gianleo67
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domenica 3 agosto 2014
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'ha da passa a nuttata'...secondo demonaco
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La rinascita sociale ed economica di una nazione americana rifondata da nuovi padri costituenti su più solide basi di pax sociale e dove la disoccupazione è ormai un triste ricordo di tempi bui e lontani, passa attraverso un rituale collettivo che si ripete tutti gli anni nell'equinozio di Primavera, per dar sfogo agli istinti di una violenza repressa dalle migliorate condizioni economiche e dalla forzata convivenza civile: per 24 ore ogni americano puo commettere ogni sorta di atrocità e omicidio in danno degli inermi cittadini che incontra nelle proprie scorribande notturne. Inutile dire che i più ricchi si attrezzano barricandosi in case protette da inespugnabili sistemi di allarme ed i più poveri sono esposti alla mercè di una sanguinaria 'caccia all'uomo'.
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La rinascita sociale ed economica di una nazione americana rifondata da nuovi padri costituenti su più solide basi di pax sociale e dove la disoccupazione è ormai un triste ricordo di tempi bui e lontani, passa attraverso un rituale collettivo che si ripete tutti gli anni nell'equinozio di Primavera, per dar sfogo agli istinti di una violenza repressa dalle migliorate condizioni economiche e dalla forzata convivenza civile: per 24 ore ogni americano puo commettere ogni sorta di atrocità e omicidio in danno degli inermi cittadini che incontra nelle proprie scorribande notturne. Inutile dire che i più ricchi si attrezzano barricandosi in case protette da inespugnabili sistemi di allarme ed i più poveri sono esposti alla mercè di una sanguinaria 'caccia all'uomo'. Così almeno la pensa anche James Sandin che quei sistemi di allarme li vende, ci si è arricchito e che intende passare la notte della 'Purificazione' del 2022 nella quiete del focolare domestico circondato dall'affetto della moglie e dei 2 figli adolescenti. Ma sembra aver fatto male i suoi calcoli...
Sulla falsariga di un soggetto da fantascienza distopica che si presta anche troppo facilmente alle ironie e gli sberleffi di spettatori più smaliziati, l'esordiente James DeMonaco mette in scena il solito campionario di un'epica socio-politica di un'America prossima ventura che se da un lato fa sorridere per le ingenuità ed incongruenze dell'assunto di base (se la situazione economica è tanto migliorata come mai ci sono tanti poveri in giro che aspettano solo di essere massacrati? Se la violenza è un fatto innato come possono migliorate condizioni economiche averla completamnete eliminata negli altri 364 giorni dell'anno? Se volete continuo...) dall'altro ripesca a piene mani in una tradizione cinematografica che della frontiera e dei suoi tanti miti ha finito per moltiplicarne in manierà pressocchè infinità spunti e contaminazioni (dalle orini del cinema western al noir americano per finire con le ossessioni disturbanti dell'horror 'sociale' degli anni 80') ribadendo per l'ennesima volta che 'l'America è nata nelle strade' (ma dove diavolo l'avrò sentita questa?). A parte la solita fuffa di un marxismo d'accatto che ci mostra tanto l'ipocrisia e le contraddizioni di un modello capitalista e delle sue degenerazioni fascistoidi e di una latente metafora della disgregazione di una 'famiglia americana' fondata sull'egoismo e la competizione sociale, il film di DeMonaco ricicla, nelle atmosfere claustrofobiche di un 'horror da camera', i consueti clichè del genere e muovendosi senza particolare originalità (o intenzionalità) cinefila dal 'Funny games' di Haneke al classico 'Assault on Precinct 13' di Carpenter e dall'assedio di orde di decerebrati armati di machete di romeriana memoria al sanguinario finale da 'Straw Dogs' del compianto zio Sam, si trascina fino alla resa dei conti di un epilogo più che scontato dove si salvano i buoni (sentimenti) ed i cattivi muoiono (quasi) tutti. Il meccanismo è collaudato e lo sguardo azzurro di Ethan Hawke significherà pure qualcosa (tranne che per i figli che sfoggiano le iridi marroni di una sospetta infedeltà coniugale o di un casting eccessivamente distratto) ma il vezzo yankee di lasciare segni colorati sull'uscio (dal classico 'yellow ribbon' di 'Ritorna! Sta casa aspetta a te' ai fiori lillà di una colpevole condiscendenza criminale) o i quadretti familiari di una provincia crudele e sanguinaria ('In a cold Blood' - T.Capote 1966) non riscattano un film modesto che ci insegna, una volta di più, che per confrontarsi con le ambizioni metaforiche di soggetti così controversi bisogna chiamarsi Stanley Kubrik oppure avere sprezzo del ridicolo. Come diceva il grande Edoardo: 'Ha da passa a nuttata!'.
