La prima neve

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Un film di Andrea Segre. Con Jean-Christophe Folly, Matteo Marchel, Anita Caprioli, Peter Mitterrutzner.
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Drammatico, durata 105 min. - Italia 2013. - Parthénos uscita giovedì 17 ottobre 2013. MYMONETRO La prima neve * * * - - valutazione media: 3,32 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari. Acquista »
   
   
   
flyanto martedì 22 ottobre 2013
forse con la prima nave tutto può cambiare.... Valutazione 4 stelle su cinque
67%
No
33%

 Film in cui si racconta di un ragazzino di undici anni, rimasto orfano del padre, che vive con la madre ed il nonno in un paesino montano delle Dolomiti e che intreccia un bel rapporto di amicizia con un immigrato di colore, scappato dalla Libia dove imperseverava la guerra. Entrambi sono stati privati di cari affetti:  il ragazzino, di nome Michele, appunto, del padre e l'uomo di colore della moglie, morta nel corso della traversata dopo aver dato alla luce una bimba, di cui peraltro egli non si occupa affatto in quanto troppo doloroso il ricordo e causa, secondo lui, del decesso dell'amata. Nello trascorrere lento, ovattato ed uguale delle varie giornate e settimane antecedenti la caduta della prima neve sul luogo, i due rafforzeranno piano piano il proprio legame di amicizia arrivando a colmare, in occasione, appunto, della caduta della prima neve, i propri vuoti interiori ed affettivi ed a superare  la propria ragionevole rabbia nei confronti di un destino così crudelmente accanitosi contro di loro. [+]

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kimkiduk martedì 14 gennaio 2014
come piacciono a me Valutazione 4 stelle su cinque
92%
No
8%

Che bello questo secondo film di Segre. Rischioso perchè fare il secondo con tematiche simili al primo è facile perdersi. Non succede a Segre, anzi il film non è come Io Sono Li, ma diverso, caldo, familiare, dolce, intelligente e soprattutto senza una parola retorica in più. Per questo dico finalmente un film come piace a me, che dice mille cose, fa pensare a mille altre e non ne dice una lui. Ti fa solo pensare. Solo per modo di dire, come se pensare fosse facile, ma questo dovrebbe fare per me il cinema e il cinema d'autore; spesso si cade nel troppo detto e troppo spiegato, qui mai. Figure scandite e rese solo dai loro gesti, dalle proprie abitudini, da uno stile di vita ormai perso e forse ancora esistente in piccole realtà come la Val dei Mocheni; il nonno meraviglioso che vive di ricordi ed esprime il suo rammarico con "Non ne voglio parlare più"; il nipote che vive nel dolore e nella disabitudine della mancanza tra scatti di "selvaggismo" e dolcezze estreme; madre addolorata, dolente e in difficoltà come lo sarebbero tutti. [+]

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siebenzwerg mercoledì 6 novembre 2013
quel che si dice un gioiello tra le montagne Valutazione 4 stelle su cinque
71%
No
29%

Film perfetto nella sua semplicità. Il regista segue con partecipazione per l'intero il film i protagonisti, interpretati benissimo, con tutta la difficoltà di imitare il dialetto delle valli trentine che appesantisce solo un po' la loro spontaneità. Spicca tra tutti Michele, il giovanissimo, toccante, Matteo Marchel, che spero proprio di rivedere presto sullo schermo. J.Christophe Folly è una cosa a parte con la sua tragedia personale nel ruolo dell'immigrato. Strano incontro tra due dolori, quello del giovane orfano e quello dell'esule, che faticano ad aprirsi soprattutto perché soffrono ad aprire dentro di sé la propria ferita, anche solo parlandone a qualcuno. [+]

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rampante venerdì 14 marzo 2014
un grande dolore Valutazione 4 stelle su cinque
67%
No
33%

Un luogo fiabesco, un piccolo villaggio di montagna sulle Alpi del Trentino popolato da gente semplice legata alle tradizioni, una natura bella e struggente ma anche minacciosa.
Qui un gruppo di profughi e rifugiati africani hanno trovato una sistemazione provvisoria in attesa del permesso di soggiorno o riconoscimento di asilo
Tra loro Dani, un rifugiato arrivato dal Togo via Libia, ha perso la moglie dopo l'arrivo in Italia ed ha con sé sua figlia Fatou di neanchè un anno
Dani proviene dalla capitale del Togo, Lomé, una metropoli di più di un milione di abitanti e sogna Parigi,  è uno scultore e trova nei ceppi di legno materia per la sua ispirazione. [+]

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vecchiomio venerdì 27 giugno 2014
la comprensione della bellezza Valutazione 4 stelle su cinque
67%
No
33%

Se vi è piaciuto il suo primo film (Io sono Li), il consiglio è di vederlo, ne vale la pena. Il tema è ancora quello dell’ immigrazione e dell’ integrazione di persone e culture diverse. Il discorso politico, anche in questo secondo film, passa attraverso il racconto di storie individuali, che con la loro forte carica emotiva ci portano ad interrogarci sulla “ragion di stato” posta a giustificazione di  scelte difensive del proprio territorio, della propria cultura e in primo luogo dei propri privilegi.

Una parte della storia, quella della fuga dal Togo e dalla Libia, non si vede, ma si svela a poco a poco, mentre le nebbie alpine si diradano, e diventa lo sfondo sul quale si sovrappone la storia attuale: sono i giorni vissuti nei gesti e nelle relazioni quotidiane da uno dei due protagonisti, il profugo Dani, trentenne,  ospitato in un maso  della Valle dei Mocheni. [+]

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angelo umana giovedì 18 dicembre 2014
le cose con lo stesso odore Valutazione 3 stelle su cinque
100%
No
0%

 

 

 “Le cose che hanno lo stesso odore devono stare insieme”: è la frase chiave del film. La pronuncia Pietro, l’anziano montanaro allevatore di api, esperto nei mestieri che la vita in montagna comporta, suocero di Elisa, giovane vedova e madre di Michele, 11enne che le dà qualche problema per la smania di crescere, che soffre della mancanza improvvisa e irrisolta di suo papà, comunque di una figura maschile ferma e affidabile che lo accompagni. [+]

[+] frasi (di angelo umana)
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matteo venerdì 28 febbraio 2020
vicini per stagioni Valutazione 4 stelle su cinque
100%
No
0%

La vicinanza tra due dolori tra un adulto e un bambio che per motivi diversi si incontrano e si completano. Un abbandono e una voglia di fuga per lasciarsi tutto alle spalle. Una umanità sofferente che si mescola oltre le barriere imposte da altri. Un film asciutto e denso di significati, a tratti commovente senza facile retorica.

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