lavil78
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venerdì 10 dicembre 2021
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scienza vita morte religione
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Film teoricamente molto interessante con un'idea affascinante. Leggendo un numero minimo di righe di trama per non svelare troppo film e ispirandomi dal titolo, approccio con molto interesse il film. Durante la visione sono in attesa che il film decolli o da un punto di vista emotivo (amore vero perduto e forse ritrovato?) o da un punto di vista dialettico per contrapposizione (scienza religione o karma?)... eppure ciò, dal mio punto di vista non accade, se non forse nella scena finale (per l'aspetto emotivo), ma è troppo tardi. Un peccato! Finisco il film, comunque contento di averlo visto, perchè in ogni caso lascia degli spunti di riflessione; nello sviluppo, però, risulta troppo lento, che di per se non sarebbe neanche un problema se non che risulti mancante anche di una chiara parte emotiva e dialettica dei pochi personaggi protagonisti del film.
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Film teoricamente molto interessante con un'idea affascinante. Leggendo un numero minimo di righe di trama per non svelare troppo film e ispirandomi dal titolo, approccio con molto interesse il film. Durante la visione sono in attesa che il film decolli o da un punto di vista emotivo (amore vero perduto e forse ritrovato?) o da un punto di vista dialettico per contrapposizione (scienza religione o karma?)... eppure ciò, dal mio punto di vista non accade, se non forse nella scena finale (per l'aspetto emotivo), ma è troppo tardi. Un peccato! Finisco il film, comunque contento di averlo visto, perchè in ogni caso lascia degli spunti di riflessione; nello sviluppo, però, risulta troppo lento, che di per se non sarebbe neanche un problema se non che risulti mancante anche di una chiara parte emotiva e dialettica dei pochi personaggi protagonisti del film.
Un occasione in parte persa
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wazzy
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domenica 12 marzo 2017
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film stupendo
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bianca.
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mercoledì 30 settembre 2015
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geniale
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il film propone un dialogo tra due mondi comunemente ritenuti inconciliabili, quello scientifico e quello spirituale. Il primo incarnato da un giovane biologo ( Michael Pitt), il secondo dalla ragazzina Sofi (Astrid Berger-Frisbey): i due si trovano "per caso" e si innamorano follemente l'uno dell'altro, di un amore vero spontaneo carnale potente bramoso e chi più ne ha più ne metta. Fatto sta che per quanto possa risultare banale questo innamoramento in realtà non lo è neanche lontanamente poiché è uno di quegli amori "passionali" tra due persone che non hanno niente in comune tra loro, anzi sono l'antitesi l'uno dell'altro.
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il film propone un dialogo tra due mondi comunemente ritenuti inconciliabili, quello scientifico e quello spirituale. Il primo incarnato da un giovane biologo ( Michael Pitt), il secondo dalla ragazzina Sofi (Astrid Berger-Frisbey): i due si trovano "per caso" e si innamorano follemente l'uno dell'altro, di un amore vero spontaneo carnale potente bramoso e chi più ne ha più ne metta. Fatto sta che per quanto possa risultare banale questo innamoramento in realtà non lo è neanche lontanamente poiché è uno di quegli amori "passionali" tra due persone che non hanno niente in comune tra loro, anzi sono l'antitesi l'uno dell'altro. Lo spettatore sa già che per quanto intenso possa essere il loro rapporto, non è destinato a durare. E anche il protagonista lo sa. Tuttavia il film non vuole raccontare una semplice storia d'amore, l'innamoramento tra i due è solo una piccola parte del film, piccola ma necessaria per smuovere il biologo ad andare anvanti nella sua ricerca rivoluzionaria e ad affrontare argomenti che fino a prima di incontrare Sofi considerava assurdi. Successivamente alla loro storia d'amore infatti il film muove verso la fantascienza e verso la spiritualità. Il dialogo tra scienza e fede non è riuscito completamente, ma il regista ci ha provato e l'ha fatto attraverso una prospettiva innovativa e sorprendente.