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the thin red line
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martedì 11 febbraio 2014
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come sprecare un ottima idea
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Siamo in un futuro non troppo lontano, nella Los Angeles del futuro la vita scorre tranquillamente, la situazione economica del paese è ottimale e la criminalità è ridotta ai minimi storici. Tutto questo benessere però ha un prezzo. Per una notte all'anno non esistono ne leggi ne regole e quasi tutto è permesso. Libero sfogo quindi a omicidi, torture, persecuzioni e giochi macabri di ogni tipo con i cittadini lasciati a loro stessi senza possibilità di intervento di forze dell'ordine e ambulanze. Lo sfogo come viene soprannominato nel film come baratto per un'esistenza tranquilla e senza violenza per il resto dell'anno... Lo sa bene e lo approva James Sandin (Ethan Hawke), uno dei maggiori esperti di sistemi di sicurezza del luogo che ha fatto la sua fortuna anche grazie alla beneamata notte dello sfogo.
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Siamo in un futuro non troppo lontano, nella Los Angeles del futuro la vita scorre tranquillamente, la situazione economica del paese è ottimale e la criminalità è ridotta ai minimi storici. Tutto questo benessere però ha un prezzo. Per una notte all'anno non esistono ne leggi ne regole e quasi tutto è permesso. Libero sfogo quindi a omicidi, torture, persecuzioni e giochi macabri di ogni tipo con i cittadini lasciati a loro stessi senza possibilità di intervento di forze dell'ordine e ambulanze. Lo sfogo come viene soprannominato nel film come baratto per un'esistenza tranquilla e senza violenza per il resto dell'anno... Lo sa bene e lo approva James Sandin (Ethan Hawke), uno dei maggiori esperti di sistemi di sicurezza del luogo che ha fatto la sua fortuna anche grazie alla beneamata notte dello sfogo. Ma il pericolo è in agguato anche all'interno delle sicure mura amiche..... Un'ottima idea di fondo quella dello notte dello sfogo sviluppata poi senza originalità ricadendo in situazioni viste e riviste nei film sul genere. Un vero peccato rovinare qualcosa che poteva essere considerata nuova vista la mancanza di idee nel cinema di oggi. Invece siamo alle solite: famiglia braccata in casa, un disperato fuggitivo bisognoso di aiuto lasciato entrare dal figliolo pieno di buone intenzioni e inseguitori sanguinari e senza scrupoli che pretendono di riavere il loro giocattolo in cambio della salvezza. Tutto qui. Si poteva lavorare molto meglio sull'invidia dei vicini e farne i veri nemici come poi accade nel finale tra l'altro senza sorprese o colpi di scena. Sicuramente in una pellicola come questa andava approfondito l'aspetto psicologico dell'uomo: lasciato libero e impunito di dare libero accesso al suo inconscio più oscuro e malvagio. Una miriade di idee che sarebbero nate naturalmente solo ragionando un minutino in più invece di farsi prendere dal panico e puntare sui soliti clichè forse per paura di andare a scavare troppo nel torbido e cadere nello splatter.... Un pur meritevole Ethan Hawke non basta. Serviva più materia grigia per creare un vero "cult". Voto 6-
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enlightenment
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sabato 5 aprile 2014
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caino siamo noi
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Il tema del film è dei meno adatti ai narcisi. Tra Caino e Abele, almeno fino ad oggi, ha vinto Caino. Nella nostra specie, l’assassinio è una necessità insopprimibile. Do per scontato che chi mi legge abbia visto il film, quindi, non compendierò. Come al solito, nelle buone produzioni americane, la recitazione è di alto livello; a parer mio, la migliore è quella del villain, ossia il giovane ed educato assassino sadico senza nome. Buona anche la regia di Del Monaco, la fotografia e la musica. Il tema avrebbe offerto la possibilità di una riflessione davvero profonda sulla natura umana, ma ha pagato il prezzo di un conformismo davvero ingenuo e disarmente, e un adeguamento ai peggiori dettami di una certa retorica.
