jean remi
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domenica 26 gennaio 2014
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donne d'america.
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“August: Osage Conty” che esce in Italia col titolo “I segreti di Osage County” è tratto da un’opera teatrale di Tracy Letts per la quale, il drammaturgo, vinse nel 2008 il Premio Pulitzer e che ora cura personalmente la sceneggiatura del film del regista John Wells.
La pellicola è la storia di Violet Weston (Meryl Streep) donna vissuta nell’America della Grande Depressione, della povertà, della mancanza di diritti, che ha combattuto la guerra; la “greatest generation” fu definita dallo scrittore Tom Brokaw che nel 1998 le dedico un saggio. Una donna che ha vissuto tutte le difficoltà di quel momento storico e che ha proiettato sui propri figli tutte le speranze e le aspettative di riscatto sociale (l’emancipazione, la crescita culturale, il successo nel lavoro, la ricchezza, il senso dell’unità della famiglia e il rispetto dei vecchi).
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“August: Osage Conty” che esce in Italia col titolo “I segreti di Osage County” è tratto da un’opera teatrale di Tracy Letts per la quale, il drammaturgo, vinse nel 2008 il Premio Pulitzer e che ora cura personalmente la sceneggiatura del film del regista John Wells.
La pellicola è la storia di Violet Weston (Meryl Streep) donna vissuta nell’America della Grande Depressione, della povertà, della mancanza di diritti, che ha combattuto la guerra; la “greatest generation” fu definita dallo scrittore Tom Brokaw che nel 1998 le dedico un saggio. Una donna che ha vissuto tutte le difficoltà di quel momento storico e che ha proiettato sui propri figli tutte le speranze e le aspettative di riscatto sociale (l’emancipazione, la crescita culturale, il successo nel lavoro, la ricchezza, il senso dell’unità della famiglia e il rispetto dei vecchi).
Si ritrova anziana e malata, in occasione dei funerali del marito alcolizzato morto suicida, proprio con le sue tre figlie e con chi le accompagna nella vita; ed è proprio in quest’occasione che si rende conto quanto le sue aspettative siano state disattese e, nello stile classico del teatro americano, è nel pranzo con grande tavolata, post funerale che scoppiano tutte le contraddizioni sinora sopite e che si svelano i segreti più dissacranti di famiglia.
Violet si trasforma in una donna violenta che scaglia contro le sue figlie, in particolare Barbara (Julia Roberts) tutta la sua rabbia e frustrazione complice lo stato alterato in cui si trova, imbottita com’è, di sedativi, antidepressivi e chemioterapici, usati per combattere il cancro che l’ha colpita ma non certo minata nella vivacità e nella forza distruttiva; “una reazione animalesca di difesa, come da belva ferita” ha commentato la stessa Streep.
Le sue figlie nulla hanno di quello che Violet da loro si attendeva e dopo la resa finale dei conti, si ritrova sola abbandonata da tutti tra le braccia della domestica, l’unica che le sta accanto, ma solo perché pagata; un amarissimo finale di una vita costruita per e sui figli.
Meryl Streep gareggia con Julia Roberts in bravura e personalità interpretativa, tanto che entrambe hanno ottenuto la nomination all’Oscar per miglior attrice protagonista e non; certo sarei imbarazzato a scegliere tra le due chi sia la migliore.
Per chi è appassionato di teatro, un gran buon film che fa riflettere sulla condizione femminile di cui peraltro la Streep vuole essere un’esploratrice (si ricordino le interpretazioni in Kramer contro Kramer, la scelta di Sophie o The Iron Lady); per chi non ama il genere forse un film noioso e schizofrenico.
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[+] una bella recensione, complimenti!
(di tom87)
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filippo catani
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lunedì 3 febbraio 2014
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un ottimo film corale
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Oklahoma. Una famiglia ormai disgregata da tempo finisce con il ritrovarsi a causa del suicidio del capofamiglia. Il funerale e la convivenza forzata faranno emergere antichi e mai sopiti dissapori e non solo.