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bianca.
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mercoledì 30 settembre 2015
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geniale
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il film propone un dialogo tra due mondi comunemente ritenuti inconciliabili, quello scientifico e quello spirituale. Il primo incarnato da un giovane biologo ( Michael Pitt), il secondo dalla ragazzina Sofi (Astrid Berger-Frisbey): i due si trovano "per caso" e si innamorano follemente l'uno dell'altro, di un amore vero spontaneo carnale potente bramoso e chi più ne ha più ne metta. Fatto sta che per quanto possa risultare banale questo innamoramento in realtà non lo è neanche lontanamente poiché è uno di quegli amori "passionali" tra due persone che non hanno niente in comune tra loro, anzi sono l'antitesi l'uno dell'altro.
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il film propone un dialogo tra due mondi comunemente ritenuti inconciliabili, quello scientifico e quello spirituale. Il primo incarnato da un giovane biologo ( Michael Pitt), il secondo dalla ragazzina Sofi (Astrid Berger-Frisbey): i due si trovano "per caso" e si innamorano follemente l'uno dell'altro, di un amore vero spontaneo carnale potente bramoso e chi più ne ha più ne metta. Fatto sta che per quanto possa risultare banale questo innamoramento in realtà non lo è neanche lontanamente poiché è uno di quegli amori "passionali" tra due persone che non hanno niente in comune tra loro, anzi sono l'antitesi l'uno dell'altro. Lo spettatore sa già che per quanto intenso possa essere il loro rapporto, non è destinato a durare. E anche il protagonista lo sa. Tuttavia il film non vuole raccontare una semplice storia d'amore, l'innamoramento tra i due è solo una piccola parte del film, piccola ma necessaria per smuovere il biologo ad andare anvanti nella sua ricerca rivoluzionaria e ad affrontare argomenti che fino a prima di incontrare Sofi considerava assurdi. Successivamente alla loro storia d'amore infatti il film muove verso la fantascienza e verso la spiritualità. Il dialogo tra scienza e fede non è riuscito completamente, ma il regista ci ha provato e l'ha fatto attraverso una prospettiva innovativa e sorprendente.
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tyler durden 76
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mercoledì 9 settembre 2015
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nel suo genere un capolavoro
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Bellissimo film. Non servono molte parole basta dire che merita di essere visto dall'inizio alla fine senza tralasciare ogni dettaglio.
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fabio57
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venerdì 4 settembre 2015
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originale
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Originale film di fantascienza con forti richiami filosofici-esistenziali.Il tema della reincarnazione è stato affrontato spesso al cinema,ma non in questa declinazione veramente sorprendente.Forti interrogativi sull'origine dell'uomo,tra fede e scienza.Convincenti interpretazioni per una trama molto intrigante.
Da vedere
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kondor17
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sabato 22 agosto 2015
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un occhio particolare
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Ian è un giovane scienziato, che lavora come ricercatore in un laboratorio di iridologia. Il suo sogno è quello di trovare un particolare gene che gli permetta di trovare l'origine zero nella catena evolutiva dell'occhio, da lui visto non come strumento, bensì più come sede dell'anima. Il collega lo esorta ad uscire, a vedere gente, e così Ian esce e conoscerà una persona che influirà molto sul suo destino. La mattina dopo avrà un'altra sorpresa, quando si troverà in ufficio una nuova stagista del primo anno, Karen, che avrà anch'essa un ruolo fondamentale nella sua crescita scientifica umana e spirituale.
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Ian è un giovane scienziato, che lavora come ricercatore in un laboratorio di iridologia. Il suo sogno è quello di trovare un particolare gene che gli permetta di trovare l'origine zero nella catena evolutiva dell'occhio, da lui visto non come strumento, bensì più come sede dell'anima. Il collega lo esorta ad uscire, a vedere gente, e così Ian esce e conoscerà una persona che influirà molto sul suo destino. La mattina dopo avrà un'altra sorpresa, quando si troverà in ufficio una nuova stagista del primo anno, Karen, che avrà anch'essa un ruolo fondamentale nella sua crescita scientifica umana e spirituale.
