thecrow56
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martedì 29 gennaio 2013
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il caso non esiste
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La cosa che più mi ha colpito di questo film tipicamente americano nei contenuti e nella sceneggiatura con clichè comunque validi e non scontati,è il susseguirsi di messaggi trascendentali (secondo San Tommaso D'Acquino:massimalmente universali,quali p.e.verità,bontà). RZ li getta nel racconto,uno dopo l'altro così che ognuno di noi ,dal credente all'ateo,può dar loro il significato che meglio crede o avverte. Fa riflettere l'aspetto sempre presente dell'ipocrisia dell'essere che per superbia,rabbia e per volontà propria non si accetta ma recita la parte di vittima degli eventi,trascinando se stesso verso una strada senza via di uscita. Non è però solo l'essere umano , a dispetto delle sue azioni ,non da giudicare ma pur sempre discutibili.
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La cosa che più mi ha colpito di questo film tipicamente americano nei contenuti e nella sceneggiatura con clichè comunque validi e non scontati,è il susseguirsi di messaggi trascendentali (secondo San Tommaso D'Acquino:massimalmente universali,quali p.e.verità,bontà). RZ li getta nel racconto,uno dopo l'altro così che ognuno di noi ,dal credente all'ateo,può dar loro il significato che meglio crede o avverte. Fa riflettere l'aspetto sempre presente dell'ipocrisia dell'essere che per superbia,rabbia e per volontà propria non si accetta ma recita la parte di vittima degli eventi,trascinando se stesso verso una strada senza via di uscita. Non è però solo l'essere umano , a dispetto delle sue azioni ,non da giudicare ma pur sempre discutibili.Più volte passano treni che ci invitano a salire per cambiare destinazione,e a volte l'uomo in alcuni casi accetta di salirvici,rinunciando alle propri abitudini e sconfiggendo il proprio orgoglio spesso concausa del male che lo circonda. Scorrevole , lucido,divertente a tratti,colonna sonora rock immortale Stones e Lou Reed per citare quelli da me amati,attori : non credo sia neceesario che lo dica io,tutti perfetti DW protagonista impeccabile. Consigliato.
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hernan
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martedì 29 gennaio 2013
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coinvolgente, da vertiginoso a esistenziale
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Una prima parte di film piena di tensione, i critici si fermano qui a lodare il film ma, per fortuna, per i comuni mortali c'è anche dell'altro degno di nota. Dopo lo shock dell'incidente, che colpisce trama e spettatori, entrambi tentano di ricomporre i pezzi assieme al comandante Whip (ottimo Denzel Washington), alcolista di vecchia data. La trama apparentemente scontata nasconde, oltre lo scenario iniziale tipicamente d'azione, un fitto e denso universo che dipinge le infinite trame di relazioni attorno al protagonista e al suo problema-salvezza (difficile giudicare) che è l'alcol. Zemeckis riesce a mettere in scena una grande storia a partire da un episodio eccezionale e quasi paradossale, che però nulla toglie al pulsante realismo di tutto il resto.