Tratto da un'opera teatrale di grande successo e prodotto fra gli altri da Clooney, questo film è davvero meritevole di lode e conferma come, con i dovuti accorgimenti, si possa trasporre un'opera teatrale sul grande schermo (cosa già verificatasi con il pregevole Carnage). Il tema è stato più volte sviscerato dalla letteratura e dal cinema ma a rendere originale questo film è il modo in cui vengono prese in esame le donne che compongono la famiglia perchè è attorno a loro che ruota il fulcro del discorso.
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Oklahoma. Una famiglia ormai disgregata da tempo finisce con il ritrovarsi a causa del suicidio del capofamiglia. Il funerale e la convivenza forzata faranno emergere antichi e mai sopiti dissapori e non solo.
Tratto da un'opera teatrale di grande successo e prodotto fra gli altri da Clooney, questo film è davvero meritevole di lode e conferma come, con i dovuti accorgimenti, si possa trasporre un'opera teatrale sul grande schermo (cosa già verificatasi con il pregevole Carnage). Il tema è stato più volte sviscerato dalla letteratura e dal cinema ma a rendere originale questo film è il modo in cui vengono prese in esame le donne che compongono la famiglia perchè è attorno a loro che ruota il fulcro del discorso. A dominare la scena troviamo la madre (straordinaria Streep ma ormai non servirebbe nemmeno dirlo) una donna temprata dalle avversità della gioventù e abituata a gestire la casa e la famiglia come una sua esclusiva proprietà. Il problema è che come il marito subiva il fascino degli alcolici lei invece subiva quello delle pillole. A farle da controcanto c'è la figlia Barbara (una Julia Roberts nel suo ruolo migliore anche di quello di Erin Brocovich) che però ha tanto della madre e che sta attraversando un periodo difficile a causa del tradimento del marito. Delle altre due sorelle una è innamorata del cugino mentre l'altra è la meno dotata delle tre e al momento sta per sposarsi con un uomo che gira in Ferrari. L'ulteriore pregio della pellicola, oltre alla splendida fotografia, è quello di saper spaziare tra vari registri proprio come se fossimo a teatro: ecco allora che c'è spazio per molti momenti d'ilarità (con battute ampiamente non politicaly correct) così come per momenti più riflessivi e dolorosi fino ad un incredibile colpo di scena finale. Insomma è davvero difficile tenere in piedi una famiglia e ogni genitore vorrebbe sempre il meglio per i propri figli ma purtroppo la vita non è come vorremmo che fosse. Onde evitare di raccontare troppo e rovinarvi così lo sviluppo della trama ci fermiamo quì non prima di aver ribadito che ci siamo trovati davanti ad una pellicola di spessore che può contare su un'ottima prova corale del cast al quale darei un personalissimo e idelae Oscar.
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iracebeth
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sabato 1 febbraio 2014
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un dramma bollente ad orange county
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“I Segreti di Osage County" è una delusione, e poi una grande sorpresa. La spettatore poco preparato sul film, sulla sua origine e sul cast - che, ammettiamolo, è entrato nella sala di proiezione solo perché era quella che aveva un maggior numero di posti disponibili - può rimanere turbato e al contempo estasiato dalla forza dominante del film: quella femminile. Una madre di famiglia misteriosa, tre figlie tanto diverse eppure così uguali, una sorella fastidiosa e onnipresente[+]
“I Segreti di Osage County" è una delusione, e poi una grande sorpresa. La spettatore poco preparato sul film, sulla sua origine e sul cast - che, ammettiamolo, è entrato nella sala di proiezione solo perché era quella che aveva un maggior numero di posti disponibili - può rimanere turbato e al contempo estasiato dalla forza dominante del film: quella femminile. Una madre di famiglia misteriosa, tre figlie tanto diverse eppure così uguali, una sorella fastidiosa e onnipresente, una nipote giovanissima ma già indipendente. E poi generi ambigui, un cognato spaesato e un cugino sfigato. Ad Osage County ci si può aspettare di tutto.
