Terraferma |
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Un film di Emanuele Crialese.
Con Filippo Pucillo, Donatella Finocchiaro, Mimmo Cuticchio, Beppe Fiorello, Timnit T., Martina Codecasa.
continua»
Drammatico,
durata 88 min.
- Italia, Francia 2011.
- 01 Distribution
uscita mercoledì 7 settembre 2011.
MYMONETRO
Terraferma
valutazione media:
3,59
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Alla derivadi Alvise W.Feedback: 947 | altri commenti e recensioni di Alvise W. |
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sabato 17 settembre 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Diciamolo subito: "Terraferma" è un film sulle opportunità e, più precisamente, sulle oppurtinità che (non) vengono sfruttate. Lo si capisce già dalla sequenza d'apertura. La telecamera è posta sul fondo del mare, sulla superficie dell'acqua vediamo transitare un peschereccio. L'inquadratura è carica di significati, vuole indicarci un senso di prigionia, una voglia di riemergere, di respirare una boccata d'aria libera. Il punto di vista dal basso verso l'alto è un chiaro rimando ad una condizione di sudditanza psicologica e il fondale marino diventa un nascondiglio per ripararsi dagli sguardi della gente, piena di pregiudizi. Già da questo incipit si può capire come l'ultimo film di Emanuele Crialese sia dotato di un potenziale immenso che avrebbe potuto dar vita a un'opera di grande valore cinematografico. Eppure "Terraferma" è un film sbagliato proprio perchè non è riuscito a cogliere quest'opportunità, ma ha scelto una strada meno coraggiosa per dire quello che aveva da dire. Il regista di origini sicule decide di interpretare il problema (fin troppo attuale) degli sbarchi clandestini in una chiave quasi favolistica, avulsa dal tempo e da luoghi reali. In un'isola al largo delle coste italiane vive una famiglia di pescatori composta da nonno Ernesto, vecchio uomo fedele alle leggi del mare, dal nipote Filippo, ragazzo di vent'anni, vero protagonista del film, dalla madre Giulietta (Donatella Finocchiaro) molto premurosa nei confronti del figlio e infine dallo zio Nino (Beppe Fiorello) che ha smesso di pescare pesci per catturare i turisti nelle spiaggie che ha preso in gestione. Un giorno il mare sospinge nelle loro vite la giovane clandestina Sara e il suo piccolo bambino alla disperata ricerca di un luogo dove nascondersi. Ernesto li accoglie: è l'antica legge del mare. Ma la nuova legge dell'uomo non lo permette e la famiglia Pucillo sarà destinata ad essere sconvolta e a scegliere una nuova rotta per andare avanti. Se nel film gli isolani sognano di andare via ma non hanno la forza per farlo, gli africani,invece, credono di essere arrivati, ma l'isola sarà solamente una tappa del loro estenuante viaggio verso la libertà. Crialese racconta questi due mondi a confronto ma pretende di narrarci una storia di finzione su argomenti che non potrebbero essere più reali e attuali di questi. I personaggi vengono banalizzati, appiattiti fino a sembrare macchiette grottesche (in particolare la figura del finanziere duro e pieno di astio verso i meridionali perchè viene dal Nord). La stora perde, con il passare dei minuti, la sua vis narrativa fino a presentare episodi che rasentano il ridicolo (come la scena dell'assalto alla barca di Filippo da parte di un'orda di poveri immigrati abbandonati in mare). Proprio quando il film sembra andare alla deriva nell'azzurro Mare Mediterraneo, la scena finale torna a farci riflettere andando a costruire una sorta di opera circolare. Lo stesso peschereccio visto all'inizio ha ripreso a navigare verso lidi ignoti. La telecamera non è più posta sul fondale marino ma è un travelling aereo che conferisce un grande respiro all'inquadratura. Saranno riusciti i personaggi in qualche modo a superare l'originaria oppressione del mare oppure la sua vastità li terrà ancora prigioneri? Vincitore di un discusso Premio della Giuria all'ultimo festival di Venezia, "Terraferma" è stato addirittura paragonato al capolavoro "La terra trema" di Luchino Visconti, anche se quella era tutta un'altra storia....
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