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Una prima parte di film piena di tensione, i critici si fermano qui a lodare il film ma, per fortuna, per i comuni mortali c'è anche dell'altro degno di nota. Dopo lo shock dell'incidente, che colpisce trama e spettatori, entrambi tentano di ricomporre i pezzi assieme al comandante Whip (ottimo Denzel Washington), alcolista di vecchia data. La trama apparentemente scontata nasconde, oltre lo scenario iniziale tipicamente d'azione, un fitto e denso universo che dipinge le infinite trame di relazioni attorno al protagonista e al suo problema-salvezza (difficile giudicare) che è l'alcol. Zemeckis riesce a mettere in scena una grande storia a partire da un episodio eccezionale e quasi paradossale, che però nulla toglie al pulsante realismo di tutto il resto. Drammaticità e solitudine nel protagonista, soffocato tra lo shock dell'incidente aereo e le conseguenze legali nelle quali è catapultato, storie di droga e dipendenza che magistralmente si muovono dai ritratti più degradati (la Nicole interpretata da Kelly Reilly) all'atmosfera un pò spensierata della commedia (lo spacciatore Mays interpretato da John Goodman), le piccole tragedie dei passeggeri coinvolti e le insensibili quisquiglie giuridiche dei potenti. C'è davvero tanto, e in mezzo a questo tanto primeggia un conflitto interiore, tra il forte comandante capace di manovrare come nessuno un aereo distrutto nonostante sia affogato nell'alcol e nella cocaina, e l'uomo Whip Whitaker che di fronte a tutto questo sente il bisogno di cambiare rotta nella propria vita. Una grande interpretazione di Denzel Washington, ma tutto sommato un film interessante, forse apparentemente confuso, com'è confusa la realtà umana che preferisce nascondersi dietro luoghi comuni e condanne, alla ricerca di un colpevole per tutto. E così, nella cieca ingratitudine della società, l'eroe, in solitudine, accetta la propria condanna, si fa carico dei propri problemi e diventa comprensivo verso quegli altrui, in una maturazione degna di un animo forte, unico consapevole della propria ignoranza.
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filippo catani
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lunedì 11 febbraio 2013
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un uomo alle prese con i propri demoni
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Un pilota di lungo corso divide la sua esistenza tra il pilotaggio degli aerei e droga, donne e soprattutto tanti superalcolici. Un giorno però il comandante si trova ad affrontare un atterraggio di emergenza e, complice una manovra mirabolante, riesce a salvare 96 delle 102 persone a bordo. L'uomo quindi risulta essere un vero e proprio eroe ma dovrà fare i conti con l'esito delle analisi del sangue.
Il film è decisamente di pregevole fattura e annovera un Washinghton in grande spolvero e meritevole della candidatura al premio Oscar. Il film si muove su più registri. Da una parte infatti abbiamo le indagini sull'atterraggio di fortuna ma che per buona parte dello svolgimento rimangono come sullo sfondo per poi tornare prepotentemente nel finale.
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Un pilota di lungo corso divide la sua esistenza tra il pilotaggio degli aerei e droga, donne e soprattutto tanti superalcolici. Un giorno però il comandante si trova ad affrontare un atterraggio di emergenza e, complice una manovra mirabolante, riesce a salvare 96 delle 102 persone a bordo. L'uomo quindi risulta essere un vero e proprio eroe ma dovrà fare i conti con l'esito delle analisi del sangue.
Il film è decisamente di pregevole fattura e annovera un Washinghton in grande spolvero e meritevole della candidatura al premio Oscar. Il film si muove su più registri. Da una parte infatti abbiamo le indagini sull'atterraggio di fortuna ma che per buona parte dello svolgimento rimangono come sullo sfondo per poi tornare prepotentemente nel finale. Il film infatti nella sua parte centrale si muove verso l'esplorazione di vari drammi e di diverse dipendenze o con personaggi a dir poco disperati. Troviamo così una giovane ragazza che, dopo la perdita della madre a causa di un cancro, ha iniziato un peregrinaggio nei bassifondi della società tra squallidi motel, marchette ma anche droga. Vediamo poi la famiglia del pilota ormai devastata dall'assenza dell'uomo e dalle sue dipendenze e facciamo la conoscenza con il dramma del suo copilota. In tutto questo c'è anche spazio per un personaggio più leggero che sarebbe lo spacciatore del pilota che al grido di "il mio nome è sulla lista" si fa largo in varie situazioni. Un'opera che ci consegna i tormenti di un uomo che non riesce a fare i conti con i propri demoni e che sembra non riuscire a trovare una via d'uscita dall'alcolismo pur sapendo che la cosa gli è già costata la famiglia e ormai anche il lavoro. Una bella colonna sonora è la ciliegina sulla torta per questo bel film.
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andreafalci
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venerdì 25 gennaio 2013
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la catena degli eventi.