Un caldo micidiale, ecco il collante – letterale – della storia, che costringe tutti i membri della famiglia a scrollarsi di dosso l'afa e i segreti. Segreti che vengono gettati in pasto ai leoni come piatti d'insalata. Piatti che volano e pillole ingoiate di nascosto. La vecchiaia come un nemico delle virtù e la giovinezza come scusa per gli errori. Chi è il protagonista de "I Segreti di Osage County"? Oserei dire che chiunque può esserlo perché, in una famiglia così sterminata come quella di cui parla il film, tutti svolgono un ruolo. E il più importante è semplicemente quello che ci coinvolge personalmente.
Il film è innovativo, sì, ma senza fretta. Lo si capisce alla fine, dopo aver riflettuto a fondo. Si deve lasciare che l'arsura abbandoni le nostre bocche secche e i vestiti appiccicosi, per goderlo davvero. È un «pago ora, ma torno a ritirarlo più tardi».
Ottima l'interpretazione di Streep e Roberts, ma la scelta per il resto del cast – almeno a mio avviso – è tutt'altro che deludente. Provate ad aprire un qualsiasi blog e troverete still dal film raffiguranti Benedict Cumberbatch, che assieme al suo personaggio e alla relativa storia ha rubato la scena ai protagonisti ben più di una volta. Ma, in ogni caso, in una famiglia che si rispetti si dovrebbe essere tutti un po' protagonisti, giusto? Bé, in alcuni casi... forse è meglio di no.
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(di bbkay )
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laurence316
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mercoledì 27 settembre 2017
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ma che bella famiglia!
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Dopo l'esperienza di Killer Joe, Letts ritorna ad adattare un suo precedente testo teatrale, e getta le basi per un nuovo, terribile film, agghiacciante ma anche divertente, recitato ottimamente (e non solo dalle eccellenti protagoniste, Streep e Roberts) e ambientato nelle giornate torride dell'Oklahoma. Un fiume continuo di parole, di accuse, di rivelazioni. Quel che inizialmente è "solo" una riunione di famiglia in occasione di un tragico evento, si trasforma ben presto, complice anche l'impasticcata Violet, in una sarabanda di critiche e cattiverie varie, scoperchiando ben presto indicibili verità, da tempo tenute nascoste, passati di incesti, tentate violenze e tradimenti.
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Dopo l'esperienza di Killer Joe, Letts ritorna ad adattare un suo precedente testo teatrale, e getta le basi per un nuovo, terribile film, agghiacciante ma anche divertente, recitato ottimamente (e non solo dalle eccellenti protagoniste, Streep e Roberts) e ambientato nelle giornate torride dell'Oklahoma. Un fiume continuo di parole, di accuse, di rivelazioni. Quel che inizialmente è "solo" una riunione di famiglia in occasione di un tragico evento, si trasforma ben presto, complice anche l'impasticcata Violet, in una sarabanda di critiche e cattiverie varie, scoperchiando ben presto indicibili verità, da tempo tenute nascoste, passati di incesti, tentate violenze e tradimenti.
Si sente l'impianto teatrale del tutto, ma questo nulla toglie ad un film che tutto è tranne che una normale, banale commediola come fin troppe ne circolano negli ultimi anni, e che invece si rivela una tragica, drammatica black comedy, impregnata di umorismo nero che fa riflettere e di cui non è per nulla priva, al contrario di quanto molti sostengono.
August: Osage County, titolo originale che identifica tempo e luogo in cui si svolge l’azione, è sicuramente un'analisi critica della middle-class americana e delle sue contraddizioni, ma è al contempo e molto più semplicemente un film di attori, senza dubbio: i duelli verbali fra la Streep e la Roberts gli danno l’acqua della vita, ma da non dimenticare sono anche le altre interpretazioni di Cooper, Breslin, Martindale, Cumberbatch, Lewis, Nicholson e Upham. Come è stato osservato, infatti, regala "the finest ensemble acting seen in years" ("il miglior complesso di recitazione visto negli ultimi anni"). E già solo per questo meriterebbe la visione.
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(di mencio)
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samanta
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sabato 2 giugno 2018
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il trionfo della cattiveria
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II segreti di Osage County rientra nella categoria dei film americani che presentanono uno spaccato drammatico delle famiglie che vivono di bugie e apparenze (per citare il passato: La gatta sul tetto che scotta, La dolce ala della giovinezza, Il buio in cima alle scale e il presente: Stanno tutti bene remake di un film di Tornatore).
