Come disse un'amica commentando l'ultimo avvicendamento di una storia d'amore che si trascinava da anni: la minestra riscaldata non funziona mai!"...e così possiamo dire dell'ultimo James Bond. Il protagonista, l'attore Daniel Craig, ha l'espressività di Scwarzennegger o di Eastwood, lontano anni luce da Sean Connery o Roger Moore. Gli autori hanno creato un personaggio modestissimo, troppo simile ai molti personaggi prodotti da Hollywood, privo dell'ironia britannica che caratterizzava James Bond. La sceneggiatura sembra una minestra riscaldata: è stata inzeppata di tutti gli elementi che in questi ultimi anni hanno caratterizzato il film d'azione statunitense. La trama è imbarazzante per la totale mancanza di fantasia e il personaggio di Bardem(altro attore super valutato) è di un istrionismo in salsa psicopatica delirante, caricaturale e psicologicamente insensata (si pensi alla dinamica madre-figlio) per il mondo di Ian Fleming.
Gli atti terroristici in territorio britannico sono narrativamente assurdi, si pensi all'attacco diretto nell'aula del governo....senza contare il finale con l'attesa del nemico in casa, di una banalità sconvolgente e copiato da decine di modelli americani. E se la trama non rientra nella categoria dell'interessante, non parliamo dei personaggi...Non ha nessun senso l'introspezione psicologica né trasformare James Bond in un agente duro e puro in stile americano. James Bond lo amiamo proprio perché è un uomo semplice che vive in un mondo semplice (dove ci sono i buoni ed i cattivi). Bond lo amiamo proprio perché è retrò! No, non basta copiare gli ingredienti dagli altri per tentare di resuscitare e rinnovare la vecchia minestra di un tempo.
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