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Sicuramente un bello e ottimo film con Denzel che corona la sua professione con questa interpretaazione Riguardo l' aspetto aeronautica ci sono delle incongruenze, come un velivolo che decolla con un temporale in atto che interessa la traiettoria di decollo, invece il comandante ( che viene dopo dio) decide di decollare lo stesso infilandosi nella nube temporalesca, ciò oltre a sballottare e spaventare i passeggeri (oltre gli spettatori) per la forte turbolenza, può aver creato dei danni strutturali o importanti all'aeroplano, che si manifesteranno quando il secondo pilota sgancia l'autopilota per inizziare la discesa a destinazione, ovvero con la perdita di poter governare il mezzo, poi l 'atterraggio forzato etc etc.
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Sicuramente un bello e ottimo film con Denzel che corona la sua professione con questa interpretaazione Riguardo l' aspetto aeronautica ci sono delle incongruenze, come un velivolo che decolla con un temporale in atto che interessa la traiettoria di decollo, invece il comandante ( che viene dopo dio) decide di decollare lo stesso infilandosi nella nube temporalesca, ciò oltre a sballottare e spaventare i passeggeri (oltre gli spettatori) per la forte turbolenza, può aver creato dei danni strutturali o importanti all'aeroplano, che si manifesteranno quando il secondo pilota sgancia l'autopilota per inizziare la discesa a destinazione, ovvero con la perdita di poter governare il mezzo, poi l 'atterraggio forzato etc etc. Il motivo del volo rovescio esiste ed è fondato ma lo si capisce solo alla fine, complimenti per la copetenza dello staff. Intorno a tale incidente ruota la vita delle persone vittime della dipendenza, degli alti e bassi, dei problemi dei famigliari, che per uscirne ci vuole determinazione o un evento che determina la svolta. Purtroppo questo film farà aumentare la "normale" paura di volare.
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84peppe
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martedì 5 febbraio 2013
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denzel regge tutto il film
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La storia di un eroe umano, con i suoi vizi e le sue debolezze. Potremmo riassumere così per certi versi il film di Zemeckis, magistrale nella sequenza iniziale del film. Un dramma emotivo che ci proietta nella domanda a cui tutto il film cerca di dare risposta, ovvero si può condannare un uomo che ha salvato comunque sia delle vite? Ognuno di noi avrà risposto dentro di sé, ciò che però lascia FLIGHT è un senso di grande umanità e solidarietà per un uomo che ha sì compiuto un'impresa fuori dal normale, ma che resta in tutto e per tutto un uomo con le sue paure e i suoi sbagli. La mai celata intenzione di far dipendere tutto la vicenda da una qualche forma di provvidenza divina (il co-pilota religioso, per es.
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La storia di un eroe umano, con i suoi vizi e le sue debolezze. Potremmo riassumere così per certi versi il film di Zemeckis, magistrale nella sequenza iniziale del film. Un dramma emotivo che ci proietta nella domanda a cui tutto il film cerca di dare risposta, ovvero si può condannare un uomo che ha salvato comunque sia delle vite? Ognuno di noi avrà risposto dentro di sé, ciò che però lascia FLIGHT è un senso di grande umanità e solidarietà per un uomo che ha sì compiuto un'impresa fuori dal normale, ma che resta in tutto e per tutto un uomo con le sue paure e i suoi sbagli. La mai celata intenzione di far dipendere tutto la vicenda da una qualche forma di provvidenza divina (il co-pilota religioso, per es.) fornisce, in maniera opinabile, un non so che di mistico alla redenzione finale del protagonista. Una nota che ha fatto perdere verosimiglianza alla storia, a parer mio, è la poca invadenza dei media nei confronti del comandante che ha salvato 96 passeggeri. Se conosco bene la stampa USA ci avrebbero messo molto meno di 20gg per scoprire che era rifugiato nella casa in campagna dei suoi. Attori: DENZEL da 7,5 ma poteva fare di più, GOODMAN fenomenale nella leggerezza del suo cameo. Voto al film: 7,5
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mauro
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domenica 3 febbraio 2013
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un film che segue la sorte dell'aereo
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Il film parte molto bene, un decollo potente e riuscito, con le due storie che si intrecciano, fino ad incontrarsi. Il vero cameo del film è il dialogo nel sotto scala dell'ospedale, durante la pausa sigaretta. Gli americani sono americani per definizione, l'incidente è proprio un'americanata degna di un film di Stallone, si sarebbe resa l'idea anche con meno. Il personaggio principale è molto ben definito e credibile, così come lo è la logica nel quale agisca. Non lo è per niente quello della tossica, troppo sbrigativa la soluzione dei suoi problemi, ci si presenta una che è andata in overdose e poco dopo ne è già fuori, non esiste e rovina di molto lo sforzo che si è fatto per rendere il personaggio di Whipe verosimile.