Il film presenta una famiglia che vive In Oklahoma: la madre Violet (Meryl Streep) il marito Beverly (Sam Shepard) 3 figlie Ivy (Julianne Nicholson) l'unica che vive in casa, Barbara (Julia Roberts) sposata e con una giovane figlia Jean, e Karen (Juliette Lewis). La scomparsa di Beverly e il ritrovamento del suo corpo probabilmente suicida è motivo di riiunione delle figlie con rispettivi marito o fidanzato (di Karen).
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II segreti di Osage County rientra nella categoria dei film americani che presentanono uno spaccato drammatico delle famiglie che vivono di bugie e apparenze (per citare il passato: La gatta sul tetto che scotta, La dolce ala della giovinezza, Il buio in cima alle scale e il presente: Stanno tutti bene remake di un film di Tornatore).
Il film presenta una famiglia che vive In Oklahoma: la madre Violet (Meryl Streep) il marito Beverly (Sam Shepard) 3 figlie Ivy (Julianne Nicholson) l'unica che vive in casa, Barbara (Julia Roberts) sposata e con una giovane figlia Jean, e Karen (Juliette Lewis). La scomparsa di Beverly e il ritrovamento del suo corpo probabilmente suicida è motivo di riiunione delle figlie con rispettivi marito o fidanzato (di Karen). Arrivano anche la sorella di Violet, Mattie con il marito Charles (Chris Cooper) e il loro figlio "little" Charles segretamente innamorato, corrisposto, della cugina Ivy. Ma l'incontro è l'occasione per uno scontro tra i parenti: Violet malata di di un piccolo tumore in bocca si imbottisce di psicofarmaci e di alcool dà sfogo in modo perverso ad una serie di cattiverie rivelando i difetti o i vizi (anche modesti) dei parenti affiancata dalla sorella che pubblicamente prende in giro il figlio e lo deride in continuazione. Barbara che ha un matrimonio in crisi per il suo carattere dal momento che seppure cerca di comprendere gli altri spesso dà sfogo ad una durezza di animo, Mattie alla fine rivela che il figlio è fratellastro di Ivy frutto di una relazione con Beverly. Quanto al fidanzato di Karen cerca di sedurre Jean la figlia di 14 anni di Barbara. Il film a mio avviso ha come contenuto le miserie verbali che avvelano la situazione familare. La madre Violet che ha avuto un'infanzia difficile si sfoga del passato, tenendosi i piccoli segreti per rovesciarli addosso ai presenti con pesanti insulti verbali, alla fine tutti vanno via lasciandola sola con la persona di servizio. La storia non è particolarmente brillante i contenuti dei dialoghi rivelano unicamente un disagio morale per cui anche le buone intenzioni vengono distrutte dai comportamenti odiosi delle due sorelle Violet e Mattie, non c'é una morale positiva o negativa se non che si deve stare alla larga da certe persone! Il film, che oggettivamente è interessante, si salva soprattutto per l'eccellente interpretazione degli attori, un plauso in particolare a Julia Roberts, quanto a Merryl Streep è bravissima anche se "gigioneggia" un pò troppo. Un'osservazione la Casa di Produzione è The Weinstein Company, Weinstein (il mostro di Hollywood) è uno dei produttori insieme a George Clooney che con Merryl Steep è uno dei alfieri di Me too, una domanda: ma se era un predatore sessuale e "tutti" lo sapevano da 20 anni (il film è uscito nel 2013) perché dei personaggi così illustri approfittavano dei suoi soldi o lavoravano con lui?
