eugenio
|
martedì 24 marzo 2015
|
storie che si intrecciano strozzandosi vicendevolm
|
|
|
|
Paul Haggis regista premio Oscar per "Crash", dopo l’ultimo non emozionante thriller “The next three days” torna alla regia con un titolo paradigmatico: "Third person". Il tre, simbolo di perfezione ed assoluta purezza, purtroppo non ha un corrispondente nella storia delle tre vite che si incrociano, intersecano, si infittiscono in tre diverse città del mondo: Parigi,Roma e New York.
Un tre che si ripete in maniera ripetitiva quasi cercando di mediare il gioco virtuosistico atto a cercare di attirare, secondo l’intento del regista, l’attenzione dello spettatore malgrado una durata non indifferente (oltre due ore).
Imperniato sulle relazioni amorose di coppie distrutte dall'amore, proprio quel sentimento che dovrebbe unire e che invece qui è totalmente asservito alle sue declinazioni più decostituenti: il tradimento, l'imbroglio e la terribile indifferenza nei confronti di un figlio, Third Person vanta un cast di stelle purtroppo sottotono rispetto a Crash.
[+]
Paul Haggis regista premio Oscar per "Crash", dopo l’ultimo non emozionante thriller “The next three days” torna alla regia con un titolo paradigmatico: "Third person". Il tre, simbolo di perfezione ed assoluta purezza, purtroppo non ha un corrispondente nella storia delle tre vite che si incrociano, intersecano, si infittiscono in tre diverse città del mondo: Parigi,Roma e New York.
Un tre che si ripete in maniera ripetitiva quasi cercando di mediare il gioco virtuosistico atto a cercare di attirare, secondo l’intento del regista, l’attenzione dello spettatore malgrado una durata non indifferente (oltre due ore).
Imperniato sulle relazioni amorose di coppie distrutte dall'amore, proprio quel sentimento che dovrebbe unire e che invece qui è totalmente asservito alle sue declinazioni più decostituenti: il tradimento, l'imbroglio e la terribile indifferenza nei confronti di un figlio, Third Person vanta un cast di stelle purtroppo sottotono rispetto a Crash. Ma se i confronti non reggono, quantomeno la trama che ricorda “piccole vite si spezzano” risulta abbastanza latitante di originalità e creatività.
In un set cinematografico ben ricostruito a Cinecittà (con scorci finti scenograficamente ben rifatti in studio), a Parigi incontriamo il classico scrittore fallito ( che nemmeno l’abilità consumata di Liam Neeson riesce a rendere) in crisi di ispirazione e sentimentale (la moglie Kim Basinger dall’altro capo del telefono nelle innumerevoli conversazioni con il marito ha un che di patetico) intento a intraprende in un hotel un’altrettanto classica relazione con una focosa amante che lo illude per schiacciarlo come un verme (Olivia Wilde nel ruolo di dark lady instabile è decisamente meglio riuscita); a Roma, un affarista americano (l’ex pianista Adrien Brody), pseudo-stilista che odia chiaramente e palesemente tutto il made in Italy si imbatte in una zingara, Monika (Moran Atias) di cui si innamora, cercando di salvarne la figlia di lei ( ma esiste veramente ?) investendo tutti i suoi risparmi per pagare il riscatto a un efferato (?) sequestratore; a New York, Julia (Mila Kunis non più Black Swan), una volta grande frequentatrice di hotel di lusso è ora costretta a lavorare come cameriera in uno di questi per riuscire a pagare l’avvocato e le ingenti spese penali per ottenere il raffidamento del figlio, dopo un grave incidente domestico, ora sotto la tutela del suo ex marito (James Franco).
Un insieme di melò assai noti al grande pubblico, questo il grande limite di Third Person.
