stefano capasso
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domenica 22 marzo 2020
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declinazioni dell'amore
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Akiko è una giovane donna che si prostituisce all’insaputa di tutti, soprattutto del suo fidanzato molto geloso. Quando incontra un anziano cliente, un professore universitario in pensione, stabilisce con lui un rapporto di affetto profondo che metterà in gioco la relazione col suo fidanzato.
Abbas Kiarostami lontano dagli ambienti desertici del suo paese si cimenta in una storia ambientata in Giappone dove la narrazione ritorna nucleo importante del film. Anche i suoi modi di vedere rimangono presenti, i giochi simbolici con gli oggetti, gli sguardi ma l’accento è senza dubbio sulle emozioni, sui sentimenti che suscitano lo sguardo profondo sui personaggi.
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Akiko è una giovane donna che si prostituisce all’insaputa di tutti, soprattutto del suo fidanzato molto geloso. Quando incontra un anziano cliente, un professore universitario in pensione, stabilisce con lui un rapporto di affetto profondo che metterà in gioco la relazione col suo fidanzato.
Abbas Kiarostami lontano dagli ambienti desertici del suo paese si cimenta in una storia ambientata in Giappone dove la narrazione ritorna nucleo importante del film. Anche i suoi modi di vedere rimangono presenti, i giochi simbolici con gli oggetti, gli sguardi ma l’accento è senza dubbio sulle emozioni, sui sentimenti che suscitano lo sguardo profondo sui personaggi. In ballo c’è la definizione di cosa sia amore. Quello possessivo e dannoso del giovane fidanzato e quello protettivo, fatto di cure, dell’anziano professore. A prescindere dal finale che sembra mettere in dubbio quale sia la strada migliore, di certo la protagonista può compiere quel percorso evolutivo che la porta a comprendere la differenza e a poter scegliere di conseguenza.
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giorgio
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domenica 1 dicembre 2019
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il nulla assoluto
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Un film noioso, barboso, avvilente, e chi più ne ha più ne metta. Se si cacola che inizia con una ragazza ad un pub che parla
con un fidanzato geloso, e nel bar ci resta ben 25 minuti, la dice lunga su quanto sia barboso e senza emizioni questo polpettone.
Se questo è un film, io vengo da Marte
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lizzy
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lunedì 25 novembre 2019
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colpo di sonno...
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Credo che l' anziano protagonista che si addormenta in auto al semaforo sia l'emblema di tutto il film.
Noiosa la recitazione, noiosa la trama, noiosa la fotografia, noiosa l'ambientazione.
Non succede mai nulla, se non alla fine, e prorprio quando arriva un po' di "movimento" ecco che la parola "fine" viene in soccorso ad un regista/scrittore che nulla ha da dire.
Di studentesse che si prostituiscono è pieno il cinema (ed il mondo...), di fidanzati cornuti e contenti anche.
Mancava l'amore velleitario di questo novello "Professor Unrat" in salsa asiatica...
Ed eccovi accontentati.
Sarà che sono io che ho gusti complicati: eppure ne ho visti di film cinesi e giapponesi ed ogni volta provo a calarmi nelle loro filosofie di vita cercando di immedesimarmi in testi e contesti.
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Credo che l' anziano protagonista che si addormenta in auto al semaforo sia l'emblema di tutto il film.
Noiosa la recitazione, noiosa la trama, noiosa la fotografia, noiosa l'ambientazione.
Non succede mai nulla, se non alla fine, e prorprio quando arriva un po' di "movimento" ecco che la parola "fine" viene in soccorso ad un regista/scrittore che nulla ha da dire.
Di studentesse che si prostituiscono è pieno il cinema (ed il mondo...), di fidanzati cornuti e contenti anche.
Mancava l'amore velleitario di questo novello "Professor Unrat" in salsa asiatica...
Ed eccovi accontentati.
Sarà che sono io che ho gusti complicati: eppure ne ho visti di film cinesi e giapponesi ed ogni volta provo a calarmi nelle loro filosofie di vita cercando di immedesimarmi in testi e contesti.
Ma questo, pur sforzandomi, non mi da nessuna emozione.