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flyanto
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lunedì 3 febbraio 2014
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un gioco al massacro tra vari componenti familiari
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Il film, tratto dall'omonima opera teatrale di Tracy Letts (che del film è anche la sceneggiatrice), racconta della riunione familiare che avviene nella casa dei genitori da parte di tre sorelle a causa della misteriosa scomparsa del padre. Questo episodio costituirà l'occasione per disseppellire i vecchi rancori tra i vari componenti della famiglia, nessuno escluso, e pertanto li porterà a confrontarsi ed a rinfacciarsi le eventuali e varie manchevolezze. A cominciare dalla madre (Meryl Streep), una donna ora malata di cancro e facente uso smodato di farmaci, che in maniera severa ha allevato le tre figlie, continuando a rimproverarle ormai cresciute, per continuare con la figlia Barbara (Julia Roberts), ormai indurita nel carattere e delusa sia professionalmente che personalmente, alle altre due figlie, una fragile e sottomessa e poco realizzata e l'altra (Juliette Lewis) altamente svampita.
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Il film, tratto dall'omonima opera teatrale di Tracy Letts (che del film è anche la sceneggiatrice), racconta della riunione familiare che avviene nella casa dei genitori da parte di tre sorelle a causa della misteriosa scomparsa del padre. Questo episodio costituirà l'occasione per disseppellire i vecchi rancori tra i vari componenti della famiglia, nessuno escluso, e pertanto li porterà a confrontarsi ed a rinfacciarsi le eventuali e varie manchevolezze. A cominciare dalla madre (Meryl Streep), una donna ora malata di cancro e facente uso smodato di farmaci, che in maniera severa ha allevato le tre figlie, continuando a rimproverarle ormai cresciute, per continuare con la figlia Barbara (Julia Roberts), ormai indurita nel carattere e delusa sia professionalmente che personalmente, alle altre due figlie, una fragile e sottomessa e poco realizzata e l'altra (Juliette Lewis) altamente svampita. Intorno a loro zie e zii, anch'essi con molteplici ed inconfessabili problemi. Ma la riunione non si rivelerà inutile in quanto, seppure in maniera cruda e dolorosa, definirà i ruoli e le posizioni di ciascuno, permettendo ad ognuno dei componenti, o forse solo ad alcuni di loro, di superare i problemi atavici e ad affrontare una nuova vita.
La pellicola, strutturata nella sua messa in scena come se fosse proprio un'opera teatrale, si rivela essere assai dura nonchè, in molte occasioni, anche intrisa di una certa dose di cinismo. Praticamente nel corso della vicenda vige un "gioco al massacro" tra le varie parti che mette a nudo completamente tutti gli aspetti, sia negativi che positivi, dei vari personaggi, non risparmiandone nessuno. Pertanto non si riesce a simpatizzare in maniera assoluta per nessuno di loro in quanto, se da un lato vari loro comportamenti o frasi sono dettati o giustificati da una certa comprensibile ed accettabile motivazione, dall'altro ve ne sono alcuni un pò più deplorevoli che ne denunciano i lati più bassi e meschini. Ma la grandezza di questo film, a mio parere, sta proprio qui e cioè, nel non presentare dei personaggi a tutto tondo o positivi o negativi, ma nel fatto di presentarli molto realisticamente in tutte le loro sfaccettature e dunque comprensivi di tutti i pregi e difetti, che in fondo non sono altro che i molteplici aspetti di cui è costituita la natura umana di ogni individuo. E la resa di ciò, direi, è raggiunta in maniera sublime, grazie sia ai dialoghi, ripeto, accuratamente strutturati dall'autrice stessa dell'opera, che dall'accurata regia minimalista, fatta di molteplici primi piani (a volta anche impietosi per gli attori stessi) di John Wells che dall'ottima e magistrale interpretazione degli attori, ognuno rispondente perfettamente al proprio ruolo. Ovviamente, su tutti spicca il duo Julia Roberts e Meryl Streep, riservando però a quest'ultima un encomio particolare e la giusta e meritata candidatura all'Oscar. Vedremo....
Un piccolo gioiello di nicchia da non perdere assolutamente.
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angelo bottiroli - giornalista
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sabato 15 febbraio 2014
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un capolavoro di recitazione
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Poca azione, scenografia sempre uguale, nessun effetto speciale, ritmo blando, trama tutt’altro che speciale, ma che spettacolo veder recitare insieme attrici del calibro di Meryl Streep e Julia Roberts, due star che fanno a gara per tutto il film a chi recita meglio. Due mostri sacri di Hollywood che danno il meglio di loro stesse in un susseguirsi di batti e ribatti, sguardi profondi, incedere lento o scatti di rabbia.