Se da un lato, l’idea di intessere gli arabeschi del destino (come diceva qualcuno elegantemente), le coincidenze che permettono di entrare in contatto con personaggi inaspettati, è sicuramente interessante pur se vanamente nota, dall’altro discuterne con un piglio scarsamente empatico e con una chiave di lettura nota a priori sin dalle prime scene appesantisce non poco una sceneggiatura che cerca un colpo di sorpresa che mai arriva.
E, ahimè, il coinvolgimento alla trama è minimale: nelle fisime mentali di Liam Neeson passiamo all’interessamento fin troppo immediato di Adrien Brody, sino ai pallidi tentativi di rivalsa di una Mila Kunis che nelle scene madri del film (“la stanza d’albergo con le rose bianche”, l’essere trascinata come una pezza vecchia dal marito fuori dall’appartamento senza riuscire a toccare l’adorato figlio cui drammaticamente tende una mano aggrappandosi a tappeti e ogni altro suppellettile), rivela un andamento sentilmental-programmatico, Third person anela a una “complicità” che si tramuta solo in noia
Insomma, Haggis sa il fatto suo in quanto la capacità attoriale degli interpreti, la scelta delle inquadratura, gli attimi meta-narrativi (sulla chisura di una porta a Parigi e l’apertura a Roma, ad esempio) sono valide e frutto di accurata scelta fotografica ma l’omaggio alle città amate dal regista, l’intento di voler realizzare un film sulle “sfumature dell’amore”, la terza persona inaspettata, manca proprio di affascinante piglio e presa diretta sullo spettatore che alla visione di uno stranito Adrien Brody a Roma turlupinato dalla bella di turno in un "bar americano" (dove chiaramente nessuno parla inglese e dove è evidente il sorriso ironico sull’opinione di uno straniero riguardo il nostro bel paese), fa rimpiangere i vecchi film melò anni ’60.
Vecchi sì, è vero ma emozionanti almeno.
[-]
[+] l’ultima, non convincente fatica di haggis
(di antonio montefalcone)
[ - ] l’ultima, non convincente fatica di haggis
|
|
[+] lascia un commento a eugenio »
[ - ] lascia un commento a eugenio »
|
|
d'accordo? |
|
alex2044
|
giovedì 9 aprile 2015
|
una tarte tatin cinematografica ?
|
|
|
|
Il film ha tutti gli ingredienti per essere un bel film . Ben girato , ben ambientato , gli interpreti sono corretti , la colonna musicale eccellente , la storia o meglio le storie interessanti ma tutti questi ingredienti mescolati insieme sembrano non dare il risultato sperato .A questo punto il film dovrebbe non essermi piaciuto ed invece ho visto il film con interesse fino alla fine malgrado la sua lunghezza . Dove sta il mistero ? Nessun mistero , il film malgrado i frequenti alti e bassi non perde mai di tensione ed invita a riflettere ed a discutere perchè alla fine , pur con qualche difficoltà espressiva il risultato ossia ciò che unisce le tre storie viene raggiunto .
[+]
Il film ha tutti gli ingredienti per essere un bel film . Ben girato , ben ambientato , gli interpreti sono corretti , la colonna musicale eccellente , la storia o meglio le storie interessanti ma tutti questi ingredienti mescolati insieme sembrano non dare il risultato sperato .A questo punto il film dovrebbe non essermi piaciuto ed invece ho visto il film con interesse fino alla fine malgrado la sua lunghezza . Dove sta il mistero ? Nessun mistero , il film malgrado i frequenti alti e bassi non perde mai di tensione ed invita a riflettere ed a discutere perchè alla fine , pur con qualche difficoltà espressiva il risultato ossia ciò che unisce le tre storie viene raggiunto . Per sorridere si potrebbe definirlo una tarte tatin cinematrografica . Quello che si voleva fare non è proprio riuscito ma il risultato è un prodotto gustoso ed anche interessante .
