenne, quindi si torna alle origini ed è assolutamente positivo
-E' sfigato??? più l'amico ciccio rispetto a Peter visto che strappa addirittura le attenzioni di una ragazza più grande di lui
-E' simpatico e snocciola battute a raffica... Assolutamente Sì.
-E' un po' troppo tecnologico. Su questo punto mi dedicherò in maniera più approfondita in seguito per finalizzare il commento di questo film.
-Molti personaggi sono assolutamente fuori contesto: zia May è una sexy 52enne interpretata da Marisa Tomei che c'entra poco con la fragile e grigia vecchietta!!!! Non voglio credere che MJ sia stata individuata in quella figura assolutamente differente dall'unico amore che dovrebbe esistere per P.P. e che salva e compromette il mondo dei fumetti marvel
-Trama scorrevole e poco concentrata su un unico grosso evento. qUESTO è ASSOLUTAMENTYE PIACEVOLE
Dunque la nuova tendenza Marvel è quella di divertire il suo pubblico.
Ho riso moltissimo con i secondo episodio dei guardiani della galassia (constatando che una trama troppo sterile non ne aveva fatto un capolavoro) ed anche Spider-Man homecoming mi ha assolutamente divertito.
Devo però concentrare la mia critica su un punto:
troppa tecnologia rende questo SpiderMan una sorta di "Iron Man junior" cercando soluzioni tecnologiche su ragnatele con 256 funzioni di armi, parlando con un Jarvis al femminile e cercando di ridare quel brio e quel menefreghismo al vecchio Tony perso negli ultimi episodi.
Insomma un piccolo spider che parla con la sua tuta, chiede consigli e configura schemi di attacco...
Ma per piacere!!! Siamo ben lontani dall'amichevole Spider di quartiere che però rinsavisce...
Insomma una pedina fondamentale per l'inserimento dell'uomo insetto nei progetti Marvell futuri e tutto sommato un film divertente ma non un capolavoro.
Vorrei come ultima casa segnalare che nelle 2 precedenti versioni i cattivi erano veramente similari ai fumetti, mantenerli tali nonostante alcuni difeti di concetto (assenza di turbine) non sarebbe così malvagio
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