rampante
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martedì 23 ottobre 2012
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viaggio in india
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Un gruppo di eccentrici pensionati inglesi, in cerca di una nuova prospettiva di vita, sono attratti dalla fantasiosa pubblicità dell'Hotel Marigold in India.
Il Marigold Hotel non è altro che una vecchia struttura in decadenza gestita con zelo e passione da Sonny Kapoor che illustra stili e servizi inesistenti ma rivela un mondo affascinante, alquanto misterioso, disordinato ma interessante. I turisti sono attratti da questo mondo magico che gli fa scoprire che la vita e l'amore possono sbocciare di nuovo a qualsiasi età quando si ha il coraggio di lasciare alle spalle il passato e aprirsi al nuovo.
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Un gruppo di eccentrici pensionati inglesi, in cerca di una nuova prospettiva di vita, sono attratti dalla fantasiosa pubblicità dell'Hotel Marigold in India.
Il Marigold Hotel non è altro che una vecchia struttura in decadenza gestita con zelo e passione da Sonny Kapoor che illustra stili e servizi inesistenti ma rivela un mondo affascinante, alquanto misterioso, disordinato ma interessante. I turisti sono attratti da questo mondo magico che gli fa scoprire che la vita e l'amore possono sbocciare di nuovo a qualsiasi età quando si ha il coraggio di lasciare alle spalle il passato e aprirsi al nuovo.
Una storia che fa ridere e sognare, ambientata nel cuore del Rajasthan. Bravi gli attori, bella l'India.
Un film che parla di amore e morte con lievità, intensità, freschezza.
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trippetta
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venerdì 25 maggio 2012
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storie, coraggio, colori, bilanci ... replay!
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ok, buona parte del film è il cast eccezionale. tutto britannico, ma sapientemente scelto. secondo me il trio Wilkinson, Smith, Dench vale metà del film. ho deciso di vederlo aspettandomi un tipo di film, e con grande gioia non sono rimasto deluso, anzi!!
varie sono le storie miscelate nell'esotica location indiana, tutte in qualche modo accomunate da un elemento comune: la crisi, nelle sue sfaccettature.
la voce narrante è il personaggio di Judi Dench, magnifica interprete. come altre recensioni hanno evidenziato, il personaggio di Mr. Wilkinson non ha ricevuto lo spazio dovuto, nella sceneggiatura, ma la potenza della sua storia è stravolgente.
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ok, buona parte del film è il cast eccezionale. tutto britannico, ma sapientemente scelto. secondo me il trio Wilkinson, Smith, Dench vale metà del film. ho deciso di vederlo aspettandomi un tipo di film, e con grande gioia non sono rimasto deluso, anzi!!
varie sono le storie miscelate nell'esotica location indiana, tutte in qualche modo accomunate da un elemento comune: la crisi, nelle sue sfaccettature.
la voce narrante è il personaggio di Judi Dench, magnifica interprete. come altre recensioni hanno evidenziato, il personaggio di Mr. Wilkinson non ha ricevuto lo spazio dovuto, nella sceneggiatura, ma la potenza della sua storia è stravolgente. Maggie Smith è tenerissima; interpreta una sgorbutica zitella con il passato da tata, che vola in india per sottoporsi al più presto e in economia all'impianto di una protesi d'anca. la convalescenza la costringe a rimanere nel cortile dell'albergo, spettatrice delle dinamiche sentimentali e non che coinvolgono i compagni d'avventura; sul finale il suo personaggio cambia e diventa attivo, non più spettatore.
l'età dei potagonisti li costringe a fare un bilancio della propria vita, e non tutti riescono ad essere pienamente onesti con sè stessi. ma tutto si chiude come ci si aspetta, perchè forse, ad una certa età, la paura della morte fa cadere tutte le maschere, e ci si gode la vita in totale onestà, con sè stessi e con gli altri.
rimetterei play di nuovo, se potessi.
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ultimoboyscout
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mercoledì 21 novembre 2012
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ritrovarsi in india.
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La pubblicità di un hotel di lusso attira un gruppetto di ingrigiti e intristiti pensionati inglesi in India. Al loro arrivo troveranno solo delusioni e sgradite sorprese ma scopriranno qualcosa che cambierà definitivamente le loro vite. E' un ritratto corale d'altri tempi, tratto dal fortunato romanzo "Mio suocero, il gin e il succo di mango" di Deborah Moggach, con un cast che è un assoluto dream team: magnifica Judi Dench, superlativo Tom Wilkinson, assolutamente meravigliosa Maggie Smith che dalla sedia a rotelle sparge veleno british contro la vecchia colonia indiana. Film decisamente fuori tempo perchè tra reboot, sequel, prequel, 3D e blockbuster vari una pellicola inglese sulla delicatezza della terza età come questa, con il già citato cast di sontuosi attori teatrali, va comunque premiata e sostenuta.