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Il tema del film è dei meno adatti ai narcisi. Tra Caino e Abele, almeno fino ad oggi, ha vinto Caino. Nella nostra specie, l’assassinio è una necessità insopprimibile. Do per scontato che chi mi legge abbia visto il film, quindi, non compendierò. Come al solito, nelle buone produzioni americane, la recitazione è di alto livello; a parer mio, la migliore è quella del villain, ossia il giovane ed educato assassino sadico senza nome. Buona anche la regia di Del Monaco, la fotografia e la musica. Il tema avrebbe offerto la possibilità di una riflessione davvero profonda sulla natura umana, ma ha pagato il prezzo di un conformismo davvero ingenuo e disarmente, e un adeguamento ai peggiori dettami di una certa retorica.
Io sono convinto che, se davvero “… per una notte, ogni anno, si potesse commettere qualsiasi crimine senza dover affrontare le conseguenze…”, la mattina appresso le nostre strade sarebbero piene di cadaveri. Non potrei dire se questo sfogo istituzionale della rabbia e dell’odio sociale sortirebbe il risultato mostrato nel film; ma non resterei sorpreso da una risposta positiva. Difficile da mandar giù, vero? Difficile, per una società, mantenere un livello minimo di autostima, una volta vista nello specchio la smorfia assassina di Caino! Eppure, siamo questo, anche, se fortuna, non solo questo. Il film, infatti, chiude con una nota di speranza; ma è appena una nota, in una cacofonia di morte e devastazione.
Ma vediamo quello che non ha funzionato. Semplicemente questo: il bene ed il male vengono, di fatto, definiti dal censo. Tanto più il tuo portafoglio è pieno, quanto più sei incline all’omicidio e alla sopraffazione. Le due bande di carnefici esprimono il cliché del borghese ricco, grasso e crasso, ipocrita, annoiato e sadico. La vittima è un povero negro emarginato, incolpevole e mite. Capziosa, poi, la dinamica psicologia intrafamiliare del nucleo che viene a trovarsi in mezzo tra la banda di teppisti benvestiti, e la vittima designata, che, davvero molto banalmente, doveva per forza essere un “negro buono” (sia mai un figone iperwasp come Brad Pitt, no!). La banda di giovani imbecilli doveva necessariamente accanirsi contro un’icona dello stato di vittima, e mettere in campo tutti i luoghi comuni della mentalità nazi. Ecco, questo ha svilito i film!! L’essere caduto a piè pari nella stilizzazione, nel già sentito miliardate di volte fino allo sfinimento. Peccato! Non so se deliberatamente, o meno, Del Monaco ha pagato un prezzo troppo alto all’ideologismo che impone a vittime e carnefici di vestire presso la sartoria della correttezza politica, dove ruoli, parole, gesti e abiti, sono dettati e determinati a priori. Peccato, uno spunto notevole sacrificato per puro conformismo.