[-]
|
|
[+] lascia un commento a alex2044 »
[ - ] lascia un commento a alex2044 »
|
|
d'accordo? |
|
filippo catani
|
lunedì 5 settembre 2016
|
uno sparo nel buio
|
|
|
|
Roma, New York e Parigi sono i tre palcoscenici in cui si sviluppano le storie dei protagonisti. A Roma un uomo si innamora di una ragazza Rom appena conosciuta in un bar. A Parigi uno scrittore cerca di ritrovare la vena creativa e di fare i conti con un tormentato passato e una giovane e complicata amante. A New York una ex attrice deve fare i conti con un passato incidente domestico.
Da Haggis è lecito aspettarsi qualcosa di più. Questa volta ci troviamo davanti ad un'idea appena abbozzata e sviluppata ancora peggio. Insomma poco più di uno sparo nel buio. La storia ambientata a Roma è veramente inverosimile e a tratti sfiora il ridicolo. La storia parigina potrebbe essere un pelino più interessante ma alla fine si riduce al classico scrittore di successo che non ritrova la vena poetica ed è perseguitato dai sensi di colpa e da una moglie che ha lasciato da poco.
[+]
Roma, New York e Parigi sono i tre palcoscenici in cui si sviluppano le storie dei protagonisti. A Roma un uomo si innamora di una ragazza Rom appena conosciuta in un bar. A Parigi uno scrittore cerca di ritrovare la vena creativa e di fare i conti con un tormentato passato e una giovane e complicata amante. A New York una ex attrice deve fare i conti con un passato incidente domestico.
Da Haggis è lecito aspettarsi qualcosa di più. Questa volta ci troviamo davanti ad un'idea appena abbozzata e sviluppata ancora peggio. Insomma poco più di uno sparo nel buio. La storia ambientata a Roma è veramente inverosimile e a tratti sfiora il ridicolo. La storia parigina potrebbe essere un pelino più interessante ma alla fine si riduce al classico scrittore di successo che non ritrova la vena poetica ed è perseguitato dai sensi di colpa e da una moglie che ha lasciato da poco. La storia americana potrebbe reggere un filo di più se non si reggesse quasi per intero sulle spalle della Kunis decisamente fuori ruolo. Le storie sono ovviamente legate da un filo che finisce per essere il fatto che nessuna delle tre funziona veramente per cui addio ad ogni altra riflessione. Insomma questo film passa alle cronache come ampiamente il peggiore di Haggis e per uno spreco assoluto di talento e cast con Neeson che appare un pesce fuor d'acqua e un Brody sperduto e davvero sprecato.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a filippo catani »
[ - ] lascia un commento a filippo catani »
|
|
d'accordo? |
|
flaw54
|
sabato 4 aprile 2015
|
nonostante tutto ha un fascino
|
|
|
|
È vero che Curtis Hanson si è in parte "incartato"specialmente nel finale e secondo me nella scena della distruzione dei vasi di rose, ma il film mantiene un suo fascino e crea un'atmosfera accattivante giocata prevalentemente sulla lentezza dei gesti delle parole. Si rivede inoltre un Liam Neeson accettabile nella recitazione lontano dagli stereotipi del vendicatore nei quali si è ormai specializzato. Ottima la prova di Blake Lively, affascinante, tormentata e sensuale, mentre non riesce a piacermi come attrice Mila Kunis sempre con quel volto tra l'impaurito e il meravigliato. Debole la storia con Adrien Brody, ma, nonostante tutto, nonostante anche una struttura sicuramente artificiosa, il film attira e rimane per me una delle migliori opere viste ultimamente al cinema.
[+] correzione
(di flaw54)
[ - ] correzione
[+] blake lively?
(di sc1982)
[ - ] blake lively?