Mike Cahill disegna un film intrigante sull'eterno dilemma dell'origine del mondo e dell'essere umano. Già in minority report vedemmo in funzione la scansione oculare, ma qui il regista le conferisce una sorta di potere metafisico, ponendo la scienza di fronte (o addirittura avanti) alla fede. Dicendo in pratica che visto che due occhi non possono essere uguali, se due occhi in due persone diverse vissute in periodi diversi sono uguali allora è la stessa persona ad essersi reincarnata. Teoria alquanto bizzarra ma che trasforma la sete di conoscenza e di conferme di Ian in una sorta di ricerca interiore, alla ricerca di quelle risposte che mai un occhio o un oggetto può dare, ma solo l'anima pulsante che dietro quell'occhio vede sente e percepisce.
Comunque ottimo film, interpretato benissimo. Voto 8
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william
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domenica 19 luglio 2015
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il massimo
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Sto esagerando, in effetti non è un capolavoro, ma lascio il punteggio così com'è.
Non mi va di commentare, quello preferisco farlo al bar, bevendo una birra con amici e avendo una conversazione più fluida.
A chi legge le recensioni per farsi un'idea, dico di guardarlo, secondo me è un bel film.
Buona visione.
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movieater
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sabato 14 febbraio 2015
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non esistono risposte certe, solo domande certe
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Le minime imperfezioni della regia e i passaggi temporali forse troppo veloci vengono annullati da una sceneggiatura lineare e coerente e dalla capacità interpretativa degli attori in ruoli tutt'altro che facili e tra loro dicotomici. Tutta la storia è incentrata sulla casualità e l interpretazione che viene data a ciò che normalmente chiamiamo coincidenza o sorte. Non è un film che dà risposte né convince alla conversione alla scienza o alla spiritualità; al contrario dimostra come in ogni circostanza, di fronte a cose che non riusciamo a spiegarci l'importante non è avere le risposte ma la fede nel fatto che le risposte, da qualche parte, esistono e che ciò che di meglio possiamo fare è porsi le domande giuste.
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Le minime imperfezioni della regia e i passaggi temporali forse troppo veloci vengono annullati da una sceneggiatura lineare e coerente e dalla capacità interpretativa degli attori in ruoli tutt'altro che facili e tra loro dicotomici. Tutta la storia è incentrata sulla casualità e l interpretazione che viene data a ciò che normalmente chiamiamo coincidenza o sorte. Non è un film che dà risposte né convince alla conversione alla scienza o alla spiritualità; al contrario dimostra come in ogni circostanza, di fronte a cose che non riusciamo a spiegarci l'importante non è avere le risposte ma la fede nel fatto che le risposte, da qualche parte, esistono e che ciò che di meglio possiamo fare è porsi le domande giuste.
È una storia di forza di volontà, fede e speranza, ricca di emozioni forti e di disappunto per eventi che non finiremo mai di chiederci perché non sono potuti essere stati evitati.
Cito un altro film che tuttavia calza a pennello: ''Ogni evento è inevitabile, altrimenti non accadrebbe''.
Consigliatissimo a tutti coloro che credono in qualcosa: perché anche credere che nulla esista, è qualcosa.
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gianleo67
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giovedì 5 febbraio 2015
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eyes wide...open
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Giovane biochimico, impegnato in una ricerca sull'origine evolutiva dell'occhio e sulle caratteristiche che rendono l'iride un elemento unico di identificazione biometrica, inizia a sospettare che alla morte degli individui queste peculiarità vengano ereditate da un nuovo nascituro in un infinito processo di trasmigrazione delle anime. Aiutato da una giovane tirocinante che finisce per sposare dopo la morte prematura della sua compagna, partirà per un viaggio in India alla ricerca di conferme alla sua bizzarra teoria. I risultati dello studio però, finiranno solo per confermare l'ambiguità di un esito tanto sconcertante quanto controverso.