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Il film parte molto bene, un decollo potente e riuscito, con le due storie che si intrecciano, fino ad incontrarsi. Il vero cameo del film è il dialogo nel sotto scala dell'ospedale, durante la pausa sigaretta. Gli americani sono americani per definizione, l'incidente è proprio un'americanata degna di un film di Stallone, si sarebbe resa l'idea anche con meno. Il personaggio principale è molto ben definito e credibile, così come lo è la logica nel quale agisca. Non lo è per niente quello della tossica, troppo sbrigativa la soluzione dei suoi problemi, ci si presenta una che è andata in overdose e poco dopo ne è già fuori, non esiste e rovina di molto lo sforzo che si è fatto per rendere il personaggio di Whipe verosimile.
Il film ha un momento di stallo caratterizzato dalle troppe scene nelle quali viene sottolineato lì'abuso di alcol, c'è poi una caduta di stile con una bella pubblicità al tabacco, che veramente nel 2013 è inaccettabile. C'è un'estrema differenza tra Whipe e gli altri personaggi: tutti sono individualisti e se l'aiutano è perchè ci guadagnano qualcosa a farlo, lui no, la tossica l'aiuta anche nel momento nel quale è debole ed avrebbe lui bisogno d'aiuto. Il momento dell'inizio della picchiata del film, io lo vedo nella scena della mattina dopo la notte nella camera sorvegliata, in attesa dell'udienza, ecco lì il film comincia a precipitare verticalmente. Il processso viene trattato con molta marginalità e si sarebbe potuto sviluppare meglio. Fino ad arrivare ad un finale che non è degno di un film del genere, al massimo va bene per un telefilm. Ci si ubriaca di alcol, ma anche di menzogne, come nel caso degli stratagemmi giuridici per tirarlo fuori dai guai e queste non sono viste come balle, ma come abilità professionale, di false amicizie che in realtà vogliono solo salvare la propria posizione, ciò che vince è quindi l'apparenza, perchè alla gente interessa quello, questo del film mi piace. Tutto sommato è un film che ha dei punti molto buoni, ma troppo pretenzioso rispetto alla sua sceneggiatura, andava fatto più corto e forse con un po' di auto critica durante la realizzazione.
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villamax
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lunedì 4 febbraio 2013
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+ che buono
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La storia narrata nel film, la tragedia aerea, la droga, l'alcool, sono solo il contorno al verso senso della pellicola.
Le parolo di James Badge Dale , giovane malato di tumore in stato terminale che compare solo per 5 minuti , ci trasmettono il vero messaggio del regista.
La bellezza della vita e quanto questa bellezza sia troppo spesso dimenticata da chi non si sente manacciato di perderla, e' l'argomento dominante della prima parte.
La seconda parte, forse un po troppo lenta, e' concentrata sull'autodistruzione degli alcolisti e dei tossici in generale...., benche il disastro aereo sia solo un contorno e' un buon film da vedere.
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La storia narrata nel film, la tragedia aerea, la droga, l'alcool, sono solo il contorno al verso senso della pellicola.
Le parolo di James Badge Dale , giovane malato di tumore in stato terminale che compare solo per 5 minuti , ci trasmettono il vero messaggio del regista.
La bellezza della vita e quanto questa bellezza sia troppo spesso dimenticata da chi non si sente manacciato di perderla, e' l'argomento dominante della prima parte.