Solo tanti sbadigli...
Domanda delle cento pistole: ma perchè i cinesi/giapponesi dei film devono a tutti i costi dimostrare quanto sono fessi???
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linus2k
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venerdì 14 giugno 2013
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continua il viaggio tra realtà e finzione
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Avvicinarsi al cinema di Kiarostami è sempre un'esperienza interessante e stimolante. Come massimo esponente del cinema iraniano, vediamo esplicata la cultura cinematografica persiana imperante nella sua forma più alta anche quando esce dai confini dell'Iran.
Da "il sapore della ciliegia" a "dieci" fino al più recente "copia conforme", il Maestro ci ha abituati a piccole, essenziali storie, fotografie di istanti che diventano fonte di riflessione più profonda sull'esistenza e sulla psicologia umana.
Non ci deve quindi meravigliare che anche in "Qualcuno da amare" la storia si esplica tra pochissimi personaggi (3 principali e pochi secondari) in un lasso di tempo brevissimo, un giorno; e fermarsi alla sola storia senza farsi qualche domanda renderebbe la visione di questo film un'occasione persa.
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Avvicinarsi al cinema di Kiarostami è sempre un'esperienza interessante e stimolante. Come massimo esponente del cinema iraniano, vediamo esplicata la cultura cinematografica persiana imperante nella sua forma più alta anche quando esce dai confini dell'Iran.
Da "il sapore della ciliegia" a "dieci" fino al più recente "copia conforme", il Maestro ci ha abituati a piccole, essenziali storie, fotografie di istanti che diventano fonte di riflessione più profonda sull'esistenza e sulla psicologia umana.
Non ci deve quindi meravigliare che anche in "Qualcuno da amare" la storia si esplica tra pochissimi personaggi (3 principali e pochi secondari) in un lasso di tempo brevissimo, un giorno; e fermarsi alla sola storia senza farsi qualche domanda renderebbe la visione di questo film un'occasione persa.
Protagonisti sono Akiko, una una ragazza che si prostituisce mentre si mantiene agli studi e che tenta di portare avanti una vita normale al di fuori della sua professione, un anziano professore in pensione, suo cliente per una notte ed un giovane fidanzato geloso e sospettoso.
A confronto saranno 3 persone che necessitano di amore, un amore che declinato in 3 modi diversi rischia di esplodere in maniera incontrollabile.
L'incontro tra i 3 personaggi farà partire un gioco di finzioni atte a difendere la giovane Akiko dalla gelosia del fidanzato, ed il buon professore diventerà nonno di Akiko per un giorno.
Si potrebbe dire che è proprio nel gioco di finzioni e del rapporto tra verità e finzione, che si crea un ideale ponte che parte dalla Toscana di "Copia Conforme" ed arriva alla Tokyo di "Qualcuno da amare".
Ma se nel precendente film la finzione invadeva la realtà fino a confondersi con essa ed ad esserne quasi indistinguibile, ora sono ben distinte, e l'una quasi si protegge dall'altra, rimanendone separata in maniera netta ed evidente.
La vicenda piano piano va a svolgersi quasi come delimitata nello spazio e nel tempo come su un palcoscenico virtuale, dove gli spazi sono ben segnalati anche attraverso una fotografia che, come sempre nel cinema di Kiarostami, diventa chiave interpretativa del film.
E non sarà un caso che la storia si sviluppi quasi sempre protetti dal vetro di un'auto, che le bugie raccontate dai 2 protagonisti saranno sempre raccontate in auto e che tutta la storia centrale inizi e finisca con lo stesso gesto da parte di Akiko (all'inizio) e del professore (alla fine), quasi come un invisibile sipario che si alza e si abbassa sulla commedia.
Al di fuori di questo palcoscenico, la verità è spesso lì che osserva, commenta, domanda, pressa per entrare in maniera sempre più insistente, in un climax dirompente che farà esplodere alla fine ogni barriera, ogni protezione, ogni difesa.
