alessio c.
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venerdì 8 giugno 2012
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buono lo spunto ma povero nella realizzazione
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Nonostante le opinioni negative di amici e stampa online, sono coraggiosamente andato a vedere Cosmopolis richiamato dagli attori presenti e dalla trama, a dir la verità, estremamente ben venduta dal trailer. Una volta di fronte alla pellicola, ho avuto l'impressione di una buona idea di fondo (non ho letto il libro quindi mi limito al film) forte di un'attualità disarmante seppur troppo esasperata dai lunghi, lunghissimi e a volte ridondanti dialoghi. L'atmosfera di angoscia di un mondo in rovina è ottimamente resa, grazie al contrasto sonoro tra l'insonorizzazione della limousine e le rivolte esterne, seppur alla fine non esplosiva nella sua realizzazione ( l'unico contatto vero si limita a una tortata in faccia - un po' poco).
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Nonostante le opinioni negative di amici e stampa online, sono coraggiosamente andato a vedere Cosmopolis richiamato dagli attori presenti e dalla trama, a dir la verità, estremamente ben venduta dal trailer. Una volta di fronte alla pellicola, ho avuto l'impressione di una buona idea di fondo (non ho letto il libro quindi mi limito al film) forte di un'attualità disarmante seppur troppo esasperata dai lunghi, lunghissimi e a volte ridondanti dialoghi. L'atmosfera di angoscia di un mondo in rovina è ottimamente resa, grazie al contrasto sonoro tra l'insonorizzazione della limousine e le rivolte esterne, seppur alla fine non esplosiva nella sua realizzazione ( l'unico contatto vero si limita a una tortata in faccia - un po' poco). La morte dei sentimenti, la ricerca di false emozioni a tutti i costi ben rendono il disagio del giovane protagonista, schiavo dei numeri e del successo ma quanto mai povero sotto ogni altro aspetto. Parlando degli attori, tralasciando il vampiresco Pattinson (risulta ancora difficile vederlo in altri ruoli) e la sua poca espressività, un "bravò" alla Morton, Binoche e Durand, con una menzione a parte per Amalric e il mai deludente Giamatti.
In sostanza, non consiglio di andarlo a vedere al cinema se non più che sicuri di non aspettarsi nulla; una visione casalinga è da preferirsi economicamente e alla fine, se proprio siete disgustati, sarete sicuramente ad un passo dal letto o dal vostro blu-ray preferito per rimediare al film appena terminato.
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vales.
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venerdì 8 giugno 2012
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la crisi secondo cronenberg
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Cronenberg torna al suo stile più classico scegliendo come protagonista Robert Pattinson, uno degli attori della sua generazione più noti e disprezzati dalla critica. Scelta quindi molto discussa, che però il cineasta canadese ha giustificato in più occasioni e più modi, tessendo lodi sul giovane attore inglese. Lo ha voluto perchè ha riconosciuto in lui il suo vero potenziale nel semisconosciuto "Little ashes", in cui , poco più che ventenne, veste addirittura i panni del folle e geniale Dalì.
Ed anche perchè aveva le doti fisiche, l'accento e l'intonazione vocale adatte per il suo personaggio, l'agente di borsa miliardario Eric Packer. Il regista è rimasto colpito a tal punto da Pattinson che ha già confermato una loro seconda collaborazione.
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Cronenberg torna al suo stile più classico scegliendo come protagonista Robert Pattinson, uno degli attori della sua generazione più noti e disprezzati dalla critica. Scelta quindi molto discussa, che però il cineasta canadese ha giustificato in più occasioni e più modi, tessendo lodi sul giovane attore inglese. Lo ha voluto perchè ha riconosciuto in lui il suo vero potenziale nel semisconosciuto "Little ashes", in cui , poco più che ventenne, veste addirittura i panni del folle e geniale Dalì.
Ed anche perchè aveva le doti fisiche, l'accento e l'intonazione vocale adatte per il suo personaggio, l'agente di borsa miliardario Eric Packer. Il regista è rimasto colpito a tal punto da Pattinson che ha già confermato una loro seconda collaborazione...
Magari per molti tutto ciò non significa automaticamente che l'attore abbia talento, ma non si può negare che la sua prova in "Cosmopolis" sia finora la più riuscita. Si dimostra perfetto per la parte di questo uomo glaciale, apatico, inquieto ed autolesionista. Ruolo non facile, che non si può pienamente comprendere senza conoscerne la sua versione cartacea, certamente più dettagliata, perchè fornisce inoltre lunghe pagine di suoi monologhi e pensieri.
Mancano rispetto al libro anche un paio di scene ( una, l'unica, con un pizzico di sentimento, e il finale, sinceramente più spettacolare e d'effetto tramite le parole di De Lillo...) che il regista ha scartato per porre in primo piano gli aspetti a lui più cari: la crisi economica - oltre che esistenziale - la violenza, il sesso.
