Gennaio 1865. La Guerra di secessione americana prosegue da 4 anni lacerando e dividendo il paese. Il presidente Lincoln appena rieletto, comprende che l’unica soluzione per il termine della guerra sia l’approvazione del tredicesimo emendamento, legge che abolirebbe per sempre la schiavitù.
12 Nomination all’Oscar e favorito d’obbligo della serata dei premi, il nuovo lavoro di Spielberg incentrato sull’ultimo anno di governo di uno dei presidenti più famosi di sempre, gioca facile e anche un po’sporco.
Gioca facile perché Spielberg confeziona il film in maniera eccelsa. Il team storico di collaboratori del regista fa come sempre un lavoro egregio dal lato tecnico. Kamimski alla fotografia si (ri)conferma uno dei migliori nel suo campo; dando il meglio di sé nelle scene in notturna illuminate solo da lampade d’epoca e dando al film un bellissimo stile pittorico. Lo stesso Williams alle musiche offre come tema portante una musica che è sicuramente d’impatto e che accompagna efficacemente le scene più emozionanti. L’unico che è sembrato un po’fuori forma è proprio il capo mastro Spielberg; la sua regia è calibrata e precisa, forse anche troppo, dando l’impressione di cadere spesso e volentieri nell’accademico, ma senza l’ispirazione dei tempi migliori.
Forma perfetta si, che però nasconde una pretenziosità non troppo velata che da al film il sapore del compitino fatto ad hoc ma freddissimo e senza passione. Infatti è nel racconto e nel raccontarlo che Spielberg arranca, i sentimenti ci sono eccome, e pure con una forte innalzata di retorica verso il finale, ma manca l’elemento sopresa,(non strutturalmente questo film è il classicismo assoluto) quello capace nell’interessare lo spettatore nella lotta di questo uomo per vincere la sua battaglia personale che è anche e soprattutto battaglia di un paese. Non ha funzionato forse il mood da serie tv politica, poco consono al cinema. Due ore e mezza di dialoghi in interni non troppo convincenti sulla politica interna americana del 1865; che “dovrebbero” preparare al climax della scena madre della votazione, ma il film arriva stanco e affaticato verso la parte della storia che dovrebbe essere più appassionante. Non aiutato da uno script, libero adattamento del best seler Team of Rivals di Tony Kushner che sviscera le solite tematiche, necessarie visto il periodo storico trattato, ma che suonano ridondanti e fastidiose nel dipingere L’America come l’unica patria libera.
Fastidio che si accentua nel vedere il trattamento riservato proprio al personaggio di Lincoln; se Danel Day Lewis si conferma uno dei più grandi attori viventi con la sua recitazione sommessa e modellata alla sottrazione, il suo Lincoln non si scrolla ma di dosso l’aura di Uomo Oltre, di icona che entra nel mito dei libri di storia, nonostante si provi in più scene ad umanizzarlo. Più dubbi sul resto del cast, Sally Field è molto brava, ma la sua Mary Lincoln è troppo esagerata per provocare empatia, e Tommy Lee Jones che sicuramente sarà il beniamino di tutti, il suo Thaddeus Stevens è carismatico come non mai, soprattutto perché costretto a dire delle frasi ad effetto, un po’fine a se stesse.
Spielberg realizza un biopic mediocre su Abraham Lincoln. Tanto basta per vincere agli Oscar.
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simianrogue
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mercoledì 16 gennaio 2013
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scusami, ma...
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il film non è ancora uscito e ti lo commenti?
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(di riccardo t.)
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demlong
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mercoledì 16 gennaio 2013
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ti ascolti mentre parli o scherzi?
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Sembra un buon film, non l'ho visto, ma mi fido ciecamente della capacità analitica di Steven Spielberg, che ha avuto picchi di ottimo livello. Mi chiedo perché giudichi male un film solo perché fa del dialogo politico la sua componente fondamentale... Non credo che la narrazione sia stanca e affaticata come la definisci, ma mi riservo di discuterne quando lo vedrò. Per adesso 1 stella mi sembra proprio buttata lì, sei molto affrettato temo.
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(di riccardo t.)
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fulviowetzl
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domenica 20 gennaio 2013
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indimenticabile
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La tua recensione è il capolavoro della contraddittorietà! Cito: Kamimski alla fotografia si (ri)conferma uno dei migliori nel suo campo; dando il meglio di sé nelle scene in notturna illuminate solo da lampade d’epoca e dando al film un bellissimo stile pittorico. Lo stesso Williams alle musiche offre come tema portante una musica che è sicuramente d’impatto e che accompagna efficacemente le scene più emozionanti. (...) Danel Day Lewis si conferma uno dei più grandi attori viventi con la sua recitazione sommessa e modellata alla sottrazione (...) Tommy Lee Jones che sicuramente sarà il beniamino di tutti, il suo Thaddeus Stevens è carismatico come non mai. E con tutte queste qualità da te descritte Spielberg realizza un biopic mediocre su Abraham Lincoln a cui dare Una stella
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La tua recensione è il capolavoro della contraddittorietà! Cito: Kamimski alla fotografia si (ri)conferma uno dei migliori nel suo campo; dando il meglio di sé nelle scene in notturna illuminate solo da lampade d’epoca e dando al film un bellissimo stile pittorico. Lo stesso Williams alle musiche offre come tema portante una musica che è sicuramente d’impatto e che accompagna efficacemente le scene più emozionanti. (...) Danel Day Lewis si conferma uno dei più grandi attori viventi con la sua recitazione sommessa e modellata alla sottrazione (...) Tommy Lee Jones che sicuramente sarà il beniamino di tutti, il suo Thaddeus Stevens è carismatico come non mai. E con tutte queste qualità da te descritte Spielberg realizza un biopic mediocre su Abraham Lincoln a cui dare Una stella come al più pecoreccio dei film di Alvaro Vitali? Qualcosa non torna caro Riccardo
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hernan
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lunedì 28 gennaio 2013
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ottima analisi
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Film assolutamente spento, c'è indubbiamente qualità ma né passione né onestà intellettuale. Un film per gli Oscar, non da Oscar. La recensione coglie nel segno
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(di francesco2)
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marinameri
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venerdì 1 febbraio 2013
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dammi un consiglio
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Ho letto le tue altre recensioni di film che ho visto e abbiamo gusti simili (adoro che tu abbia stroncato "Il discorso del re") perciò ti chiedo: è un film veramente brutto o almeno come ricostruzione storica è godibile? Faccio un esempio: "Il discorso del re" è stato, sono d'accordo, molto sopravvalutato, però era tollerabile e a tratti gradevole per la recitazione, i costumi etc. Si può fare un discorso simile? No, perché a me i polpettoni storici tutto sommato non dispiacciono :)
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barone di firenze
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lunedì 11 febbraio 2013
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sei come lui
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E' vero hai ragione, lui si è soffermato troppo sul dialogo politico, ma tu hai sprecato una quantità d'inchiostro notevole, scusa se mi sorge un dubbio, non è che come a spielberg piace vincere facile a te piace leggerti più che essere letto?
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moonsong
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mercoledì 13 febbraio 2013
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che dire...
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Non potrei essere più d'accordo con quello che hai scritto :D Se potessi ti stringerei la mano! Anche secondo me nel film c'erano alcune cose buone (o meglio una, la fotografia), per il resto freddo, noioso, lento... Sono convinta del fatto che la critica sia "schiava" delle nominations, non posso credere che un critico che si rispetti consideri davvero bello un film del genere.
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