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pensierocivile
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martedì 14 maggio 2013
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qualcosa da scrivere
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Eccone un altro, gli autori con la A maiuscola che hanno perso il rispetto per il pubblico, o meglio, senza alcuna volontà di coinvolgere il pubblico, lasciarlo appassionare ad una storia. "Storia" è già una parolona, un vecchio professore che "dovrebbe" soffrire di solitudine decide di trascorrere una serata con una escort, studentessa di giorno, vittima di un fidanzato geloso. Capisco l'impegno per la complessità di una simile sceneggiatura, però messo da parte l'intreccio, almeno una minima analisi psicologica dei personaggi la si poteva appuntare in calce al copione, o perché trattasi di Kiarostami uno dovrebbe accontentarsi di Professore-solo, Escort-capricciosa, Fidanzato-geloso? Lo sguardo del "Maestro" è certamente pudico e rigoroso, ma se il cuore è altrove (per spettatori e regia) quello stesso sguardo diviene superficiale e distante.
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Eccone un altro, gli autori con la A maiuscola che hanno perso il rispetto per il pubblico, o meglio, senza alcuna volontà di coinvolgere il pubblico, lasciarlo appassionare ad una storia. "Storia" è già una parolona, un vecchio professore che "dovrebbe" soffrire di solitudine decide di trascorrere una serata con una escort, studentessa di giorno, vittima di un fidanzato geloso. Capisco l'impegno per la complessità di una simile sceneggiatura, però messo da parte l'intreccio, almeno una minima analisi psicologica dei personaggi la si poteva appuntare in calce al copione, o perché trattasi di Kiarostami uno dovrebbe accontentarsi di Professore-solo, Escort-capricciosa, Fidanzato-geloso? Lo sguardo del "Maestro" è certamente pudico e rigoroso, ma se il cuore è altrove (per spettatori e regia) quello stesso sguardo diviene superficiale e distante.
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[+] caro pensiero civile
(di francesco izzo)
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francesco izzo
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domenica 12 maggio 2013
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a me è piaciuto, anche se....
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Dipende tutto da cosa ci si aspetta da un film.
Se si vuole godere,per quasi due ore,della dolcezza e della grazia dei dialoghi e dei reciproci rapporti orientali;se rilassa (a me piace molto) il reciproco rispetto che da essi sempre emana (esclusa ovviamente la fine del film) ;se si vuole ammirare la leggiadra bellezza orientale del giunco Akiko; se si apprezza il realismo coltivato dal regista -che va dal suo metodo del far leggere agli attori solo il copione del giorno successivo,ai tempi reali rispettati -nel film - persino dei semafori e dello scendere le scale: allora questo film può piacere.
Piace il ritmo lento di tutto il film, privo e completamente libero da qualsiasi nevrosi occidentale.
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Dipende tutto da cosa ci si aspetta da un film.
Se si vuole godere,per quasi due ore,della dolcezza e della grazia dei dialoghi e dei reciproci rapporti orientali;se rilassa (a me piace molto) il reciproco rispetto che da essi sempre emana (esclusa ovviamente la fine del film) ;se si vuole ammirare la leggiadra bellezza orientale del giunco Akiko; se si apprezza il realismo coltivato dal regista -che va dal suo metodo del far leggere agli attori solo il copione del giorno successivo,ai tempi reali rispettati -nel film - persino dei semafori e dello scendere le scale: allora questo film può piacere.
Piace il ritmo lento di tutto il film, privo e completamente libero da qualsiasi nevrosi occidentale.
Piacciono le lacrime di Akiko quando non trova la nonna alla stazione,il suo corpo giovane e sensuale nella casa dell'anziano professore ,l'imbarazzo di quest'ultimo al suo cospetto,le sue perle di saggezza in macchina col di lei fidanzato,e Tokio che si muove sullo sfondo con altrettanta leggiadra grazia.
Peccato per il finale....che è proprio una ...."cazzatona" e che forse spiega il repentino sparire dalle sale del film.