Due parole sul finale. Lascia trapelare, ma purtroppo solo trapelare, il ruolo basilare che l’invidia copre nei rapporti sociali. Mentre i giovani pagliacci pseudo-nazi sono mossi dalla pura cupio dissolvi, le due brave famigliole che per un pelo non sterminano Ethan Hawke e i suoi, sono determinati dall’invidia, e dal risentimento che questa ingenera. Anche in questo caso, Del Monaco ha mancato di approfondire. Di nuovo, peccato.
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themaster
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domenica 2 novembre 2014
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la serie b come piace a me.
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Sono un grande fan del B-movie e quando avevo saputo che James DeMonaco avrebbe diretto questa pellicola,sono andato in sollucchero in quanto questo stesso regista aveva curato la sceneggiatura del remake di Distretto 13 con Ethan Hawke e Lawrence Fishburne,un film d'azione a mio parere pregevole,che pur distruggendo l'opera mastodontica del maestro Carpenter si lasciava guardare in tranquillità,e comunque la sceneggiatura di quel film a mio parere era effettivamente ben scritta,con questo The Purge DeMonaco firma il suo esordio al cinema e qui in molti diranno:"Bella merda" a queste persone voglio dire....per quale motivo? Certo ammetto io stesso che La Notte del Giudizio sia un film pieno zeppo di difetti che oggettivamente non lo rendono un buon film(non a caso gli do due stelle) tuttavia ci sono degli elementi a favore che alzano il livello del tutto e mi spingono a perdonare al regista questo mezzo passo falso.
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Sono un grande fan del B-movie e quando avevo saputo che James DeMonaco avrebbe diretto questa pellicola,sono andato in sollucchero in quanto questo stesso regista aveva curato la sceneggiatura del remake di Distretto 13 con Ethan Hawke e Lawrence Fishburne,un film d'azione a mio parere pregevole,che pur distruggendo l'opera mastodontica del maestro Carpenter si lasciava guardare in tranquillità,e comunque la sceneggiatura di quel film a mio parere era effettivamente ben scritta,con questo The Purge DeMonaco firma il suo esordio al cinema e qui in molti diranno:"Bella merda" a queste persone voglio dire....per quale motivo? Certo ammetto io stesso che La Notte del Giudizio sia un film pieno zeppo di difetti che oggettivamente non lo rendono un buon film(non a caso gli do due stelle) tuttavia ci sono degli elementi a favore che alzano il livello del tutto e mi spingono a perdonare al regista questo mezzo passo falso. Per prima cosa c'è da fare un plauso per come è stata gestita la pellicola durante tutta la prima metà,la critica sociale ferocissima e tagliente,la tensione che sale e i personaggi che risultano tutti funzionali e caratterizzabili,Lena Hadey e Ethan Hawke sono stati abbastanza bravi e Rhys Wakefield interpreta un villain fuori di testa e svalvolato in maniera eccellente,la regia è curata e la fotografia dona atmosfera,lo script è di qualità e tutto l amore per Carpenter da parte di questo giovane regista esce fuori provocando a me che adoro quel grande genio a mia volta,un godimento non da poco,tutto questo viene mantenuto per i primi trenta minuti,dalla seconda metà in poi il film degenera,i personaggi sono stupidi oltre ogni dire e in più non vengono caratterizzati come dovrebbero,la regia perde anch'essa,in particolare in una scena,quella in cui il barbone prende in ostaggio la figlia di Hawke (chi ha visto il film capirà). James Sandin(Ethan Hawke) è totalmente privo di mordente e di carisma,non ci si identifica molto con lui tranne che in pochi momenti,il figlio di Sandin di cui non ricordo il nome,è uno dei personaggi più brutti e stereotipati mai visti in un film di questo tipo,anche perchè si deve a lui tutti i guai che capitano nel film,stupido e aggiungerei odioso. La figlia di Sandin che è solita girare per casa in presenza dei genitori,vestita come in un film porno di Brazzers(aggiungo che ci vedrei bene quell'attrice in un porno di Brazzers) che ha una storia con questo ragazzo più grande di lei ma che nel film sembra avere sedici anni,anche lui un personaggio sulla carta interessante ma che viene sminchiato dall'inesperienza del giovane regista.
