Silvio Forever |
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Un film di Roberto Faenza, Filippo Macelloni.
Documentario,
durata 85 min.
- Italia 2011.
- Lucky Red
uscita venerdì 25 marzo 2011.
MYMONETRO
Silvio Forever
valutazione media:
2,46
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Un autoritratto celebrativo e compiaciutodi Riccardo76Feedback: |
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sabato 23 aprile 2011 | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Gli autori la definiscono una "autobiografia non autorizzata", utilizzando un accostamento di parole apparentemente paradossale; eppure tale definizione esprime al meglio la caratteristica principale di Silvio Forever, un documentario costruito esclusivamente su filmati reali dove Berlusconi parla di sé,della propria vita e del proprio successo, in prima persona. Nei casi in cui l'audio non era disponibile, la voce del Premier è stata doppiata dal bravissimo Neri Marcoré. Questa operazione permette agli autori - Faenza, Macelloni, Stella e Rizzo - di lasciar fare tutto al protagonista, dando l'illusione che essi non siano intervenuti affatto nella costruzione dell'opera. E Silvio fa veramente tutto da solo, si presenta, racconta la sua infanzia, la sua famiglia, la costruzione del suo impero, commentando e giudicandosi senza falsa modestia, anzi, dovremmo dire con un’ostentata autocelebrazione. Quello che colpisce di più in quest’opera è infatti l’esagerato compiacimento del cavaliere nel costruire l’immagine di sé come un campione su tutti i fronti: generosità, onestà, bellezza, prestanza fisica, intelligenza, tenacia, capacità e perfino savoir faire con le donne. E’ evidente che una tale operazione non può far altro che far scaturire la risata nel pubblico, in quanto una tale presunzione di perfezione non può essere presa sul serio, tanto da far apparire il documentario come una velata parodia. In questo senso è emblematica la scena iniziale, dove mamma Rosa Bossi, con sincero orgoglio materno, ci presenta il figlio come una persona serissima, disinteressata dal denaro e dalle donne: “ non vedrete mai mio figlio in foto con donne”. E’ chiaro che con un simile inizio non si può non pensare al “film” nei termini di una satira. Occasioni simili non mancano nel resto dell’opera, come la scena del mausoleo, o quella estrapolata da Tenebre di Dario Argento, in cui vediamo una giovanissima Veronica Lario fatta a pezzi da una scure, dopo uno spezzone di un’intervista in cui Berlusconi celebrava le virtù moglie e il profondo amore per lei.
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