clacoz
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domenica 3 giugno 2012
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una mattonata
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Film lento. Occhio a non addormentarsi a meno di non portardi un cuscino comodo. Non capisco sinceramente quali siano i criteri di valutazione dei cosiddetti "critici"
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andrea bazzarini
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domenica 3 giugno 2012
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cosmopolis
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Il vampirone Robert Pattinson, American Psyco dei giorni nostri, vuole andare a perfezionare il taglio di capelli in una New York postfuturista eppure così vera e attuale, con la crisi economica che mina il sistema capitalistico e la guerriglia pre-fine del mondo 21/12/2012 che occupa tutto. Lo yuppie ventottenne incamiciato e incravattato si fa visitare tutti i giorni e poi fa l'amore con la figlia del dottore e non solo, e finisce nel vortice di rabbia e violenza del misantropo sociopatico Paul Giamatti. Pattinson parla troppo, e dice cose che fanno rumore senza rimanere scolpite nella memoria ("il talento è più erotico quando è sprecato"), versus il silenzio bombastico all'interno della limo, privilegio di pochi contro la povertà di molti(ssimi).
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Il vampirone Robert Pattinson, American Psyco dei giorni nostri, vuole andare a perfezionare il taglio di capelli in una New York postfuturista eppure così vera e attuale, con la crisi economica che mina il sistema capitalistico e la guerriglia pre-fine del mondo 21/12/2012 che occupa tutto. Lo yuppie ventottenne incamiciato e incravattato si fa visitare tutti i giorni e poi fa l'amore con la figlia del dottore e non solo, e finisce nel vortice di rabbia e violenza del misantropo sociopatico Paul Giamatti. Pattinson parla troppo, e dice cose che fanno rumore senza rimanere scolpite nella memoria ("il talento è più erotico quando è sprecato"), versus il silenzio bombastico all'interno della limo, privilegio di pochi contro la povertà di molti(ssimi). Il film è grande ma poteva essere grandissimo senza certi momenti che languono per l'andamento lento, magistrale regia di uno scenario angosciosamente surreale che conduce lo spettatore in una spirale fantathriller-horror oltre i limiti del grottesco.
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vandamme84
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domenica 3 giugno 2012
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forse il film più brutto che ho visto in vita mia
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ma quelli di mymovies che film hanno visto? come si fa a dire oggettivamente che questo è un bel film? orribile, palloso all'inverosimile.spunti di riflessione ma dove?? per 4 fasi giuste dette sul capitalismo e sulla citazione presa dal manifesto del partito comunista di marx "c'è uno spettro che si aggira per il mondo"????
ma per carità. penso che chi commenta positivamente questo film rientra in quella categoria di persone che dei dialoghi non hanno capito niente, dato che più che dialoghi sembravano un'accozzaglia di argomenti sparati là a random, ma per via di un paio di cose dette giuste sul capitalismo, allora il film è automaticamente bello e profondo.
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ma quelli di mymovies che film hanno visto? come si fa a dire oggettivamente che questo è un bel film? orribile, palloso all'inverosimile.spunti di riflessione ma dove?? per 4 fasi giuste dette sul capitalismo e sulla citazione presa dal manifesto del partito comunista di marx "c'è uno spettro che si aggira per il mondo"????
ma per carità. penso che chi commenta positivamente questo film rientra in quella categoria di persone che dei dialoghi non hanno capito niente, dato che più che dialoghi sembravano un'accozzaglia di argomenti sparati là a random, ma per via di un paio di cose dette giuste sul capitalismo, allora il film è automaticamente bello e profondo.
ma un film necessita di molto di più di 4 frasi per essere un buon prodotto. per quei 4 gatti che eravamo al cinema, la fine è stata un sollievo. ma come si fa a fare la storia di uno che vuole andare per forza a farsi dare una sistemata ai capelli e quando finalmente arriva,non si fa neanke finire di farsi il taglio e va via? un film in cui uno stava a fare una conversazione con una donna dentro la limosine, mentre un medico gli ficca un dito su per il culo. e questo qui che per tutto il resto del film nel bel mezzo dei discorsi non fa altro che ripetere ai suoi interlocutori "ho la prostata asimmetrica".
recitazione pessima, con attori sempre con la stessa espressione, pattinson, che mi domando come può essere considerato un sex symbol con il suo fisico flaccido (che nel film dice di avere il 6% di massa grassa che fa i pesi, seh neanke fosse un bodybuilder), sempre con quell'espressione di uno che sta per vomitare.
questo non è un film profondo. questa è una schifezza.
