Lincoln |
||||||||||||||
Un film di Steven Spielberg.
Con Daniel Day-Lewis, Sally Field, David Strathairn, Joseph Gordon-Levitt, James Spader.
continua»
Biografico,
Ratings: Kids+13,
durata 150 min.
- USA, India 2012.
- 20th Century Fox Italia
uscita giovedì 24 gennaio 2013.
MYMONETRO
Lincoln
valutazione media:
4,01
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
|
||||||||||||||
|
||||||||||||||
|
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Segreti e bugie
di Roberto Escobar L'Espresso
Dobbiamo prendere le nostre decisioni, e poi sopportarne il peso, dice Abraham Lincoln (Daniel Day Lewis) alla moglie Mary (Sally Field) in "Lincoln" (Usa, 2012, 150'). Il sedicesimo presidente degli Stati Uniti si riferisce alla loro vita privata. Ma lo stesso vale per la sua vita pubblica, e per le scelte che segnano l'inizio del suo secondo mandato. È il gennaio 1865. La guerra con i confederali dura da quattro anni. Il 22 luglio 1862 Lincoln ha emancipato gli schiavi, essenziali al latifondo degli Stati del Sud. Ora, contro i deputati democratici e senza l'entusiasmo della maggioranza conservatrice dei suoi repubblicani, intende far votare dalla Camera un emendamento alla Costituzione, il tredicesimo, che abolisca la schiavitù. Intanto, cerca di indurre i ribelli alla resa. D'altra parte, nel suo partito molti premono non per una resa, ma per un accordo, che sarebbe vanificato dall'approvazione dell'emendamento. Quanto a lui, è convinto che l'abolizione della schiavitù dimostrerebbe invece ai confederali l'inutilità della loro lotta, e li spingerebbe proprio alla resa. Non è un biopic, come si usa dire con pessimo inglesismo, il film di Steven Spielberg e dello sceneggiatore Tony Kushner. Non racconta la biografia del presidente, ma solo i suoi ultimi mesi di vita, e non ne fa un'agiografia. Al contrario, senza pomposità e con dialoghi felicemente alti, lo mostra alle prese con le tortuosità della politica. Insomma, lo mostra al lavoro. E spesso si tratta di un lavoro sporco. Per raggiungere i suoi scopi, Lincoln agisce anche contro la legge. E non esita a mentire. Lo fa a danno dei democratici e dei suoi. Lo stesso si adatta a fare, con più dolore, il capo della minoranza radicale dei repubblicani, Thaddeus Stevens (Tommy Lee Jones). Assertore ben più di Lincoln dell'eguaglianza naturale degli uomini, Stevens mente di fronte ai deputati, sostenendo di non credere che a quella legale. E così ottiene l'appoggio della maggioranza del partito. Attorno a questo nodo politico, e anzi filosofico-politico, si sviluppa la parte più profonda del film: in vista di un risultato ritenuto giusto, può un capo tenere comportamenti ingiusti? La risposta di Lincoln è netta: sì, ma senza immaginarsi "giustificato" da un principio superiore di cui sarebbe interprete e strumento. Alla fine, la moralità di un capo sta nel coraggio con cui si assume la responsabilità intera delle sue scelte, per poi caricarsene sulle spalle il peso.
|