Australia

I punti forti del film sono tutti nella fotografia : stupende immagini che danno più che un'idea di un continente per noi lontano e misterioso, niente a che fare con l'America,di cui sappiamo tanto dai film che quando ci si arriva... ci si sente a casa. Quell'Australia di mezzo secolo fa forse non è la stessa di oggi, ma gli spazi immensi, i colori da sogno, l'impeto di una natura indomabile,sono la grandezza e il regalo del regista. I punti deboli : tutto il resto. Una mescolanza di stili stridente che disorienta; all'inizio si pensa di trovarsi in un film grottesco, con stereotipi stucchevoli : la lady rigida e manierata, dalle idee ristrette, impersonata da un Nicole K. pietosamente magra, inamidata, dallo sguardo fisso e dalla bellissima bocca deformata da qualche siringata stupida e dannosa. Un uomo più o meno magico con le sue posture che ne fanno una macchietta, invece di quello che sarebbe l'antica identificazione con l'aborigeno della Terra dei Canti. I cattivi, ma davvero tanto cattivi che di più non si può. Il mandriano, così selvatico, così nature, così macho. E il bambino. Una stilizzazione talmente letteraria da farci persino perdere quell'istinto materno-paterno pietoso e commiserativo, che ancora ci fa torcere le budella se non giriamo gli occhi e il cuore in fretta di fronte alle immagini dei bambini che la guerra e non solo ci massacra dal vero. Non un atomo di arte, se si crede (e io lo credo) che stiamo parlando del cinema anche come arte, e non solo di denuncia, di documento, di informazione turistica... La recitazione. Non si può commentare. Ma cosa è successo a Nicole K. ? E' morta, dietro quel viso marmoreo e quella figura filiforme? Quanto agli altri, tutti attori di buone e anche ottima levatura.. non si può che pensare ad un raptus del regista, che ha deciso di rovinarli. Quante stelle ? Una costellazione : dev'essere costato tanto! E ci ha scodellato tanti bei panorami! E dura così tanto! Non ne darei nessuna per la assoluta bruttezza del risultato . Qualcuno ricorda le prime performance che lasciavano interdetti alla Biennale di Venezia, significative di tanta pretenziosità, di mediocrità autocompiaciuta, di decadenza spacciata per avanguardia..? Ecco.