Ventiquattr'ore d'intimità
di Alessandra Levantesi La Stampa
A leggere certe interviste rilasciate da Abbas Kiarostami, si capisce che la scelta di girare un film in Giappone è stata determinata dall'esigenza di sottrarsi - senza averne troppo l'aria (in fondo, trattasi di paese orientale) - alle maglie della repressiva censura di Teheran. E tuttavia, Qualcuno da amare è la prova che a Tokyo il maestro iraniano ha trovato un'atmosfera di lavoro congeniale.
Al centro del quadro la fanciulla in fiore Aki e un anziano intellettuale: lei, provinciale giunta nella capitale due anni prima per prendere una laurea in sociologia, fa la prostituta su appuntamento; lui, professore in pensione e vedovo, ha chiesto la sua compagnia per una sera, però senza fini sessuali: forse solo allo scopo di scaldare di una dolce presenza femminile la sua solitudine. [...]
di Alessandra Levantesi, articolo completo (2441 caratteri spazi inclusi) su La Stampa 25 aprile 2013