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molenga
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giovedì 9 maggio 2013
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che sarà sarà
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Akiko è una studentessa arrivata a Tokyo dalla provincia: studia, ha il ragazzo ma...fa la ragazza squillo d'alto borgo. La incontriamo in uns serata co mplessa: il suo ragazzo, geloso, non crede che sia dove dice d'essere( a ragione), è alla vigilia di un esame e ha ricevuto più messaggi da sua nonna, in città per un girno, che la aspetta. ma il lavoro è lavoro, specialmente se il cliente è un ex professore del pappone...tra malintesi e bugie, i nodi verranno al pettine.
Bellissimo esordio giapponese per Kiarostami che non sbaglia una prospettiva, coglie gli stati d'animo e chiama al suo servizio un grande interprete come tadashi okuno.
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Akiko è una studentessa arrivata a Tokyo dalla provincia: studia, ha il ragazzo ma...fa la ragazza squillo d'alto borgo. La incontriamo in uns serata co mplessa: il suo ragazzo, geloso, non crede che sia dove dice d'essere( a ragione), è alla vigilia di un esame e ha ricevuto più messaggi da sua nonna, in città per un girno, che la aspetta. ma il lavoro è lavoro, specialmente se il cliente è un ex professore del pappone...tra malintesi e bugie, i nodi verranno al pettine.
Bellissimo esordio giapponese per Kiarostami che non sbaglia una prospettiva, coglie gli stati d'animo e chiama al suo servizio un grande interprete come tadashi okuno. Fotografia essenziale ma perfetta, musiche molto belle a partire dal motivo che dà il titolo al film, tempi reali rispettosi dello svolgimento narrativo.
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melania
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domenica 5 maggio 2013
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malinconico
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Devo dire che il film mi è piaciuto e,come tutti i film di Kiarostami,è particolare.La lentezza con cui si svolge, a mio avviso, è connaturata con la vicenda rappresentata e aggiunge fascino.I personaggi sono fortemente empatici,mi hanno comunicato malinconia e senso di solitudine.
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donni romani
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domenica 5 maggio 2013
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le solitudini di kiarostami
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Impianto quasi teatrale per il nuovo lavoro di Kiarostami che approda in Giappone e rinchiude i suoi protagonisti in ambienti ristretti, un salotto affollato di libri, una macchina, un locale notturno, un officina, creando una sensazione di prigione emotiva entro cui si muovono - un po' sperduti, un po' vittime della coazione a ripetere - le figure leggermente sbiadite del plot. Akiko è una studentessa approdata a Tokio dalla provincia insieme ad un'amica, studia all'università ma lavora anche come prostituta recandosi a casa di facoltosi uomini.
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Impianto quasi teatrale per il nuovo lavoro di Kiarostami che approda in Giappone e rinchiude i suoi protagonisti in ambienti ristretti, un salotto affollato di libri, una macchina, un locale notturno, un officina, creando una sensazione di prigione emotiva entro cui si muovono - un po' sperduti, un po' vittime della coazione a ripetere - le figure leggermente sbiadite del plot. Akiko è una studentessa approdata a Tokio dalla provincia insieme ad un'amica, studia all'università ma lavora anche come prostituta recandosi a casa di facoltosi uomini. In più ha un fidanzato gelosissimo che ignora la sua doppia vita e la bombarda di telefonate per sapere dove è e cosa fa - paradigmatica nel descrivere l'ossessione del ragazzo la richiesta di lui di far contare ad Akiko le mattonelle del bagno del locale dove dice di trovarsi per poter poi controllare se sia vero contandole a sua volta. La storia inizia in medias res, Akiko deve recarsi a casa di un anziano professore a cui il suo protettore tiene molto, lei tentenna, non ha voglia, deve studiare per un esame, ma alla fine decide di recarvisi. Giunta lì trova uno studio affollato di libri, di quadri, di passato fatto di foto e di solitudine fatta di minestre riscaldate. Il dialogo si fa intimo, complice, ma mai erotico, tanto pù che Akiko si addormenta poco dopo essere arrivata. Il mattino dopo il professore la accompagna in macchina all'università e lì