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La pubblicità di un hotel di lusso attira un gruppetto di ingrigiti e intristiti pensionati inglesi in India. Al loro arrivo troveranno solo delusioni e sgradite sorprese ma scopriranno qualcosa che cambierà definitivamente le loro vite. E' un ritratto corale d'altri tempi, tratto dal fortunato romanzo "Mio suocero, il gin e il succo di mango" di Deborah Moggach, con un cast che è un assoluto dream team: magnifica Judi Dench, superlativo Tom Wilkinson, assolutamente meravigliosa Maggie Smith che dalla sedia a rotelle sparge veleno british contro la vecchia colonia indiana. Film decisamente fuori tempo perchè tra reboot, sequel, prequel, 3D e blockbuster vari una pellicola inglese sulla delicatezza della terza età come questa, con il già citato cast di sontuosi attori teatrali, va comunque premiata e sostenuta. Oltre alla garanzia John Madden, regista pratico del genere, che dopo aver archiviato l'adrenalina torna al suo più consono cinema di sentimenti fatto di amarezza e sorrisi, dialoghi pungenti e brillanti, melò e qualche frase new age, trasformando l'hotel fatiscente e sull'orlo del fallimento in una via di fuga dalle frustrazioni per il gruppo di inglesi La storia è ingenuamente riposante, casta, tutto somamto carina, tendenzialmente rosa in cui è di rigore il lieto fine (tutto sommato un morto su sette ci può anche stare), col regista che rielabora usi e costumi locali a uso e consumo del pubblico occidentale senza rinunciare al suo tipico stile patinato e manierista che ha contrassegnato la sua precedente filmografia. Si elevano le interpretazioni, che sorreggono l'intera struttura narrativa e sono un manuale della recitazione.
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iuriv
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venerdì 13 febbraio 2015
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cambiare tutto è fin troppo facile.
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Tenendosi ben distanti dal lato oscuro dell'India, sette simpatici anziani inglesi decidono di passare la loro vecchiaia al Marigold Hotel, luogo di promesse serene ma dall'aspetto rude.
Il film prende il via dalla constatazione che, nell'odierna civiltà occidentale, gli anziani vengono messi da parte. Questo dato di fatto viene messo a confronto con il modo di vedere le cose indiano e la trama proietta i suoi protagonisti all'interno di un mondo nel quale possono riscoprire passioni che credevano sopite. Nel mezzo di tutto ciò c'è il sogno e il desiderio di affermazione di Sonny, il giovane gestore dell'albergo.
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Tenendosi ben distanti dal lato oscuro dell'India, sette simpatici anziani inglesi decidono di passare la loro vecchiaia al Marigold Hotel, luogo di promesse serene ma dall'aspetto rude.
Il film prende il via dalla constatazione che, nell'odierna civiltà occidentale, gli anziani vengono messi da parte. Questo dato di fatto viene messo a confronto con il modo di vedere le cose indiano e la trama proietta i suoi protagonisti all'interno di un mondo nel quale possono riscoprire passioni che credevano sopite. Nel mezzo di tutto ciò c'è il sogno e il desiderio di affermazione di Sonny, il giovane gestore dell'albergo.
Già la scelta cromatica, fatta di colori pastello e da una fotografia molto rilassata, fa capire che le intenzioni della pellicola sono le più benevoli possibili. A caratterizzare tutta la visione c'è una sorta di positivismo che si espande fino al finale scontato del vissero tutti felici e contenti.
Viste le palesi intenzioni della sceneggiatura, questo non è necessariamente un male, anche perchè il film si lascia guardare grazie a un houmor leggero e delicato che ben si sposa con la messa in scena.
Certo, l'ambientazione è da cartolina, tanto che sembra di assistere al filmino delle vacanze dei sette più che a una vera storia di formazione. Tutto si compone senza intoppi e tutto va nella direzione migliore possibile. E' un po' un limite di questo lavoro, in cui traspare una fiducia incondizionata nel genere umano, fino a sfiorare l'ingenuità.
Manca un vero contatto dei personaggi con la realtà indiana, che non sia solo sfuggente e appena accennato. E finisce che manca anche una solida presa al concreto, che è ben più crudo di quanto Madden si sforzi di farci vedere.