La seconda parte, forse un po troppo lenta, e' concentrata sull'autodistruzione degli alcolisti e dei tossici in generale...., benche il disastro aereo sia solo un contorno e' un buon film da vedere... Esaltante l'atterraggio!
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[+] il senso delle vita espresso in pochi minuti
(di sibyc)
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m.petter
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mercoledì 20 febbraio 2013
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l'importante è decollare di nuovo
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Giudicando Flight solo come un film sull'alcolismo e sulla tossicodipendenza, a mio giudizio, si commette un grosso errore. Zemeckis vuole ragionare più in profondità. Infatti, se si va a cercare sul traduttore di Google la parola Flight, vediamo che "VOLO" è solo uno dei significati. A mio parere quello più congeniale a questo film è FUGA. Denzel Washington infatti da vita ad un personaggio molto complesso. Come sempre, non è totalmente positivo, ma si inserisce all'interno di logiche narrative che lo vedono sempre in contrapposizione con se stesso: è si un comandante (quindi è un uomo realizzato dal punto di vista professionale: è riuscito a realizzare il suo sogno), quindi di conseguenza gli piace comandare, ma è anche un uomo perennemente in fuga da se stesso.
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Giudicando Flight solo come un film sull'alcolismo e sulla tossicodipendenza, a mio giudizio, si commette un grosso errore. Zemeckis vuole ragionare più in profondità. Infatti, se si va a cercare sul traduttore di Google la parola Flight, vediamo che "VOLO" è solo uno dei significati. A mio parere quello più congeniale a questo film è FUGA. Denzel Washington infatti da vita ad un personaggio molto complesso. Come sempre, non è totalmente positivo, ma si inserisce all'interno di logiche narrative che lo vedono sempre in contrapposizione con se stesso: è si un comandante (quindi è un uomo realizzato dal punto di vista professionale: è riuscito a realizzare il suo sogno), quindi di conseguenza gli piace comandare, ma è anche un uomo perennemente in fuga da se stesso. Nell'incidente aereo riesce a salvare con una manovra strepitosa (fatta per lo più in volo) molte vite umane, tranne l'unica che conta veramente: ovvero se stesso. Infatti non gli piace assolutamente che qualcuno gli dica ciò che deve essere fatto, anzi pensa in continuazione a fare tutto da solo, pensando di risolvere così i suoi problemi. Questo porterà Nicole (una ragazza tossicodipendente conosciuta sulle scale di emergenza dell'ospedale dov'era ricoverato dopo l'incidente, che sembra essere la sua unica via di salvezza) ad allontanarsi definitivamente da lui. Questo personaggio potrebbe essere considerato l'opposto del comandante: una donna alla quale è andato male tutto nella vita, ma non per questo si arrende alla sua condizione, cercando di riprendere in mano il proprio destino (dal gruppo di ascolto, alla ricerca di un lavoro).
Quello di Denzel, quindi, non è un personaggio col quale siamo portati a simpatizzare (possiamo capire la sua situazione ma non la sua ostinazione), nemmeno alla fine quando dice la verità su di lui, accettando (forse per la prima volta nella sua vita) tutte le conseguenze che ciò comporta. Alla fine scopriamo che ciò che abbiamo visto non è altro che un racconto dentro un racconto che Denzel sta esponendo ad un gruppo di carcerati. L'ultima immagine del film è riservata tutta al figlio del comandante. Simbolo di tutta quella gente disposta a perdonare e a ricominciare dall'inizio un percorso di crescita: non importa quanto si può precipitare, l'importante è risollevarsi e decollare riconoscendo i propri errori.