[+] nuova correzione
(di flaw54)
[ - ] nuova correzione
[+] troppo buono
(di epiere)
[ - ] troppo buono
|
|
[+] lascia un commento a flaw54 »
[ - ] lascia un commento a flaw54 »
|
|
d'accordo? |
|
no_data
|
lunedì 6 aprile 2015
|
una operazione di marketing in un film arrangiato
|
|
|
|
Le pubblicità sono ben confezionate, orologi, automobili, autovetture, computer case di moda e una squadra di calcio, sono ben rappresentate in un film nel quale le storie che dovrebbero
Intrecciarsi sono cucite in mal modo, forse organizzando il finale durante le riprese. Leam
Neeson non fa molto oltre a lanciare gli occhiali sulla scrivania, cammina in strada con uno sguardo perduto. Buona la fotografia. Un pò poco no ?
|
|
[+] lascia un commento a no_data »
[ - ] lascia un commento a no_data »
|
|
d'accordo? |
|
samanta
|
domenica 25 luglio 2021
|
un trittico mal riuscito
|
|
|
|
Il film è uscito nel 2013 con la regia di Pual Haggis che è anche sceneggiatore e produttore, Haggis conseguì per il film Crash un Oscar per la sceneggiatura e una nomination per la regia (oltre l'Oscar per il migliore film) successivamente diresse: Nella valle di Elah e The next three days. Il film non ebbe successo di critico e fu un flop al box office: a fronte di un budget di 28 milioni di $ ne incassò 3. Il film si colloca nella linea di Crash o di There After (di Clint Eastwood) nei quali 3 diverse storie si intrecciano per risolversi in un finale comune.
Nel nostro film Michael (Liam Neeson) scrittore americano di successo ma ormai in declino, ha lasciato la moglie e si trova a Parigi in un Hotel di lusso con la giovane amante (Olivia Wilde: Legami di sangue, 7 giorni per cambiare), con cui ha un rapporto conflittuale provocato dal carattere capriccioso di lei che nasconde un segreto (un marito che la perseguita).
[+]
Il film è uscito nel 2013 con la regia di Pual Haggis che è anche sceneggiatore e produttore, Haggis conseguì per il film Crash un Oscar per la sceneggiatura e una nomination per la regia (oltre l'Oscar per il migliore film) successivamente diresse: Nella valle di Elah e The next three days. Il film non ebbe successo di critico e fu un flop al box office: a fronte di un budget di 28 milioni di $ ne incassò 3. Il film si colloca nella linea di Crash o di There After (di Clint Eastwood) nei quali 3 diverse storie si intrecciano per risolversi in un finale comune.
Nel nostro film Michael (Liam Neeson) scrittore americano di successo ma ormai in declino, ha lasciato la moglie e si trova a Parigi in un Hotel di lusso con la giovane amante (Olivia Wilde: Legami di sangue, 7 giorni per cambiare), con cui ha un rapporto conflittuale provocato dal carattere capriccioso di lei che nasconde un segreto (un marito che la perseguita). Un storia vede Scott (Adrien Brody: Oscar per Il Pianista, King Kong, Gran Budapest Hotel) un americano che si reca a Roma per trafugare disegni di vestiti di alta moda per poi rivenderli a sartorie più modeste e che ruba senza motivo a Marika (Moran Atias) una bella gitana, 5000 $ che servivano a lei per pagare il riscatto del figlio sequestrato, Scott si pente e cerca di rimediare ma viene coinvolto in un giro losco costretto a pagare sempre di più: ma la donna è vittima o complice? La terza storia riguarda una giovane atttrice Julia (Mila Kunis) che ridotta in miseria fa la cameriera precaria in un Hotel di lusso di New York, per la sua svogliatezza perde una "chance" di lavoro stabile e non ottiene la custodia del figlio.
In questo film Hagis non è riuscito a realizzare una storia come quella innovativa di Crash, qui siamo in presenza di un puzzle irrisolvibile, come se avessi un puzzle con slo il 60%dei pezzi, gli altri appartengono a diversi altri puzzle. il film è pieno di contraddizioni ad esempio: Julia che fa la camerire a New Yorh entra in una camera dell'Albergo di Parigi e senza volerlo sottraee un biglietto importante scritto da Michael, Scott ruba 5.000 $ ma tranquillamente ne versa 100.000 per liberare il bambino, le vicende poi sono piene di uoghi comuni una Taranta inesistente, gli italiani sono macchiette (ci descrivevano così 60 anni fa)! Molti errori di montaggio: Olivia cacciata da Michael dalla sua camera corre completamente nuda per i corridoi e le scale dell'albergo per rientrare in camera con le mutandine e così via.