Ma, come detto, questo lavoro punta tutto su alcuni elementi e il suo obbiettivo lo centra. Però l'eccesso di benevolenza toglie un po' di profondità alla storia, rischiando di relegare la pellicola nella categoria dei piacevoli ma dimenticabili.
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renato volpone
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domenica 1 aprile 2012
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colori e poesia
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Splendido film che ci parla con grande delicatezza di senilità, di diversità, razzimo e capacità di adattarsi. È la storia di un gruppo di anziani, molto diversi tra di loro, che abbandonano il lavoro e con la pensione si affittano un grand hotel a Mumbai in India. Ciascuno di fronte alla sua storia, a ciò che è riuscito a costruire nella sua vita e ciò che, invece, non ha saputo cogliere. Tutti travolti dai colori, dagli odori, dall'energia dell'India. La paura della diversità, di un mondo che affascina, ma che è difficile da comprendere, soprattutto da chi si è ancorato ad una vita di routine, preconcetti e aridità di spirito.
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Splendido film che ci parla con grande delicatezza di senilità, di diversità, razzimo e capacità di adattarsi. È la storia di un gruppo di anziani, molto diversi tra di loro, che abbandonano il lavoro e con la pensione si affittano un grand hotel a Mumbai in India. Ciascuno di fronte alla sua storia, a ciò che è riuscito a costruire nella sua vita e ciò che, invece, non ha saputo cogliere. Tutti travolti dai colori, dagli odori, dall'energia dell'India. La paura della diversità, di un mondo che affascina, ma che è difficile da comprendere, soprattutto da chi si è ancorato ad una vita di routine, preconcetti e aridità di spirito. E il bello del film è proprio qui, chi non ce la fa e chi si rimette in gioco anche quando i giochi sembrano ormai finiti. Grande poesia
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[+] favola ironica e tenera
(di cricrichatou)
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edwood87
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giovedì 29 marzo 2012
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l'india in versione disney.
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Dopo aver portato sul grande schermo le vicende sentimentali di Shakespeare in Love, Madden decide di adattare il romanzo These Foolish Things di Deborah Moggach raccontando, attraverso una commedia dall'umorismo britannico, la storia di un gruppo di inglesi pensionati alla ricerca di una nuova giovinezza.
Per far ciò, il regista si serve di un cast d'eccezione che ha contraddistinto il cinema inglese: Judi Dench, Bill Nighy, Tom Wilkinson e Maggie Smith.
Dalla critica sul trattamento della società inglese nei confronti della "vecchiaia", questi personaggi partono verso l'oriente a caccia di nuovi comfort e stimoli.
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Dopo aver portato sul grande schermo le vicende sentimentali di Shakespeare in Love, Madden decide di adattare il romanzo These Foolish Things di Deborah Moggach raccontando, attraverso una commedia dall'umorismo britannico, la storia di un gruppo di inglesi pensionati alla ricerca di una nuova giovinezza.
Per far ciò, il regista si serve di un cast d'eccezione che ha contraddistinto il cinema inglese: Judi Dench, Bill Nighy, Tom Wilkinson e Maggie Smith.
Dalla critica sul trattamento della società inglese nei confronti della "vecchiaia", questi personaggi partono verso l'oriente a caccia di nuovi comfort e stimoli. Arrivati al Best Exotic Marigold Hotel con la premessa di usufruire di un servizio ottimale, i protagonisti si accorgeranno ben presto di esser capitati in un palazzo storico si, ma stenteranno a credere che possa trattarsi di un vero e proprio hotel a causa delle sue pessime condizioni.
Malgrado tutto, questi personaggi riusciranno a trovare in oriente ciò di cui avevano bisogno: una rinascita.
Il film fa scaturire la risata, a volte forzata, ma nonostante si serve di un cast straordinario, non decolla. Questa favoletta di buonismo assoluto portata in sala da Madden, lascia perplessi i suoi spettatori che, in qualche modo, speravano di farsi pilotare verso un mondo nuovo e che potesse fungere da guida sia in forma di cartolina d'oriete, sia per quanto riguarda una possibile seconda giovinezza assunta dalla gente di terza età.
In conclusione, il Marigold Hotel garantisce sprazzi di risatine un pò forzate e stereotipate, a tratti anche piacevoli, ma sostanzialmente emerge la sensazione di trovarsi davanti ad un'opera vuota che sembra perdere quota sequenza dopo sequenza fino a sfociare nell'happy ending degno di un film di Walt Disney.
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[+] disney cosa?
(di pierda)
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