In generale, rispetto alle premesse, non si spinge troppo oltre nelle scene più forti (ad esempio, c'è un solo nudo femminile integrale, mentre nel libro ci sono più nudi e situazioni più spinte). A spiazzare sono più che altro i dialoghi, tanto vuoti quanto significativi, poichè espressione di una società "malata". Eric Packer sente vicino il proprio tramonto ed è consciamente lui stesso ad anticiparlo. Nessuna fatalità dunque: è un antieroe, sprezzante del pericolo e incapace di provare sentimenti come amore, simpatia o amicizia. Pieno di paure e manie anche, ma il suo maggiore tormento è...la vita stessa.
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(di vandamme84)
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salvatore marfella
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giovedì 7 giugno 2012
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film nerissimo sugli spettri della modernita'
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Film straordinario, spiazzante, volutamente sgradevole nei suoi eccessi quasi programmatici, è qualcosa di più di una splendida allegoria sulla Fine del Capitalismo. E' un film sulla nevrosi quotidiana, sulla paranoia del Nemico da abbattere o da cui difendersi. Lo sguardo lucido e freddo della macchina da presa si appunta non solo sul protagonista, che si aggira come uno spettro o ospita nella sua vettura altri spettri, ma anche sulla follia della Massa, sulla sua irrazionalità, sulla sua incapacità di centrare il bersaglio nelle sue proteste contro un avversario sempre più evanescente. Fra i riferimenti letterari, oltre al testo di De Lillo, da cui è tratto, è impossibile non pensare ai racconti di William Gibson, al cyberpunk, all'iperrealismo e persino all'"Odissea" di Omero.
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Film straordinario, spiazzante, volutamente sgradevole nei suoi eccessi quasi programmatici, è qualcosa di più di una splendida allegoria sulla Fine del Capitalismo. E' un film sulla nevrosi quotidiana, sulla paranoia del Nemico da abbattere o da cui difendersi. Lo sguardo lucido e freddo della macchina da presa si appunta non solo sul protagonista, che si aggira come uno spettro o ospita nella sua vettura altri spettri, ma anche sulla follia della Massa, sulla sua irrazionalità, sulla sua incapacità di centrare il bersaglio nelle sue proteste contro un avversario sempre più evanescente. Fra i riferimenti letterari, oltre al testo di De Lillo, da cui è tratto, è impossibile non pensare ai racconti di William Gibson, al cyberpunk, all'iperrealismo e persino all'"Odissea" di Omero. Film nerissimo e gelido, senza speranza, è un film sul Presente ma che si proietta, sia come "testo" che come discorso sulla realtà, avanti di almeno 20 anni. Non esistono mezze misure per "COSMOPOLIS": prendere o lasciare. Noi prendiamo!
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andreasci2
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giovedì 7 giugno 2012
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Si capisce cosa vorrebbe essere: un ritratto grottesco della vita di un cinico agente di Borsa newyorkese, ma il risultato è comico: risate di gusto in una sala già semivuota per le scene "tiratissime" di sesso e violenza con tanto di capezzoli nudi e gemiti stile commedia sexy, i dialoghi sull'oramai epica "prostata asimmetrica" con tanto di mano nel sedere del dottore, la recitazione inespressiva di Robert Pattinson in tutto il film, il nonsense generale, la filosofia spicciola sulla Borsa, l'economia, il Mondo che di profondo non ha nulla, la limousine futuristica stile James Bond o Puff Daddy che dovrebbe (?) stupire nel 2012 lo spettatore: no comment.
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Si capisce cosa vorrebbe essere: un ritratto grottesco della vita di un cinico agente di Borsa newyorkese, ma il risultato è comico: risate di gusto in una sala già semivuota per le scene "tiratissime" di sesso e violenza con tanto di capezzoli nudi e gemiti stile commedia sexy, i dialoghi sull'oramai epica "prostata asimmetrica" con tanto di mano nel sedere del dottore, la recitazione inespressiva di Robert Pattinson in tutto il film, il nonsense generale, la filosofia spicciola sulla Borsa, l'economia, il Mondo che di profondo non ha nulla, la limousine futuristica stile James Bond o Puff Daddy che dovrebbe (?) stupire nel 2012 lo spettatore: no comment. Da tirare gli ortaggi allo staff, Pattinson e cronenberg in prima fila.