Il film è troppo lungo e noioso poco coinvolgente, con una recitazione complessivamente mediocre, lo stesso Liam Neeson è poco convinto, Olivia Wilde è una bella statuina inespressiva, Adrien Brody recita male una macchietta. Non ho compreso come finisca il film: potrebbe essere una storia vera oppure inventata da Michael che sta scrivendo un nuovo romanzo.
[-]
[+] veramente...
(di federica)
[ - ] veramente...
|
|
[+] lascia un commento a samanta »
[ - ] lascia un commento a samanta »
|
|
d'accordo? |
|
flyanto
|
mercoledì 8 aprile 2015
|
tre storie, tre coppie, tre sofferenze
|
|
|
|
Film in cui sono narrate parallelemente tre storie di tre coppie ambientate in tre città diverse: New York, Parigi e Roma. Nel corso dello svolgimento delle varie vicende i protagonisti risolveranno le proprie situazioni drammatiche, riuscendo a superare (non sempre bene) ed in parte risolvere quello che per loro si verifica come un momento molto problematico della loro vita. Non senza, ovviamente, una forte sofferenza, sia pure, a volte, pure necessaria.
Quest'ultima pellicola di Paul Haggis in pratica presenta principalmente il tema della sofferenza e del dolore vissuti in maniera differente dai componenti di tre coppie e dagli individui che ruotano intorno a loro.
[+]
Film in cui sono narrate parallelemente tre storie di tre coppie ambientate in tre città diverse: New York, Parigi e Roma. Nel corso dello svolgimento delle varie vicende i protagonisti risolveranno le proprie situazioni drammatiche, riuscendo a superare (non sempre bene) ed in parte risolvere quello che per loro si verifica come un momento molto problematico della loro vita. Non senza, ovviamente, una forte sofferenza, sia pure, a volte, pure necessaria.
Quest'ultima pellicola di Paul Haggis in pratica presenta principalmente il tema della sofferenza e del dolore vissuti in maniera differente dai componenti di tre coppie e dagli individui che ruotano intorno a loro. La visione che il regista ha delle relazioni sentimentali è altamente drammatica e non troppo positiva e quello che infatti si riesce ad evincere dalle varie storie presentate è che la sofferenza, sia pure per motivi diversi, fa parte o, al limite, è un elemento inscindibile dai rapporti umani, e che, in base a come ognuno reagisce, porterà ad una rottura definitiva o meno. Il tema senza alcun dubbio risulta molto interessante e soprattutto motivo di riflessione per lo spettatore, ma purtroppo Haggis presenta delle storie, a volte assurde o, almeno, con delle situazioni assurde da renderle così poco credibili ed accettabili. Prima fra tutte quella ambientata a Roma dalla coppia formata da Adrien Brody e dalla bella Moran Atias che, a parte un inizio plausibile, si snoda in avvicendamenti poco realistici. Inoltre, anche il metodo con cui il regista presenta i vari casi dei personaggi risulta parecchio confuso ed alla fine, nel corso della spiegazione dei fatti, troppo disordinato nonchè pretenzioso col ricorso attraverso la macchina da presa al sovrapporsi delle immagini dei vari personaggi uno di seguito all'altro che non fa che confondere enormemente lo spettatore. Certamente, il messaggio dell'universalità della sofferenza e del dolore arriva, ma non così diretto e soprattutto in una maniera così poco spontanea da rivelare le continue ed incessanti rivisitazioni scritte del copione da parte di Hahhis e del suo stesso scarso convincimento del tutto.