La recitazione delle due attrici, da sola, vale il prezzo del biglietto, ma il film non sarebbe così bello se non ci fossero altri grandi attori che in fatto di recitazione, almeno in questo film, non hanno nulla da inviare alle due mostre sacre.
Ci riferiamo a Julianne Nicholson (The Amazing Spiderman e Kinsey) ad esempio, che è semplicemente perfetta nel ruolo della sorella minore, oppure Juliette Lewis ed attori come Ewans Mc Gregor (The impossible, il cacciatore di Giganti, Star wars e molti altri), Chris Cooper e tanti altri.
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Poca azione, scenografia sempre uguale, nessun effetto speciale, ritmo blando, trama tutt’altro che speciale, ma che spettacolo veder recitare insieme attrici del calibro di Meryl Streep e Julia Roberts, due star che fanno a gara per tutto il film a chi recita meglio. Due mostri sacri di Hollywood che danno il meglio di loro stesse in un susseguirsi di batti e ribatti, sguardi profondi, incedere lento o scatti di rabbia.
La recitazione delle due attrici, da sola, vale il prezzo del biglietto, ma il film non sarebbe così bello se non ci fossero altri grandi attori che in fatto di recitazione, almeno in questo film, non hanno nulla da inviare alle due mostre sacre.
Ci riferiamo a Julianne Nicholson (The Amazing Spiderman e Kinsey) ad esempio, che è semplicemente perfetta nel ruolo della sorella minore, oppure Juliette Lewis ed attori come Ewans Mc Gregor (The impossible, il cacciatore di Giganti, Star wars e molti altri), Chris Cooper e tanti altri.
Il film è ambientato in una casa ubicata in una sterminata campagna americana dove non succede mai nulla ed è avvincente solo per i dialoghi e l’interpretazione degli attori, in un dipanarsi di colpi di scena e sorprese in un incalzare continuo di sorprese.
Il film racconta le vicende, i problemi e le miserie di una famiglia che si riunisce dopo tanti anni.
La scena più importante ovviamente è quella del pranzo dove Meryl Streep è la protagonista.
Film assolutamente da vedere.
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luigi chierico
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mercoledì 12 marzo 2014
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un gran bel film
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John Wells ha dovuto scegliere tra tante brave attrici due che potessero contendersi il primo posto in un rapporto conflittuale in cui una deve pur soccombere.Memore del passato, per rimanere nel tema,è ricorso a chi aveva già svelato un segreto ed a chi aveva convissuto con un malato che può essere arrendevole o dispotico.Il dramma inoltre ha due pilastri su cui si poggia l’intera vicenda:un conflitto generazionale ed un pranzo.
Così abbiamo modo di ammirare ancora una volta Julia Roberts,dopo “Fiori d’acciaio”,Scelta D’amore” e “Voglia di tenerezza”, nella parte della figlia Barbara.
La madre,Violet Weston,depositaria dei segreti,è la grandissima Meryl Streep;come non ricordarla nel segreto svelato solo dopo la sua morte nel film “I ponti di Madison County”?
Il nucleo attorno a cui si svolge in pochi giorni, il dramma di una intera vita è il difficile rapporto tra madre e figlia, tra due donne come lo fu tra Ingrid Bergman e Liv Ullman in“Sinfonia d’autunno”o tra Susan Sarandon e sempre Julia Roberts in“Nemiche Amiche”.
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John Wells ha dovuto scegliere tra tante brave attrici due che potessero contendersi il primo posto in un rapporto conflittuale in cui una deve pur soccombere.Memore del passato, per rimanere nel tema,è ricorso a chi aveva già svelato un segreto ed a chi aveva convissuto con un malato che può essere arrendevole o dispotico.Il dramma inoltre ha due pilastri su cui si poggia l’intera vicenda:un conflitto generazionale ed un pranzo.