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ciuff
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sabato 2 giugno 2012
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un film difficile ma da non perdere
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Se soffri di claustrofobia, la prima parte del film ti porterà a pensare che hai sbagliato a dar credito ad un regista tanto bravo...Ma se resisti ed accetti l'opprimente limousine, alla fine ti sentirai migliore...non solo perché avrai la sensazione di aver superato una dura prova, ma soprattutto per aver condiviso emozioni forti e aver potuto apprezzare la genialità di Cronenberg e la bravura dei protagonisti. Troppe metafore? non direi...la denuncia è più efficace se non troppo banale.
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babis
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sabato 2 giugno 2012
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il topo come unità monetaria
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Il film racconta una giornata fondamentale nella vita del ricco Eric Packer, una giornata trascorsa quasi esclusivamente nella sua limousine, diretta dal suo barbiere di fiducia per "aggiustare il taglio", passando nel traffico di Manhattan nella giornata di visita del Presidente USA; le ore trascorrono in maniera claustrofobica all'interno di uno spazio angusto e buio, illuminato dai personaggi che frequentano Eric, la moglie, l'amante e la guardia del corpo; e tutto diventa angoscia...fino alla scena finale, dominata dall'uomo che vuole uccidere il protagonista, simbolo del capitalismo che lui detesta. Robert Pattinson interpreta alla perfezione il crollo non solo del capitalismo, ma del niente che c'è dietro il capitalismo, perchè è tutta forma, ricerca della perfezione (prostata asimmetrica) e vuoto affettivo.
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Il film racconta una giornata fondamentale nella vita del ricco Eric Packer, una giornata trascorsa quasi esclusivamente nella sua limousine, diretta dal suo barbiere di fiducia per "aggiustare il taglio", passando nel traffico di Manhattan nella giornata di visita del Presidente USA; le ore trascorrono in maniera claustrofobica all'interno di uno spazio angusto e buio, illuminato dai personaggi che frequentano Eric, la moglie, l'amante e la guardia del corpo; e tutto diventa angoscia...fino alla scena finale, dominata dall'uomo che vuole uccidere il protagonista, simbolo del capitalismo che lui detesta. Robert Pattinson interpreta alla perfezione il crollo non solo del capitalismo, ma del niente che c'è dietro il capitalismo, perchè è tutta forma, ricerca della perfezione (prostata asimmetrica) e vuoto affettivo.
Sicuramente un ottimo film d'autore sulla società contemporanea.
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dodix2003
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sabato 2 giugno 2012
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una boiata pazzesca
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Sono uscito prima della fine perché mi ero stufato.
Per il commento mi limito a tre parole di fantozziana memoria: UNA BOIATA PAZZESCA!
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samuel darko
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venerdì 1 giugno 2012
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il coito interrotto del demone capitalista
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La follia del capitalismo espressa in 105 minuti di agonizzante attesa di una fine imminente. Incertezza vibrante di un mondo, come di una città (cosmo-polis)sull'orlo dell'implosione. Un mondo che in fin dei conti esiste solo per chi ci crede. Nessuna chiarezza, neanche per coloro che il mondo lo manipolano: solo dubbi sul mondo, mondo intessuto di dubbi. Una sfera che gira sul dito dell'economia capitalista, entità più grottesca di Hitler - richiamando Chaplin - e ne risucchia le energie come un parassita.
Un'esperienza ludica, distaccata: questo è il rapporto che Erick Packer, burattinaio dell'economia planetaria, detiene col mondo.
In un dramma quasi aristotelico il nostro capriccioso anti-eroe attraversa in limousine una New York in sommossa per la crisi economica, con l'inquietudine di un'anima traghettata sul fiume Stige, pur avvertito dei molteplici pericoli che lo attendono lungo il percorso.
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La follia del capitalismo espressa in 105 minuti di agonizzante attesa di una fine imminente. Incertezza vibrante di un mondo, come di una città (cosmo-polis)sull'orlo dell'implosione. Un mondo che in fin dei conti esiste solo per chi ci crede. Nessuna chiarezza, neanche per coloro che il mondo lo manipolano: solo dubbi sul mondo, mondo intessuto di dubbi. Una sfera che gira sul dito dell'economia capitalista, entità più grottesca di Hitler - richiamando Chaplin - e ne risucchia le energie come un parassita.
Un'esperienza ludica, distaccata: questo è il rapporto che Erick Packer, burattinaio dell'economia planetaria, detiene col mondo.