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pensierocivile
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venerdì 1 marzo 2013
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non male, ma nulla di straordinario
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Un avvio folgorante, carico di tensione, arrembante, da gustare col fiato sospeso e la fascinazione che solo sequenze girate con tale maestria possono suscitare. Le scene della picchiata e dello schianto ti restano addosso per tutto il film, come in attesa di altre meraviglie, come se dovessero rivelare un segreto per la loro ridondanza. Invece il contatto con la terra arresta tutto, inizia un nuovo film, dalle diverse sottotrame ma con una rotta ben tracciata, l'alcolismo. A questo tema si legano un "tentativo" di storia d'amore e le indagini sul disastro che compongono comunque un solido mosaico dal ritmo sostenuto e dall'eleganza formale, purtroppo l'analisi della dipendenza rappresenta il corpo centrale del film, spegnendone le possibilità di commistione di generi e di potenziale esplosività: il giallo si risolve velocemente, con prove scottanti eliminate con leggerezza e un dibattito rapido e conciso; il disaster resta confinato alla luccicanza iniziale; il dramma dell'incrocio di tossicodipendenze sembra una parentesi da minutaggio.
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Un avvio folgorante, carico di tensione, arrembante, da gustare col fiato sospeso e la fascinazione che solo sequenze girate con tale maestria possono suscitare. Le scene della picchiata e dello schianto ti restano addosso per tutto il film, come in attesa di altre meraviglie, come se dovessero rivelare un segreto per la loro ridondanza. Invece il contatto con la terra arresta tutto, inizia un nuovo film, dalle diverse sottotrame ma con una rotta ben tracciata, l'alcolismo. A questo tema si legano un "tentativo" di storia d'amore e le indagini sul disastro che compongono comunque un solido mosaico dal ritmo sostenuto e dall'eleganza formale, purtroppo l'analisi della dipendenza rappresenta il corpo centrale del film, spegnendone le possibilità di commistione di generi e di potenziale esplosività: il giallo si risolve velocemente, con prove scottanti eliminate con leggerezza e un dibattito rapido e conciso; il disaster resta confinato alla luccicanza iniziale; il dramma dell'incrocio di tossicodipendenze sembra una parentesi da minutaggio. Il racconto si adagia sulle spalle di un Denzel Washington in formissima, percorrendo strade abbastanza consuete. Il finalone all'americana chiarisce la dimensione del film, non male, ma nulla di straordinario.
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joker.bane
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venerdì 8 febbraio 2013
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siamo pronti a decollare comandante
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Il pilota di aerei Whip Whitacker è riuscito miracolosamente a salvare un centinaio di persone da un disastro aereo di linea le cui cause sono (quasi) sconosciute. Durante le indagini infatti, il comandante risulterà positivo ai test dell'alcol mentre era alla guida del mezzo, ciò significa che in un paese tollerante come gli Stati Uniti si può rischiare l'ergastolo.
Zemeckis ci offre una storia semplice senza troppe pretese concentrandosi sull'approfondire più la personalità del protagonista che sull'intera vicenda che lo circonda. Un suo caro amico sa da tempo che è un alcolizzato ma nonostante tutto è disposto a coprirlo scaricando la colpa su una delle vittime dell'equipaggio. E proprio qua è la domanda: anche se un pilota ubriaco salva molte vite da una tragedia è comunque giusto fargli scontare una pena? E il pilota stesso come si sentirà se fugge dalle proprie responsabilità? Egli rimane più vittima di se stesso che dall'alcol.
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Il pilota di aerei Whip Whitacker è riuscito miracolosamente a salvare un centinaio di persone da un disastro aereo di linea le cui cause sono (quasi) sconosciute. Durante le indagini infatti, il comandante risulterà positivo ai test dell'alcol mentre era alla guida del mezzo, ciò significa che in un paese tollerante come gli Stati Uniti si può rischiare l'ergastolo.
Zemeckis ci offre una storia semplice senza troppe pretese concentrandosi sull'approfondire più la personalità del protagonista che sull'intera vicenda che lo circonda. Un suo caro amico sa da tempo che è un alcolizzato ma nonostante tutto è disposto a coprirlo scaricando la colpa su una delle vittime dell'equipaggio. E proprio qua è la domanda: anche se un pilota ubriaco salva molte vite da una tragedia è comunque giusto fargli scontare una pena? E il pilota stesso come si sentirà se fugge dalle proprie responsabilità? Egli rimane più vittima di se stesso che dall'alcol.
Spettacolare,coinvolgente e davvero realistica la scena durante la caduta dell'aereo.
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