Così abbiamo modo di ammirare ancora una volta Julia Roberts,dopo “Fiori d’acciaio”,Scelta D’amore” e “Voglia di tenerezza”, nella parte della figlia Barbara.
La madre,Violet Weston,depositaria dei segreti,è la grandissima Meryl Streep;come non ricordarla nel segreto svelato solo dopo la sua morte nel film “I ponti di Madison County”?
Il nucleo attorno a cui si svolge in pochi giorni, il dramma di una intera vita è il difficile rapporto tra madre e figlia, tra due donne come lo fu tra Ingrid Bergman e Liv Ullman in“Sinfonia d’autunno”o tra Susan Sarandon e sempre Julia Roberts in“Nemiche Amiche”.Il pranzo teatro della scena più forte ricorda quello di “Festa di famiglia”, di “Il pranzo di Babette” ed il più recente ”La famiglia perfetta”. I film belli non si possono dimenticare.
Il film è poderoso, tutti i protagonisti di questa famiglia sono eccezionali, nascondono piccoli e grandi segreti, antichi rancori, il peso di un amore negato, tra coniugi tra genitori e figlie, tra sorelle, ed ancor, amori impossibili e peccati di gioventù.Il film si svolge lontano dal mondo in una vasta terra assolata dell’Oklahoma dalle grandi strade senza traffico, al deserto di fuori corrisponde il deserto dell’anima, tutti vivono in una solitudine, privati delle parole come il deserto dell’acqua.E’la terra dei cowboy dagli stivali in pelle che rimangono nella memoria delle ragazze scontentate: “mia madre era cattivissima”.
Colloqui aridi, rapporti difficili affogati nell’alcool o nei calmanti che portano a sacrifici estremi, i mali fisici, le malattie nascoste dietro una parrucca che non serve a svelare la verità e la cattiveria.
In vino veritas, e così, durante il pranzo di questo film come negli altri, vien fuori inaspettata una verità svelata; un peccato di incesto rovinerà una “Festa di famiglia”. In ogni famiglia c’è un figlio preferito, ecco una verità, tenuta segreta. La verità dov’è?da nessuna parte e dappertutto. Spesso è proprio quella che non conosciamo.
Le due grandissime protagoniste abbandonano ogni forma di sex appeal per rendersi irriconoscibili in una disputa senza pietà, la mimica facciale, gli sguardi feroci, la rabbia, la violenza, il dialogo volgare, delirante sono voluti dal copione del dramma teatrale da cui il film è tratto. Il film deve raccontare una storia vera e quindi deve essere vero anche nell’uso della parola. Quante famiglie possono vedersi rappresentate, quanti peccati ricordati.
Dopo una furente lite appare, al mattino, all’orizzonte un sole ad illuminare un giorno nuovo, è di buon auspicio, ma segue un cielo cupo carico di nubi, s’apre la tempesta. Tutti gli animi ne restano sconvolti, il buio e la solitudine riempieranno la casa e la vita di Violet Weston per quel poco che le resta da vivere.
Le immagini la fotografia sono molto belle, piene di luce e di simbolismo.
La musica e canzone che accompagnano la coda veramente belle, peccato non conoscere le parole del testo.
Per finire mi auguro che Meryl Streep abbia ancora qualche segreto da svelare, e che Julia Roberts non ci lasci soli.Chigi
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[+] voglia di tenerezza
(di gabriella)
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enzo70
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giovedì 27 febbraio 2014
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ritratto di famiglia con paranoia
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Un cast fenomenale per descrivere le paranoie di una famiglia del Sud degli Stati Uniti. Una riunione di famiglia, quelle che da quelle parti si dovrebbero fare con il tacchino ad onorare la tavola, si trasforma nell’occasione per tirare fuori tutti i rancori mai sopiti ed il peggio di ognuno. Su tutti, come al solito, una clamorosa Maryl Streep che non finirà mai di stupire. Lei fa la mamma, ma nessuna tenerezza, nel calore dell’agosto americano, tra psico farmaci e depressioni, detta il ritmo del massacro psicologico collettivo. Degnissima spalla la solita Julia Roberts, più passano gli anni e più incanta, che è figlia e madre, e in entrambe le dimensioni non trova l’equilibrio che cerca.