In un dramma quasi aristotelico il nostro capriccioso anti-eroe attraversa in limousine una New York in sommossa per la crisi economica, con l'inquietudine di un'anima traghettata sul fiume Stige, pur avvertito dei molteplici pericoli che lo attendono lungo il percorso. Rischi che anzi insegue, manifestando sempre più apertamente la sua pulsione di morte. La destinazione non è, come sostiene, il salone del suo barbiere di fiducia. é la morte, perchè solo in prossimità di essa può sperimentare il dolore, e dunque sentirsi realmente vivo.
In quella limousine insonorizzata e blindata, una sorta di incubatrice che lo protegge dalla realtà, Packer raccoglie le inquietudini dei suoi collaboratori, come schegge di una coscienza che non ha mai avuto. Ognuno vive a modo suo le contraddizioni di questa idra cibernetica che sovrasta le vite degli uomini comuni, che nulla ha a che spartire con essi, se non la caducità. Ed è proprio quel tempo indefinito che resta da vivere l'unica cosa che conta. Il presente è solo un limbo, o un osservatorio, che sfugge al controllo, che già svaluta le cose.
Packer è in fondo un bimbo visionario,"crea quello che non c'è" come un attore sul set; lo fa con i numeri, in quel mondo virtuale e disumano che determina le sorti di miliardi di persone. D'altra parte è una pedina, schiavo del sistema: burattinaio, dicevamo, ma anche burattino senz'anima. Avido, in questo scenario dove tutto è frazionabile, monetizzabile, trattabile, compresa la cappella di Rothko, che "deve essere sua a qualunque prezzo".
I dialoghi serrati, astratti,vuoti, contaminati di filosofia, sezionano i sentimenti in un ambiente asettico e illuminano con dovizia di particolari il volto più oscuro dell'alienazione capitalistica. Tra i più "intensi", quelli con la moglie "Scopiamo nel bagno delle donne, o là, dietro i cassonetti...cerco di comunicare con te nel modo più convenzionale possibile."
In questa discesa agli inferi il protagonista non si lascia coinvolgere emotivamente nemmeno da quei disperati che si danno fuoco per protesta, poichè l'idea non è originale, ma rubata - come una proprietà intellettuale - ai monaci tibetani. L'ultimo dialogo, tra Packer e il suo aspirante aguzzino, interminabile, ridondante, straniante, acutizza e riassume la dualità di questa tensione capitalistica all'annientamento dell'uomo e dell'umanità, tant'è che lo psicopatico, impotente Benno Levin pare incarnare l'alter-ego di Packer,proiezione e prodotto - come in Brood, la covata malefica - di uno sdoppiamento di personalità che diventa corporeo.
Sesso, topi, check up ossessivi, personaggi che "vivono" solo per puntellare il mosaico di questo resoconto catastrofico sono solo alcuni degli elementi orchestrati ad arte da Cronenberg, che in quanto artista si limita a spalmare una torta in faccia. Spetta a noi premere il grilletto.
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mattevanger
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giovedì 31 maggio 2012
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calma apparente
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Un determinato e ricco giovane con la carrierra in ascesa nel mondo finanziario (Robert Pattinson), un bodyguard sempre attento e aggiornato in tempo reale al fine di garantire la sicurezza del suo assistito, una limousine bianca accessoriata all'inverosimile, un tragitto da compiere (recarsi dalla parte opposta di Manhattan per tagliarsi i capelli). Sono apparentemente pochi gli ingredienti di questo film dai quali però emergono molteplici argomenti, spunti di riflessione e dubbi amletici che tormentano lo spettatore non solo durante il film, ma anche una volta fuori dalla sala cinematografica. Tratto dall'omonimo romanzo di De Lillo, "Cosmopolis" fa parte di quei film dei quali non si può dare un giudizio a caldo, è un film che va metabolizzato, compreso e poi, solo dopo, assimilato.
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Un determinato e ricco giovane con la carrierra in ascesa nel mondo finanziario (Robert Pattinson), un bodyguard sempre attento e aggiornato in tempo reale al fine di garantire la sicurezza del suo assistito, una limousine bianca accessoriata all'inverosimile, un tragitto da compiere (recarsi dalla parte opposta di Manhattan per tagliarsi i capelli). Sono apparentemente pochi gli ingredienti di questo film dai quali però emergono molteplici argomenti, spunti di riflessione e dubbi amletici che tormentano lo spettatore non solo durante il film, ma anche una volta fuori dalla sala cinematografica. Tratto dall'omonimo romanzo di De Lillo, "Cosmopolis" fa parte di quei film dei quali non si può dare un giudizio a caldo, è un film che va metabolizzato, compreso e poi, solo dopo, assimilato.