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andreasci2
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giovedì 7 giugno 2012
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no comment
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Ci vuole molto coraggio a elogiare un film brutto come questo: surreale dal primo minuto e poco convincente, vorrebbe essere, e lo si capisce subito, un quadro claustrofobico e grottesco della vita di un giovane e cinico agente di borsa di New York (Robert Pattinson), ma è un film comico e noioso: i dialoghi più brutti che abbia mai visto in un film, la limousine futuristica che vorrebbe stupire lo spettatore ma sembra l'auto di kitsch - trash di Elvis o qualche rapper americano (il potere è una limousine?), l'inespressività di Pattinson, le scene crude di sesso e violenza usate per rimarcare il cinisco di "faccia d'angelo" Robert Pattinson inserite senza senso ogni tanto qua e là per ravvivare, la filosofia spicciola sul f
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Ci vuole molto coraggio a elogiare un film brutto come questo: surreale dal primo minuto e poco convincente, vorrebbe essere, e lo si capisce subito, un quadro claustrofobico e grottesco della vita di un giovane e cinico agente di borsa di New York (Robert Pattinson), ma è un film comico e noioso: i dialoghi più brutti che abbia mai visto in un film, la limousine futuristica che vorrebbe stupire lo spettatore ma sembra l'auto di kitsch - trash di Elvis o qualche rapper americano (il potere è una limousine?), l'inespressività di Pattinson, le scene crude di sesso e violenza usate per rimarcare il cinisco di "faccia d'angelo" Robert Pattinson inserite senza senso ogni tanto qua e là per ravvivare, la filosofia spicciola sul futuro, gli anarchici, l'economia: un film brutto, confuso che, per mia esperienza, è riuscito solo a far morire dalle risate una sala semivuota (le battute: "sento odore di sesso", "ho la prostata asimmetrica", "se anche un fungo del mio piede decidesse di ucciderti ti ucciderei" rimarranno spero negli annali del trash): propongo Razzy Award per tutto lo staff del film, Cronenberg e Pattinson in prima film!
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(di vandamme84)
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kimi86
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mercoledì 6 giugno 2012
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scarso
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paride86
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lunedì 4 giugno 2012
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magnifico
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"Cosmopolis", un film importante, colto e grottescamente sofisticato: da vedere assolutamente, David Cronenberg non è mai stato così in forma.
Il grande cinema è morto? No, non credo.
I grandi registi sono in via di estinzione? Probabilmente sì, visto che i film più belli degli ultimi anni sono stati firmati da gente che ha passato da parecchio i 50.
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"Cosmopolis", un film importante, colto e grottescamente sofisticato: da vedere assolutamente, David Cronenberg non è mai stato così in forma.
Il grande cinema è morto? No, non credo.
I grandi registi sono in via di estinzione? Probabilmente sì, visto che i film più belli degli ultimi anni sono stati firmati da gente che ha passato da parecchio i 50...
Anche Robert Pattinson è stato una bella sorpresa: un attore di valore che adesso, dopo questo film, si è definitivamente liberato dello stereotipo di vampiro sexy per adolescenti isteriche.
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[+] ciao. ma perché.....
(di francesco2)
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weach
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lunedì 4 giugno 2012
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vuoto cosmopolis
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Dammi un titolo delle filmografie da cui emerga uno spiraglio di luce , di gioia,di humor,di armonia; tutto di quest'autore è tenebroso, inquieto,perverso, malato incerto ,destabilizzante; c'è anche lo yang ...................ma esiste anche il yin. Cronenberg non lo vede e contribuisce ad alimentare una visione negativa degli eventi e delle relazioni. Comunque , per chiudere, rispetto l e opinioni di chi " si entusisama" per questo regista; resto della mia ............. del resto la critica su questo espressione artistica è divisa c'è chi la osanna e chi la denigra. Dicevo in una precendente lettura del film "La ridondanza è una forma di ricerca: ci illumina di lampi di comprensione intrisi di solitudine , densità povertà, vuoto.
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Dammi un titolo delle filmografie da cui emerga uno spiraglio di luce , di gioia,di humor,di armonia; tutto di quest'autore è tenebroso, inquieto,perverso, malato incerto ,destabilizzante; c'è anche lo yang ...................ma esiste anche il yin. Cronenberg non lo vede e contribuisce ad alimentare una visione negativa degli eventi e delle relazioni. Comunque , per chiudere, rispetto l e opinioni di chi " si entusisama" per questo regista; resto della mia ............. del resto la critica su questo espressione artistica è divisa c'è chi la osanna e chi la denigra. Dicevo in una precendente lettura del film "La ridondanza è una forma di ricerca: ci illumina di lampi di comprensione intrisi di solitudine , densità povertà, vuoto."ma aggingo oggi(Vedi Wikipedia) : "La ridondanza è l'essere sovrabbondante, è l'eccessivo non necessario".
Questa ridondanza è ricerca del vuoto "di vuoto Cosmopolis".
E'un vuoto che si espande nell'anima della regia ed di noi tutti.
La limousine è una sorta di osservatorio algido che non ci aiuta a vincere l’inganno ;se volessimo volare oltre , nella consapevolezza di un afflato dovremmo uscire da questa voglia di distruzione......................altri dicono di esplorazione .