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Un cast fenomenale per descrivere le paranoie di una famiglia del Sud degli Stati Uniti. Una riunione di famiglia, quelle che da quelle parti si dovrebbero fare con il tacchino ad onorare la tavola, si trasforma nell’occasione per tirare fuori tutti i rancori mai sopiti ed il peggio di ognuno. Su tutti, come al solito, una clamorosa Maryl Streep che non finirà mai di stupire. Lei fa la mamma, ma nessuna tenerezza, nel calore dell’agosto americano, tra psico farmaci e depressioni, detta il ritmo del massacro psicologico collettivo. Degnissima spalla la solita Julia Roberts, più passano gli anni e più incanta, che è figlia e madre, e in entrambe le dimensioni non trova l’equilibrio che cerca. Fare l’elenco degli attori è inutile, uno più bravo dell’altro, è un film, d’altronde, complesso, sempre giocato sul filo della psicopatia, protagonisti sono le debolezze dei singoli componenti della famiglia, ognuno diverso, ognuno perso dietro le sue insicurezze. Le caratterizzazioni dei personaggi è perfetta, il vincente perdente, il marito della figlia svanita, la sorella grassa, il suocero, la governante, sempre defilata, l’unica persona che alla fine rende onore alla dignità. Ma ripeto non è un film semplice, il sottile gioco psicologico richiede massima attenzione durante la visione, ogni singola parola, ogni sbalzo umorale diventa parte imprescindibile del film.
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righa pincher
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sabato 1 febbraio 2014
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stati uniti profondi
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Magistrale prova attorale di Julia Roberts, mentre Maryl Streep, pur sempre eccelsa, rischia, soprattutto nella scena iniziale, di accentuare i tratti di un personaggio di per sé sopra o addirittura al di là delle righe fino alla caricatura. Eppure serve quella sua comparsa in scena a iniettare il cupo senso della disperazione dinamica e quindi drammatica sulla superficie un po' piatta e ancora in qualche modo banalmente filosofico-esistenziale che abbiamo percepito dalle parole rassegnate del marito su un verso tra i più insipidi di T.S.Eliot.
Che le famiglie siano sentine di vizi e ricettacoli di ogni sorta di percezioni distorte e funzionali all'egoismo personale non è novità che si esplori per la prima volta qui.
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Magistrale prova attorale di Julia Roberts, mentre Maryl Streep, pur sempre eccelsa, rischia, soprattutto nella scena iniziale, di accentuare i tratti di un personaggio di per sé sopra o addirittura al di là delle righe fino alla caricatura. Eppure serve quella sua comparsa in scena a iniettare il cupo senso della disperazione dinamica e quindi drammatica sulla superficie un po' piatta e ancora in qualche modo banalmente filosofico-esistenziale che abbiamo percepito dalle parole rassegnate del marito su un verso tra i più insipidi di T.S.Eliot.
Che le famiglie siano sentine di vizi e ricettacoli di ogni sorta di percezioni distorte e funzionali all'egoismo personale non è novità che si esplori per la prima volta qui. Ciò che rende questo film, - che risente della sua origine teatrale, non ultimo perché bazzica i territori della tragedia nel suo suscitare insieme disgusto e pietà per i suoi personagg i- un film, è sì davvero la piatta e desolata, arida e torrida landa semidesertica dell'Oklahoma, Stati Uniti profondi, che raramente associamo all'idea di "America". E' quel paesaggio che ci riconduce alla dimensione più ampiamente sociale di questo ritratto di famiglia in cui la povertà ha segnato i destini dei vecchi insegnando loro il dizionario della violenza e dell'indifferenza, fino a eroderne l'anima, e in cui le generazioni di mezzo sono cresciute come piante storte (le tre figlie sono altrettanti ritratti di fallimenti, che siano restate o siano andate via) generando altre piante che non promettono di crescere diritte, come tanta retorica del cinema americano ci ha abituati a credere. Non è un caso che il film sia prodotto, tra gli altri, da George Clooney.
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[+] film non di valore
(di francesca50)
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