Il viaggio verso il tanto desiderato barbiere è solo uno spunto, un espediente durante il quale Eric Packer (Robert Pattinson) incontra diversi consulenti con i quali cerca di affrontare la crisi finanziaria che sta attraversando la sua azienda. Ognuno di questi personaggi è il mezzo attraverso il quale vengono trattati molteplici argomenti attraverso l'utilizzo di dialoghi (presi in parte dall'omonimo libro) complessi, filosofici e talvolta surreali. Tutto ciò avviene all'interno della limousine: ambiente lussuoso, tecnologico e soprattutto ovattatto e insonorizzato perfettamente dal mondo esterno. E' proprio questo il punto: volta per volta personaggi del mondo esterno (reale e tangibile) entrano nella limousine, che rappresenta il mondo surreale, fittizio, fatto di dialoghi penetranti e devianti, fatto di calma apparente, informazioni caotiche e complesse, termini tecnici e forbiti, fatto di lunghi silenzi (il senso di vuoto è devastante) e di svariate osservazioni sul mondo esterno. Il viaggio verso il barbiere è un "cammino" ( la limousine a causa di una manifestazione viaggia a passo d'uomo) nella scoperta della personalità, dell' io interiore, delle fobie, delle paure, delle manie del protagonista finchè egli, soddisfatto di aver compreso se stesso, ma anche ciò che lo circonda non arriva ad affrontare la realtà.
Innumerevoli sono le interpretazioni, i significati e le "spiegazioni" che si possono dare a questo film, ed è proprio questa la sua forza.
Interessante sarà vedere la faccia di orde di teenagers uscire dalla sale schifati e contrariati per non aver capito nulla del film appena visto, attratti solo dal loro idolo di Twilight.
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epidemic
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giovedì 31 maggio 2012
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l'affogo di cronenberg
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Esterefatto! Basito come Cronenberg riesce a mettere insieme un film così statico e riempirlo di battute e situazioni paradossali e inconcludenti. Mi metto assolutamente dalla parte dei detrattori, e non perchè io non segua determinati tipi di film. La pecca è sicuramente non aver interagito con l'esterno non a caso i pochi lampi della pellicola avvengono quando si esce dalla stramaledetta limousine e ovviamente anche il modellamento dei dialoghi, decisamente troppo eterei. Come diceva qualcuno lo spettatore è messo a dura prova, non basta l'avvicendarsi di personaggi secondari durante il lungo tragitto a dare corpo ad una faccenda che seppur comprensibile resta alla fine lontana.
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Esterefatto! Basito come Cronenberg riesce a mettere insieme un film così statico e riempirlo di battute e situazioni paradossali e inconcludenti. Mi metto assolutamente dalla parte dei detrattori, e non perchè io non segua determinati tipi di film. La pecca è sicuramente non aver interagito con l'esterno non a caso i pochi lampi della pellicola avvengono quando si esce dalla stramaledetta limousine e ovviamente anche il modellamento dei dialoghi, decisamente troppo eterei. Come diceva qualcuno lo spettatore è messo a dura prova, non basta l'avvicendarsi di personaggi secondari durante il lungo tragitto a dare corpo ad una faccenda che seppur comprensibile resta alla fine lontana. Robert Pattison ahimè fallisce...non riesce in un ruolo comunque difficile ma a sbagliare in ogni caso è soprattutto Cronenberg, reo di un esercizio di stile a mio avviso inconcludente e molto noioso
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[+] davvero deludente
(di claudiokarate)
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raven52
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giovedì 31 maggio 2012
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noia mortale
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Esiste tutto un mondo dei cosidetti " cinefili" che mai e poi mai si permetterebbe di criticare un regista che fa "ricerca" , che vuole trovare nuovi modi di esprimersi ecc ecc ecc . Il film di Cronenberg è di una noia mortale , vorrebbe rappresentare il decadimento della società finanziaria ma lo fa in un modo pallosissimo .con una rappresentazione del famoso racconto che ti fa venir voglia di uscire molto dopo 10 minuti .
Se fate parte della categoria di quelli che rimangono sino alla scritta Pellicole Kodak .
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Esiste tutto un mondo dei cosidetti " cinefili" che mai e poi mai si permetterebbe di criticare un regista che fa "ricerca" , che vuole trovare nuovi modi di esprimersi ecc ecc ecc . Il film di Cronenberg è di una noia mortale , vorrebbe rappresentare il decadimento della società finanziaria ma lo fa in un modo pallosissimo .con una rappresentazione del famoso racconto che ti fa venir voglia di uscire molto dopo 10 minuti .
Se fate parte della categoria di quelli che rimangono sino alla scritta Pellicole Kodak ....è il Vs film . Se non fate parte di questa categoria ..........fate altro .
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[+] una boiata pazzesca
(di dodix2003)
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