La limousine è come una bolla di sapone che si separa dal resto ma poi , inevitabilmente è destinata a scoppiare e ritornare dentro al tutto.
L'illuminazione è invece di chi ritrova la via maestra e la propria essenza Divina; tutto il resto è nulla.
Ecco noi siamo l'adesso l'ora ,l'inizio , tutto il creato , tutto ,ogni forma di energia che si ridefinisce nella sua perfetta circolarità.
Mi dirai ma cosa c'entra tutto ciò con il film??????????
Ma David Cronenberg parla di questo ?
Direi di si o per lo meno lo ho sperato sino all'ultimo fotogramma. poi ho dubitato fortemente.
Una ricerca estetica di sicuro rilievo, un 'ambientazione surreale sono il corollario di questa storia che appare prevalentemente introspettiva.,onirica, trasognata, infelice .La filmografia va collocata nel genere distopico, che prospetta una società indesiderabile , oscura sotto tutti i punti di vista.
Cosa vogliamo conservare di questo lavoro , comunque intenso ???
Il vuoto che circonda noi tutti........................... nel momento delle nostre assenze.
buona visione
weach illuminati
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epidemic
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domenica 3 giugno 2012
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non ho parole
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scenggiatura scritta in 6 giorni da uno che non ha nenanche letto il libro....ovvio che esca un film delirante come questo...Cronenberg ripigliati!!!! abbi più rispetto per il pubblico
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alessandro guatti
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domenica 3 giugno 2012
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duro ritratto della crisi della contemporaneità
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Una limousine bianca attraversa Manhattan a passo d’uomo: in città c’è il Presidente (“quello degli Stati Uniti”, sia chiaro) e le strade sono bloccate. Ci sono anche i rivoltosi che protestano contro la situazione economica. E sociale. E politica. E all’interno dell’auto, Erick Packer, giovane dirigente della finanza con un’ossessione: “aggiustare il taglio” dal suo parrucchiere di fiducia. Che si trova dall’altra parte della città, naturalmente. Sfidando il traffico e le minacce alla sua vita (il suo capo della sicurezza gli comunica il graduale avvicinamento di qualcuno che mira alla sua incolumità), Erick scivola da una capo all’altro della città e al contempo negli abissi di una crisi personale e finanziaria.
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Una limousine bianca attraversa Manhattan a passo d’uomo: in città c’è il Presidente (“quello degli Stati Uniti”, sia chiaro) e le strade sono bloccate. Ci sono anche i rivoltosi che protestano contro la situazione economica. E sociale. E politica. E all’interno dell’auto, Erick Packer, giovane dirigente della finanza con un’ossessione: “aggiustare il taglio” dal suo parrucchiere di fiducia. Che si trova dall’altra parte della città, naturalmente. Sfidando il traffico e le minacce alla sua vita (il suo capo della sicurezza gli comunica il graduale avvicinamento di qualcuno che mira alla sua incolumità), Erick scivola da una capo all’altro della città e al contempo negli abissi di una crisi personale e finanziaria. Che, per lui, sono praticamente la stessa cosa: non riuscire a prevedere l’andamento di certi titoli finanziari esteri lo getta in uno stato di profonda insicurezza. Attraverso dialoghi con analisti, teorici della finanza, dipendenti e donne di vario titolo (quasi tutti svolti all’interno della limousine), Cronenberg delinea un ritratto angosciante che riflette il contemporaneo capitalismo finanziario: una realtà a sé stante, che malgrado tutto resta separata dal mondo. La limousine, fulcro spaziale dell’intero film, diventa così metafora dell’universo dell’economia finanziaria che attraversa la vita ordinaria della gente causando disastri sociali dei quali, però, non sembra avere piena consapevolezza. O forse, semplicemente, non se ne cura. Erick, modello del giovane rampante che ormai crede di poter ottenere tutto ciò che vuole, non riesce in realtà ad avere né l’amore della moglie, né una vera “padronanza” dell’arte e della cultura: le opere di Rotko sono per lui soltanto oggetti da possedere (per vedere i quali la gente dovrà pagarlo) e la libreria è solo l’anticamera per un motel dove consumare l’atto sessuale, per lui unico mezzo di entrare in contatto con l’universo femminile. Cosmopolisè un film claustrofobico, girato quasi tutto in interni di piccole dimensioni, in cui Cronenberg, che dirige magistralmente un Robert Pattinson sempre più convincente, esplora l’esplodere della follia, che conduce Erick a improvvisi scoppi di violenza e ad azioni apparentemente incomprensibili, come andare volontariamente incontro a colui che attenta alla sua vita e che, forse, non è altro che quella parte di sé che gli ricorda tutto ciò che ha calpestato (o sacrificato) per diventare l’uomo che è oggi.
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[+] complimenti
(di alessandro guatti)
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