Un vero peccato che questo regista che ha creato sceneggiature sublimi e da Oscar quale quella del film "MIllion Dollar Baby" di Clint Eastwood abbia sprecato quest'occasione che invece si preannunciava interessante nel suo svolgersi e nel suo complesso, ma capita anche ai migliori di fare un flop e nemmeno il grandioso e scelto cast di bravi e famosi attori (Liam Neeson, Adrien Brody, James Franco, Kim Basinger, Olivia WIlde, Maria Bello, Mila Kunis, e molti altri ...) riesce un poco a risollevare la pellicola nel suo valore e dal tedio che più volte anche si insinua.
Molto più avvincente ed accattivante il trailer di presentazione che il film stesso.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a flyanto »
[ - ] lascia un commento a flyanto »
|
|
d'accordo? |
|
nino pell.
|
mercoledì 8 aprile 2015
|
il filo che unisce tre storie parallele
|
|
|
|
Un film sicuramente molto particolare e curato nella regia e nella colonna sonora. Tre storie parallele che denotano un filo comune che le unisce. E soprattutto il personaggio principale, uno scrittore in crisi di ispirazione, che rappresenta la vera chiave di lettura di questo film che affascina e stupisce, nonostante qualche punto debole nella sceneggiatura, soprattutto per ciò che riguarda alcune scene finali. Film di indubbio valore, ma in certi momenti, alquanto lento.
|
|
[+] lascia un commento a nino pell. »
[ - ] lascia un commento a nino pell. »
|
|
d'accordo? |
|
lupoautarchico
|
venerdì 10 aprile 2015
|
haggis torna a parlare di fiducia
|
|
|
|
A volte capita allo spettatore di potersi confrontare con la visione dello spettacolo umano,questa possibilità è offerta soltanto da un regista che sceglie il proprio sacrificio.
E' questo il caso;Haggis intraprende la strada del racconto reale ed immaginario che colpisce solo chi ha la forza di osservare.
Il protagonista del racconto è un solo uomo che si impegna nella scrittura al fine di porre la giusta,indispensabile distanza fra sè e il proprio intollerabile dolore;prendere coscienza del proprio personale vissuto,rielaborare l'accaduto,sopportare il pregresso al fine di poter porre lo sguardo non tanto al futuro quanto ad un presente in cui ci si possa muovere senza il pericolo di venirne oppressi.
[+]
A volte capita allo spettatore di potersi confrontare con la visione dello spettacolo umano,questa possibilità è offerta soltanto da un regista che sceglie il proprio sacrificio.
E' questo il caso;Haggis intraprende la strada del racconto reale ed immaginario che colpisce solo chi ha la forza di osservare.
Il protagonista del racconto è un solo uomo che si impegna nella scrittura al fine di porre la giusta,indispensabile distanza fra sè e il proprio intollerabile dolore;prendere coscienza del proprio personale vissuto,rielaborare l'accaduto,sopportare il pregresso al fine di poter porre lo sguardo non tanto al futuro quanto ad un presente in cui ci si possa muovere senza il pericolo di venirne oppressi.
E' questa la terza persona,la persona del distacco non scelto ma subito dal proprio sentimento di perdita e colpa che schiaccia respiro ed esistenza del narratore di queste molteplici,commoventi storie di amore e fiducia.
Fiducia che premierà con l'amore sperato le creature dei sogni di Michael,ma non sarà bastevole a rimarginare la ferita interiore di Michael stesso.Alla fine infatti ogni costrutto cederà su se stesso e la menzogna rivelerà la
sua intima e non evitabile fragilità.Ogni cosa costringerà ad un'intensa osservazione in prima persona.
Una stanza solitaria,uno sguardo perduto nel vuoto,una voce che rompe il silenzio straziando un cuore già smarrito nel dolore.Guardami.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a lupoautarchico »
[ - ] lascia un commento a lupoautarchico »
|
|
d'accordo? |
|
|