Lena Hadey è priva di carisma e recita a mio parere in maniera decente ma nemmeno troppo.
La sceneggiatura pecca nel volere inserire troppa azione andando a distruggere tutto ciò che era stato costruito in precedenza anche se devo ammettere che l'azione a parte qualche svarione è diretta con mestiere.
Da come ne parlo sembra che il film non mi sia piaciuto,invece(e sembrerà un'auto contraddizione grossa come una casa) questo The Purge a me è piaciuto parecchio perchè,nonostante i suoi grossi,giganteschi difetti,si evince che il regista se sbaglia una cosa su due la sbaglia con il cuore,in buona fede,cercando di offrire un prodotto che intrattenga senza far spegnere il cervello,ed è esattamente ciò che è questo film,una pellicola di un'oretta e mezza che diverte e fa riflettere come poche,con una critica sociale incredibile e riferimenti biblici,letterari e sociologici senza precedenti nell'ottica del b-movie moderno(Romero e Carpenter a parte),un film che ha cuore,e ha un'anima ed è questo che mi spinge ad adorarlo,come ho adorato il suo seguito,ma è un altro discorso.
Insomma,un film che se siete spocchiosi,non vi piacerà,ma se amate il cinema di serie b che offre intrattenimento,divertimento ma anche spunti intellettuali non indifferenti,è assolutamente da vedere.
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fabio1957
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lunedì 23 marzo 2015
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inquietante
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Straordinaria riflessione sulla natura umana.Ci si chiede cosa faremmo se per una notte ci fossa garantità l'immunità per il peggiore dei reati:l'omicidio.La risposta è raggelante,probabilmente proprio il nostro vicino, invocato come salvatore, diventerebbe il nostro aguzzino più spietato ,facendo affiorare invidie,risentimenti e gelosie sempre tenute celate, sotto una coltre di ipocrita, borghese e provinciale rapporto di buona convivenza.
La sceneggiatura ha senz'altro delle lacune,ma il risultato è comunque notevole,consegnando agli spettatori più di un interrogativo sull'ambiguità dell'essere umano,capace di grandi slanci e altrettante crudeltà gratuite.
Inquietante
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fabio1957
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lunedì 23 marzo 2015
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Straordinaria riflessione sulla natura umana.Ci si chiede cosa faremmo se per una notte ci fossa garantità l'immunità per il peggiore dei reati:l'omicidio.La risposta è raggelante,probabilmente proprio il nostro vicino, invocato come salvatore, diventerebbe il nostro aguzzino più spietato ,facendo affiorare invidie,risentimenti e gelosie sempre tenute celate, sotto una coltre di ipocrita, borghese e provinciale rapporto di buona convivenza.
La sceneggiatura ha senz'altro delle lacune,ma il risultato è comunque notevole,consegnando agli spettatori più di un interrogativo sull'ambiguità dell'essere umano,capace di grandi slanci e altrettante crudeltà gratuite.
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kondor17
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domenica 28 giugno 2015
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come ravvivare un mondo tranquillo
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Premessa: siamo nel 2022, in un prossimo futuro utopico, dove a seguito del non ben spiegato calo dellla criminalità, il cavaliere pallido si trova l'Arsenale a far la muffa. Premessa alquanto bizzarra.
Ma manca il giichino, la guerra, che tanto amano oltreoceano. La guerra al terrorismo, alla criminalità interna, la guerra dello spionaggio e dei media, la guerra per il dominio e via dicendo.