conosce il fidanzato di lei, che lo scambia per il nonno venuto a Tokio in visita. Il vecchio professore sta a gioco, regalando perle di saggezza al ragazzo. Il ritorno di Akiko li vedrà insieme per qualche ora, salvo poi dividersi e riunirsi ancora a carte scoperte, con la verità svelata e il futuro compromesso. Mai completamente risolto il film vive di lampi nel buio, dialoghi profondi e sinceri inseriti in scene fin troppo rallentate e rarefatte, momenti intensi e commoventi - le registrazioni dei messaggi telefonici della nonna di Akiko sono sublimi, come pure le confidenze sentimental-pettegole della vicina di casa del professore, figure marginali che però risultano più centrate e ficcanti dei protagonisti - finendo per risultare nel complesso un po' asfittico e decisamente carente nel finale, sospeso e interlocutorio come è nelle corde di Kiarostami, ma non del tutto appagante, perchè se l'apparente distacco emozionale può essere metafora di quella solitudine che paralizza e spaventa è però troppo poco sviluppato il pathos sottostante, quello strisciante legame che unisce i tre protagonisti senza mai veramente amalgamarli in una trama convincente. Come dicevamo non mancano i momenti di pregio, però si ha l'impressione di una mano un po' svogliata nello scavare nelle anime dei personaggi, lasciando che siano semplicemente i loro sguardi sperduti a comunicare la fragilità e l'inquietudine, ma da un regista che ci ha emozionato con "il Sapore delle Ciliegie" dove davvero dietro i silenzi si nascondevano abissi di emozione possiamo e dobbiamo aspettarci di più.
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flyanto
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martedì 30 aprile 2013
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come può nascerwe l'incontro tra due solitudini
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Film in cui si racconta di una studentessa che vive sola a Tokyo e che si prostituisce probabilmente al fine di ottenere un maggiore guadagno pecuniario. Lavorando per un'agenzia ella, secondo le regole, raggiunge a casa i propri clienti e proprio durante una delle sue particolari visite conosce una sera un anziano professore di lettere dell'Università con il quale non consuma alcun rapporto sessuale ma trascorre la notte solo a dormire nel suo letto. Con lui nei giorni successivi, in seguito anche allo svolgersi di alcuni eventi, rimarrà in contratto e verrà anche soccorsa dopo le reazioni violente del proprio fidanzato estremamente geloso. Insomma, si instaurerà tra i due un rapporto molto profondo che però finirà in una maniera altamente tragica.
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Film in cui si racconta di una studentessa che vive sola a Tokyo e che si prostituisce probabilmente al fine di ottenere un maggiore guadagno pecuniario. Lavorando per un'agenzia ella, secondo le regole, raggiunge a casa i propri clienti e proprio durante una delle sue particolari visite conosce una sera un anziano professore di lettere dell'Università con il quale non consuma alcun rapporto sessuale ma trascorre la notte solo a dormire nel suo letto. Con lui nei giorni successivi, in seguito anche allo svolgersi di alcuni eventi, rimarrà in contratto e verrà anche soccorsa dopo le reazioni violente del proprio fidanzato estremamente geloso. Insomma, si instaurerà tra i due un rapporto molto profondo che però finirà in una maniera altamente tragica. In questa pellicola il regista Abbas Kiarostami si sposta addirittura in Giappone dalla sua lontana patria costruendo una storia, come sempre, molto delicata ed altamente poetica. La collocazione, dunque, e la trama sono del tutto nuove nella sua filmografia ma, ribadisco, la poesia che emerge prodotta dalla rappresentazione dei sentimenti e delle relazioni affettive che dominano in tutti i films di questo regista iraniano, sono sempre gli stessi e perciò si incontra nuovamente e con piacere il suo pensiero e la sua atmosfera tanto particolari. Nonostante la grossa differenza di età, i due protagonisti saranno uniti più che mai in quanto due esseri che in comune vivono la propria solitudine e nell'essersi trovati e compresi risulta evidente che uno ha tanto quanto bisogno dell'altro. Il tutto è narrato con il consueto e quanto mai efficace stile lento, equilibrato e lineare, tipico di Kiarostami, che fa maggiormente assaporare e riflettere sulle situazioni contribuendo ad apprezzarle ed a scordarle con difficoltà. In conclusione, a mio parere, un vero gioiello di film.
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