Non essere cattivo |
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Un film di Claudio Caligari.
Con Luca Marinelli, Alessandro Borghi, Silvia D'Amico, Roberta Mattei.
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Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 100 min.
- Italia 2015.
- Good Films
uscita martedì 8 settembre 2015.
MYMONETRO
Non essere cattivo
valutazione media:
3,63
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Ultimi fuochi dalla Roma marginale
di Emiliano Morreale L'Espresso
Il regista di questo film, Claudio Caligari, è morto tre mesi fa a 67 anni, prima di finire il montaggio, e l'opera è stata portata a termine grazie all'impegno di amici e colleghi, tra i quali Valerio Mastandrea. "Non essere cattivo" è il terzo lungomerraggio che Caligari è riuscito a fare in oltre trent'anni (dopo "Amore tossico", 1983, e "L'odore della notte", 1998). E con i due precedenti costituisce un'ideale trilogia sulla Roma marginale degli ultimi decenni: l'eroina tra Ostia e Centocelle, i rapinatori del periodo della cosiddetta "Arancia meccanica". Qui la storia comincia a Ostia, nel 1995, e segue l'amicizia tra due balordi, drogati, spacciatori e ragazzi di vita, Vittorio e Cesare. Ma mentre il primo a un certo punto riesce a cambiare vita, il secondo, che ha alle spalle la morte della sorella e poi della nipotina per Aids, andrà alla deriva.
Il neorealismo e la denuncia sociale sono lontanissimi, come anche Pasolini, cui nel suo film d'esordio Caligari rendeva omaggio. L'energia è vicina piuttosto a certo cinema americano, ma "Non essere cattivo" è alla fine un oggetto indefinibile, insieme raffinato e popolare. E soprattutto è un film vero, di un vero regista. Certo, è squilibrato, imperfetto, anche se pare che l'autore fosse riuscito quasi a ultimare anche il montaggio (e, a proposito, il lavoro del montatore Mauro Bonanni tiene in piedi tutto con efficacia). I toni oscillano tra scene da filmato e affondi mélo, sopra le righe, ma con una verità umana di fondo che non lascia indifferenti.
I personaggi sono come i portatori dell'ultimo tragico possibile oggi: ridono e soffrono, compiono il male e affondano. La prima parte, meno narrativa nel seguire i personaggi, è di una forza trascinante, e l'epilogo sorprende per come si nega alla catarsi e induce lo spettatore a riflettere. Molta della forza del film, oltre alla capacità di rendere i luoghi e a creare scene forti, viene anche dai due protagonisti, Luca Marinelli e Alessandro Borghi, alle prese con personaggi non facili. La loro è una delle migliori performance d'attori del cinema italiano recente.
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