Rimedio? Il governo emenda l'angosciosa rinuncia indicendo the purge, la purga, la purificazione, tristemente tradotto per le sale italiane in un titolo improprio: il giorno del giudizio. Ché di giudizio non se ne vede traccia, in tutti i sensi. Un giorno in cui tutto è tollerato, ogni crimine, ogni scempio e la tranquilla e borghese periferia alberata si trasforma in un colosseo infernale, popolato da socievoli vicine di case che si trasformano in fameliche assassine assetate di vendetta.
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Premessa: siamo nel 2022, in un prossimo futuro utopico, dove a seguito del non ben spiegato calo dellla criminalità, il cavaliere pallido si trova l'Arsenale a far la muffa. Premessa alquanto bizzarra.
Ma manca il giichino, la guerra, che tanto amano oltreoceano. La guerra al terrorismo, alla criminalità interna, la guerra dello spionaggio e dei media, la guerra per il dominio e via dicendo.
Rimedio? Il governo emenda l'angosciosa rinuncia indicendo the purge, la purga, la purificazione, tristemente tradotto per le sale italiane in un titolo improprio: il giorno del giudizio. Ché di giudizio non se ne vede traccia, in tutti i sensi. Un giorno in cui tutto è tollerato, ogni crimine, ogni scempio e la tranquilla e borghese periferia alberata si trasforma in un colosseo infernale, popolato da socievoli vicine di case che si trasformano in fameliche assassine assetate di vendetta. La strada è la giungla e i vili rinchiusi sono la preda, le prede.
Il nostro eroe rintanato ha moglie e figli, vende saracinesche e sistemi d'allarme ed è preso di mira per essersi arricchito alle spalle della comunità approfittando di una fortunata contingenza.
Gli sviluppi sono poi un tantino forzati e il film, molto breve, manca quindi della credibilità necessaria per farti immergere nella storia. Per il resto è ben fatto. Buone le interpretaziini. Voto 6
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danko188
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mercoledì 9 marzo 2016
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la serie b che non guasta
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Anno 2022. Da 5 anni, i Nuovi Padri Fondatori degli Stati Uniti hanno dato inizio ad una curiosa ricorrenza: La Notte delle Purghe. La sirena delle 19 di ogni 21 Marzo segna l’inizio della manifestazione purificatoria che si terrà fino alle 7 giorno successivo. 12 Ore di buio in cui sarà concessa ogni efferata illegalità: omicidi, rapine, stupri. L’annuncio televisivo ravvisa a tutti partecipanti della caccia il divieto all’utilizzo di armi di grosso calibro ed esplosivi, unica restrizione di una notte infernale la cui istituzione, stando alle statistiche, avrebbe portato ad una ragguardevole diminuzione (99%) della criminalità e della disoccupazione.
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Anno 2022. Da 5 anni, i Nuovi Padri Fondatori degli Stati Uniti hanno dato inizio ad una curiosa ricorrenza: La Notte delle Purghe. La sirena delle 19 di ogni 21 Marzo segna l’inizio della manifestazione purificatoria che si terrà fino alle 7 giorno successivo. 12 Ore di buio in cui sarà concessa ogni efferata illegalità: omicidi, rapine, stupri. L’annuncio televisivo ravvisa a tutti partecipanti della caccia il divieto all’utilizzo di armi di grosso calibro ed esplosivi, unica restrizione di una notte infernale la cui istituzione, stando alle statistiche, avrebbe portato ad una ragguardevole diminuzione (99%) della criminalità e della disoccupazione.