Gli occhi sono lo specchio dell'anima sembra volerci dire Mike Cahill con questo secondo sci-fi dall'anima intimista e filosofeggiante dopo il primo e fortunato 'Another Earth' del 2011, arruolando allo scopo la dolce e perfettina Brit Marling, qui nelle vesti solo di attrice al fianco del giovane ricercatore interpretato dall'occhialuto Michael Pitt, e confermando la sua predilezione per quel tipo di fantascienza speculativa in cui il cinema russo rivolgeva le sue attenzioni,piuttosto che alla scoperta dello sconosciuto spazio profondo, agli insondabili misteri dell'inner space e di una dimensione metafisica della ricerca scientifica.
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Giovane biochimico, impegnato in una ricerca sull'origine evolutiva dell'occhio e sulle caratteristiche che rendono l'iride un elemento unico di identificazione biometrica, inizia a sospettare che alla morte degli individui queste peculiarità vengano ereditate da un nuovo nascituro in un infinito processo di trasmigrazione delle anime. Aiutato da una giovane tirocinante che finisce per sposare dopo la morte prematura della sua compagna, partirà per un viaggio in India alla ricerca di conferme alla sua bizzarra teoria. I risultati dello studio però, finiranno solo per confermare l'ambiguità di un esito tanto sconcertante quanto controverso.
Gli occhi sono lo specchio dell'anima sembra volerci dire Mike Cahill con questo secondo sci-fi dall'anima intimista e filosofeggiante dopo il primo e fortunato 'Another Earth' del 2011, arruolando allo scopo la dolce e perfettina Brit Marling, qui nelle vesti solo di attrice al fianco del giovane ricercatore interpretato dall'occhialuto Michael Pitt, e confermando la sua predilezione per quel tipo di fantascienza speculativa in cui il cinema russo rivolgeva le sue attenzioni,piuttosto che alla scoperta dello sconosciuto spazio profondo, agli insondabili misteri dell'inner space e di una dimensione metafisica della ricerca scientifica. Certamente meno cupo e angoscioso di un caposaldo del cinema fantastico come 'Altered States', dove il genio di Ken Russel immaginava una espressione degli atavismi insiti nel patrimonio genetico dell'uomo che ricapitolassero l'origine evolutiva dello scimmiesco professore interpretato da William Hurt, il film di Cahill si accontenta di suggerire come l'annosa diatriba tra il razionalismo dei processi scientifici e il dogmtatismo animista di quelli fideistici si possa riconciliare in una visione del mondo che parta proprio dallo studio evolutivo di quell'organo della vista che si presta ai molteplici significati semantici che le svariate culture del mondo gli hanno da sempre attribuito, non ultimo quello metacinematografico di una visione ingannatrice di eventi che una messa in scena abilmemte costruita riesca a suggerire all'occhio più o meno smaliziato dello spettatore.
Se è vero che questo giochetto diventa abbastanza pretenzioso e rivela solo alla fine le sue reali ed improbabili intenzioni disseminado il film di indizi e misteriose coincidenze (la casualità necessaria di un incontro da 'cartellone pubblicitario', le misticheggianti volontà della defunta, le sinistre attenzioni alla salute del pupo, perfino un viaggio pseudo-rivelatore nella patria d'elezione dell'animismo e della metepsicosi), il secondo lungometraggio del regista del New England conserva il fascino magico del bizzarro e dell'inconsueto che lo portano un gradino al di là del prodotto di genere e un gradino al di sotto della compiutezza espressiva di una cristallina autorialità ('Tre colori - Film Rosso ' - 1994 - Krzysztof Kieślowski). Premio Alfred P. Sloan al 'Sundance Film Festival' e miglior film al 'Sitges - Festival internazionale del cinema della Catalogna' nel 2014.
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