Terraferma |
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Un film di Emanuele Crialese.
Con Filippo Pucillo, Donatella Finocchiaro, Mimmo Cuticchio, Beppe Fiorello, Timnit T., Martina Codecasa.
continua»
Drammatico,
durata 88 min.
- Italia, Francia 2011.
- 01 Distribution
uscita mercoledì 7 settembre 2011.
MYMONETRO
Terraferma
valutazione media:
3,59
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Roberto Escobar
L'Espresso
Non ho mai abbandonato nessuno in mare", dice il vecchio Ernesto (Mimmo Cuticchio), con l'orgoglio morale di chi, in settant'anni, dal mare ha imparato durezza e generosità. E ora, mentre dalla sua barca da pesca vede uomini e donne nuotare disperati verso la vita, dovrebbe obbedire all'ordine scellerato di non farli salire a bordo. Viene, quell'ordine, da una politica che vive nella e "della" paura: non bisogna raccoglierli, i poveri migranti che giungono dall'altra parte del Mediterraneo, ma lasciarli a qualche motovedetta che li porterà all'ammasso, peggio che se fossero bestie. Ma Ernesto conosce da sé quel che è giusto, e disobbedisce.
Questo è "Terraferma" (Italia e Francia, 2011, 88'): il racconto di una famiglia di pescatori e di tutta un'isola - e insieme di un Paese intero, il nostro - che si trovano a scegliere tra la fedeltà alla propria coscienza e alla propria storia antica e la resa alla nuova volgarità che tutto riduce a frastuono televisivo. Potrebbe esser Lampedusa, l'isola dove si svolge il film di Emanuele Crialese e del cosceneggiatore Vittorio Moroni. E potrebbe anche essere un lembo di terra immaginario, posto a metà fra due mondi che si fronteggiano, inconciliabili: quello di un egoismo che vede solo se stesso e si chiude nella propria miseria, e quello di uomini e donne che si aprono al dolore e alla speranza di altri uomini e donne, e in questo si fanno più ricchi. Così è Ernesto, appunto. Ma così non è il figlio Nino (Giuseppe Fiorello), per cui la dignità asciutta del padre è un fastidio, un ingombro che minaccia il fatturato turistico. E poi c'è il nipote Filippo (Filippo Cucillo, molto bravo), indeciso fra nonno e zio. Quale sarà la sua "terraferma"? Quale sarà l'approdo saldo della sua ancor giovane vita?
Dice cose importanti, Emanuele Crialese. In una metà del film lo fa con la lingua severa della gente di mare, e con l'intensità "materiale" e mitica del suo "Respiro" (2002). Nell'altra metà, invece, cede a un intento troppo didascalico, e soprattutto rischia di inquinare il proprio buon cinema con l'espressività volgare del mondo volgare che vuol condannare (fastidiosi, qua e là emergono elementi di una commedia all'italiana contaminata dalla fiction televisiva). Per sua e nostra fortuna, però, la dignità di Ernesto rimane ben salda al centro di "Terraferma". E ben salda rimane la grandezza morale di uomini e donne pronti a disobbedire, quando si tratta della vita di altri uomini e altre donne.
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