Un fortunato venditore di sistemi di sicurezza all’avanguardia, James Sandin (Ethan Hawke), si accinge assieme a sua moglie Mary (Line Headey) e i figlioletti, a trascorrere quella che avrebbe dovuto essere un’ordinaria serata da abbiente famigliola americana rintanata nella propria confortevole dimora, ma qualcosa andrà storto…
Prodotto da Michael Bay, il nome nuovo James DeMonaco concepisce un film la cui semplice idea sarebbe già da premiare, quella di un futuro distopico che legalizza una volta l’anno, a scopo catartico, l’ultraviolenza, sfogo sublimato dell’immonda bestialità repressa di un paese che vede paradossalmente accrescere la propria economia grazie al danno auto inflitto. La nuova strategia politica americana, dalla discutibile moralità - prevede il sacrificio di sfollati e senzatetto - si è però rivelata risanatoria tanto da considerare l’evento una sorta di anniversario della rinascita americana. Le domande che a questo punto si insinuano nello spettatore che vede scorrere davanti a sé immagini di aberrante vandalismo sono molteplici: cosa farei in quella situazione? Perchè questa brama di distruzione? Chi se ne sta in casa è così diverso dai purificatori che si aggirano per le strade?
Mentre ci si pongono i quesiti più svariati il film scorre a ritmi costantemente alti, l’immedesimazione sale, la tensione si può tagliare a fette e l’adrenalina tiene sulle spine. Tramite meccanismi di regia non del tutto nuovi ma efficaci come l’inquadratura soggettiva di un drone telecomandato munito di visore notturno del piccolo Sandin, e marchingegni di messa a fuoco e musicali echeggia un climax emotivo snervante che si dipana fin quando il film entra nella fase (calante) di comune thriller d’azione.
Se la scrittura avesse approfondito i personaggi (uno dei quali è totalmente inutile) e si fosse risparmiata qualche banalità narrativa fine a se stessa starei qui a parlare di un capolavoro dei nostri tempi dai notevoli spunti letterari orwelliani e cinematografici romeriani, dai quali non siamo tutto sommato lontanissimi ma piuttosto distanti e in un minutaggio così breve (80’) sarebbe stato anche doveroso osare di più.
Le citazioni al vecchio cinema di genere abbondano quasi quanto la furia dei purificatori, i riferimenti a La Notte dei Morti Viventi sono eclatanti, i buoni barricati dentro e i cattivi che cercando di penetrare dall’esterno, con la differenza che gli zombie stavolta sono gli umani stessi. La mancanza di fondi un po’ si fa sentire in quanto non viene offerta una rappresentazione dell’evento in proporzioni maiuscole ma centralizzando il complesso ad una sola famiglia alto borghese e annesse relazioni di buon (?) vicinato.
Ethan Hawke porta a termine il compitino decorosamente, spicca Lina Headey ma soprattutto il cattivone Ryse Wakefield, recitativamente adatto è reso magnificamente dal punto di vista figurativo.
La critica sociale e politica non è decisa e graffiante abbastanza, ma considerando il budget e fermo restando che il regista semi-esordiente non si chiama Carpenter o Romero, il film può dirsi promosso.
Il sequel del 2014 è Anarchia – La notte del Giudizio.
Voto 7
Danko188
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francis metal
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mercoledì 23 novembre 2016
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davvero un'ottima idea
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Di solito sono molto severo, non mi lascio stupire da nulla.
Questo film è una specie di tutorial su come trasformare in assassini persone che mai e poi mai in altre circostanze avrebbero ucciso, non solo, anche su come ritorcere su se stessi le proprie cretinate in cui si crede, anzi, mi è piaciuto molto il fatto che si volevano vendicare coloro che sono stati truffati dal protagonista.
Agghiacciante il fatto che i media pubblicizzassero in tutti i modi lo sfogo e che ne continuassero a parlare bene anche dopo centinaia di morti.
Mi è piaciuta la citazione di Arancia Meccanica (il gruppo di ragazzi violenti portava delle maschere) perché effettivamente quelli erano anche peggio dei Drughi.
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Di solito sono molto severo, non mi lascio stupire da nulla.
Questo film è una specie di tutorial su come trasformare in assassini persone che mai e poi mai in altre circostanze avrebbero ucciso, non solo, anche su come ritorcere su se stessi le proprie cretinate in cui si crede, anzi, mi è piaciuto molto il fatto che si volevano vendicare coloro che sono stati truffati dal protagonista.
Agghiacciante il fatto che i media pubblicizzassero in tutti i modi lo sfogo e che ne continuassero a parlare bene anche dopo centinaia di morti.
Mi è piaciuta la citazione di Arancia Meccanica (il gruppo di ragazzi violenti portava delle maschere) perché effettivamente quelli erano anche peggio dei Drughi... grazie ai Padri fondatori si poteva fare ogni violenza possibile.
Tra l'altro c'è anche un riferimento antirazzista perché quei ragazzi volevano a tutti i costi uccidere un nero, considerato scarto inutile.
L'unica cosa che mi lascia perplesso è che quel ragazzo aveva una ferita molto grave, come ha fatto a sopravvivere e rimanere in piedi e in forze?
E per ultimo, quella ragazza piange la morte del suo ragazzo anche se voleva uccidere suo padre... preferisco rimanere single
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shagrath
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lunedì 31 dicembre 2018
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l'idea doveva essere sfruttata meglio
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Questo thriller spicca per l’idea di base. Futuro prossimo: il governo sospende tutte le leggi una notte l’anno, lasciando libertà ai cittadini di “sfogarsi” come meglio credono. La sfida degli autori è stata quella di immaginarsi le conseguenze sociali di una simile istituzione senza farsi condizionare da barriere morali o moraliste, creando un mondo in cui il benessere giustifica la violenza e dove la povertà è stata debellata per eliminazione fisica dei più deboli (impossibilitati all’acquisto di armi o difese). Il protagonista è una figura ipocrita: imprenditore, padre e marito premuroso, appoggia formalmente lo “sfogo” come mezzo di eliminazione degli emarginati per migliorare la società, evitando però di parteciparvi e anzi barricandosi in casa protetto dai sistemi che egli stesso progetta e dalla cui vendita si è arricchito.
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Questo thriller spicca per l’idea di base. Futuro prossimo: il governo sospende tutte le leggi una notte l’anno, lasciando libertà ai cittadini di “sfogarsi” come meglio credono. La sfida degli autori è stata quella di immaginarsi le conseguenze sociali di una simile istituzione senza farsi condizionare da barriere morali o moraliste, creando un mondo in cui il benessere giustifica la violenza e dove la povertà è stata debellata per eliminazione fisica dei più deboli (impossibilitati all’acquisto di armi o difese). Il protagonista è una figura ipocrita: imprenditore, padre e marito premuroso, appoggia formalmente lo “sfogo” come mezzo di eliminazione degli emarginati per migliorare la società, evitando però di parteciparvi e anzi barricandosi in casa protetto dai sistemi che egli stesso progetta e dalla cui vendita si è arricchito. Questa volta gli eventi prenderanno però una direzione inaspettata e il buon padre di famiglia sarà costretto a fare i conti con la follia e la violenza, cioè con “la bestia” che egli stesso ha contribuito a liberare.
L’idea di base, che riporta alla mente capolavori del genere dispotico, merita solo apprezzamento. Tuttavia un film è fatto anche di altre cose. In primo luogo la regia e le scenografie, per lo più scolastiche, risultano a volte insufficienti (ad esempio le scene si alternano da una parte all’altra della grande casa in maniera confusa, senza avere la percezione di dove si trovino le vittime e i carnefici. Molti ambienti della casa non sono neppure delineati. Pertanto la tensione si smorza e molte azioni appaiono sconclusionate. In più occasioni i personaggi sono penosamente costretti a parlare verso lo spettatore dicendo “ora vado qui”, “ora di là” per fargli capire cosa succede). La recitazione mi pare sottotono per tutti gli attori. Anche il padre protagonista appare troppo serio e concentrato, fuori contesto, come se stesse facendo un lavoro di precisione invece di una strage. Meglio gli antagonisti, esaltati e inquietanti, ma in certe situazioni poco credibili e a rischio stereotipo del Joker di Batman. Il tutto sceneggiato troppo sbrigativamente e con passaggi prevedibili.
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